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La Milizia Volontaria
Sicurezza Nazionale |
La battaglia delle Alpi Occidentali
1940
(*)
Il
10 giugno 1940 tutte le unità della Milizia destinate al
combattimento si trovarono inserite fra le Forze Armate
consorelle per partecipare, con esse, alla guerra.
Quanto di comandi ed unità
aveva conservata la tradizionale dipendenza dal Comando
Generale della M.V.S.N. continuava ad assolvere funzioni
amministrative, addestrative e di reclutamento.
In Italia ed in Libia, nelle
grandi unità dell'Esercito, erano inquadrate 112.000 CC.NN.
distribuite in 194 battaglioni d'assalto, da montagna, di
complementi. Altri 81 battaglioni costieri, 51 battaglioni
territoriali e 23 centurie costiere, con una forza
complessiva di almeno 65.000 CC.NN., accrescevano il
contributo della Milizia alle forze mobilitate in Italia ed
in Libia.
Nella difesa delle piazzeforti
marittime, alle dipendenze della Marina, prestavano servizio
altri 25.000 legionari della Milizia Artiglieria Marittima.
La difesa contraerea del
territorio nazionale e libico assorbiva, con la Milizia
Artiglieria Controaerea, altre 85.000 CC.NN.
Inoltre, nell'Impero dell'A.O.I.,
altre 26.000 CC.NN. formavano 30 battaglioni inquadrati
nell'esercito del Duca d'Aosta.
In totale la Milizia offriva
alla Patria in armi 313.000 legionari, senza contare le
CC.NN. delle Milizie Speciali (Ferroviaria, Portuaria,
Forestale, Stradale e Postelegrafica) e delle specialità
della Milizia Ordinaria (Confinaria ed Universitaria)
variamente impiegate nell'adempimento dei loro
caratteristici servizi d'istituto nel quadro delle Grandi
Unità più o meno complesse operanti sui vari teatri di
guerra.
Alcuni aspetti particolari di
questo massiccio apporto meritano di essere specificatamente
ricordati oggi affinché la partecipazione di quegli uomini
ad una guerra già lontana nel tempo assuma il giusto valore
in rapporto ai sacrifici sofferti al servizio della nazione.
I battaglioni d'assalto o da
montagna erano formati da uomini di età compresa tra i 21 ed
i 36 anni che, dopo il servizio di leva prestato
nell'Esercito, nella Marina o nell'Aeronautica, assumevano
volontariamente impegno decennale di essere mobilitati in
quei reparti, al di fuori di qualsiasi più favorevole sorte
della loro classe di leva. In molti casi erano reduci dalle
operazioni di riconquista della Libia, dalle campagne di
Etiopia e di Spagna dove erano stati inquadrati nelle unità
volontarie.
Era gente che continuava da
anni una consuetudine di cameratismo in pace ed in guerra,
che aveva origine dallo stesso lembo d'Italia, che parlava
lo stesso dialetto, spesso unita da legami d'amicizia o di
sangue. Gli ufficiali erano uniti ai loro dipendenti da
infiniti motivi e sapevano bene come domandare un sacrificio
e come dare l'esempio. Un simile reclutamento determinava
l'inconveniente che le perdite di una determinata unità
fossero raggruppate in ristrette zone di territorio, magari
in una sola città; le affinità con le unità alpine sono
evidenti.
La Milizia Contraerea e la
Milizia Artiglieria Marittima erano invece costituite da
CC.NN. non soggette ad altri obblighi militari al di fuori
di quello che volontariamente contraevano. Erano maturi
reduci della prima guerra mondiale, mutilati di guerra
dichiarati inabili al servizio militare, giovinetti che
ancora non avevano raggiunto l'età della leva; erano perfino
ciechi dalla nascita che, per la finezza del loro udito,
prestavano servizio agli aerofoni delle unità controaeree.
Non interessi materiali, non
fazioso spirito di parte, non scalate a qualunque tipo di
onori, ma puro amor di Patria e alto senso del dovere aveva
indotto quegli uomini, fin da molto tempo prima della
minaccia di guerra, a presentarsi alle chiamate per
l'addestramento sacrificando ore di riposo e di svago, paghi
solo di sentirsi preparati al 'loro compito e fieri della
decisione di continuarlo fino al limite massimo delle loro
possibilità.
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La battaglia sulle Alpi
Occidentali è il primo importante scontro cruento
dell'Italia nella seconda guerra mondiale. L'Esercito
italiano schiera sulle Alpi occidentali, dalla Svizzera al
mare, dal ghiacciaio del Monte Bianco alla riviera ligure,
due Armate: la 4a a nord e la 1° a sud; a queste
si contrappone - da parte francese - l'Armée des Alpes,
asserragliata nella «Maginot alpina».
Si tratta di una dura guerra
di montagna, in territorio difficilissimo e scarso di vie di
comunicazione, guerra da combattere contro due nemici: le
agguerrite divisioni francesi da montagna, formate da uomini
dei luoghi stessi che conoscono il terreno palmo a palmo, e
il clima - l'inverno alpino - che ancora, a giugno, non
termina di imperversare.
Sono 300.000 italiani
all'attacco contro 200.000 francesi chiusi nelle
fortificazioni.
Le nostre armate, la 1a
e la 4a,
sono riunite nel Gruppo Armate Ovest, al comando di Umberto
di Savoia, principe di Piemonte. La 4a
Armata copre il fronte dalla Svizzera a Monte Granero
incluso e comprende i settori:
-
Baltea-Orco-Stura.
-
Moncenisio-Bardonecchia.
-
Germanasca-Pellice.
La
4a
Armata è forte di 78 battaglioni: di questi ll sono di
CC.NN., cioè circa il 15% del totale.
La
1a
Armata si schiera dal Monte Granero al mare e comprende i
settori:
-
Maira-Po-Stura.
-
Roia-Gessi.
-
Media e Bassa Roia.
Essa è composta di 110
battaglioni, dei quali 17 sono di CC. NN., vale a dire oltre
il 15%.
Esaminiamo la partecipazione
di questi battaglioni d'assalto alle operazioni della
battaglia delle Alpi occidentali.
Gli altri sette battaglioni,
schierati con le Armate, erano:
-
III (Cuneo) a disposizione di un C.A.
-
XVI (Cuneo) a disposizione di un C.A.
-
XVIII (Crema) inquadrato nella Divisione «Superga».
-
XIX (Casalmaggiore) inquadrato nella Divisione
«Assietta».
-
VII (Pavia) inquadrato nella Divisione «Legnano».
-
XC (Pisa) inquadrato nella Divisione «Cremona».
-
XCV (Firenze) inquadrato nella Divisione «Livorno».
Nella battaglia delle Alpi Occidentali, data la natura del
terreno e la perfetta conoscenza che idi esso avevano i
reparti della Milizia Confinaria, questi furono ampiamente
impegnati sui monti delle loro regioni.

NOTE
(1)
FONTI
(*) Testo tratto da: E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità
combattenti della M.V.S.N. 1923-1943", Giovanni Volpe
Editore, Roma, 1976
V. Gallinari, "Le operazioni del giugno 1940 sulle Alpi
Occidentali", USSME, Roma, 1994.
D. Gariglio, "Popolo italiano corri alle
armi. 10-25 giugno 1940 l'attacco alla Francia", BLU
Edizioni, Peveragno, 2001.
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