La guerra alla radio
-
1.210 bollettini di guerra del Comando
Supremo -
Bollettino n. 53
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
1° agosto:
Risulta che nell'azione
aerea del 28 luglio contro unità navali nel Mediterraneo
orientale è stato affondato un cacciatorpediniere
inglese. Durante una ricognizione aerea su Malta, una
nostra formazione da caccia ha impegnato combattimento
con una formazione nemica. Due velivoli nemici sono
stati abbattuti, un nostro velivolo non è rientrato.
Nell'Africa orientale nostre efficaci azioni aeree a
Wajir, dove è stato spezzonato con successo un parco di
automezzi, e al campo di aviazione di Buna dove tre
apparecchi sono stati colpiti e seriamente danneggiati
al suolo. Il nemico ha effettuato un bombardamento aereo
a Cassala, causando lievi danni.
Bollettino n. 54
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
2 agosto:
Una squadra navale nemica proveniente da Gibilterra e
composta di due navi da battaglia, due navi portaerei e
navi minori, è stata raggiunta da nostre formazioni
aeree a sud dell'isola di Formentera (Baleari) e
sottoposta a violento bombardamento malgrado la intensa
reazione contraerea. Risultano sicuramente colpite da
bombe di grosso calibro alcune unità fra cui una nave da
battaglia, quest'ultima con visibile incendio a bordo.
Un nostro velivolo non è rientrato.
Questa notte il cacciatorpediniere Vivaldi ha affondato
con azione di speronamento e quindi con siluro, nel
centro del mar Ionio, il sommergibile inglese Oswald di
1.500 tonnellate armato di cannone da 120 millimetri e
di otto lanciasiluri. Dell'equipaggio, composto di 55
uomini, il Vivaldi ne ha recuperati e fatti prigionieri
52 tra i quali il comandante capitano di corvetta David
Frazer, tutti incolumi.
Nell'Africa orientale la nostra aviazione ha bombardato
Butanà (Sudan) e nella zona di Cassala ha spezzonato un
reparto di autoblindo distruggendone otto e mitragliando
gli equipaggi in fuga. Nostri elementi hanno occupato
Debel, a quarantacinque chilometri a sud di Moiale,
respingendo un violento contrattacco del nemico e
infliggendogli gravi perdite. L'aviazione nemica ha
bombardato Dire Daua senza conseguire alcun risultato.
Altri bombardamenti a Javello, Asmara e Massaua hanno
recato lievi danni a un'aviorimessa vuota: un nazionale
e un indigeno sono stati uccisi, alcuni feriti. Due
velivoli nemici sono stati abbattuti dalla nostra
caccia.
Bollettino n. 55
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
3 agosto:
Da sicuri accertamenti risulta che l'incendio provocato
a Haifa dal nostro recente bombardamento era ancora
attivo dopo tre giorni. Nel Sudan, nostri aerei hanno
bombardato gli impianti ferroviari di Porto Sudan,
incendiando un deposito, e il campo di aviazione di
Gebeit dove sono stati causati gravi danni e colpiti al
suolo una decina di velivoli nemici. Nel Kenia, nei
pressi di Buna, sono stati bombardati e mitragliati
concentramenti di truppe e di automezzi.
Nell'Africa settentrionale velivoli nemici hanno
effettuato un'incursione a Bardia, senza provocare danni
al materiale e causando alcune perdite fra le truppe.
Durante un'incursione nemica sul campo di aviazione di
Cagliari, che ha causato un morto e tre feriti e
lievissimi danni materiali, sono stati abbattuti due
velivoli nemici. L'equipaggio di uno di essi è stato
fatto prigioniero.
Bollettino n. 56
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
4 agosto:
Nostre squadriglie dell'Africa orientale hanno
bombardato, nel Sudan, Erkowit e gli aeroporti di Summit
e ,di Haiya, dove è stata incendiata una grande
aviorimessa. E stato inoltre colpito il bivio
ferroviario di Haiya. Nel Kenia è stato bombardato un
parco di automezzi a sud di Wajir. Nel combattimento di
Debel, segnalato nel bollettino n. 54, il nemico ha
lasciato davanti alle nostre posizioni 64 morti, fra i
quali tre ufficiali; il gagliardetto del 6° battaglione KAR è stato catturato. Nella Somalia inglese è stato
efficacemente bombardato il porto di Zeila. Un nostro
velivolo non è rientrato. Un'incursione aerea nemica sul
porto di Derna, in Africa settentrionale, ha causato
lievissimi danni. Un nostro sommergibile non ha fatto
ritorno alla sua base.
Bollettino n. 57
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
5 agosto:
Nell'Africa settentrionale una nostra formazione di
velivoli d'assalto e da caccia ha impegnato un
vivacissimo combattimento contro una numerosa formazione
nemica che tentava di bombardare nostre truppe libiche
in movimento al confine cirenaico. Nella lotta condotta
dai nostri con estremo vigore sono stati abbattuti dieci
velivoli avversari, dei quali sette Gloucester e tre
Blenheim. Sono stati inoltre colpiti e incendiati una
decina di automezzi nemici. Un altro velivolo da caccia
inglese è stato abbattuto dai nostri bombardieri che
hanno effettuato un efficace bombardamento nei pressi di
Marsa Matruh. Tutti i nostri velivoli sono rientrati
alle proprie basi.
Nell'Africa orientale è stato respinto, col concorso
della popolazione, un attacco in forze del nemico a
Namaraput, al confine dell'Alto Sudan, sul lago Rodolfo.
Una nostra formazione aerea ha bombardato il porto di
Berbera, colpendo in pieno una nave. Un'incursione
aerea nemica su Massaua ha causato lievi danni in porto,
quattro morti e una trentina di feriti di cui undici
ascari. Due velivoli nemici sono stati abbattuti e un
terzo è stato probabilmente abbattuto. A Cassala un
velivolo nemico è stato abbattuto dalla difesa
contraerea.
Bollettino n. 58
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
6 agosto:
Durante una ricognizione offensiva nel cielo di Malta,
la nostra caccia ha impegnato combattimento con la
caccia avversaria, abbattendo un velivolo nemico. Tutti
i nostri velivoli sono rientrati.
Nell'Africa settentrionale, durante uno scontro di
elementi avanzati, oltre il confine cirenaico, il nemico
è stato posto in fuga e ha lasciato nelle nostre mani
due carri armati; due altri sono stati distrutti.
Nell'Africa orientale un nostro velivolo da ricognizione
non è rientrato.
Bollettino n. 59
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
7 agosto:
Nostre formazioni aeree hanno per la terza volta
bombardato il centro petrolifero di Haifa, incendiando
altri serbatoi di carburante e colpendo gli impianti del
porto. Tutti i nostri velivoli sono rientrati. Secondo
notizie di fonte attendibile, l'incendio provocato dal
primo bombardamento di Haifa è durato parecchi giorni;
la raffineria distrutta dal secondo bombardamento è
quella della Shell.
Nell'Africa settentrionale italiana sono stati
bombardati attendamenti nemici a sud di Sollum e la
ferrovia Alessandria-Marsa Matruh. Un quadrimotore
inglese tipo Sunderland è stato abbattuto dalla nostra
caccia dinanzi a Tobruk. L'equipaggio, composto di otto
uomini fra cui tre ufficiali, è stato fatto prigioniero.
Nell'Africa orientale sono state efficacemente
bombardate le basi aeronavali di Aden e di Berbera e
abbattuto un apparecchio nemico. Nostre colonne hanno
varcato in diversi punti la frontiera della Somalia
britannica.
Bollettino n. 60
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
8 agosto:
Una delle nostre colonne che tre giorni fa aveva varcato
la frontiera della Somalia britannica è giunta al mare e
ha occupato Zeila.
Nell'Africa orientale nostre formazioni da bombardamento
hanno attaccato l'aeroporto di Wajir, distruggendo al
suolo tre apparecchi e provocando gravi danni e incendi
negli impianti della base; un aereo da caccia avversario
è stato abbattuto in combattimento. Incursioni aeree
nemiche su Dire Daua e Massaua hanno recato danni non
importanti.
Nel Mediterraneo orientale un convoglio nemico di cinque
piroscafi, scortato da navi da guerra, è stato
bombardato dalla nostra aviazione; due piroscafi sono
stati colpiti e seriamente danneggiati.
Bollettino n. 61
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
9 agosto:
Nell'Africa settentrionale, al confine cirenaico, sedici
nostri velivoli da caccia impegnavano un furioso
combattimento contro ventisette velivoli inglesi.
Nonostante la sproporzione numerica, i nostri valorosi
piloti riuscivano ad abbattere cinque aerei nemici. Dei
nostri, due non hanno fatto ritorno alla base.
Nella Somalia britannica le nostre truppe hanno occupato
Hargheisa.
Bollettino n. 62
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
10 agosto:
Risulta da fonte certa che nell'attacco aereo effettuato
da nostre unità da bombardamento il giorno 1° agosto, la
nave da battaglia Resolution ha riportato gravi avarie,
specialmente alla torre di poppa. E stato inoltre
seriamente danneggiato un cacciatorpediniere.
Nell'Africa settentrionale sono stati efficacemente
bombardati da nostre formazioni aeree lo scalo
ferroviario di Marsa Matruh, concentramenti di mezzi
meccanizzati e posizioni nemiche a Sidi el Barrani.
Nell'Africa orientale le nostre truppe, con rapida
marcia, hanno occupato e oltrepassato Adueina, nella
Somalia britannica. La nostra aviazione ha effettuato
un'incursione sul porto e sull'aeroporto di Berbera,
colpendo una nave e incendiando due velivoli nemici tipo
Gloucester a terra. Automezzi nemici sono stati
spezzonati a Buna. Inefficaci incursioni aeree sono
state effettuate dal nemico su Harar, Massaua e Gura.
Bollettino n. 63
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
11 agosto:
Il sommergibile inglese Odin, la cui perdita è ora
annunciata ufficialmente da un comunicato inglese, è
stato affondato durante nostre operazioni già segnalate
nei precedenti bollettini. Dislocava 1.500 tonnellate in
emersione, era armato di otto tubi lanciasiluri da 533,
di un cannone da 102, e due mitragliere; il suo
equipaggio era di 55 uomini.
Nella Somalia britannica abbiamo occupato i passi di
Carrin e Godajere. L'avanzata continua. Nostre
formazioni aeree hanno bombardato il campo di Erkowit
(Sudan) colpendo in pieno 15 velivoli al suolo e
respingendo l'attacco della caccia avversaria. Tutti i
nostri velivoli sono rientrati. Un velivolo nemico che
aveva tentato di bombardare el Uasch (confine del Kenia)
è stato abbattuto dal fuoco dei nostri reparti; un
capitano pilota inglese è stato fatto prigioniero.
Bollettino n. 64
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
12 agosto:
Nella Somalia britannica, proseguendo nella loro
avanzata, le nostre truppe hanno preso contatto col
grosso del nemico.
Bollettino n. 65
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
13 agosto:
Il primo urto col grosso delle forze nemiche che
difendono la Somalia britannica ebbe inizio alle ore 13
del giorno 11 coll'attacco delle nostre forze e si è
sviluppato nella giornata di ieri con una serie di aspri
combattimenti nella zona di Adadleh che è stata
occupata. La battaglia continua. Abbiamo nella zona
stessa abbattuto un Blenheim e raccolto il cadavere del
pilota, capitano. Abbiamo durante la battaglia perduto
un nostro velivolo.
Formazioni di nostri bombardieri hanno colpito depositi
di carburante a Malta, provocando grandi intendi.
Bollettino n. 66
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
14 agosto:
Combattimenti accaniti sono tuttora in corso nella
Somalia britannica a est di Adadleh. La nostra manovra,
sebbene fortemente contrastata, si sta svolgendo.
Stamane alle ore una, aerei nemici provenienti dalla
Svizzera hanno effettuato un'incursione con lancio di
bombe e manifestini sull'Italia settentrionale. A Milano
sono state lanciate una trentina di bombe esplosive e
incendiarie, tutte nell'abitato. Nessun obiettivo di
carattere militare è stato colpito. I morti, tutti
civili, sono dodici e quarantaquattro i feriti. A Torino
le bombe, circa quindici, non hanno provocato danni né
agli impianti militari né a quelli industriali. Si
segnalano un morto e otto feriti. Anche Alessandria e
Tortona sono state bombardate. Ad Alessandria sono
segnalati nove morti, di cui tre vigili del fuoco
accorsi a prestare la loro opera, e alcuni feriti. Il
bombardamento di Augusta (Siracusa), dove sono state
lanciate quattro bombe, non ha provocato né vittime né
danni. Un apparecchio idrosilurante nemico è stato
abbattuto dalle artiglierie contraeree della Regia
Marina; l'equipaggio, composto di un ufficiale e di un
aviere, è stato catturato.
Bollettino n. 67
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
15 agosto:
Le operazioni nella Somalia britannica sono in pieno
sviluppo attraverso duri combattimenti ai quali concorre
efficacemente l'aviazione. Sono stati catturati
prigionieri e armi.
Bollettino n. 68
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data 16 agosto:
Nella Somalia britannica le nostre operazioni offensive
sono ancora in pieno sviluppo. Un velivolo nemico è
stato abbattuto in fiamme nel cielo di Zeila. Due
incursioni aeree nemiche sul campo di aviazione di Combolcià e a Massaua hanno prodotto danni limitati. Ci
sono quattro morti e dodici feriti fra nazionali e
indigeni.
Durante una nostra azione aerea contro Wajir sono stati
distrutti due velivoli nemici al suolo. Un caccia
inglese è stato abbattuto in combattimento.
Nostre formazioni da bombardamento scortate dalla caccia
hanno bombardato l'aeroporto di Hal Far (Malta)
centrando gli obiettivi e provocando incendi. La caccia
nemica, dopo aver accennato a un attacco alle nostre
formazioni, si ritirava. Un aereo nemico è stato
abbattuto. Tutti i nostri sono rientrati.
Nell'Africa settentrionale nostri velivoli hanno
bombardato la ferrovia Fuka-Marsa Matruh.
Nelle prime ore di stamani una nuova incursione aerea
proveniente dalla Svizzera è stata effettuata dal nemico
su località dell'Italia settentrionale con lancio di
bombe, alcune delle quali, cadute sui comuni rurali di
Merate e Olgiate, hanno causato due morti e cinque
feriti. Scarsi i danni materiali. Un velivolo nemico è
stato colpito dalle batterie antiaeree di Torino ed è
precipitato presso Ceresole d'Alba; l'equipaggio di
cinque uomini è in parte deceduto e in parte è stato
catturato.
Bollettino n. 69
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data 17 agosto:
La giornata di ieri, quinta della sanguinosa battaglia
per la conquista della Somalia britannica, ne ha segnato
il punto culminante. Il nemico batte in ritirata su
tutto il fronte. Abbiamo violentemente bombardato per
oltre un'ora gli impianti portuali e le navi da guerra
ancorate nel porto di Alessandria. Un apparecchio non è
rientrato da questa azione; un altro non è rientrato da
una ricognizione nel mar Rosso.
Bollettino straordinario n. 70
Vittoria italiana a Passo
Jerato
Nella Somalia britannica la battaglia iniziata il giorno
11 contro il grosso delle forze nemiche di passo Jerato,
nella zona di Adadleh, è vinta. Dopo cinque giorni di
accaniti combattimenti il sistema difensivo inglese
organizzato a capisaldi, costruito da lunga mano, munito
di due ordini di reticolati, con numerose postazioni di
artiglieria e di mitragliatrici in caverna, è caduto per
aggiramento da ambo le ali. Molte armi di ogni specie,
ingenti quantità di materiale e viveri e numerosi
prigionieri sono stati catturati. Centinaia di morti,
contati, appartenenti a battaglioni di rhodesiani e di
indiani di alta montagna, sono stati trovati abbandonati
sul terreno. Alla battaglia ha, come sempre,
efficacemente concorso la nostra aviazione con azioni di
diretta cooperazione, mediante bombardamento,
spezzonamento e mitragliamento di posizioni nemiche e
con azioni lontane, duramente colpendo le navi da guerra
e da trasporto ancorate nel porto di Berbera.
Gli inglesi, nel frattempo, hanno senza alcun risultato
bombardato il campo di aviazione di Assab e l'abitato di
Giggiga. La manovra che ci porterà a Berbera continua
inflessibile per la conquista della seconda linea
fortificata sulla quale le truppe nemiche ripiegano
incalzate dalle nostre.
Bollettino n. 71
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data 18 agosto:
In Somalia, proseguendo l'avanzata, una nostra colonna
partita da Zeila ha occupato Bulhar. Altra colonna è
giunta a breve distanza da Lafaruk. A Mandera un grosso
reparto indiano appena avvistate le nostre pattuglie si
è dato a fuga precipitosa. Un nostro velivolo non è
ritornato da un'azione contro Berbera.
In Africa settentrionale, forze navali nemiche hanno
sparato non meno di trecento colpi di grosso e medio
calibro contro Bardia e verso l'interno cagionando un
morto e undici feriti fra le truppe, I nostri
bombardieri si sono immediatamente portati all'attacco,
impegnando altresì battaglia contro formazioni aeree
avversarie accorse in aiuto delle navi nemiche.
Risultano abbattuti sette aerei nemici tipo Gloucester
Gladiator, più due altri probabili. Tre nostri velivoli
mancano.
Un nostro sommergibile ha affondato nell'Atlantico una
nave cisterna inglese di circa 9.000 tonnellate.
Bollettino n. 72
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data 19 agosto:
Nella Somalia britannica, sfondata la seconda linea
difensiva nemica, conquistata e oltrepassata Lafaruk, le
nostre truppe inseguono il nemico che batte in ritirata
verso le navi, a loro volta continuamente bombardate
dalla nostra aviazione. Un velivolo inglese è stato
abbattuto dalla nostra caccia. Un'incursione aerea
nemica su Cassala non ha causato né vittime né danni;
un'altra incursione, sul campo di aviazione di Addis
Abeba, ha causato due morti e cinque feriti e colpite
due aviorimesse contenenti vecchi materiali.
Nell'Africa settentrionale la nostra aviazione ha
efficacemente bombardato gli impianti aeroportuali di
Sidi el Barrani, attendamenti e automezzi nella zona a
sudest di Sollum. Tutti i nostri velivoli sono
rientrati.
Incursioni aeree nemiche hanno avuto luogo su Milano,
dove tre bombe hanno colpito un fabbricato civile, e
altre sono cadute in aperta campagna; su Cuneo e Torino,
dove sono stati causati danni insignificanti. Nessuna
vittima. Sono stati lanciati i soliti volantini.
Bollettino n. 73
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
20 agosto:
Travolte le superstiti resistenze delle retroguardie
nemiche, nel pomeriggio di ieri, 19, le nostre truppe
hanno occupato Berbera, capitale della Somalia
britannica. Gli inglesi prima di fuggire sulle navi
hanno incendiato parte della città. Una intera compagnia
del Camel Corps bene armata ed equipaggiata si è
presentata al nostro comando ad Hargheisa, facendo atto
di sottomissione e consegnando le armi. A Gallabat un
nostro battaglione ha attaccato di sorpresa e
sbaragliato formazioni nemiche, catturando munizioni,
quadrupedi e prigionieri. Incursioni aeree nemiche a
Neghelli, Mogadiscio, Bardia, Merca e Genale non hanno
causato vittime, né danni apprezzabili.
Nell'Africa settentrionale il nemico ha bombardato
l'ospedale di Derna, causando un morto e ventidue feriti
tra i ricoverati. Un sommergibile di nazionalità
sconosciuta ha urtato contro un nostro sbarramento di
mine nel Dodecanneso; una estesa macchia di nafta, sul
luogo dell'esplosione, fa supporre l'affondamento
dell'unità.
Bollettino n. 74
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
21 agosto:
Nella Somalia che fu britannica le popolazioni accorrono
a fare atto di sottomissione; ascari del Camel Corps e
bande Hilalos si presentano a versare le armi e chiedono
di arruolarsi nelle nostre formazioni. A Berbera sono
stati trovati tre velivoli Blenheim danneggiati dai
nostri attacchi aerei; un quarto è stato rinvenuto,
incendiato, nel torrente Bareris; un quinto è stato
ritrovato sulla spiaggia.
Il nemico ha eseguito numerose incursioni aeree su varie
località secondarie dell'Etiopia: è stata uccisa una
donna; cinque feriti, danni materiali insignificanti. In
un ospedaletto presso Mega sono stati feriti due
ricoverati; in un altro a Gelib si sono avuti un morto e
cinque feriti. A Dire Daua la nostra caccia ha abbattuto
in fiamme un velivolo inglese tipo Blenheim. Nostre
formazioni da bombardamento hanno attaccato e colpito
con successo le basi aeree di Malta. Tutti i nostri
velivoli sono rientrati, malgrado la violenta reazione
nemica. La caccia nemica, contrattaccata dalla nostra, è
stata posta in fuga. Un velivolo è stato probabilmente
abbattuto.
Bollettino n. 75
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
22 agosto:
Una nostra formazione aerea ha bombardato gli obiettivi
militari di Gibilterra. Un velivolo non è rientrato.
Nel Mediterraneo orientale una nostra torpediniera ha
affondato un sommergibile e un nostro sommergibile ha
silurato un cacciatorpediniere. Una formazione navale
nemica composta da incrociatori è stata raggiunta nel
Mediterraneo orientale da nostre formazioni aeree e
sottoposta a intenso bombardamento: due incrociatori
risultano ripetutamente colpiti. Tutti i nostri velivoli
sono rientrati alle basi di partenza.
Nell'Africa orientale un aereo inglese è stato abbattuto
dai nostri dubàt a Cocacia (Kenia).
Bollettino n. 76
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
23 agosto:
Il sommergibile inglese, di cui al bollettino n. 75, è
stato affondato dalla torpediniera Papa. Detto
sommergibile ha lanciato ben tre siluri senza risultato
contro la torpediniera. Con pronta manovra questa si è
gettata contro il sommergibile per speronarlo, buttando
quindi numerose bombe di profondità. Il sommergibile,
irreparabilmente colpito, è venuto a galla mostrando la
chiglia e poco dopo si è inabissato.
Il porto di Alessandria d'Egitto è stato nuovamente
bombardato da una nostra formazione aerea. Altra
formazione aerea, individuato un convoglio nemico
scortato da due cacciatorpediniere naviganti nel
Mediterraneo orientale, lo ha sottoposto a intenso
bombardamento. In entrambe le azioni, tutti i nostri
aerei sono rientrati.
Incursioni aeree, scarsamente redditizie, sono state
compiute dal nemico in Africa settentrionale, a Bomba e
a Derna ove si sono avuti un morto e cinque feriti.
Altre incursioni, nell'Africa orientale, a Mogadiscio,
ove si sono avuti cinque feriti tra gli ascari e cinque
tra i nativi, e sono state colpite due aviorimesse in
cui erano ricoverati quattro autocarri; a Massaua e
all'isola di Harmil (Massaua), ove non si sono avuti né
perdite né danni.
Bollettino n. 77
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
24 agosto:
Nell'Africa settentrionale, durante la notte sul 23 sono
stati sottoposti a violenti e prolungati bombardamenti
aerei il campo di aviazione di Sidi el Barrani,
apprestamenti nemici nella zona di Marsa Matruh e la
base navale di Alessandria. Ovunque sono stati
constatati notevoli effetti con vasti incendi. Tutti i
nostri velivoli sono rientrati alle basi.
Nel golfo di Bomba il 22 agosto una formazione di aerei
siluranti inglesi ha attaccato un nostro sommergibile
che usciva dalla rada e lo ha colpito con un siluro. La
maggior parte dell'equipaggio è stata salvata. Il
sommergibile potrà essere recuperato. Un velivolo nemico
è stato abbattuto.
Nell'Africa orientale nostre formazioni aeree hanno
eseguito un efficacissimo bombardamento notturno
sull'aeroporto di Cartum, provocando ingenti distruzioni
nelle aviorimesse e un vastissimo incendio. Tutti i
nostri velivoli sono rientrati. Il nemico ha eseguito
incursioni aeree su Massaua, Berbera e Debel senza
causare vittime né danni.
Bollettino straordinario n. 78
La Somalia britannica conquistata dagli italiani
La conquista della Somalia britannica era prevista dal
piano strategico di guerra. Al giovane Impero fascista,
saldo nella sua struttura interna civile e militare, ne
era affidato il compito. Suo strumento era la nostra
bene agguerrita armata coloniale, costituita da tutte le
genti di tutte le razze dell'Impero, avvinte a noi,
saldamente inquadrate dai nostri, potentemente
fiancheggiate dalle unità nazionali dell'esercito, delle
camicie nere, dell'aeronautica.
Nel quadro generale dell'Impero inglese la Somalia
britannica aveva essenzialmente valore strategico per il
dominio delle comunicazioni tra il mar Rosso e l'oceano
Indiano, formando sistema con Aden e Perim, a
sbarramento dello stretto di Bab el Mandeb. Un
governatore, nominato dal re di Gran Bretagna, era il
comandante e l'amministratore del protettorato, diviso
in sei distretti, con una guarnigione permanente
costituita da un corpo cammellato, formato da una
compagnia cammellata, una compagnia montata, una
compagnia motorizzata e da un corpo di polizia. Durante
la guerra tale guarnigione era stata man mano rafforzata
con truppe provenienti da altre regioni dell'Impero
britannico (battaglioni della Rhodesia, battaglioni
indiani) e con l'organizzazione di bande locali
ripartite in quattro settori: settore costiero di Zeila
- bande ed elementi di polizia; settore di Dobo -
reparti del corpo cammellato di polizia e bande; settore
centrale (Hargheisa, Burao, Berbera) - battaglioni
rhodesiani e indiani, reparti del corpo cammellato e di
polizia, bande, artiglierie; settori orientali (Erigavo
e confine sudorientale) - bande e reparti di polizia. Il
grosso delle forze gravitava nel settore centrale, a
protezione di Berbera, cuore del Somaliland. Era noto
che solo una pista camionabile portava nel nostro
confine ad Hargheisa, per sdoppiarsi qui in due tronchi
affluenti a Berbera, uno per Adadleh e l'altro per
Sheikh, entrambi sbarrati nella parte più alta da solide
opere semipermanenti la cui costruzione era stata
iniziata fin dal 1936.
Il piano di operazioni italiano prevedeva l'impiego di
sette brigate coloniali, costituite di vario numero di
battaglioni e batterie, rinforzate con unità nazionali
di fanteria (battaglioni Camicie nere), unità
mitraglieri, compagnie mortai, unità autoblindo, di
carri veloci e di carri medi, unità di artiglieria
campale e contraerea, reparti della polizia dell'Africa
italiana e da gruppi di bande indigene. Tali forze, agli
ordini del generale di corpo d'armata Guglielmo Nasi,
erano ripartite in tre gruppi: di sinistra, agli ordini
del generale di corpo d'armata Sisto Bertoldi; del
centro, agli ordini del generale di divisione Carlo de
Simone; di destra, agli ordini del generale di brigata
Arturo Bertello. Concetto generale di azione: spingere
avanti i gruppi di sinistra e di destra, per fissare le
ali nemiche, lanciare quindi la colonna centrale contro
il grosso nemico per impegnarlo frontalmente e
avvolgerlo. Lo sviluppo dell'azione era previsto in tre
fasi: preliminare, attacco della linea fortificata,
sfruttamento del successo. A fine luglio le forze
destinate all'operazione, provenienti in parte da
località lontane oltre mille chilometri, per strade rese
difficili dalla stagione delle piogge, avevano raggiunto
le loro posizioni di partenza: la colonna Bertoldi, fra
Gialelo, al confine con la costa francese dei somali,
Aiscia e Arouena; la colonna de Simone, fra Giggiga,
Aubarre e Garbahedri; la colonna Bertello, fra Dagabur,
Ual-Ual e Galladi.
Nella notte sul 3 agosto tutte le colonne passavano il
confine che molti reparti, specie quelli della colonna
Bertello, avevano raggiunto dopo lunghe e faticose marce
durate, per talune unità, ininterrottamente otto giorni,
in terreno arido, difficile, assolutamente privo di
acqua.
Prima fase: dal 3 al 6 agosto. L'aviazione precedeva
l'azione delle nostre truppe riconoscendo piste,
segnalando il nemico, collegando le nostre colonne e
bombardando efficacemente nei porti di Zeila e Berbera
navi nemiche, che presumibilmente erano giunte per
portare rinforzi di uomini e di mezzi. Il gruppo Bertoldi, travolgendo rapidamente le resistenze
avversarie, il 3 agosto occupava con il grosso Dabat e
con distaccamento Madda, mentre una colonna
fiancheggiante raggiungeva Girreh. Proseguendo
rapidamente l'azione, il giorno 5 raggiungeva e occupava
Zeila, mentre avviava su Dobo la colonna fiancheggiante.
Il gruppo de Simone fra il 3 e il 5 raggiungeva e
occupava l'importante centro di Hargheisa, respingendone
le forze nemiche che ripiegavano sulle posizioni
retrostanti, incalzate dalle nostre avanguardie. La
colonna Bertello, superando gravi difficoltà di terreno
e di clima, raggiungeva Adueina respingendo il presidio
inglese, inseguito e mitragliato dalla nostra aviazione.
Alla sera del giorno 6 le operazioni della,prima fase,
che fu di avvicinamento e dovette essenzialmente
superare gravi difficoltà logistiche, erano terminate. A
sinistra Bertoldi, rassodata l'occupazione di Zeila e
occupata Dobo, provvedeva all'occupazione di Loy Ada, al
confine con la costa francese dei somali (brigata
Agosti) e ritirava sulle basi di partenza le truppe
esuberanti al presidio della zona occupata; a destra
Bertello, in sosta a Adueina, coi fedelissimi dubàt,
dopo otto giorni di marcia senza trovare una goccia
d'acqua, vi si faceva raggiungere dai rifornimenti; al
centro de Simone, mantenendo contatto col nemico,
organizzava la base di Hargheisa, malgrado le difficoltà
opposte dalle eccezionali bufere di acqua in tutto l'Hararino,
che avevano ridotto in pantano la pista
Giggiga-Hargheisa. Il nemico incalzato dalle avanguardie
di de Simone aveva ripiegato su posizioni
preventivamente sistemate a difesa presso i valichi che
adducono a Berbera. La sua aviazione, proveniente dai
campi del Somaliland e dalla base di Aden, tentava
contro le nostre colonne infruttuose azioni ed era
respinta dalla nostra caccia e rintuzzata con ardite
incursioni a bassa quota sui campi del nemico.
Seconda fase: dal 7 al 15 agosto. Il 10 agosto il nostro
comando aveva ormai accertato che il nemico concentrava
il grosso delle sue forze su posizioni poco a nord della
congiungente Adadleh-Argan: posizioni forti per natura
del terreno e apprestamenti difensivi. Le nostre
avanguardie erano riuscite a serrare contro lo
schieramento del grosso nemico, superando le resistenze
opposte da forze avversarie su posizioni più avanzate,
segnatamente al passo Carrin e al passo Godajere;
potevano così precisare che il sistema difensivo nemico
si estendeva per oltre venti chilometri attraverso monti
intransitabili, organizzato in una serie di fortini
reciprocamente appoggiantisi con incroci di fuochi,
formidabili per conformazione topografica, per doppio
ordine di reticolati, per moltissime postazioni in
caverna. Il generale Nasi completava lo schieramento
dell'attacco, facendo affluire la 70a brigata del gruppo Bertoldi. Il gruppo de Simone veniva così a disporre per
l'attacco di sei brigate, oltre le truppe di rinforzo.
L'attacco ebbe inizio nel pomeriggio del giorno 11,
preceduto e accompagnato dall'azione dell'aviazione che,
agli ordini del generale di brigata aerea Collalti,
agiva con ondate successive di bombardieri sugli
apprestamenti difensivi nemici e con incursioni di
cacciatori mitraglianti sui campi dell'aviazione nemica.
L'avversario sfruttando gli apprestamenti difensivi
opponeva però tenace e valida resistenza con il fuoco,
con il contrattacco, con bene organizzate azioni di
artiglieria.
La nostra azione riprendeva il giorno 12 e continuava
accanita nei giorni 13 e 14. Malgrado le difficoltà
opposte dal clima e dal terreno, manovrando sagacemente,
concentrando gli sforzi alle ali, le nostre truppe
valorose, con il valido appoggio dell'artiglieria e i
ripetuti bombardamenti aerei, progredivano metodicamente
travolgendo successivi e muniti ordini di difesa
avversaria. Il giorno 15, previo violento bombardamento
aereo seguito da precisa preparazione di artiglieria, la
15a brigata alla nostra ala destra
conquistava di slancio gli ultimi capisaldi nemici a
cavallo della rotabile per Lafaruk: nel solo caposaldo
n. 1 venivano fatti prigionieri 13 ufficiali e altri
militari inglesi e nel suo interno si contavano oltre
200 morti di un battaglione rhodesiano.
Contemporaneamente, alla sinistra la 2a
brigata, travolti gli ultimi centri di resistenza del
nemico, ne avvolgeva l'ala destra. A notte gli inglesi
ripiegavano lasciando sul terreno centinaia di morti e
nelle nostre mani numerosi prigionieri e ingente
quantità di materiale, fra cui artiglierie. Dopo quattro
giorni di lotta accanita il sistema difensivo inglese
era così completamente travolto.
Terza fase: dal 16 al 19 agosto. Superata in tal modo la
principale posizione difensiva del nemico, le nostre
truppe
proseguivano nella loro avanzata: 15a brigata
su Lafaruk, fiancheggiata a sinistra dalla 13a
e a destra dal gruppo delle bande Bertello, con il
compito di avvolgere le difese da esse investite; in
riserva le brigate 70a e 14a.
L'aviazione continuava a conservare il predominio del
cielo proteggendo le sottostanti colonne, bombardava e
volgeva in fuga rinforzi nemici accorrenti, infliggendo
loro sensibilissime perdite e iniziava un sistematico
bombardamento delle navi da carico e da guerra che il
nemico faceva affluire nel porto di Berbera. Una nostra
colonna autocarrata, costituita con elementi volontari
tratti da tutte le forze armate, da un battaglione di
camicie nere e da uno indigeno, agli ordini del
luogotenente generale Passerone, partita da Zeila
raggiungeva nel frattempo Bulhar, lungo la strada
costiera che da Zeila conduce a Berbera. Il gruppo de
Simone presto urtava presso Lafaruk con il secondo
sistema difensivo anch'esso munitissimo di reticolati,
trincee e caverne, sul quale avevano ripiegato le truppe
sconfitte e dove erano affluiti gli ultimi rinforzi
disponibili nel territorio della colonia. Il 18 agosto
anche tale ultimo baluardo inglese, investito
frontalmente e avvolto alle ali, veniva sfondato.
Battaglioni indiani, con accaniti contrattacchi,
cercavano invano di liberarsi della pressione dei
nostri, per poi fuggire in direzione di Berbera. Il
generale Nasi lanciava allora verso Berbera la colonna
motorizzata già predisposta per lo sfruttamento del
successo e costituita con unità della PAI, mentre gli
inglesi, in disordinata fuga, dopo l'inutile prodezza di
incendiare la parte europea di Berbera, si sforzavano di
mettersi in salvo sull'ultima nave da guerra rimasta in
porto, ripetutamente bombardata dalla nostra aviazione.
Il 19 le nostre truppe entravano in Berbera. Durante le
operazioni abbiamo catturato alcune centinaia di
automezzi e di armi automatiche, numerose artiglierie e
carri armati, ingenti quantità di munizioni, di viveri e
di materiale del genio e di sanità. Nelle nostre mani
sono inoltre rimasti qualche centinaio di prigionieri
delle truppe regolari e tutte le truppe somale,
ammontanti a circa un migliaio di uomini. Tali truppe
erano state impiegate per proteggere l'imbarco degli
inglesi e abbandonate poi al loro destino. Il loro
rastrellamento continua. Per virtù dei capi e per il
valore delle truppe, in appena diciassette giorni la
Somalia britannica era così definitivamente conquistata
con la decisione e la rapidità con la quale è ormai
costume dell'Italia fascista e imperiale di condurre le
sue imprese coloniali. Merita di essere segnalato il
magnifico comportamento delle truppe nazionali:
artiglieri, carristi, camicie nere, motociclisti
mitraglieri, PAI, autieri e personale sanitario. E così
il valido contributo dato dall'aviazione, con le sue
azioni di ricognizione e di bombardamento, con le
crociere e le incursioni a bassa quota, sugli aeroporti
del nemico, delle formazioni da caccia.
All'impresa hanno partecipato tutte le genti
dell'Impero, remotamente o solo recentemente
assoggettate, ma tutte saldamente inquadrate nei nostri
battaglioni coloniali e sinceramente fedeli alla nostra
bandiera. La conquista della Somalia, oltre a essere una
grande vittoria, costituisce anche la più schiacciante
smentita della propaganda con la quale l'Inghilterra
pretendeva creare nell'AOI, una situazione politica
precaria e insostenibile; essa realizza quell'unità
delle genti somale sotto la bandiera dell'Italia
fascista, che era da tempo una ardente aspirazione di
quelle popolazioni, come hanno ampiamente dimostrato le
numerose sottomissioni effettuate durante il corso
stesso dell'azione. Man mano che l'occupazione si
estendeva nei nostri centri più importanti, già sedi di
distretti inglesi, i funzionari di governo
dell'Amministrazione dell'Africa italiana hanno iniziato
la loro attività politico-amministrativa, con grande
soddisfazione delle popolazioni che continuano ad
accorrere per dichiarare la loro sottomissione e fare
atto di omaggio al governo d'Italia.
Bollettino n. 79
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
25 agosto:
Una nostra formazione aerea ha bombardato la base di Hal
Far a Malta. Dieci caccia inglesi già in volo hanno
tentato di impedire l'azione ma sono stati
immediatamente attaccati dalla nostra caccia di
protezione. Ne seguì un accanito combattimento durante
il quale sono stati abbattuti quattro velivoli inglesi e
uno nostro.
Nell'Africa settentrionale due cacciatorpediniere
inglesi che avevano iniziato un'azione di fuoco notturna
contro Porto Bardia sono stati attaccati e messi in fuga
dai nostri bombardieri prontamente intervenuti. Altri
attacchi aerei sono stati effettuati da nostre
formazioni contro mezzi motorizzati nemici tra Sidi el
Barrani e il confine cirenaico; tre autoblindo sono
state distrutte, tutti i nostri velivoli sono rientrati.
Una incursione nemica a Tobruk ha causato cinque feriti
e lievissimi danni materiali. Da successivi accertamenti
risulta che durante l'azione nemica a Tobruk di cui al
bollettino del 20 agosto, due velivoli nemici sono stati
abbattuti dalle batterie contraeree della Regia Marina.
Nell'Africa orientale nostre formazioni aeree hanno
bombardato gli aeroporti di Garissa e di Wajir (Kenia) e
posizioni nemiche a Daga River Post (Basso Sudan).
Incursioni aeree nemiche hanno avuto luogo la notte
scorsa sul Piemonte e sulla Lombardia; i velivoli
nemici, provenienti sempre dalla Svizzera, sono stati
posti in fuga dalla nostra caccia lasciando cadere tre
bombe nei pressi di Anione (Borgosesia) e tre nei pressi
di Alessandria, causando un principio di incendio a una
cascina. A Mariano Comense sono stati causati due morti
tra la popolazione e lievi danni alle abitazioni
private. Insieme alle bombe sono stati lanciati i soliti
manifestini.
Bollettino n. 80
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
26 agosto:
La base navale di Alessandria è stata nuovamente
bombardata, a ondate successive, da nostre formazioni
aeree. Tutti i velivoli sono rientrati. Un aereo da
bombardamento inglese, costretto a scendere in mare
presso Lampedusa, è affondato; l'equipaggio, composto di
un ufficiale e due sottufficiali, è stato salvato e
fatto prigioniero. Un nostro sommergibile operante
nell'Atlantico ha silurato e gravemente danneggiato una
grossa petroliera nemica.
Nell'Africa orientale incursioni aeree nemiche a
Mogadiscio hanno causato quattro feriti, a Gallabat otto
coloniali uccisi e una quarantina di feriti, a Combolcià
un bambino ucciso e quindici ascari feriti. Danni
materiali non rilevanti.
Bollettino n. 81
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
27 agosto:
Nell'Africa settentrionale sono stati bombardati dalla
nostra aviazione mezzi meccanizzati a Bir Sceferzen e
baraccamenti a Sidi el Barrani. Un convoglio nemico
scortato da navi da
guerra è stato ripetutamente bombardato da nostre
formazioni aeree nel Mediterraneo orientale.
Nell'Africa orientale un tentativo di incursione aerea
su Asmara è fallito per la pronta reazione della nostra
difesa: gli aerei nemici hanno scaricato le loro bombe
sulla campagna senza recare danni. La nostra caccia ha
abbattuto un aereo.
Il nemico, ancora una volta proveniente dalla Svizzera,
ha effettuato incursioni aeree su varie provincie
dell'Italia settentrionale. Fatto segno a violenta
reazione aerea e contraerea, non ha potuto lanciare che
alcune bombe su Torino, dove sono stati colpiti un
padiglione della Fiat e il sanatorio di San Luigi; e in
provincia di Pavia, dove sono stati danneggiati due
cascinali in aperta campagna, ucciso un contadino e
ferito gravemente un altro. Un aereo nemico, colpito dal
fuoco della 27a batteria della Dicat di
Milano, è precipitato in fiamme nei pressi di Valera,
frazione del comune di Arese. I cinque uomini componenti
l'equipaggio sono deceduti.
Bollettino n. 82
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
28 agosto:
Il centro petrolifero di Haifa è stato ieri in pieno
giorno violentemente bombardato da nostre formazioni
aeree. Sono state colpite la stazione ferroviaria e la
nuova raffineria, provocando ovunque vasti incendi.
Tutti i nostri velivoli sono rientrati.
Nell'Africa settentrionale il nemico ha effettuato un
attacco aereo in forze su Derna. E stato colpito un
piccolo piroscafo che trasportava legname; danni lievi
altrove; due morti e cinque feriti.
Nell'Africa orientale incursioni aeree nemiche hanno
avuto luogo ad Harar, dove è stato colpito l'ospedale
militare indigeno, e a Dessiè dove è stata colpita
l'infermeria presidiaria; complessivamente sono stati
causati otto morti e una ventina di feriti. Un velivolo
nemico è stato abbattuto. A Massaua è stata colpita, con
lievi danni, una casa di pena; vi sono nove morti fra i
detenuti.
Aerei nemici, sempre provenienti dalla frontiera
svizzera, hanno eseguito incursioni sul Piemonte e sulla
Lombardia; in seguito all'efficace intervento della
difesa aerea e contraerea si sono limitati a lanciare
qualche spezzone incendiario presso Nichelino, in
provincia di Torino, incendiando un cascinale.
Bollettino n. 83
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data
29 agosto:
Nostre formazioni aeree hanno bombardato la base navale
di Alessandria d'Egitto e hanno lungamente sorvolato,
nonostante il tempo avverso, il canale di Suez tra Porto
Said e Ismailia gettando bombe sull'imbocco nord del
canale e sul traghetto di Al Kantara sul quale la
ferrovia che unisce l'Egitto alla Palestina passa
attraverso il canale.
Nell'Africa orientale bande dubàt hanno occupato il
forte inglese di Todignac nei pressi del lago Rodolfo.
Formazioni aeree hanno bombardato la stazione
ferroviaria di Khashm el Ghirba (Sudan) e i campi di
aviazione di Wajir e di Garissa (Kenia). Ai confini del
Sudan con l'Eritrea un reparto inglese con alcune
autoblindate ha tentato una incursione nel nostro
territorio. Affrontato presso i pozzi di Adardè da una
nostra banda rinforzata con ascari di polizia è stato
fermato e, dopo aspro combattimento, respinto. Il nemico
ha potuto caricare sugli automezzi numerosi feriti,
lasciando tuttavia sul terreno oltre una decina di morti
(australiani), mitragliatrici e armi varie. Noi abbiamo
avuto lievi perdite. Altro
tentativo di forti pattuglie nemiche contro il nostro
posto di Gallabat è stato facilmente respinto dalle
truppe coloniali di quel presidio.
Bollettino n. 84
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data 30 agosto:
La base navale di Micabba (Malta) è stata sottoposta a
precisa azione di bombardamento da nostre formazioni
aeree. La caccia nemica che era in volo non volle
impegnare combattimento con la nostra caccia di scorta e
tentò di sfuggire all'azione. Riuscì però ai nostri
cacciatori di mitragliare, danneggiandoli, tre
apparecchi avversari.
Nell'Africa settentrionale i magazzini e baraccamenti
militari e lo scalo ferroviario di Marsa Matruh sono
stati ripetutamente e intensamente bombardati, a ondate
successive, da nostre formazioni aeree. Alcune centinaia
di bombe vennero lanciate sugli obiettivi con tiro
preciso e controllato.
Nell'Africa orientale sono stati bombardati dai nostri
velivoli concentramenti di truppe e autocolonne ad Arbo,
a el Bhai e presso Garissa (Kenia); è stato inoltre
bombardato il campo di aviazione di Buna distruggendo al
suolo un velivolo e danneggiandone altri due. I velivoli
che hanno preso parte alle suaccennate operazioni,
sebbene in parte colpiti, sono rientrati tutti con gli
equipaggi incolumi alle loro basi. Una nostra banda di
dubàt ha effettuato un riuscito colpo di mano verso Buna
distruggendo un autocarro inglese e infliggendo gravi
perdite all'avversario. Il nemico ha bombardato a tre
riprese Mogadiscio causando due morti e sei feriti;
danni materiali insignificanti.
Bollettino n. 85
Il Quartier Generale delle
Forze Armate comunica in data 31 agosto:
Mezzi meccanizzati nemici sono stati bombardati da
nostri aerei nella zona di Dar el Hambra, oltre il
confine cirenaico. Nel mar Rosso un incrociatore nemico
è stato bombardato e colpito da una nostra formazione
aerea. Il nemico ha effettuato un'incursione aerea sul
campo di Agordat causando otto morti e nove feriti tra
gli indigeni e lievi danni materiali.
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