-
In base ai risultati da
raggiungere il fuoco può prefiggersi due scopi: la
distruzione o la neutralizzazione.
-
La distruzione mira
all'eliminazione dell'obiettivo. Richiede: possibilità di
osservazione continua e completa, esattezza di tiro,
tempo, artiglierie idonee, munizionamento numeroso ed
adeguato. Nella guerra di rapida decisione, il più delle
volte (soprattutto per considerazioni di economia di tempo
e di munizioni o per deficiente osservazione), non sarà
conveniente ricercare col fuoco la distruzione totalitaria
di un obiettivo. Basterà ottenere effetti che lo rendano
inefficace per il tempo necessario per l'azione. Effetti
di distruzione però debbono essere raggiunti in quei casi
in cui sono indispensabili, e cioè contro:
- resistenze passive che la
fanteria è costretta ad attraversare nell'attacco;
- taluni obiettivi e:
resistenze attive che è necessario eliminare
definitivamente.
-
La neutralizzazione si
prefigge di impedire ad un determinato obiettivo di
svolgere la sua attività, per un periodo di tempo più o
meno lungo. Questa temporaneità degli effetti esige che
essa venga, attuata in stretta relazione con lo
svolgimento dell'azione tattica.
La neutralizzazione deve
essere quindi tempestiva ed improvvisa, in modo da
cogliere il nemico di sorpresa mentre esplica la sua
attività, paralizzandone, al momento giusto, materialmente
l'azione.
La prontezza dell'intervento
può talora andare a scapito dell'esattezza. Scopo precipuo
da raggiungere è di aver subito effetti morali e materiali
sull'obiettivo. Una maggiore precisione potrà ricercarsi
nelle successive riprese di fuoco.
-
L'efficacia della
neutralizzazione si ottiene, in concentrando,
sull'obiettivo il fuoco di più batterie, in modo da avere
una massa di fuoco adeguata agli effetti che si vogliono
ottenere.
La massa di fuoco dipende
dalla durata del concentramento, dal numero, dal calibro e
dalla celerità di tiro delle batterie che vi concorrono. È
sempre conveniente tendere verso l'intensità maggiore e la
durata minore.
-
Il più delle volte, la
neutralizzazione di un obiettivo non può essere ottenuta,
o mantenuta, per il tempo necessario, con un solo
concentramento; spesso, saranno necessarie successive
riprese di fuoco, sferrate sempre di sorpresa, di varia
durata, di conveniente intensità, ad intervalli irregolari
di tempo. La neutralizzazione prolungata e quella
esercitata su zone molto estese richiedono un largo
consumo di munizioni.
-
Tutte le bocche da fuoco
possono essere impiegate per la neutralizzazione. I
calibri minori, per la rapidità di intervento e per la
celerità di tiro, permettono di sfruttare, al massimo, la
sorpresa e di condensare gli effetti nel tempo. I calibri
maggiori sono necessari per gli obiettivi più lontani e
per quelli più resistenti; essi inoltre, nei limiti della
sicurezza, possono efficacemente concorrere all'azione dei
calibri minori.
-
La neutralizzazione è
attuata in ogni fase del combattimento. Determinare quali
obiettivi devono tessere neutralizzati, per quale durata,
in quale successione, è azione di comando tattico. Mettere
le artiglierie in condizione di rispondere con prontezza
ed efficacia a quanto i comandi tattici ordinano e porsi
in grado, all'occorrenza, di mire di iniziativa, è compito
degli artiglieri.
Art. 2
Azioni di
fuoco.
-
Le azioni di fuoco che
l'artiglieria svolge nelle varie fasi del combattimento,
sono:
-
Spianamento. Azione di
distruzione delle resistenze attive e passive individuate
prima dell'attacco che possono ostacolare l'avanzata della
fanteria. Si al tua in fase di preparazione dell'attacco.
-
Lo spianamento è compito
delle artiglierie divisionali che agiscono, spesso, con il
rinforzo o concorso, delle artiglierie delle G.U.
superiori. Alle bocche da fuoco di maggiore potenza è
riservato, di solito, lo spianamento delle difese più
consistenti. La organizzazione ed attuazione dello
spianamento compete al comando dell'artiglieria
divisionale che agirà nel quadro delle direttive ed ordini
dati dal comandante della divisione.
-
Appoggio. Neutralizzazione
degli elementi nemici, che, durante l'attacco, ostacolano
l'avanzata della fanteria. Essendo tali elementi,
scaglionati nella organizzazione difensiva nemica, è
necessario che l'azione di appoggio si svolga
contemporaneamente in profondità, cominciando dagli
elementi più, vicini alla fanteria attaccante (a distanza
di sicurezza). L'azione di appoggio deve essere intesa -
sempre che possibile - come lavoro massiccio, per
paralizzare le resistenze più attive e più consistenti.
Essa è integrata da quella delle armi di accompagnamento
che agiscono sugli obiettivi più minuti o svelatisi di
sorpresa e prolungano, nel tempo, l'azione neutralizzante
sugli obiettivi dell'appoggio quando questo, per esigenze
di sicurezza, è costretto a spostarsi su obiettivi più
arretrati. È compito delle artiglierie divisionali,
eventualmente rinforzate da quelle di corpo d'armata.
-
Accompagnamento. Azione di
fuoco effettuata nell'attacco alle minori distanze, con
immediatezza d'intervento e, di massima, a visione
diretta, dalle armi della fanteria ed eventualmente dai
più piccoli calibri della artiglieria, sulle resistenze
isolate sfuggite ai tiri di spianamento e di appoggio, o
svelatisi di sorpresa.
-
Interdizione. Azione di
neutralizzazione intesa ad impedire al nemico di
sviluppare la sua attività di fuoco o di movimento, nonché
a paralizzare l'attività dei comandi, degli osservatori e
dei rifornimenti. Si attua in ogni fase del combattimento.
Può essere vicina e lontana.
-
L'interdizione vicina si
svolge sugli obiettivi che con la loro azione hanno
ripercussione immediata, o quasi, sulle truppe impegnate
nel combattimento. Quindi:
- nell'offensiva è diretta
contro centri di fuoco, rincalzi, riserve, posti di
comando osservatori; in fase di attacco si fonde con
l'appoggio.
- nella difensiva logora il
nemico durante l'avvicinamento sulla base di partenza e
nell'attacco: termina con lo sbarramento. È compito
dell'artiglieria divisionale e vi può concorrere quella di
corpo d'armata.
-
L'interdizione lontana si
effettua, in concorso con l'arma aerea, oltre la zona
dell'interdizione vicina. È compito normale
dell'artiglieria d'armata ed eventuale di quella, di corpo
d'armata: da detti comandi è organizzata e diretta. Di
norma, il comando d'armata fissa la linea al di dà della
quale assume l'interdizione, o indica gli obiettivi che
farà battere dalle proprie artiglierie. Analogalmente si
regolerà il comando di corpo d'armata verso le divisioni
dipendenti.
-
Sbarramento. Azione di fuoco
tendente ad arrestare l’attaccante sul terreno
immediatamente antistante alla linea di resistenza. È
compito delle artiglierie divisionali e delle armi della
fanteria. È esteso e rinforzato dall'interdizione vicina
eseguita dalle artiglierie di corpo d'armata. Deve essere
organizzato in modo da potersi – occorrendo - scatenare
automaticamente e violentemente ad un segnale convenuto.
Questa azione deve, però, essere di breve durata: al più
presto, chiarita la situazione, il fuoco sarà diretto
secondo le reali necessità. Eventualmente lo sbarramento
può essere organizzato anche su altre linee: in tal caso
sarà contraddistinto dal nome di queste (es. sbarramento
davanti alla linea di sicurezza).
-
Arresto. Azione propria
delle armi della fanteria e delle batterie reggimentali
svolta a visione diretta ed alle brevi distanze contro
nemico che attacca o contrattacca. Per l'artiglieria, tale
denominazione è riservata ai tiri per pezzo, eseguiti a
puntamento diretto ed a breve distanza, contro carri
armati.
-
Repressione. Azione violenta
e concentrata di neutralizzazione che si scatena, con la
maggiore possibile immediatezza, sopra una nostra
posizione, appena occupata dal nemico, per impedirgli di
mantenervisi o rafforzarvisi. La repressione è azione
propria della difesa; essa è strettamente legata
all'azione della fanteria e pertanto é compito immediato
dei gruppi a difesa del settore interessato e
successivamente degli altri. Le predisposizioni e
l’attuazione competono al comandante dell'artiglieria
divisionale in base agli ordini del comandante della
divisione.
Vi concorrono, se
necessario, le artiglierie di corpo d'armata.
-
Controbatteria.
Neutralizzazione, ed eccezionalmente distruzione, in tesa
a rallentare, sospendere o spegnere il fuoco delle
batterie sulle quali si abbatte. Si attua con precedenza
contro le batterie nemiche che svolgono azione più
efficace in danno della nostra fanteria.
Nell'offensiva si attua in
ogni fase del combattimento. Una controbatteria potente é
indispensabile perché il fuoco dell'artiglieria nemica
ostacolerà, sempre l'avvicinamento e l'attacco della
fanteria, nonché lo schieramento e l'azione della nostra
artiglieria.
Nella difensiva la
controbatteria avrà particolare sviluppo durante
l'organizzazione dell'attacco nemico e nella
contropreparazione per ostacolare i preparativi del nemico
e diminuire le offese alle proprie fanterie. In fase di
resistenza, però, l'obiettivo più pericoloso per la difesa
è costituito dalla fanteria che attacca. La controbatteria
si limiterà allora a battere le artiglierie di appoggio
più vicine e più dannose per rinforzare col rimanente
delle batterie l'azione dell'artiglieria divisionale.
-
La controbatteria richiede
molte batterie, moltissime munizioni, accurata
organizzazione ottima osservazione terrestre ed aerea.
Si svolge in limiti ampi
interessanti più di un settore divisionale e pertanto è
normalmente compito dell'artiglieria di C.A. al cui
comando compiete l'organizzazione e la direzione.
Quando il tempo ed il
terreno lo consentono, l'organizzazione della
controbatteria può essere assunta dall'armata che dispone
di maggiori mezzi per la ricerca e l'individuazione delle
batterie nemiche. L'esecuzione sarà però quasi sempre
lasciata al corpo d'armata.
Nell'avvicinamento, e prima
che la controbatteria possa essere organizzata dal corpo
d'armata, l'azione contro le batterie nemiche è assunta
dalle artiglierie divisionali, che spesso a questo scopo
vengono rinforzate da gruppi di artiglieria di corpo
d'armata.
Art. 3
Azioni complesse di
fuoco.
-
Preparazione. Insieme delle
azioni di fuoco che precede immediatamente l'attacco per
diminuire la capacità di reazione e di resistenza, della
difesa.
Si attua:
- contro le resistenze
passive individuate elle le fanterie sono costrette ad
attraversare;
- contro le batterie
individuate che maggiormente possono ostacolare l'attacco;
- contro le posizioni della
difesa per sconvolgerle, produrre perdite, interrompere
trasmissioni, disorganizzare le resistenze;
- contro comandi,
osservatori, per impedirne il funzionamento.
Comprende:
- lo spianamento
- la controbatteria;
- l'interdizione.
Convenienza e possibilità di
attuarla, sua organizzazione, dotata ed esecuzione
dipendono:
- dalla situazione tattica
- dalla natura, ed entità
della organizzazione difensiva nemica.
-
Contropreparazione.
Complesso di azioni di fuoco inteso a diminuire la
capacità offensiva del nemico in previsione di un
imminente suo attacco.
Deve essere concepita ed
attuata sulla base del concetto operativo del comandante
della G.U. della difesa.
Comprende di massima:
- la controbatteria;
- l'interdizione.
Art.
4
Organizzazione
del
fuoco.
-
Ha lo scopo di assicurare
l'intervento tempestivo, preciso e potente del fuoco di
artiglieria.
Per facilitare detto
intervento, ad ogni unità di artiglieria, è assegnato di
massima un settore di azione normale ed uno o più settori
di azione eventuale.
Nel settore normale il
comando della unità provvede a studiare il terreno,
ricercare gli obiettivi, ed organizzare il tiro.
Per i settori eventuali di
massima viene sfruttata l'organizzazione delle unità che
hanno quei settori come normali.
-
L'organizzazione del fuoco
comprende.
- la preparazione del tiro;
- l'osservazione;
- le trasmissioni.
Dipende da: situazione,
mezzi e tempo disponibili.
-
Preparazione del tiro. È
costituita dall'insieme delle operazioni che i reparti di
artiglieria compiono per mettere le batterie in grado di
battere efficacemente ed a momento opportuno gli obiettivi
assegnati.
Si deve adattare alle
necessità del movimento ed ha come caratteristica la
progressività; si deve sfruttare tutto il tempo
disponibile, anche durante l'azione, affinché il fuoco
possa raggiungere al più presto la massima efficacia.
Dai procedimenti rapidi e
semplici della preparazione per l'azione immediata, che
consentono alle batterie di aprire il fuoco non appena
appoggiate le code a terra, si giunge a quelli della,
preparazione per la manovra del fuoco che danno modo alle
batterie di iniziare senz'altro il tiro di efficacia
sull'obiettivo indicato.
L'istruzione sul tiro
specifica le operazioni da eseguire.
-
Elementi che concorrono alla
preparazione del tiro, sono:
a) i reparti specialisti di
artiglieria: sezioni topografi, posti, stazioni e sezioni
aerologiche;
b) i nuclei topografici di
gruppo, reggimento e raggruppamento (con l'eventuale
concorso delle squadre, sezioni e reparti topocartografici
di divisione, corpo d'armata e armata);
c) le pattuglie comando dei
reparti.
-
L'osservazione ha per
scopo:
- la ricerca e la
determinazione degli obiettivi;
- l'aggiustamento del tiro.
Deve essere organizzata per
sorvegliare in modo continuo e completo tutto il campo di
battaglia, studiare il terreno, seguire l'azione delle
nostre truppe e del nemico per determinare in ogni istante
quali siano gli obiettivi che maggiormente danneggiato le
nostre fanterie, e rilevarne le posizioni perché possano
essere convenientemente battuti.
Le notizie vengono
immediatamente comunicate da ciascun organo al comando dai
quale dipende.
-
L'osservazione é pertanto
elemento essenziale per il rendimento del fuoco, assicura
la cooperazione e l'intervento di iniziativa, rende
possibile l'aggiustamento ed il controllo del tiro.
Conferendo a questo la maggiore efficacia, aumenta il
rendimento del fuoco e consente di economizzare munizioni.
È necessario fare ogni
sforzo per assicurare l'organizzazione dell'osservazione
più completa e più accurata, poiché solo per mezzo di essa
si può ottenere - anche con metodi speditivi - la rapida e
sicura individuazione e determinazione degli obiettivi e
successivamente il tiro efficace.
Le norme che regolano
l'impiego dei mezzi e sistemi per la determinazione ed
indicazione degli obiettivi sono riportate nella
istruzione sul tiro per l'artiglieria e nella istruzione
sul servizio di osservazione.
-
L'artiglieria si vale di
organi di osservazione terrestre (pattuglie di
artiglieria, compagnie osservatori, sezioni
fonotelemeristi), di organi di osservazione aerea
(aeroplani e aerostati) e di quelli del servizio
informazioni. L'azione dei vari mezzi che si completa
vicenda dove essere coordinata dai comandanti che ne
dispongono l'impiego in modo da assicurare il massimo
sfruttamento e la continuità di indagini, evitando la
sorpresa e consentendo la tempestività dell'azione di
fuoco.
-
L'osservazione di
artiglieria, attraverso i comandi dai quali dipende,
fornisce al servizio informazioni tutte quelle notizie
culle possono interessare i comandi superiori per una più
completa visione della situazione e delle intenzioni del
nemico.
Per lo stesso tramite,
riceve da detto servizio e, se l'urgenza e l'importanza
del caso lo richiede anche direttamente, vari documenti
dai quali attinge dati ed indicazioni che più direttamente
la riguardano.
-
Nell'avvicinamento,
nell'attacco e nel ripiegamento, deve essere data la
massima importanza alla organizzazione, schieramento e
manovra degli osservatori che deve sempre precedere quella
delle artiglierie.
In genere ogni unità
assicura l'osservazione terrestre nel proprio settore
normale di azione; quando occorre, anche stabilendo
osservatori fuori del settore. Quando però abbia bisogno
di osservare il tiro in un settore eventuale ed, in
genere, quando per qualunque motivo abbia bisogno
dell'opera di osservatori di altre unità, può senz'altro
chiederla al comando dell'unità da cui l'osservatorio
dipende direttamente e, nei casi urgenti, all'osservatorio
stesso.
Il comando o l'osservatorio
che riceve questa richiesta deve fare ogni sforzo per
aderirvi. I comandi di reggimento, raggruppamento ed i
comandi di artiglieria di G.U. organizzano per proprio
conto l'osservazione, in relazione ai compiti che sono
chiamati ad assolvere ed alla direzione delle azioni di
fuoco di loro competenza.
-
L'osservazione aerea integra
quella terrestre, allargando le possibilità
dell'artiglieria ed aumentandone il rendimento;
sostituisce duella terrestre nelle zone ove questa non
giunge.
È indispensabile per
l'attuazione della interdizione lontana e della
controbatteria.
Concorre alla ricerca,
individuazione e determinazione degli obiettivi specie a
mezzo dei rilievi fotografici, aggiusta e, soprattutto,
controlla il tiro in mancanza od in concorso di altri
mezzi.
I procedimenti tecnici per
l'impiego dell’osservazione aerea sono indicati nella
istruzione sul tiro.
-
Le trasmissioni sono per
l'artiglieria di importanza capitale. I mezzi impiegati
sono: elettrici, ottici, acustici, animati.
Detti mezzi sono variamente
distribuiti agli organi preposti alla organizzazione delle
trasmissioni, pattuglie di artiglieria o reparti
specialisti, secondo quanto é stabilito dalle formazioni
di detti reparti, e vengono impiegati con le modalità
indicale nell'addestramento dei reparti ed istruzioni
varie.
-
L'organizzazione delle
trasmissioni deve rendere sicura ed immediata la
comunicazione degli ordini e delle informazioni; essa sarà
progressiva nell'impiego dei mezzi e nello sviluppo.
Nel movimento si farà largo
uso dei mezzi animati e radio; ad essi si aggiungeranno,
appena possibile, gli ottici ed il telefono.
Ogni comando o reparto di
artiglieria provvede con i propri mezzi ad assicurarsi le
trasmissioni coi propri osservatori, con il comando da
cui dipende e col comando con il quale deve collegarsi
tatticamente secondo le nome stabilite nell'addestramento
dei reparti. Le trasmissioni tra i comandi di artiglieria
di G.U. e quelli di reggimento o raggruppamento e reparti
specialisti vengono predisposte ed assicurate dai comandi
delle G.U. stesse, con personale e mezzi dei reparti del
genio.
-
L'organizzazione delle
trasmissioni, ed in particolar modo la scelta dei mezzi
per attuarla, deve essere tale da non ritardare
l'intervento delle artiglierie. Alla sua eventuale
incompletezza deve sempre soccorrere il collegamento
spirituale che impone ad ogni comandante di artiglieria di
essere sempre al corrente della, situazione per poter
agire d'iniziativa quando venga meno il collegamento
materiale.
Art. 5
Rifornimento delle
munizioni.
-
Il volume di fuoco é in
ragione delle munizioni più che dei cannoni; perciò, si
impongono previdenze e provvidenze intese ad assicurare
contemporaneamente affluenza, schieramento
dell'artiglieria e rifornimenti.
Quante munizioni occorrano
per la battaglia é problema complesso alla cui soluzione
provvede soprattutto l'intuito del comandante.
Talvolta il rifornimento
munizioni può anche influire sulla quantità di artiglierie
da far partecipare ad una data azione, perché è inutile, e
anzi spesso dannoso, schierarle se non ne è assicurato il
rifornimento.
-
L'assegnazione delle
munizioni per una data operazione alte diverse unità di
artiglieria é connessa con il concetto operativo e con i
suoi presumibili sviluppi: ed a questi va opportunamente
commisurata.
Nel dubbio è meglio
largheggiare.
-
La guerra di rapida
decisione impone la massima accuratezza e le più sicure
predisposizioni perché i rifornimenti si effettuino in
relazione allo sviluppo delle operazioni. Si può
sintetizzare l'importanza dei rifornimenti nella odierna
battaglia affermando che il problema dell'artiglieria è
essenzialmente problema di munizioni.
Il rifornimento sarà
agevolato se tutti saranno compresi della necessità della
massima economia di munizioni che si ottiene attraverso un
fuoco disciplinato, ben aggiustato, ed a ragion veduta,
che eviti ogni consumo intempestivo ed inefficace di
proietti.
-
L'assegnazione delle
munizioni è compito del comando della G.U. superiore - di
massima - l'armata.
Le predisposizioni per
assicurare il rifornimento alle unità di artiglieria sono
compiti dei comandanti dell'arma.
Le «Norme generali per
l'organizzazione ed il funzionamento dei servizi in
guerra» precisano le modalità del rifornimento delle
munizioni alle varie unità; l'«Addestramento dei reparti»
quelle con le quali esso si svolge nell'interno delle
unità stesse.
CAPO III
MOVIMENTO
-
Nel predisporre il movimento
delle unità di artiglieria, si terrà conto della loro
velocità di marcia. Unità someggiate e ippotrainate
possono marciare con la velocità delle fanterie: unità
motorizzate lo possono assai difficilmente, e in ogni modo
a scapito del materiale. Queste ultime saranno perciò
preferibilmente fatte avanzare a sbalzi in coda alle
colonne di fanteria.
-
Posti di comando in marcia.
- In lontananza del nemico ciascun comandante marcia col
proprio reparto. Quando si prevede che l'artiglieria possa
essere impiegata, i comandi precedono per le necessarie
ricognizioni, secondo gli ordini ricevuti.
Presso ogni reparto - gruppo
o batteria - quando manca il comandante, deve rimanere un
ufficiale in grado di assumere il Comando. Nella batteria
quando manca il comandante deve, di norma, essere presente
il sottocomandante.
-
Reparti M. V. - I reparti
M.V. seguono direttamente le batterie del gruppo.
Talvolta potrà convenire di
far marciare tutto o parte del R.M.V. in coda alla
colonna. In ogni caso, però, occorre sia assolutamente
garantito il rifornimento delle munizioni alle batterie
prima che abbiano consumato il munizionamento di cui
disponevano.
-
L'artiglieria in marcia è
molto vulnerabile. Ogni reparto deve perciò essere sempre
in grado di reagire contro attacchi aerei e terrestri.
Per gli attacchi aerei, il
comando della G.U. organizza la difesa con le apposite
artiglierie. Oneste si spostano a sbalzi e a scaglioni in
modo da proteggere essenzialmente quelle zone nelle quali
l'attacco aereo può essere più probabile e più pericoloso.
Ogni comando di gruppo deve però per proprio conto
disporre sugli autocarri o cassoni le mitragliatrici in
modo che possano entrare istantaneamente in azione.
Per gli attacchi terrestri,
- indipendentemente dalla scorta, che può essere assegnata
- mitragliatrici ed armi individuali dei reparti devono
essere sempre pronte ad entrare in azione; i piccoli
calibri devono anche essere addestrati a mettere
rapidamente qualche pezzo in batteria. Converrà, quando
possibile, distaccare qualche pattuglia dalla parte da cui
possono giungere minacce.
CAPO IV
ORDINAMENTO E
DIPENDENZE
-
Per il buon esito di una
battaglia é necessario disporre di una massa di fuoco di
artiglieria poderosa, elastica che si plasmi secondo lo
sviluppo del combattimento.
Perché questa massa possa
bene assolvere la sua funzione, occorre che le varie unità
che la costituiscono siano riunite secondo un ordinamento
che permetta di assegnane, per ciascuno dei compiti,
nuclei di bocche da fuoco di specie appropriata.
-
Nello specchio riportato
precedentemente sono elencati:
- gli scaglioni di
artiglieria assegnati organicamente alle diverse G.U.;
- le azioni di fuoco proprie
a ciascuno di essi;
- il legame che esiste fra
detti scaglioni nello svolgimento di azioni comuni.
Tutti i mezzi sono così
predisposti per il migliore coordinamento del loro impiego
tendente all'unico scopo: cooperare nel modo migliore al
successo della fanteria.
-
Le artiglierie assegnate ad
una G.U. dipendono dal comandante della G.U. stessa che le
impiega secondo il proprio intendimento operativo.
I comandanti di artiglieria
esercitano il comando di tutte le artiglierie,
organicamente e temporaneamente assegnate. Ad essi compete
la consulenza tecnica nei riguardi dell'impiego dell'arma
e l'esecuzione degli ordini.
-
Il comandante di artiglieria
deve tempestivamente rappresentare al suo comandante le
necessità dell'artiglieria, specie per quanto riguarda il
tempo occorrente per compiere le varie operazioni, in modo
da fornirgli elementi completi di giudizio per le
decisioni. È però suo stretto dovere ridurre al minimo
tali necessità, prevedendo le difficoltà che possono
presentarsi nell'attuazione per poterle poi rapidamente
superare.
L'iniziativa del comandante
d'artiglieria deve esercitarsi largamente mediante
tempestive proposte e, all'occorrenza, mediante lo
spontaneo intervento con azioni di fuoco appropriate.
È solo facendosi parte
attiva nel cooperare agli intendimenti operativi del
comandante la G.U. che le funzioni di comandante di
artiglieria acquistano rilievo ed efficacia.
-
In particolare spetta ai
comandanti di artiglieria:
- lo schieramento delle
artiglierie in relazione ai compiti precisati dal comando
della G.U. e nei limiti della zona da esso fissanti;
- l'organizzazione e la
direzione del fuoco;
- il rifornimento delle
munizioni e la vigilanza sul loro consumo.
-
I comandanti delle G.U.
superiori coordinano l'impiego delle artiglierie delle
G.U. dipendenti avendo come consulente il proprio
comandante d'artiglieria.
Questi, valendosi dei
comandanti di artiglieria delle G.U. inferiori, realizza
tale coordinamento.
-
I mezzi assegnati
organicamente all'armata ed al corpo d'armata, oltre
all'assolvimento dei loro compiti specifici, possono avere
anche quello di:
- rinforzare le artiglierie
delle G.U. inferiori per lo svolgimento di una azione o
fase tattica;
- dare il concorso di fuoco
per conseguire nel tempo voluto lo scopo tattico che
l'azione della G.U. si propone.
Il rinforzo, che è
assegnazione temporanea di mezzi, può essere dato con
limitazione di tempo e di impiego.
Il concorso, che è
assegnazione temporanea solo di fuoco, può essere dato,
oltre che alle G.U. superiori ed inferiori, anche a quelle
laterali, sempre però con determinate limitazioni di fase
tattica o indicazione di impiego.
-
L'assegnazione, che avverrà
normalmente, di artiglierie di rinforzo alle G.U. di 1a
schiera porterà ad un accrescimento alle volte notevole
del numero delle artiglierie disponibili. Sarà pertanto
necessario articolarle e raggrupparle in modo diverso da
quello organico.
In tal caso occorre tener
presente di:
- far corrispondere la
comunanza di dipendenze alla comunanza dei compiti. Si.
avranno quindi masse (unità) di spianamento, di appoggio,
di controbatteria, d'interdizione lontana, ecc. - tenendo
ben presente però che ciò non significa esclusività di
compiti, poiché; occorrendo, ciascuna unità può essere
chiamata, nei limiti della possibilità, a rinforzare le
altre;
- conservare quanto più è
possibile le dipendenze organiche;
- evitare la costituzione di
comandi intermedi, ricorrendo alla costituzione di
sottoraggruppamenti solo quando sia imposto da materiali
difficoltà di comandabilità o di impiego.
Comandi improvvisati non
dotati del personale e dei mezzi necessari e non
sufficientemente affiatati, sono di dubbio funzionamento,
specie nella guerra di rapida: decisione. Essi inoltre,
dovendo essere tratti dai comandi dipendenti, mettono
anche questi in crisi.
-
A seconda della
disponibilità dei mezzi, della situazione del momento e
degli scopi da raggiungere:
- il comandante d’armata
provvede a rinforzare i corpi d'armata con le artiglierie
che ritiene necessarie e stabilisce l'entità, le modalità
e le zone del concorso di fuoco che potrà dare;
- il comandante
d'artiglieria d'armata provvede alla esecuzione degli
ordini per quanto riguarda rinforzi e concorsi; organizza
ed attua la interdizione lontana; eventualmente organizza
la controbatteria e precisa i limiti tra interdizione
lontana e vicina;
- il comandante del corpo
d'armata provvede a rinforzare le divisioni con le
artiglierie che riterrà necessarie e stabilisce il
concorso di fuoco che potrà dare;
- il comandante di
artiglieria di corpo d'armata provvede alla, esecuzione
degli ordini per quanto riguarda rinforzi e concorsi
eventuali, organizza, la controbatteria, se ciò non sia
stato fatto dal comando artiglieria d’armata, ed in ogni
modo la attua. Se è incaricato dallo stesso comando della
interdizione lontana, precisa, i limiti fra questa e
l'interdizione vicina;
- il comandante della
divisione fissa i compiti e ripartisce la massa delle
artiglierie organicamente e temporaneamente assegnate;
- il comandante
d'artiglieria divisionale in conformità a tali direttive
organizza ed attua tutte le azioni di fuoco elle si
svolgono nell'ambito della divisione, tenendo conto del
concorso delle artiglierie delle unità superiori ed
eventualmente di quelle laterali.
-
Le artiglierie assegnate
alle divisioni devono essere impiegate, di massima, con
criterio unitario e perciò, sempre che possibile,
accentrate. Ira tal modo si ottiene una potente massa di
fuoco sempre pronta e manovrabile secondo il concetto
operativo del comandante.
Tale accentramento non è
però da intendersi in senso assoluto, ma va considerato
come possibilità di avere disponibile al momento opportuno
tutta la massa, che anzi per un più pronto ed armonico
impiego del fuoco e per una maggiore aderenza all'azione
della fanteria è necessario ripartire i compiti tra le
artiglierie dipendenti.
-
Quando la massa delle
artiglierie divisionali è accentrata, la ripartizione dei
compiti fra le varie unità porta al suo ordinamento, sia
nell'offensiva che nella difensiva, in dite distinte
aliquote:
- gruppi in appoggio
specifico o a difesa dei settori;
- gruppi massa di manovra.
I primi devono agire in
stretta cooperazione con la fanteria in un determinato
settore; i secondi, in stretta aderenza al concetto
operativo del comandante, rinforzano ed estendono
l'azione, dei primi.
-
I gruppi in appoggio
specifico o a difesa dei settori devono aderire alle
richieste di intervento fatte loro, direttamente, dai
comandanti di colonna o di settore difensivo, ed
intervenire di iniziativa quando il caso lo richieda.
Il comandante di divisione
ha però sempre la piena disponibilità del fuoco di detti
gruppi ed, occorrendo, potrà distoglierli dalla loro
azione per impiegarli là dove ritiene più opportuno.
-
Allo scopo di facilitare e
rendere più celere la organizzazione, l' inizio e lo
svolgimento del fuoco sarò opportuno orientare anche i
gruppi massa di manovra sulle più probabili azioni di
fuoco che ciascuno di essi sarà chiamato a svolgere
(concorso all'appoggio o sbarramento, interdizione vicina,
controbatteria). Fermo il principio fondamentale che tanti
questi gruppi devono normalmente poter battere l'intero
fronte divisionale, riesce opportuna la ripartizione fra
essi del terreno di azione in settori normali ed
eventuali.
Questi settori di azione,
normale ed eventuale, di massima coincidono con i settori
di attacco, o comprendono le direzioni di movimento e di
attacco delle colonne, ovvero coincidono con i settori
difensivi dei battaglioni in 1° scaglione.
-
Quando, con le artiglierie
accentrate, non sia possibile o riesca ostacolata la
cooperazione del fuoco a favore delle fanterie, non si
deve esitare a decentrare le artiglierie. È questo il caso
di colonne che agiscono con direttrice eccentrica ed a
favore delle quali la massa, per la distanza, non sia in
grado di intervenire, oppure in speciali terreni coperti e
compartimentati.
Il decentramento potrà anche
rendersi necessario in particolari fasi del combattimento,
quando manchi il tempo per organizzare l'azione
accentrata, o non sia necessario disporre di potenti mezzi
di fuoco (avvicinamento, completamento del successo,
inseguimento e ripiegamento). Si dovrà, però fare ogni
sforzo per tornare al più presto all'azione accentrata,
che è la sola che consente al fuoco la massima efficacia.
Il decentramento è da
considerarsi frequente nelle divisioni che agiscono in
montagna o nei boschi, potrà giungere anche a frazioni di
batterie.
Le artiglierie decentrate
hanno normalmente azione solo sul fronte delle unità di
fanterie alle quali sono assegnate.
CAPO V
COOPERAZIONE
-
La cooperazione è
indispensabile per assicurare i migliori risultati nella
lotta. Essa deve esercitarsi strettamente, in ogni momento
dell'azione sia tra le diverse unità di artiglieria, sia
fra l'artiglieria e le altre.
-
La cooperazione tra le unità
di artiglieria si fonda sulla netta visione dello scopo
comune, sul cameratismo e sull'uniforme addestramento.
Per ottenerla ogni unità di
artiglieria deve collegarsi con le unità vicine,
comunicare loro e riceverne tutte le notizie che possono
interessare, aiutarle ili tutti i modi e coli tutti i
mezzi di cui dispone. Solo con la reciproca cooperazione
l'artiglieria, nel gioco elastico di dipendenze e compiti
che le vengono assegnati nel campo tattico, può rispondere
bene alle necessità varie dell'azione.
-
La cooperazione con le altre
armi si basa sella conoscenza reciproca delle esigenze e
possibilità rispettive, conoscenza clic si rafforza,
attraverso un assiduo addestramento comune.
Particolare importanza
assume nel combattimento la cooperazione dell'artiglieria
con la fanteria che è l'arma che segna il ritmo
dell'azione e la vittoria di tutti. Perciò l'artiglieria
deve avere netta visione dei compiti ed obiettivi a questa
assegnati.
-
La cooperazione tra fanteria
ed artiglieria si esercita più direttamente nell'ambito
della divisione e si esplica:
- da parte dell'artiglieria,
col dominare, sia pure temporaneamente, l'avversario in
modo da impedirgli l'efficace uso dei propri mezzi
d'azione;
- da parte della fanteria
con lo sfruttare subito questo stato di inferiorità del
nemico per avvantaggiarsene per il raggiungimento del
proprio scopo.
Nel campo delle G.U.
superiori la cooperazione fra fanteria e artiglieria é
assicurata essenzialmente dal coordinamento dell'azione
delle artiglierie delle G.U. stesse. Azione che si svolge
di massima distanza e su obiettivi che agiscono talvolta
indirettamente contro la fanteria.
-
La cooperazione è unità di
volontà ed armonia di azione e si assicura:
- con unicità di criteri di
addestramento;
- con il continuo intimo
collegamento spirituale e materiale;
- con posti di comando delle
unità delle due armi vicini e, finché possibile,
coesistenti;
- con collegamenti sicuri
fra le unità, delle due armi che devono operare insieme
per raggiungere lui dato scopo;
- con pattuglie di
artiglieria distaccate presso i comandanti delle colonne o
settori difensivi dai gruppi in appoggio specifico o a
difesa dei settori;
- con l'osservazione
continua, intelligente e sicura;
- con intese chiare e
precise su quello, elle la fanteria intende fare o vuole
raggiungere, sulle modalità delle richieste di fuoco, e
della indicazione o designazione degli obiettivi. Le
modalità delle richieste di fuoco e della indicazione
degli obiettivi debbono rispondere ai requisiti di
semplicità, rapidità, sicurezza, precisione che rendono
particolarmente delicato questo punto dell'addestramento
elle và curato con tenace costanza nei minimi dettagli;
- con l'intervento di
iniziativa per parte dell'artiglieria quando la situazione
lo richiede.
-
Fante ed artigliere debbono
armonicamente concretare le intese:
- il primo rendendo noto il
compito ricevuto, il concetto e le modalità con cui si
propone di conseguirlo;
- il secondo facendo
conoscere le sue possibilità.
Finché possibile, fante ed
artigliere debbono seguire l'azione dallo stesso
osservatorio in modo da avere la stessa visione del
terreno, dei punti di riferimento e dell'azione.
L'artigliere si sentirà così
certo di potere, in ogni momento dell'azione, aderire con
la maggiore prontezza, alle richieste della fanteria e,
occorrendo, intervenire di iniziativa ed il fante si
sentirà sicuro del costante, adeguato intervento del
cannone.
-
Un osservatorio in comune
presuppone la coesistenza dei posti di comando.
Ciò dipenderà,
essenzialmente dalla possibilità che, specie nelle minori
unità, l'artigliere possa, dal posto di comando prescelto,
vedere bene il terreno di azione e mantenere sicuri i
collegamenti con la propria unità e con il comando
superiore dell'arma per emanare e ricevere ordini.
Ove non sia possibile
ottenere queste condizioni, sarà necessario avere posti di
comando diversi.
Così, frequentemente, potrà
accadere che i posti di copiando coincidano al principio
dell'azione, ma debbano poi separarsi quando il comando di
fanteria si deve spostare per seguire il movimento delle
sue truppe.
-
Quando i posti di comando
non coincidono, il collegamento fra i due comandanti é
assicurato a mezzo delle pattuglie di artiglieria.
Compito di queste pattuglie:
- trasmettere al proprio
comandante tutte le notizie sulla situazione e sull'azione
della fanteria che possano essere utili per l'azione che
l'artiglieria deve svolgere, nonché le richieste di
intervento formulate dal comandante della fanteria;
- tenere al corrente la
fanteria sulle azioni che svolge l'artiglieria e che la
interessino a rappresentare le possibilità,
dell'artiglieria in relazione alle richieste d'intervento.
Le pattuglie distaccano,
quando necessario, elementi presso i reparti avanzati per
meglio assolvere la funzione di cooperazione con la
fanteria ed integrare l'osservazione del tiro.
CAPO VI
SCHIERAMENTO
-
Lo schieramento deve:
- rispondere al concetto di
impiego del fuoco stabilito dal comandante;
- permettere l'assolvimento
dei compiti assegnati all'artiglieria;
- assicurare continua ed
aderente cooperazione con la fanteria;
- evitare, o almeno ridurre,
più che possibile, gli spostamenti per non danneggiare la
continuità dell'azione.
-
Il comandante delle G.U.
indica, nelle linee generali, i limiti della zona, entro
la quale lo schieramento deve essere contenuto.
Di massima, ogni unità di
artiglieria si schiera nel settore della G.U. alla quale
appartiene o con la quale deve cooperare: ciò però non
deve impedire, quando sia conveniente per la migliore
efficacia del fuoco di utilizzare zone dei settori delle
unità laterali, previi accordi tra i comandi interessati.
Il comandante di
artiglieria, in base al compito avuto ed in relazione alle
caratteristiche dei materiali e del terreno, ripartisce
tra i gruppi le zone di schieramento in modo da assicurare
il maggior rendimento e la più idonea organizzazione del
fuoco. Con gli stessi criteri il comandante del gruppo
fissa le zone di postazione delle batterie.
-
Lo schieramento varia a
seconda del carattere dell'azione, della conformazione del
terreno, della specie e della qualità delle artiglierie
disponibili. Il tempo occorrente per la sua attuazione
deve essere attentamente valutato in relazione alle
esigenze dell'azione ed in particolare alla tempestività
dell'intervento.
Spesso lo schieramento dovrà
essere attuato, in tutto o in parte, di dotte, per entrare
in azione di sorpresa: all'alba successiva. E necessario
allora sia preceduto, di giorno, dalle ricognizioni ed
operazioni indispensabili per l'organizzazione del fuoco.
-
Nelle azioni che si svolgono
con ritmo celere lo schieramento delle artiglierie
divisionali si effettua progressivamente e con precedenza
rispetto a quello delle artiglierie degli scaglioni
superiori. Può però avvenire che qualche gruppo di C. A.,
spinto innanzi per compiti speciali, assuma schieramento
contemporaneo ai primi gruppi divisionali. Il successivo
schieramento delle rimanenti artiglierie divisionali non
deve far modificare quello assunto dai suddetti gruppi di
C. A.
Quando le azioni si svolgono
con ritmo meno celere, per lo schieramento delle
artiglierie delle G.U. superiori debbono essere
tempestivamente precisate e comunicate all'artiglieria
divisionale le zone stabilite, tenendo presente di non
ostacolare lo schieramento di quest'ultime. Ciò vale anche
ad evitare eccessivo addensamento di batterie in qualche
località, con il pericolo di una facile neutralizzazione
da parte del nemico.
In ogni caso, appena cuna
G.U. ha concretato lo schieramento delle proprie
artiglierie, ne dà comunicazione alla G.U. da cui dipende
ed alle G.U. dipendenti.
-
Per adempiere la sua
missione l'artiglieria deve mettersi in condizione di. non
essere facilmente neutralizzata dalla controbatteria e
dell'aviazione nemica.
Occorre quindi che le sue
posizioni di norma, siano defilate ala vista degli
osservatori terrestri, mascherate all'osservazione
terrestre ed aerea ed occultate a quest'ultima.
Il defilamento però non deve
implicare limitazioni di nessun genere all'attuazione del
compito assegnato.
Nella scelta delle posizioni
si dovrà tenere presente la possibilità di accesso e di
sgombro, soprattutto per il rifornimento delle munizioni,
e ché i movimenti relativi al servizio delle batterie
possano compiersi al coperto.
Nell'istruzione sul tiro
sono precisate le condizioni tecniche cui devono
soddisfare le posizioni delle batterie; nell'addestramento
dei reparti le modalità di occupazione delle posizioni
stesse.
-
Per lo sfruttamento del
terreno potrà talora essere necessaria la esecuzione di
lavori, che l'artiglieria potrà compiere direttamente o
con l'ausilio di reparti e mezzi del genio.
I lavori debbono essere
limitati al puro indispensabile ed avere la precedenza
quelli che conferiscono all'azione maggiori possibilità.
Questi lavori dovranno
venire talvolta effettuati per le unità; di rinforzo che
giungono all'ultimo momento e costituiranno brillante
prova di cameratismo e collaborazione.
-
Difesa contraerea, vicina e
anticarro. Un attacco aereo a bassa quota sulle batterie e
su truppe vicine può improvvisamente verificarsi in
qualsiasi momento del combattimento. È necessario che le
mitragliatrici di cui sono dotati i reparti, non appena
questi siano giunti in posizione, vengano opportunamente
postate per opporsi a tali azioni.
La difesa, vicina e quella,
anticarro assumono differente importanza e sviluppo a
seconda del terreno e della possibilità di un attacco
nemico sulle postazioni delle batterie o sulle località
dove sono riparati trattori, avantreni e cassone.
La difesa vicina si effettua
prima di tutto con le bocche da fuoco stesse, che
occorrendo e quando possibile, devono essere rapidamente
spostaste a braccia per avere il campo di tiro necessario;
poi con le mitragliatrici, le armi individuali e le bombe
a mano di cui i reparti i sono provvisti. In casi
favorevoli, le batterie più arretrate possono concorrere
col fuoco alla difesa di quelle più avanzate. Tutte le
mitragliatrici - normalmente postate per il tiro
contraerei - devono poter concorrere alla difesa vicina,
eventualmente cambiando postazione non appena la
situazione lo richieda.
Quando la situazione lo
consigli, l'artiglieria distacca pattuglie di esplorazione
sul fronte e sui fianchi in modo da essere tempestivamente
avvertita di ogni minaccia. In caso di sosta che si
preveda di una certa durata, predispone anche difese
passive che però non limitino assolutamente le possibilità
di tiro e di movimento.
Per la difesa anticarro si
devono anzitutto sfruttare, opportunamente adattandoli,
gli ostacoli naturali esistenti che possono arrestare, o
almeno rallentare, l'avanzata dei carri, e, quando
possibile, crearne dei nuovi. Inoltre le bombe da fuoco
devono essere pronte a rivolgere il loro tiro sui carri,
specie nei punti in cui la loro avanzata viene rallentata.
-
L'approntamento di false
batterie, di posizioni multiple o l'impiego di pezzi
vaganti che traggano in inganno il nemico sulla entità e
sull'andamento del nostro schieramento sarà opportuno,
specie in difensiva.
Le false batterie per
raggiungere il loro scopo devono essere messe in posizioni
dove logicamente si metterebbero batterie vere. Talvolta
potrà convenire situarle in posizioni abbandonate.
Le posizioni multiple
richiedono particolare cura nel predisporre gli accessi
per la occupazione e l'abbandono delle posizioni e nel
realizzare celerità di spostamento dall'una all'altra, per
sottrarsi rapidamente all'osservazione e al tiro nemico.
La organizzazione delle varie posizioni deve permettere
una pronta ripresa dell'azione.
I pezzi vaganti sono
impiegati per speciali compiti da posizioni dove non
convenga schierare una batteria. La loro azione deve
normalmente essere rapida, e violenta e perciò affidata ad
artiglierie molto mobili con conveniente munizionamento.
Potrà convenire, talvolta,
in terreni scoperti, che alcuni pezzi, ed anche batterie
intere, siano portati all'imbrunire in posizioni avanzate
convenientemente organizzate per svolgere azioni notturne.
Il mattino successivo prima dell'alba il materiale sarà
ritirato nelle posizioni normali.
Pezzi isolati,
opportunamente postati possono essere impiegati per tiri
d'inquadramento.
CAPO VII
L'ARTIGLIERIA
NELLA DIVISIONE
DI FANTERIA
Art. 1
Azione offensiva.
-
Marcia al nemico.
L'incolonnamento ed il movimento delle artiglierie della
divisione, organiche e di rinforzo, viene stabilito dal
comandante della divisione.
II comandante d'artiglieria,
orientato sulla situazione ed in base agli ordini
ricevuti, regola il movimento delle artiglierie e provvede
mediante ricognizioni alla eventualità di entrata in
azione.
-
Lo scaglione di sicurezza,
sarà normalmente rinforzato da pezzi anticarro e dalla
batteria reggimentale. Quest'ultima marcia in coda al
grosso dell'avanguardia e deve prendere tutte le
predisposizioni affinché, in caso di improvviso attacco di
elementi celeri motorizzati nemici, la sua entrata in
azione sia rapidissima e quasi istantanea.
-
Oltre la batteria
reggimentale, lo scaglione ili sicurezza, a seconda della
sua forza, della situazione e del compito, sarà dotato o
meno di artiglieria.
Nel primo caso questa - in
genere un gruppo - marcia in coda, al grosso dello
scaglione, dopo la batteria reggimentale. Il comandante
del gruppo marcia col comandante dello scaglione di
sicurezza dal quale riceve ordini per lo schieramento e
l'entrata in azione.
Nel secondo caso sarà,
spesso opportuno orientare tino dei gruppi della colonna,
in genere il più avanzato, per l'eventuale appoggio
specifico allo scaglione di sicurezza. Il suo schieramento
e la sua entrata in azione sono devolute al comandante
della divisione o al comandante della colonna, a seconda
che la divisione marcia sin una o più colonne. Il
comandante del gruppo sta col comandante dello scaglione
di sicurezza, mantenendosi collegato col comandante della
colonna a meno che quest'ultimo non disponga altrimenti.
-
Quando la divisione entra,
nel raggio d'azione del grosso nemico, il suo comandante
emana gli ordini opportuni per fare assumere alla
divisione dispositivo di avvicinamento, ed in particolare
stabilisce per l'artiglieria:
- se ed in quale misura deve
essere decentrata alle colonne;
- dove e quando deve
schierarsi e quali azioni. deve svolgere.
-
L'impiego dell'artiglieria
nell'avvicinamento prelude quello dell'attacco. È
necessario quindi che il comandante d'artiglieria
divisionale, perfettamente orientato sulla situazione e
sugli intendimenti del comandante la divisione, col quale
è sempre a contatto, organizzi ed attui il dispositivo per
l'avvicinamento in modo che l'artiglieria possa al più
presto porsi nelle migliori condizioni per appoggiare
l'attacco.
-
Quando situazione
particolarmente oscura e difficoltà di terreno possono
pregiudicare il coordinamento delle due armi, questo
avverrà su prestabilite linee di riferimento e di
attestamento che serviranno a regolare l'avanzata delle
colonne, a controllare e ristabilire il collegamento e, se
necessario, a consentire il rapido schieramento delle
artiglierie.
-
Ciascun gruppo, fin
dall'inizio del movimento, deve, per quanto possibile,
essere orientato sulle probabili zone di schieramento
assegnate e sui compiti che gli saranno affidati.
A seconda della situazione i
gruppi marciano o con le colonne o per itinerari
indipendenti, seguendo il movimento della fanteria o
avanzando a sbalzi; in qualche caso addirittura si
schierano. Criterio da tenere presente: essere in grado di
entrare rapidamente in azione.
I comandanti di gruppo,
seguiti dagli elementi indispensabili, ed all'occorrenza
preceduti da pattuglie incaricate di esplorare il terreno,
riconoscono le zone di schieramento indicate e
predispongono per l'eventuale schieramento e per
l'organizzazione del fuoco.
Il comandante d'artiglieria
divisionale darà opportune disposizioni per coordinare,
disciplinare e limitare questo movimento di elementi che
procedono verso la testa delle colonne, affinché non
risulti eccessivamente ingombrante e disturbi il meno
possibile l'avanzata della fanteria.
-
Durante l'avvicinamento, i
gruppi, quando debbono schierarsi, sceglieranno posizioni
in prossimità delle strade, in modo da renderne facile e
sollecita l'occupazione ed il successivo abbandono. Per
quanto possibile, si dovrà evitare che un tiro nemico di
controbatteria diretto sulle batterie possa raggiungere
anche effetti di interdizione sulla strada.
-
Nell'avvicinamento la
divisione di 1a schiera può essere rinforzata da
artiglierie di corpo d'armata per l’esecuzione di tiri di
controbatteria e di interdizione. Queste artiglierie, per
le loro caratteristiche, sono poco atte a marciare con la
fanteria e pertanto, qualora non posalo usufruire di
itinerari indipendenti, marceranno a sbalzi in coda alle
colonne per essere fatte avanzare a momento opportuno.
Solo in qualche caso Potrà convenire che qualche elemento
- in genere batteria - sia fatto marciare più avanti, in
modo da poter più sollecitamente entrare in azione.
-
Servizio di sicurezza in
stazione. Nel raggio d'azione degli elementi celeri
nemici potrà talvolta convenire rinforzare lo scaglione di
sicurezza con aliquote d'artiglieria. Questa ha
essenzialmente compito di eseguire tiri di interdizione
sulle pigi probabili provenienze del nemico, tiri di
sbarramento davanti alla posizione di resistenza scelta
dal grosso dello scaglione ed eventualmente tiri
anticarro.
-
Prima di giungere nel raggio
d'azione del grosso nemico, l'artiglieria divisionale si
schiera in modo da poter esercitare efficace azione di
interdizione vicina e di sbarramento davanti ai
battaglioni di 1° scaglione che si schierano su una
opportuna posizione di resistenza Si seguiranno criteri
analoghi, a duelli elle verranno esposti trattando
dell'azione difensiva.
-
L'attacco può seguire
immediatamente l'avvicinamento o iniziarsi dopo una sosta
per opportunamente organizzarlo.
Nel primo caso l'azione
dell'artiglieria non è che la continuazione di quella
svolta nell'avvicinamento.
Il comandante della
divisione destinerà per tempo quali gruppi siano
incaricati dell'appoggio specifico alle colonne d'attacco
e quali debbano costituire la massa di manovra.
I primi debbono regolare il
proprio movimento su quello dei battaglioni di 1°
scaglione.
I rimanenti gruppi,
gravitanti verso la testa delle colonne, devono essere in
grado di schierarsi prontamente nelle zone che verranno
indicate dal comandante di artiglieria divisionale.
-
Nel secondo caso, in base
agli ordini del comandante la divisione, il comandante di
artiglieria deve:
- perfezionare lo
schieramento ed eventualmente completarlo con le
artiglierie assegnate di rinforzo, in modo da renderlo
perfettamente rispondente al concetto di azione del
comandante la divisione;
- procedere
all'organizzazione del fuoco facendo gravitare comandi ed
osservatori il più avanti possibile;
- assicurare l'interdizione
vicina e lo sbarramento durante la sosta;
- assicurare il rifornimento
munizioni.
-
Lo schieramento delle
artiglierie, orientato al criterio di poter giungere a
fiaccare le resistenze che si oppongono successivamente
all'avanzata della fanteria, deve:
a) essere il più avanzato
possibile per agire in profondità nel dispositivo nemico,
assicurando così l'efficacia e la continuità del fuoco
limitando allo stretto indispensabile i cambi di
posizione;
b) consentire il
concentramento della maggior quantità di fuoco su tutto il
settore di attacco della divisione, o quanto meno su
quello dove si svolge lo sforzo principale;
c) favorire, per quanto
possibile, l'occultamento delle batterie purché non
pregiudichi in alcun modo l'efficienza del fuoco;
d) facilitare il
rifornimento delle munizioni.
-
L'attacco sarà di massima
preceduto dalla preparazione di artiglieria. I comandi
superiori - normalmente quelli di corpo d'armata - ne
fissano inizio, durata ed entità stabiliscono il rinforzo
dei mezzi ed il concorso di fuoco da concedere alle G.U.
inferiori, e danno le direttive generali per l'azione da
svolgere in relazione ai propri concetti operativi.
Il comandante, della
divisione è responsabile della organizzazione tattica
della preparazione nel suo settore. Spetta al comandante
dell'artiglieria divisionale l'esecuzione di essa con
l'artiglieria organicamente assegnata e con il rinforzo ed
il concorso di quella della G.U. alla quale appartiene, e
se possibile, delle G.U. laterali.
-
La durata e l'entità, della
preparazione dipendono essenzialmente dalla situazione
tattica.
Nel caso di urto fra
avversari in moto essa si riduce a rapidi concentramenti
contro gli obiettivi accertati, per trasformarsi subito
dopo in appoggio.
Nel caso ili attacco contro
posizione saldamente organizzata è necessaria la messa in
opera di mezzi ingenti ed una organizzazione complessa.
Fra questi due estremi la
preparazione può assumere importanza e complessità
variabili caso per caso.
-
In particolare, gli elementi
fondamentali che influiscono sulla organizzazione e sulla
durata della preparazione sono:
- gli obiettivi (qualità,
quantità, effetti da raggiungere); tra, questi limino
influenza preponderante le distruzioni da eseguire e
segnatamente l'apertura dei varchi nei reticolati;
- i mezzi a disposizione
(artiglierie e munizioni).
In ogni modo la durata deve
essere la minima, indispensabile, senza di che ogni
sorpresa viene a mancare con pregiudizio dell’attacco.
Ogni ritardo si risolve a vantaggio della difesa; da ciò
la necessità di una violenta e rapida esecuzione.
-
La preparazione deve essere
preceduta da ricognizioni, aeree e terrestri, intese ad
accertare i particolari della sistemazione difensiva
nemica.
Tali ricognizioni devono
essere compiete nei limiti di tempo imposti dal comando,
per non produrre ritardi nell'esecuzione dell'azione che
andrebbe a tutto vantaggio del difensore.
In base ai dati ottenuti ed
agli ordini ricevuti, ogni comando di artiglieria concreta
l'azione da svolgere dalle dipendenti artiglierie in un
«piano d'impiego del fuoco» nel quale vengono riportati i
vari obiettivi, come, quando e da chi devono essere
battuti.
-
La preparazione deve essere
organizzata e condotta in snodo da sfruttare al massimo
l'effetto materiale e morale della massa di fuoco. Mentre
le unità destinate allo spianamento svolgono la loro
azione continua e precisa sugli obiettivi da distruggere,
la massa di fuoco delle rimanenti unità., spostandosi
rapidamente, da, un obiettivo ad un altro, si abbatte sui
puliti più sensibili della difesa. Particolare importanza
occorre dare agli obiettivi più vicini e più nocivi alla
fanteria attaccante, che devono essere neutralizzati per
il momento in cui si inizia l'attacco.
L'apertura dei varchi nei
reticolati deve essere opportunamente verificata prima;
del termine della preparazione.
Allo scopo di ingannare il
nemico sul momento dell'inizio dell'attacco e sulle zone
sulle quali effettivamente si effettuerà l'irruzione, sarà
talvolta, conveniente
- estendere la preparazione
su un settore maggiore di duello d'attacco;
- simulare attacchi, durante
la preparazione, allungando il tiro delle artiglierie
incaricate della apertura, dei varchi ed iniziando
l'appoggio, per riabbattere le masse di fuoco
improvvisamente, colla massima violenza, sugli elementi
umici che si saranno scoperti;
- iniziare il vero attacco,
modificando i tiri per passare gradatamente dalla
preparazione all'appoggio.
-
L'attacco.
Compito di tutta
l'artiglieria divisionale nell'attacco è l'appoggio alle
fanterie. Esso viene assolto dai gruppi in appoggio
specifico e dalla massa di manovra.
Potranno essere affidati, in
un primo tempo, alle artiglierie divisionali compiti di
controbatteria, che però saranno assunti normalmente
dall'artiglieria di corpo d'armata quando questa si sarà
opportunamente organizzata.
Contro batterie nemiche
vicine e minacciose l'artiglieria divisionale in qualunque
momento non dovrà esitare ad agire immediatamente, finché
l'artiglieria di corpo d'armata non sia intervenuta.
-
Le artiglierie divisionali
oltre a provvedere alla controbatteria di urgenza possono
in qualche fase dell'azione, ad. es. nella preparazione,
concorrere alla esecuzione della controbatteria
organizzata.
Tale compito sarà di massima
affidato ai gruppi massa di manovra. Quelli in appoggio
specifico alle colonne vi potranno partecipare specie
contro batterie di accompagnamento, anticarro e piccoli
calibri divisionali schierati in zona ravvicinata.
-
L'azione di appoggio si
attua generalmente per concentramenti di gruppo o di più
gruppi, ma talora anche con intervento di singole
batterie. Si svolge in seguito ad accordi o a richiesta
della fanteria su obiettivi:
- prestabiliti prima
dell'azione;
- svelatisi durante
l'attacco.
I comandanti di artiglieria
perfettamente orientali sulla situazione, sul terreno,
sull'azione della fanteria, e suffragati da una buona
osservazione, hanno però obbligo di agire di iniziativa,
quando la situazione lo imponga senza aspettare richieste
che potrebbero tardare a giungere.
-
Durante l'attacco l'azione
dell'artiglieria si svolge secondo gli ordini del
comandante la divisione e sempre in costante, intimo
collegamento materiale e spirituale con la fanteria che
attacca. È precisamente in questa fase che risulta più
evidente il compito dell'artiglieria nella battaglia:
assicurare l'avanzata della fanteria. Mentre i gruppi in
appoggio specifico appoggiano direttamente l'avanzata
delle colonne alle quali sono assegnati, il comandante
d'artiglieria divisionale sposta opportunamente il fuoco
della massa di manovra per rinforzare ed estendere
l'appoggio ad una data colonna. Quando occorra, sempre per
ordine del comandante la divisione, può disporre anche del
fuoco dei gruppi in appoggio specifico per spostarlo a
favore di un'altra colonna. Sarà sempre necessario,
qualora non lo avesse già fatto il comando di divisione,
darne preventivo avviso al comandante delle colonna alla
quale viene temporaneamente sottratto il fuoco del gruppo
in appoggio specifico.
-
Per assicurare il costante
appoggio alle colonne di attacco, a mano a mano che
l'azione progredisce, il comandante d'artiglieria
divisionale studia, predispone ed attua lo spostamento
degli osservatori e delle artiglierie in modo che l'azione
di queste possa sempre rispondere alla situazione.
-
Lo spostamento delle
artiglierie può avvenire a scaglioni di batterie o a
scaglioni di gruppo. Nel primo caso si ha continuità, per
quanto ridotta, dell'azione di fuoco del gruppo, ma
occorre maggior tempo per completare il movimento. Nel
secondo caso - spostamento di gruppo - il periodo di crisi
è abbreviato, ma si ha una soluzione di continuità,
nell'azione di fuoco. Situazione, terreno e controbatteria
nemica, consiglieranno il procedimento più idoneo;
conviene però in genere evitare, per quanto è possibile,
di cambiare compiti e settori di azione ai gruppi negli
spostamenti. Pertanto, mentre lo sbalzo di gruppo potrà
frequentemente essere usato per i gruppi massa di manovra,
per quelli in appoggio specifico sarà in genere più
conveniente quello per batteria.
Comunque gli sbalzi debbono
eseguirsi in modo da non coincidere con uno sbalzo o fase
importante dell'attacco della fanteria, per non indebolire
in tal momento l'azione di appoggio.
-
Quando il prolungarsi del
combattimento porti ad una sosta, saranno attuati
accorgimenti per nascondere all'aviazione nemica e
proteggere dal tiro aereo e terrestre nemico lo
schieramento e l'organizzazione dell'artiglieria
(mascheramento, batterie simulate, postazioni per azioni
notturne e diurne, relativi spostamenti di batterie, etc.).
-
Completamento e sfruttamento
del successo. Nel completamento del successo l'artiglieria
agisce in un primo tempo con la massa di fuoco delle
batterie in posizione per concorrere, con poderosi ed
immediati concentramenti, allo sfacelo del nemico. In un
secondo tempo però, con l'aumentare delle distanze e dello
sfruttamento del successo, non è più possibile, data la
rapidità con cui si succedono gli avvenimenti, manovrare
l'artiglieria alle dirette dipendenze del comandante
d'artiglieria divisionale. È necessario decentrare alle
unità di fanteria le artiglierie più mobili, spingendole
molto innanzi, dopo averle ben rifornite di munizioni.
L'impiego di queste
artiglierie è caratterizzato dalla massima iniziativa,
dalla rapidità del movimento e dell'intervento del fuoco e
dallo sfruttamento anche delle massime gittate, battendo
col fuoco punti di obbligato passaggio, strade, ecc.
inseguendo e battendo senza posa, e ovunque il nemico in
ritirata.
La rimanente massa di
artiglieria, quando dalla posizione che occupa non può più
agire con tiro efficace, si terrà pronta a seguire il
movimento secondo gli ordini del comandante di divisione.
In queste fasi occorre:
massima disciplina stradale, ardita spregiudicatezza nella
scelta delle posizioni, interventi rapidissimi quasi
istantanei, preordinato servizio di rifornimento
munizioni.
Art. 2
Azione difensiva.
-
Compito dell'artiglieria
divisionale nella difensiva è di logorare e disorganizzare
il più possibile il nemico col fuoco, per agevolare
l'azione di resistenza e di contrattacco della fanteria.
-
Salvo casi di fronti molto
estesi o di terreno molto coperto o compartimentato, tutta
la massa delle artiglierie divisionali resta alla diretta
dipendenza del comandante la divisione, il quale, in base
al suo concetto operativo, precisa, nelle linee generali,
come e dove intende impiegarne il fuoco, e cioè:
- azioni di fuoco da,
svolgere nei vari settori della difesa;
- trattai più importanti (la
vigilare e sbarrare.
Stabilito il concetto
d'impiego del fuoco, fissa i gruppi a difesa dei vari
settori, e quelli della massa di manovra, ed infine indica
i limiti della zona di schieramento.
-
In base a tali prescrizioni
il comandante d'artiglieria divisionale concreta ed attua
lo schieramento dei gruppi in modo da assicurare
costantemente l'efficacia e la continuità del fuoco avanti
alla linea di sicurezza e nell'interno della zona di
sicurezza e della posizione di resistenza ma
essenzialmente davanti ai tratti più sensibili della
posizione di resistenza stessa. A tal riguardo i
comandanti di gruppo a difesa di settore prendono tutti
gli accordi e procedono alle intese necessarie con i
comandanti dei settori rispettivi.
In particolare tutte le
batterie devono essere in grado di eseguire lo sbarramento
davanti alla linea di resistenza, mentre è sufficiente che
solo una parte agisca davanti alla linea di sicurezza e
nell'interno della zona di sicurezza.
-
Lo schieramento dovrà quindi
essere idoneo a disimpegnare il suddetto precipuo compito,
ed alquanto profondo per consentire più ampie possibilità
alla manovra del fuoco.
Si dovrà:
- sottrarre quanto possibile
lo schieramento all'azione della controbatteria nemica;
- ostacolare la
individuazione delle batterie all'osservazione aerea e
terrestre con il mascheramento ed il defilamento;
- rendere dispendiosa e
lenta la controbatteria nemica con larghe, scaglionate ed
irregolari posizioni delle batterie;
- sottrarsi appena possibile
al tiro nemico con posizioni multiple già riconosciute e,
se del caso, organizzate.
-
Il comandante d'artiglieria
divisionale precisa quindi, ai gruppi a difesa dei settori
ed a quelli massa di manovra, i settori normali ed
eventuali ed i compiti durante lo sviluppo della difesa.
Sempre che possibile i settori di azione dei gruppi devono
coincidere con i corrispondenti settori dei battaglioni o
dei reggimenti dì fanteria.
A seconda delle maggiori o
minori notizie che sì avranno sul nemico e del tempo che
sarà concesso per l'organizzazione della difesa, detti
compiti potranno essere definiti in un dettagliato «piano
d'impiego del fuoco» ovvero adattati con semplici
predisposizioni alle contingenze del combattimento.
Speciale importanza nella
fase dì resistenza hanno quei provvedimenti intesi ad
assicurare la più efficace azione dì sbarramento, sia che
l'attacco si manifesti palesemente, sia che sì sferri dì
sorpresa con il favore della nebbia o della oscurità.
-
L'organizzazione a difesa,
di una posizione mentre il nemico è ancora lontano si
effettua sotto la protezione della esplorazione terrestre
e di uno scaglione dì sicurezza. Questo scaglione potrà
essere rinforzato da aliquote di artiglieria - dì massima
un gruppo o batterie isolate - per rallentare con
l'interdizione, iniziata alle maggiori distanze,
l'avanzata del nemico, e proteggere lo scaglione stesso
durante l'esecuzione del suo compito. Queste artiglierie
schierate in posizione avanzata ed idonea ripiegheranno
poi a scaglioni nella zona dì schieramento per assumere le
posizioni in precedenza prescelte e, se possibile, già
organizzate. Il ripiegamento deve essere accuratamente
preparato in modo da poterlo attuare nel massimo ordine e
rendere facile e rapida la presa delle nuove posizioni.
-
Organizzazione del fuoco.
Deve consentire il massimo rendimento delle artiglierie
con la pronta e precisa manovra del fuoco allo scopo di:
- logorare il nemico e
impedirgli di penetrare nella posizione di resistenza;
- stroncargli ogni progresso
qualora riuscisse ai penetrarvi;
- agevolare il contrattacco.
La maggiore disponibilità di
munizioni deve compensare la eventuale inferiorità
numerica, delle artiglierie della difesa.
-
L'organizzazione del fuoco
spetta, al comandante dell'artiglieria divisionale in base
alle direttive del comandate della divisione.
L'organizzazione di dettaglio e l'attuazione ai comandanti
di gruppo d'accordo coi comandanti di settore interessati.
-
La preparazione del tiro
avrà quel maggiore sviluppo e perfezione che il tempo ed i
mezzi consentiranno di raggiungere.
I documenti per il tiro
dovranno man mano arricchirsi di tutte quelle indicazioni
(zone battute e non battute - punti di riferimento nelle
zone tatticamente più importanti - tratti di sbarramento -
ecc.) che facilitano i immediato intervento e la, pronta e
sicura manovra del fuoco.
-
Un ben orientato e vigile
servizio di osservazione, scaglionato opportunamente in
profondità e capace di frugare minutamente il terreno fin
dalle maggiori distanze ma in particolare davanti alla
linea di sicurezza e nell'interno della zona stessa,
dinanzi alla linea di resistenza e nell'interno di detta
posizione, deve assicurare una pronta individuazione e
designazione degli obiettivi.
Ne consegue la necessità di
organizzare opportunamente la manovra del personale e dei
mezzi per assicurare la continuità della osservazione
nelle varie fasi di sviluppo della difesa.
La organizzazione delle
trasmissioni basata su collegamenti multipli nel senso del
fronte e della profondità, deve assicurare sempre la
continuità, e l'immediatezza delle informazioni, della
emanazione degli ordini e delle richieste di fuoco.
-
Sistemazione del terreno. Lo
sfruttamento del terreno deve ridurre al minimo i lavori
per l'adattamento e la sua sistemazione.
Nell'esecuzione di essi sia,
tenuto presente:
- la progressività, in modo
che si possa utilizzarli in qualsiasi momento il nemico
attacchi;
- l'occultamento per
sottrarsi all'osservazione nemica (aerea e terrestre) e
quindi al tiro.
La successione dei lavori
sarà normalmente la seguente:
- aumentare, le possibilità
di fuoco e di osservazione (campi di tiro e di vista);
- migliorare le postazioni;
- facilitare i rifornimenti
e garantire la sicurezza delle munizioni (accessi,
riservette);
- proteggere dall'azione dei
gas (difesa antigas);
- riparare e dar ristoro al
personale (ricoveri).
Batterie, gruppi ed
osservatori organizzeranno sempre la difesa vicina ed
antiaerea delle proprie posizioni e quella anticarro
sussidiata possibilmente con ostacoli passivi.
-
Durante l'avvicinamento e
l'organizzazione dell'attacco del nemico, una difesa,
attiva deve approfittare di tutte le occasioni favorevoli
per reagire col fuoco, per arrestare ed annientare
l'attaccante o, per lo meno, per logorarlo e rallentarne
l'avanzata in modo da dar tempo alla difesa di raggiungere
un grado di maggiore efficienza; ostacolarne i preparativi
d'attacco, proteggere gli elementi di sicurezza, durante
la priora resistenza e l'eventuale ripiegamento.
A questa azione partecipano
le artiglierie a lunga gittata con tiri di interdizione
lontana e di controbatteria tendenti recare il maggior
danno possibile all'artiglieria dell'attaccante in crisi
di schieramento.
L'artiglieria divisionale vi
partecipa con azione d'interdizione vicina, cogliendo ogni
momento favorevole per battere le fanterie nemiche che
avanzano.
Quella, contraerea ostacola
e pregiudica l'azione area dell'avversario.
-
La contropreparazione tende
a disorganizzare l'attacco nemico prima che si inizi. Può
avere effetti decisivi quando riesca a colpire il nemico
nei punti e nel momento opportuni.
È ordinata di massima dal
comando d’armata che, tenendo conto della situazione,
delle notizie sul nemico (organizzazione, forze e
soprattutto, quando si riesce a conoscerla, ora
dell'inizio dell'azione) e della disponibilità di
munizioni, ne fissa inizio, sviluppo e ritmo; è
organizzata e diretta, dai comandanti di artiglieria di
corpo d'armata e di divisione che fissano gli obiettivi da
battere, da chi, quando e come devono essere battuti.
Tra questi obiettivi barino
particolare importanza:
- le truppe d'attacco,
- le batterie più dannose
per le fanterie della difesa,
che occorre riconoscere ed
individuare mediante una accurata continua osservazione,
e battere con poderosi violenti concentramenti, evitando
ogni dispersione del fuoco.
La contropreparazione è
molto redditizia quando è effettuata con ricchezza di
munizioni.
I comandi d'artiglieria
concretano l'azione da svolgere in un «piano d'impiego del
fuoco» analogo a quello della preparazione.
-
La resistenza si sviluppa
con azioni di fuoco strettamente coordinate di fanteria e
artiglieria.
L'obiettivo principale
dell'artiglieria è la fanteria nemica, di cui occorre
assolutamente arrestare l'avanzata: sarà inoltre
necessario neutralizzare le batterie che recano maggiori
danni alle fanterie della difesa. E perciò:
- le artiglierie divisionali
convergono il fuoco sulle fanterie nemiche, ed in modo
speciale sugli elementi più avanzati;
- le rimanenti artiglierie
continuano la controbatteria, strettamente indispensabile,
con tiri di interdizione, estendono in profondità t'aziono
delle artiglierie divisionali.
Le azioni svolte in questa
fase sono: interdizione, controbatteria e sbarramento.
-
Contrattacco. Nel caso che
il nemico riesca a penetrare in qualche tratto della
posizione di resistenza, a massa e nel più breve tempo
possibile, si scatena, l'azione di repressione sulla
località occupata.
Quest'azione prepara il
contrattacco per riconquistare la posizione perduta, e si
converte in appoggio nel momento in cui il contrattacco si
inizia.
-
Nelle diverse fasi della
difesa la cooperazione tra fanteria e artiglieria è
assicurata innanzi tutto dalle predisposizioni iniziali
prese di comune accordo per l'organizzazione della difesa,
dalla coesistenza, di massima sempre possibile, dei posti
di comando di settore con quello dei gruppi a difesa,
dalle pattuglie O.C. inviate presso le unità avanzate e
presso i battaglioni di II e III scaglione destinati al
contrattacco, da un sistema di trasmissioni di certo
funzionamento, da segnalazioni semplici ed inequivocabili
per la richiesta del fuoco.
-
Nella difesa frequentemente
potrà accadere che non giungano richieste di fuoco quando
questo sia necessario. L'artiglieria in questo caso ha
l'obbligo di agire di iniziativa, in base alle
segnalazioni dei suoi osservatori, ed alle informazioni
elle deve procurarsi. L'artiglieria è cioè sempre
responsabile di un mancato intervento. In particolare è
colpevole quel comandante che, incaricato della
protezione di un dato settore, non interverga
tempestivamente, che venga o no richiesto.
-
Il coordinamento del fuoco
delle artiglierie nella divisione è attuato dal comandante
d'artiglieria divisionale mediante la perfetta
organizzazione dell'osservazione, il sicuro collegamento
tattico con i comandanti di settore, e, per l'attuazione
dei contrattacchi, con il comandante degli scaglioni
destinati ad effettuarli.
-
Combattimento temporeggiante
Si prefigge di guadagnare tempo, opponendo temporanea
resistenza su posizioni successive.
Aliquote di artiglieria
saranno assegnate agli scaglioni che si avvicendano nella
resi sterza e nel ripiegamento e con essi dovranno operare
nell'occupazione a difesa delle successive posizioni,
orientate alle azioni di fuoco di interdizione per
rallentare e disorganizzare l'avanzata nemica.
Lo schieramento sarà quindi
avanzato per allungare il braccio all'interdizione stessa
e profondo per consentire continuità all'azione.
L'organizzazione del fuoco,
adattata alla situazione ed alle necessità dell'intervento
tempestivo e di iniziativa, deve consentire azioni di
fuoco intense e manovrate.
-
Ripiegamento. - Quando si
effettua di iniziativa e fuori della pressione del nemico,
la retroguardia, rinforzata da artiglierie - batterie o
gruppi - della maggiore mobilità - e con munizionamento
adeguato, occupa, se possibile in precedenza e di giorno,
una prestabilita posizione da organizzare a difesa per
resistere e proteggere il ripiegamento fino a quando non
riceverà pur essa ordine di ripiegare.
Le rimanenti artiglierie o
seguono il movimento delle varie colonne secondo gli
ordini dei singoli comandanti o si portano direttamente
nella nuova zona di schieramento prescelta dal comandante
la divisione per la difesa.
Qualche batteria o anche
pezzi, della maggiore mobilità, potranno, se del caso,
essere lasciati nella primitiva posizione per sviluppare,
finché possibile e necessario, l'azione di fuoco per
ingannare il nemico.
-
Quando il ripiegamento si
effettua sotto la pressione del nemico, si costituirà uno
scaglione, con aliquota di artiglierie, con compito di
proteggere la rottura del contatto e, successivamente,
assumere funzioni di retroguardia.
L'artiglieria coopera
all'azione di questo scaglione battendo senza posa la
fanteria attaccante per ritardarne il più possibile
l'avanzata. Occorrendo, non esiterà a prendere posizione
allo scoperto per agire con maggiore rapidità a puntamento
diretto.
L'artiglieria si ritira solo
per ordine del comandante dello scaglione. In mancanza di
tale ordine dovrà combattere fino all'estremo, senza
preoccupazioni di perdere il materiale, anche dopo
esaurite le munizioni dei pezzi, con le mitragliatrici., i
moschetti, le bombe a mano.
Di questa circostanza tutti
gli ufficiali devono stare in mezzo ai pezzi per dare
l'esempio della serenità e del coraggio.
È in questi momenti che si
palesano le virtù dell'Arma e si confermano le sue
gloriose tradizioni.
CAPO VIII
L'ARTIGLIERIA
NELLA DIVISIONE DI 2a SCHIERA
-
Nella dislocazione iniziale
che la divisione di 2a schiera assume in primo tempo,
l'artiglieria deve attuare tutte quelle predisposizioni
che facilitano il pronto trasferimento nei più probabili
settori d'impiego: ricognizione di itinerari, lavori per
raggiungere celermente le strade, contatti coi comandi in
linea per orientarsi sulla situazione e sul terreno, ecc.
Quando sarà, noto il compito
della divisione e il settore d'impiego, l'artiglieria
inizia le operazioni necessarie per entrale in funzione al
momento ordinato con la maggiore efficacia.
-
Nell'azione offensiva,
l'artiglieria della divisione di 2a schiera potrà, essere
impiegata quale rinforzo dell'artiglieria della divisione
di 1a schiera sempre quando, sentita la necessità di tale
rinforzo, dalla situazione generale e dal prevedibile
sviluppo delle operazioni si possa presumere che la
divisione di 2a schiera sarà, sicuramente chiamata ad
operare nella stessa direzione di attacco nella quale
vengono orientate le sue artiglierie.
Questo impiego non vuole
infirmare il concetto di iscindibilità della divisione:
debbono quindi essere fissate dal comando del C.A.
opportune limitazioni sulle zone di schieramento, sui
compiti, e sul munizionamento che potrà essere consumato.
Anche le artiglierie della
divisione di 2a schiera, come le altre eventualmente
concesse in rinforzo, passano normalmente agli ordini del
comandante di artiglieria della divisione di 1a schiera, o
dei comandanti di artiglieria delle divisioni di 1a
schiera a favore delle quali operano.
-
Quando, invece, non sia
stato stabilito in precedenza il settore d'impiego della
divisione di 2a schiera, il reggimento d'artilieria entra
in azione generalmente col resto della divisione.
Questa entrata in azione è
caratterizzata dal fatto che l'artiglieria della divisione
di 2a schiera può utilizzare la preparazione del tiro e,
almeno inizialmente, gli osservatori delle artiglierie
della divisione scavalcata, o di quelle fra le quali la
divisione di 2a schiera deve inserirsi.
Di norma, le batterie della
divisione di 2a schiera non sostituiscono nelle loro
posizioni quelle delle divisioni di 1a schiera, ma si
schierano secondo le esigenze della situazione. In ogni
caso, le artiglierie delle divisioni di 1a schiera,
ultimato lo scavalcamento, non si ritirano con la loro
divisione, ma rimangono nelle posizioni per concorrere,
col fuoco, all'attacco della, divisione di 2a schiera,
fino a che siano in grado di farlo. Per questa azione,
passano alle dipendenze del comandante l'artiglieria della
divisione di 2a schiera.
-
Nella difensiva, la
divisione di 2a schiera può essere impiegata in vari modi;
per sostituire una divisione di 1a schiera, per chiudere
una falla, per contrattaccare, ecc.
L'impiego dell'artiglieria è
informato ai criteri generali esposti nell'azione
offensiva, tenendo presente l'aiuto che può avere dai
reperti già in linea.
CAPO IX
L'ARTIGLIERIA
NELLA DIVISIONE
ALPINA
-
L'artiglieria della
divisione alpina è costituita da reparti someggiati.
-
Il terreno compartimentato,
aspro e difficile, le fronti vaste e discontinue, il
frazionamento dell'azione, caratteristici nella guerra di
montagna, rendono spesso necessario il decentramento di
artiglieria (gruppi e anche batterie) alle varie colonne o
settori della divisione. Tale decentramento non deve però
portare ad un disperdimento della limitata disponibilità
di batterie su tutta la fronte della divisione.
-
Le forme del terreno
montano:
- creano notevoli angoli
morti al tiro. Spesso conviene ricercare posizioni
laterali, per poter battere efficacemente con tiro obliquo
le zone antistanti alle truppe che debbono essere
appoggiate o protette;
- impongono talvolta, specie
negli schieramenti avanzati, posizioni in cresta. Queste,
in genere, sono anche da, preferirsi, quando non sia
possibile sottrarsi all'osservazione terrestre nemica, per
la minore vulnerabilità che offrono;
- obbligano in particolari
casi al frazionamento della batteria fino all'impiego
eccezionale del pezzo isolato, quando la posizione non
consente il portamento di tutti i pezzi;
- ostacolano in genere
l'attuazione della manovra di fuoco. Occorrerà però sempre
cercare, con opportuni, procedimenti, di poter concentrare
sugli obiettivi il fuoco di più batterie.
-
L'organizzazione
dell’osservazione terrestre è di massima agevolata dai
numerosi osservatori naturali offerti dal terreno montano.
Nella scelta degli
osservatori si tenga presente che quelli più alti, che
consentono un maggior campo di vista, sono più sovente
avvolti dalla nebbia. Occorre scaglionare gli osservatori
in quota, sempre che possibile.
-
L'organizzazione delle
trasmissioni deve essere essenzialmente basata, specie in
primo tempo, sui mezzi radio e sulle trasmissioni ottiche.
Lo stendimento di lunghe linee telefoniche richieda molto
tempo e forte impiego di materiale.
-
In montagna la sorpresa è
insita nella natura stessa dell'ambiente: l'artiglieria
dovrà provvedere alla difesa vicina coi mezzi di cui è
dotata e anche richiedere, ove necessario, adeguati
reparti di scorta.
-
Il rifornimento delle
munizioni, difficile e lento, impone grande parsimonia,
nei consumi, i tiri saranno quindi limitati agli obiettivi
di maggiore importanza e bene accertati ed in genere
eseguiti con l'osservazione terrestre o con dati ricavati
con grande approssimazione.
-
Nell'offensiva l'azione
dell'artiglieria è subordinata alla possibilità di
schierarsi opportunamente per dare costante appoggio alle
colonne che attaccano; è necessario perciò che le batterie
siano capaci di superare qualsiasi difficoltà e di seguire
la fanteria alpina ovunque.
-
È indispensabile la massima
oculatezza nello stabilire, in relazione alle presumibili
necessità di entrare in azione:
- il posto delle artiglierie
nel dispositivo di marcia delle colonne;
- le modalità di movimento
delle artiglierie stesse.
Ciò perché:
- le comunicazioni sono
scarse: è raro poter riservare all'artiglieria itinerari
propri;
- le zone alte allo
schieramento delle artiglierie si presentano in modo
discontinuo.
-
L'attività di ricognizione
da parte degli organi di comando delle unità d'artiglieria
é facilitata dalla conformazione del terreno, nel senso
che questo palesa in modo evidente le zone favorevoli agli
schieramenti. Su tali zone, organi di comando e pattuglie
devono possibilmente giungere con notevole anticipo per le
ricognizioni di dettaglio, per i lavori occorrenti e per
predisporre in genere lo schieramento dei mezzi, che in
montagna può riuscire particolarmente difficile e
laborioso.
-
Nel completamento e nello
sfruttamento del successo l'azione delle artiglierie deve
specialmente esplicarsi nell'inseguire l'avversario con
concentramenti di fuoco in maniera da disorganizzarlo,
infliggergli perdite e, possibilmente, precludergli ogni
via di scampo.
-
Nella difensiva, data
l'ampiezza dei fronti, l'artiglieria é spesso decentrata
per assolvere il proprio compito di interdizione e di
sbarramento davanti ai tratti più vulnerabili e di più
facile accesso della posizione di resistenza, é necessario
un accurato studio del terreno per la difficoltà di
battere efficacemente ovunque a causa degli angoli morti e
delle forti pendenze.
L'interdizione vicina può
riuscire di particolare efficacia per i passaggi obbligati
e la lentezza, dei movimenti imposti al nemico dal
terreno.
CAPO X
L'ARTIGLIERA
NELLA DIVISIONE
CELERE
-
L'artiglieria della D.C. è
costituita normalmente da batterie di piccolo calibro
motorizzate ed a cavallo; occorrendo può essere rinforzata
da gruppi di medio calibro cannoni a lunga, gittata).
-
In base al compito che la
divisione deve assolvere, le artiglierie muovono col
grosso oppure sono assegnate ai distaccamenti o alle
colonne che debbono svolgere particolari azioni
decentrate, se occorre, sino alla batteria.
-
Assumono importanza, per la
possibilità di incursione di elementi celeri nemici, le
disposizioni per la sicurezza nel movimento ed in
posizione.
Pertanto, quando
l'artiglieria deve innovare fuori della copertura delle
truppe con le quali coopero, dovrà, essere provvista di
adeguati reparti di scorta.
-
Lo schieramento deve essere
attuato sollecitamente affinché l'intervento riesca
tempestivo: ciò impone lo sfruttamento di posizioni
facilmente occupabili, in prossimità delle strade, e di
adatti punti di osservazione. Se necessario, non si deve
esitare a prendere posizione allo scoperto per poter agire
con la massima celerità ed a puntamento diretto.
Lo schieramento deve essere
avanzato quanto più possibile per appoggiare l'azione che
si svolge, celermente ed in profondità.
-
Le azioni di fuoco saranno
rapide e di sorpresa, ad iniziativa dei comandanti contro
obiettivi accertati, approfittando delle occasioni quasi
sempre fuggevoli.
Sempre che possibile, si
cercherà di concentrare il fuoco di più batterie.
-
L'iniziativa deve essere
basata sull'osservazione diretta, sul completo
orientamento sulla situazione e compito e sul perfetto
affiatamento con le unità con le quali l'artiglieria
coopera.
-
L'organizzazione del fuoco e
assume carattere speditivo: sfrutta al massimo le carte
topografiche di cui dispone. La preparazione del tiro per
la manovra del fuoco è possibile quando la divisione operi
riunita, debba: attaccare o difendersi sul fronte di
ampiezza limitata, e vi sia tempo disponibile.
-
L'organizzazione
dell'osservazione e dei collegamenti deve essere semplice
e rapida.
Per le trasmissioni si farà
uso specialmente dei mezzi radiofonici.
-
Il rifornimento delle
munizioni può talvolta presentare speciali difficoltà.
Tutti i comandanti dell'Arma con attenta cura debbono
saper commisurare l'impiego del fuoco al munizionamento
disponibile.
CAPO XI
L'ARTIGLIERIA
NELLA
DIVISIONE MOTORIZZATA
-
La divisione motorizzata,
grande unità tattica su automezzi, è caratterizzata dalla
possibilità di eseguire ampi e rapidi spostamenti su
rotabili.
Prima di impegnarsi appieda.
Tatticamente è una divisione di fanteria, di forza
ridotta, con l'artiglieria a traino meccanico ed i servizi
motorizzati.
I criteri d'impiego
dell'artiglieria sono quindi gli stessi di quelli della
divisione di fanteria.
-
Speciale importanza assume
per l'artiglieria la disciplina di marcia, che deve essere
rigorosamente osservata, per evitare inconvenienti che
possono essere gravissimi, dato il gran numero di
automezzi di cui la divisione dispone.
-
Le artiglierie motorizzate -
specie in terreno accidentato - troveranno qual che
limitazione nella scelta delle posizioni, le quali, di
massima, andranno ricercate nelle vicinanze delle strade
per facilità di occupazione e di abbandono e per non
ostacolare e rendere difficili i rifornimenti.
CAPO XII
L'ARTIGLIERIA DI CORPO D'ARMATA
-
Le artiglierie assegnate
organicamente al C.A. sono:
- artiglierie di C.A.
propriamente dette; composte di cannoni di medio calibro,
a lunga gittata, particolarmente atti alla controbatteria
ed all'interdizione e obici di medio calibro, con
rilevante potenza del colpo singolo, particolarmente atti
alla controbatteria ed allo spianamento;
- artiglierie suppletive; di
piccolo calibro, analoghe a quelle divisionali ma a
traino meccanico. Per l'azione vengono normalmente
assegnate in rinforzo alle divisioni secondo il concetto
operativo del comandante del C.A.;
- artiglierie contraeree,
per la difesa antiaerea, della zona assegnata al C.A.
Possono essere rinforzate da
aliquote di artiglierie d'armata.
-
I compiti affidati
all'artiglieria di corpo d'armata sono:
- la controbatteria;
- l'eventuale interdizione
lontana, entro i limiti fissati dall'armata.
L'artiglieria di C. A. può
inoltre dare il rinforzo o il concorso di fuoco alle
artiglierie divisionali per l'assolvimento (lei compiti
spettanti a queste, nonché il concorso di fuoco ai C. A.
laterali.
-
L'artiglieria di corpo
d'armata dipende dal comandante d'artiglieria del C.A., il
finale dispone normalmente anche di:
- una compagnia osservatori;
- una sezione topografi;
- una sezione aerologica
(con tanti posti aerologici quante sono le divisioni
dipendenti);
- mezzi aerostatici e mezzi
aerei, messi a disposizione del comandante del C.A.;
- eventualmente di una
sezione fonotelemetristi assegnata dal comando artiglieria
d'armata.
I collegamenti occorrenti al
comando di artiglieria di C. A. con gli elementi
dipendenti sono impiantati a cura del genio di C. A.
-
Nell'offensiva il
comandante, di artiglieria di C. A., in base agli ordini
del comandante del C.A., deve:
Prima e durante la marcia al
nemico proporre e successivamente disporre:
- per l'eventuale
assegnazione alle divisioni di artiglierie di rinforzo;
- per l'eventuale impiego di
batterie a lunga gittata spinte innanzi con le divisioni
di 1a schiera;
- per il movimento delle
artiglierie rimaste alle dirette dipendenze;
- per l'impiego delle
artiglierie contraeree, tenendo conto dei mezzi di cui
dispongono le divisioni;
- per l'esecuzione delle
ricognizioni relative all'eventuale schieramento dei
gruppi dipendenti e degli osservatori;
- per l'impiego dei reparti
speciali.
-
Prima e durante l'azione
emanare gli opportuni ordini per:
- effettuare lo schieramento
delle artiglierie, in modo che queste possano al più
presto iniziare la loro azione efficace,;
- organizzare e far
funzionare la controbatterie, e eventualmente
l'interdizione lontana;
- organizzare ed effettuare
la preparazione d'artiglieria;
- concedere concorsi di
fuoco alle artiglierie divisionali ed eventualmente anche
a quelle di altri C.A;
- richiedere eventualmente
il concorso all'artiglieria, dei C.A. laterali o
dell'armata;
- predisporre appoggi
reciproci tra le artiglierie delle divisioni di V schiera
appartenenti al C.A.;
- provvedere al rifornimento
munizioni.
-
Delineatosi il successo:
- spingere avanti,
decentrandole di norma alle divisioni, batterie o gruppi a
lunga gittata, ben munizionati, per partecipare
all’inseguimento;
- provvedere con potenti
concentramenti di fuoco delle rimanenti artiglierie a
battere il nemico fino al limite delle gittate.
-
Nella difensiva le
attribuzioni del comandante d'artiglieria di C.A. sono di
ordine analogo. In particolare, sempre in relazione alle
disposizioni del comandante di C.A., egli deve predisporre
per:
- l'impiego di batterie a
lunga gittata da, posizioni avanzate;
- l'organizzazione della
contropreparazione, quando non venga accentrata presso
l’armata.
-
L'assegnazione alle
divisioni di artiglierie di rinforzo durante la marcia al
nemico, é determinata talvolta da speciali condizioni di
terreno (molto coperto, rotto, compartimentato), dalla
situazione tattica, dalle notizie sul nemico; sempre dal
concetto operativo del comandante la G.U., specie se si
prevede che l'avvicinamento sbocchi immediatamente
nell'attacco.
-
L'impiego di batterie a
lunga gittata spinte innanzi con le divisioni di 1a
schiera, nell'offensiva, é normalmente effettuato durante
l'avvicinamento per poter al pian presto iniziare la
controbatteria e battere obiettivi di speciale
importanza.
Il pronto rilevamento di
questi ed una redditizia osservazione rendono
indispensabile la disponibilità dei mezzi aerei.
Ultimato l'avvicinamento
tali batterie riassumono la loro funzione nell'ambito
delle artiglierie di C.A.
In difensiva l'impiego di
queste artiglierie da posizioni avanzate, che possono
essere scelte anche nella zona di sicurezza, ha lo scopo
di poter battere alle maggiori distanze il nemico in
movimento. Queste artiglierie vengono normalmente messe
agli ordini dei comandanti di divisione e vi restano sino
al momento in cui debbono essere fatte retrocedere per
occupare le posizioni per esse già predisposte nel normale
schieramento difensivo. Tutto deve essere organizzato per
ridurre al minimo la crisi derivante da questo loro
spostamento nel corso dell'azione.
-
Il movimento delle
artiglierie sarà predisposto in conformità del compito
loro affidato. Esso va attuato in relazione alle
prevedibili necessità di intervento, in modo elio questo
riesca tempestivo, senza, disturbare il movimento delle
divisioni di la schiera.
L'attuazione del movimento
deve tener conto della velocità di marcia, consentita alle
suddette unità, velocità che deve essere sfruttata anche
poi la buona conservazione degli autoveicoli. Da ciò
l'opportunità di assegnare loro - sempre che possibile -
itinerari adatti.
Nelle zone soggette alle
offese nemiche le artiglierie di massima avanzano a sbalzi
attuando tutte le disposizioni capaci di occhi tane
all'osservazione terrestre ed aerea.
-
Le ricognizioni per lo
schieramento e l'organizzazione del fuoco, devono essere
predisposte ed effettuate tempestivamente, tenendo conto
delle necessità delle artiglierie divisionali ed
eventualmente di quelle d’armata.
Delle zone prescelte occorre
dare in tempo notizia, ai comandi di artiglieria
interessati.
Con analogo criterio deve
provvedersi per Ia ripartizione delle località,
particolarmente atte all'osservazione.
Le ricognizioni debbono
raccogliere lutti gli elementi indispensabili per la
pronta esecuzione del fuoco, ma debbono essere effettuate
con personale e mezzi limitati in modo da non creare
intralci e ingombri alle unità che avanzano.
-
Lo schieramento deve
adattarsi alla situazione, allo scopo da raggiungere, al
terreno, alle caratteristiche dei materiali, ai mezzi
disponibili. Esso, può essere attuato progressivamente o
in un sol tempo; l'importante è che sia tempestivo. Se
progressivo, la prima imbastitura sarà, realizzata dai
gruppi eventualmente assegnati durante mento alle
divisioni di 1a schiera. Con situazione nemica, definita
potrà essere attuato contemporaneamente e con prestabilito
concetto. Durante l'organizzazione dell'attacco, lo
schieramento potrà subire quegli ultimi ritocchi che la
precisazione degli intendimenti e della situazione potrà
suggerire.
Nell'azione offensiva lo
schieramento dovrà, essere sempre avanzato, per avere il
maggior raggio d'azione entro il territorio nemico, ma
sarà opportuno scaglionarlo con qualche profondità, sia
per poter effettuare la manovra del fuoco su tutto il
fronte del C.A., sia per essere, nel suo complesso, in
grado di parare a qualsiasi eventualità.
Nell'azione difensiva dovrà
realizzarsi invece uno schieramento più arretrato e
maggiormente scaglionato in profondità.
-
L'impiego dei reparti
speciali va studiato e predisposto minutamente e in tempo.
In particolar modo quello della sezione topografi, la
quale deve essere messa in grado di iniziare il suo lavoro
il più presto possibile. Il lavoro di detti reparti deve
procedere con criteri di progressività, tenendo presente
la necessità che gli elementi in un primo tempo raccolti
possano essere subito utilizzati dalle unità dipendenti, e
ciò, sia per quanto riguarda la preparazione topografica,
sia per quanto si riferisce all'osservazione ed al
servizio aereologico.
-
L'organizzazione ed
esecuzione della controbatteria. L'ostacolo attivo più
pregiudizievole, fin dalle maggiori distanze,
all'avanzata, della fanteria é il fuoco dell'artiglieria
nemica: la controbatteria per ciò é elemento essenziale di
cooperazione e deve essere tempestivamente organizzata per
svolgersi contemporaneamente al movimento della fanteria.
La controbatteria è diretta
successivamente contro le batterie nemiche attive ed
individuale, per neutralizzarle ed eventualmente
distruggerle, comunque per paralizzarne l'organizzazione
del tiro ed i rifornimenti. Si svolge di massima per
concentramenti di gruppo o di più gruppi: in qualche caso,
quando si disponga di ottima osservazione dell'obiettivo
e specie dopo un concentramento di più gruppi, può essere
impiegato il tiro di una sola batteria, purché ben
aggiustato sull'obiettivo. L'ordine di successione e
l'intensità del fuoco sono determinate in relazione al
danno che dette batterie nemiche alterano alla nostra
fanteria, al grado di attività da esse svolto e alla
disponibilità dei mezzi (bocche da fuoco e munizioni).
-
Il comandante d'artiglieria
di C.A., secondo gli ordini del comandante del C.A.,
organizza, dirige ed attua la controbatteria, cioè:
- assegna i mezzi;
- precisa ordinamento e
dipendenze;
- stabilisce i settori
d'azione dei singoli gruppi;
- guida e gradua, il suo
svolgimento durante l'azione indicando le zone su cui deve
particolarmente svolgersi ed intensificarsi.
Alle sue dirette dipendenze
un comandante di raggruppamento - in genere quello di C.A.
- agisce come comandante della controbatteria, con
l'incarico di farla effettivamente funzionare. Questo
comandante, sempre perfettamente A corrente della
situazione, assegna gli obiettivi e ordina ai singoli
gruppi le azioni di fuoco più appropriate per realizzare
nel modo più (etere e migliore gli intendimenti del
comandante di artiglieria del C. A.
-
Quando il numero dei gruppi
assegnati alla controbatteria, per rinforzi ricevuti,
risulta rilevante, potranno essere costituiti dei
sottoraggruppamenti, in genere orientati ciascuno nel
settore di mia divisione. Questi sottoraggruppamenti
svolgono la controbatteria nei rispettivi settori per
ordine dei loro comandanti seconda le direttive ricevute
dal comandante la controbatteria, il quale, quando
occorre, ordinerà, concorsi di fuoco dall'ano all'altro
sottoraggruppamento. Sarà sempre opportuno che il
comandante della controbatteria, conservi alle sue dirette
dipendenze qualche gruppo di maggiore gittata per
manovrare il fuoco su tutto il fronte e battere gli
obiettivi pipì lontani.
-
Alla controbatteria possono
concorrere le artiglierie divisionali (essenzialmente
gruppi massa di manovra).
-
Il comandante della
controbatteria organizza un centro raccolta notizie che
raccoglie ed integra, i dati provenienti dalle diverse
fonti informative; studia ed interpreta le fotografie
degli aerei; elenca le batterie nemiche con la indicazione
del calibro, della posizione, della loro attività e delle
azioni di fuoco sa esse svolte in modo da fornire in
qualsiasi momento il quadro più esatto possibile della,
situazione delle artiglierie nemiche che serva di base per
tutta l'azione della controbatteria.
-
L'efficacia della
controbatteria oltre che dallo schieramento dei mezzi
trattato, dipende:
- dalla organizzazione del
fuoco;
- dalla disponibilità, di
munizioni.
-
L'organizzazione del fuoco
deve assicurare una rapida individuazione ed un preciso
rilevamento degli obiettivi, e far corrispondere a:
questo una pronta azione di neutralizzazione ed
eventualmente di distruzione.
Per l'osservazione terrestre
di massima, si avranno:
- un sistema di osservatori
fornito dal comando di artiglieria e dal comando o dai
comandi di raggruppamento. Tali osservatori hanno lo scopo
di consentire la sorveglianza generale, la ricerca degli
obiettivi ed il controllo ai fini della manovra del fuoco;
- un sistema di osservatori
dei reparti, orientati ciascuno nel settore di azione
normale, destinati ad assicurare la sorveglianza
particolare e la osservazione del tiro.
L'osservazione aerea deve
essere sempre considerata come elemento di capitale
importanza, dato che la maggior parte delle batterie
nemiche sarà defilata alla nostra, osservazione terrestre.
Le fotografie aeree, oltre a concorrere alla
individuazione delle batterie, possono costituire
documento per la preparazione topografica.
L'osservazione aerea però va
impiegata con criteri economici, intesi nel senso che agli
aerei in volo debbono essere affidate contemporaneamente
più missioni (ricerca ed individuazione degli obiettivi,
osservazione e controllo del tiro, rilievi fotografici)
su zone bene determinate e per durate relativamente brevi.
Le trasmissioni, in un primo
tempo, potranno limitarsi ai collegamenti radio ed a
quelli che costituiscono l'asse dei collegamenti. A
schieramento ultimato, occorrerà poter disporre di una
rete che colleghi gerarchica mente i posti di comando, e
di una rete di osservazione che allacci i diversi
osservatori fra loro e con le centrali della compagnia
osservatori e delle sezioni fonotelemetristi.
Particolare importanza hanno
le trasmissioni con gli aerei.
-
L'impiego delle artiglierie
contraeree è, regolato dal criterio di proteggere quanto
più possibile il cielo del C.A. ed in primo luogo lo
schieramento delle artiglierie e le località di
particolare importanza agli effetti del movimento e del
rifornimento. Alla protezione delle truppe più avanzate
provvedono i cannoni-mitragliere assegnati alle
divisioni e le mitragliatrici delle singole unità.
-
Il rifornimento delle
munizioni é inteso ad assicurare a tutte le artiglierie
del C.A. la possibilità di adeguare il fuoco alle
prevedibili necessità di impiego. Il comandante
d'artiglieria del C.A. che riceve le richieste di
munizioni deve: vigilare i consumi; predisporre e
dislocare opportunamente gli, elementi di rifornimento;
stabilire l'aliquota di munizioni da tenere sugli
automezzi e sui carri rimorchio per facilitare un più
rapido rifornimento; provvedere in tempo ai necessari
spostamenti in caso di avanzata o di ripiegamento.
CAPO XIII
L'ARTIGLIERIA D'ARMATA
-
Le artiglierie assegnate
organicamente all'armata sono:
- artiglierie di medio
calibro di gittata rilevante, alcune delle quali capaci di
entrare in azione in tempo relativamente breve;
- artiglierie di grosso
calibro, pesanti e sufficientemente mobili, che richiedono
di norma molto tempo per l'entrata in azione;
- artiglierie leggere a
traino meccanico;
- artiglierie contraeree.
-
Gli ampi fronti che nella
guerra di rapida decisione verranno ad assumere l'armata,
obbligheranno sovente a ricorrere al decentramento.
Delle suddette artiglierie
perciò quelle di non grande gittata vengono normalmente
assegnate ai corpi d'armata dipendenti secondo il concetto
operativo del comandante dell'armata.
Quelle di maggiore gittata,
idonee alla manovra del fuoco sul fronte di più C.A.,
saranno tenute di massima, alla diretta dipendenza per
l'interdizione lontana e la controbatteria sulle batterie
nemiche più lontane.
Quelle di maggiore potenza
saranno impiegate per battere obiettivi di speciale
importanza e consistenza che ostacolino il progresso
della manovra concepita dall'armata.
Le artiglierie contraeree
provvedono alla difesa del complesso apparato logistico,
compreso nella zona di giurisdizione dell'armata (grandi
vie di comunicazione, ferrovie, stazioni, opere d'arte,
magazzini, depositi, ecc.) ed eventualmente completano
l'azione di quelle dei corpi d'armata e della difesa
territoriale.
-
Il comando d'artiglieria
d'armata dispone di:
- una compagnia osservatori;
- una sezione aereologica;
- mezzi aereostatici ed
aerei (messi a disposizione dal comandante d'armata);
- una o più sezioni
fonotelemetristi, normalmente decentrate per l'impiego ai
comandi di artiglieria nei corpi d'armata.
I collegamenti occorrenti al
comando artiglieria d'armata con gli organi ed i comandi
dipendenti sono impiantati a cura del genio dell'armata.
-
Il comandante di artiglieria
d’armata, in relazione agli ordini avuti dal comandante
dell'armata:
- assegna i rinforzi alle G.
U. dipendenti nel tempo e con le modalità opportune per
non appesantirle prematuramente;
- provvede al movimento,
allo schieramento ed all'ordinamento delle artiglierie
direttamente dipendenti.
Parte di queste - la più
mobile - avanzerà dietro le divisioni di 1a schiera e
potrà eventualmente venire subito decentrata ai corpi
d'armata; la rimanente parte muoverà più indietro.
Lo schieramento sarà
preceduto dalle opportune ricognizioni, per le quali anche
darà i necessari ordini il comandante di artiglieria
d’armata con criteri analoghi a quelli già detti per
l'artiglieria di C. A.;
- provvede alla
organizzazione dell'osservazione ed all'impiego dei mezzi
per l'osservazione aerea e terrestre posti a sua
disposizione;
- provvede alla
organizzazione ed alla esecuzione della interdizione
lontana;
- in caso di sosta
prolungata su terreni favorevoli e di fronti ristrette,
assume la organizzazione della controbatteria (in
particolar modo: ricerca, individuazione e determinazione
delle batterie nemiche) lasciando tuttavia ai corpi
d'armata, la esecuzione. A tale scopo suddividerà il
territorio nemico in zone normali d'azione assegnate ai
singoli corpi d'armata, che potranno o non coincidere coi
settori d'azione dei corpi d'armata stessi;
- provvede all'impiego delle
artiglierie contraeree direttamente dipendenti;
- dispone per il
coordinamento delle azioni delle artiglierie dei corpi
d'annata dipendenti ed in particolar modo attua i
provvedimenti per assicurare la saldatura delle azioni di
fuoco nelle zone di contatto dei corpi d'annata ;
stabilendo i reciproci concorsi di fuoco, e
sovrapponendovi il proprio;
- stabilisce il concorso di
fuoco alle grandi unità dipendenti ed eventualmente a
quelle laterali;
- si tiene al corrente dei
consumi e mantiene stretto collegamento con l'intendenza
d’armata per tutto quanto riguarda il rifornimento delle
munizioni;
- concorre, in stretta
cooperazione con l'ufficio informazioni dell'armata e col
reparto topocartografico d’armata, alla compilazione ed
all'aggiornamento dei documenti relativi alla
organizzazione ed attività nemica.
-
L'interdizione lontana è il
compito principale dell'artiglieria d'armata, sia
nell'azione offensiva che difensiva. Suoi obiettivi
principali sono: colonne in movimento, sedi di comando,
località particolarmente importanti per il movimento ed il
rifornimento dell'avversario, ecc.
I tiri contro colonne in
movimento dovranno preferibilmente essere eseguiti nei
tratti che si possono prendere d'infilata e possibilmente
dove la truppa abbia difficoltà ad uscire dalla strada,
(strade a mezza costa, ponti, strette, ecc.). Per evitare
un largo consumo di munizioni questi tiri dovranno essere
possibilmente eseguiti a ragion veduta, cioè quando
l'osservazione, terrestre e specialmente quella aerea,
segnali l'effettiva presenza di, truppe nemiche. Occorre
allora sorprenderle con raffiche di fuoco improvvise,
potenti, saltuarie.
Sono quindi di norma da
escludere tiri sistematici, salvo il caso di accertato
intenso traffico notturno.
-
L'aeronautica con azioni di
bombardamento concorre efficacemente alla interdizione
lontana, prolungandola oltre la gittata delle artiglierie.
In un primo tempo, finché non entrano in azione le
artiglierie d’armata, disimpegna tutto il compito.
CAPO XIV
ARTIGLIERIA E CARRI
ARMATI
-
Carri armati agenti a massa
sul campo di battaglia possono ottenere risultati
importantissimi, talora decisivi.
L'artiglieria deve agevolare
il movimento dei propri carri, nell'attacco o nel
contrattacco, od ostacolare quello dei carri avversari,
nella difesa.
-
Azione offensiva. La
riuscita di un attacco di carri armati si fonda,
essenzialmente, sul loro sbocco di sorpresa e sulla
velocità. L'artiglieria dispone, in generale, di poco
tempo per sviluppare la sua azione: per ottenere effetti
sensibili, occorre impiegarla in quantità notevole.
Di norma, quindi, l'attacco
di una massa di carri armati è appoggiato non solo
dall'artiglieria eventualmente assegnata in proprio alle
unità carriste (o alle grandi unità corazzate), ma anche
da altre artiglierie già schierate nella zona. Il comando
tattico che ordina l'attacco dei carri armati fissa le
artiglierie che devono concorrervi e chi debba assumerne
il comando.
I comandanti della massa dei
carri, delle unità di fanteria e delle artiglierie che
operano con i carri, prendono fra loro tempestivi
opportuni accordi, ai quali partecipa il comandante
deviazione, quando l'attacco dei carri si svolge in
concorso con un attacco aereo. Ila però sempre importanza
preminente L'azione, di coordinamento del comandante
superiore, azione che sola, può dar valore agli accordi,
saldando tutte le volontà in una sola.
-
Prima dell'azione,
l'artiglieria, a mezzo dei suoi ordini di comando e di
osservazione, procede ad un minuto ed accurato studio di
tutto il terremo di attacco, con lo scopo di individuare
gli ostacoli che possono opporsi al movimento dei carri,
le difese passive, i campi minati, le batterie avversarie
ed in particolar modo le armi anticarro che costituiscono
l'obiettivo più pericoloso per i carri attaccanti.
È opportuno che in ciò
concorrano elementi dei carri armati, della fanteria che
coopera e dell'aviazione, ricavando così la base per gli
accordi e le intese tra i vari comandi.
-
Lo schieramento delle
artiglierie deve avere carattere arditamente offensivo,
modificando quello preesistente quando il comandante, che
ordina l'attacco dei carri armati, lo ritenga opportuno.
In ogni modo, è assolutamente necessario che alcune
batterie - preferibilmente tra quelle organiche delle
unità carriste, se esistono, o batterie reggimentali delle
unità di fanteria che cooperano con i carri - siano spinte
avanti il più possibile, in posizioni che consentano il
puntamento diretto, per poter istantaneamente entrare in
azione, a distanza ravvicinata, contro le armi anticarro
che si rivelassero nel corso dell'attacco. Tali batterie,
alle quali viene assegnato un determinato settore di
sorveglianza, non partecipano, di norma, alla preparazione
e si svelano solo al momento del bisogno.
Quando la situazione lo
richieda, qualche batteria, sarà orientata a rapidamente
spostarsi in avanti nel corso dell'attacco, anche per
pezzi isolati, per svolgere sempre più efficace azione
contro le armi anticarro.
-
Il comandante
dell'artiglieria si mantiene, durante l'attacco, collegato
il più intimamente possibile col comandante dei carri e
con quello della fanteria che coopera, per conoscere le
linee raggiunte dagli elementi più avanzati, le resistenze
che si incontrano, ed in particolar modo il momento in cui
la fanteria raggiunge e sorpassa i carri, riprendendo le
sue funzioni di elemento principale del coni battimento.
Ma è specialmente necessario
che l'artiglieria si ponga in condizioni di agire di
iniziativa, perché il collegamento con i carri sarà, in
genere aleatorio e i carri non sempre saranno in rado di
precisare posizione raggiunta od obiettivi da battere.
Decorre, quindi, fare il
massimo affidamento sulla osservazione terrestre,
organizzata in modo da poter seguire, possibilmente,
l'attacco fino al raggiungimento dell'obiettivo fissato.
Pattuglie O.C., sempre e che possibile, seguiranno il
movimento dei carri, con le prime unità della fanteria
cooperante, anche per poter rapidamente sistemare
osservatori in località più avanzate.
Col comandante dei carri, il
collegamento sarà tenuto cori la radio a bordo del carro
del comandante. Ridurre sempre lo scambio di comunicazioni
a segnalazioni semplici ed inequivocabili, precedentemente
concordate, per segnalare il raggiungimento di determinate
linee, richieste eventuali di tiro, ecc.
Col comandante di fanteria,
il collegamento sarà tenuto nel modo consueto.
-
L'attacco dei carri sarà
preceduto da preparazione di opportuna intensità e durata,
allo scopo di:
- neutralizzare (o
distruggere) armi e batterie anticarro, artiglierie che si
prevedono efficaci contro i carri, crampi di mine,
individuati dall'osservazione aerea e terrestre;
- spianare le resistenze
passive, sempre quando, per la loro consistenza e per la
natura, dei carri impiegati, questi non siano in grado,
con la sola propria azione di spianamento e di strappo, di
aprire, in esse, i varchi necessari per le fanterie che
dovranno seguire.
Solo nel caso in cui
nell'attacco con i carri si potesse ottenere la sorpresa
assoluta sul nemico o quando si avesse la certezza che le
difese anticarro avversarie - attive e passive - fossero
scarsamente sviluppate, si potrà rinunciare alla
preparazione. In tale eventualità tutte le artiglierie si
terranno pronte ad aprire il fuoco non appena i carri
staranno per svelarsi.
-
Durante l'attacco
l'artiglieria svolge azione di appoggio e di
controbatteria.
Finché l'azione dei carri è
prevalente su quella della fanteria attaccante, l'appoggio
è rivolto, in particolare ed istantaneamente, non appena
si rivelino, sulle armi anticarro che il nemico avrà
scaglionato in profondità nella sua sistemazione difensiva
e che, non individuate in precedenza, si sveleranno solo
al momento della loro entrata in azione alle brevi
distanze. Nel tempo stesso, sarà proseguita la
neutralizzazione delle armi già battute in fase di
preparazione ed ancora attive. Quando le condizioni
atmosferiche siano favorevoli, si potrà utilmente
ricorrere anche a tiri di accecamento, ad azione locale,
contro le singole, acuii anticarro, con l'impiego di
proietti fumogeni.
Tener presente che le armi
anticarro rappresentano il maggior pericolo per i carri
attaccanti e che perciò dovere dell'artiglieria è di
intervenire immediatamente contro di esse. E poiché non
sarà quasi mai possibile alle unità carriste individuare e
segnalare tempestivamente gli obiettivi, si rende
indispensabile la continua, attenta osservazione diretta
da parte dei comandi di artiglieria ed il loro intervento
di iniziativa automatico.
Quando però plastica e
copertura del terreno non consentano un intervento delle
artiglierie a ragion veduta contro le singole armi
anticarro, l'appoggio dovrà esplicarsi mediante robusti
concentramenti di fuoco, a cavallo delle direttrici
d'attacco delle unità carriste, spostarsi a sbalzi di
sufficiente ampiezza in relazione alla, velocità dei
carri.
In tal caso occorre
prestabilire segnalazioni convenzionali da effettuarsi
(alle unità carriste più avanzate, sia per indicare il
raggiungimento di determinate linee del terreno,
facilmente individuabili da bordo dei carri stessi
(razzi), sia per definire, a richiesta, la posizione
raggiunta (artifizi a fumata).
L'appoggio in tutti i casi,
non deve, in modo assoluto, ostacolare o rallentare
l'attacco dei carri. Esso va effettuato ricordando che i
carri si possono considerare invulnerabili alle schegge.
La controbatteria deve
rilevare e segnalare, con la maggiore rapidità possibile,
le batterie che con maggiore efficacia ostacolano
l'avanzata dei carri, per neutralizzarle al più presto con
adeguati concentramenti.
-
Azione difensiva. -
Segnalato un attacco nemico di carri armati a massa, tutte
le batterie che hanno azione normale nel settore nel quale
si svolge l'attacco, entrano immediatamente in azione, di
iniziativa dei, loro comandanti, con tiri di interdizione
vicina, che si sposteranno gradualmente col progredire
della massa dei carri ove non si riesca ad arrestarla,
sino a fissarsi nello sbarramento.
Le artiglierie che hanno
solo azione eventuale in detto settore, se non impegnate
in azioni di fuoco, intervengono anch'esse immediatamente
di iniziativa dei loro comandanti. Se impegnate, deciderà
il comandante del gruppo, se, tenuto conto dell'importanza
dell'azione di fuoco in corso, delle conseguenze che può
avere la riuscita dell'attacco dei carri, della
presumibile efficacia su questi del fuoco delle proprie
artiglierie, convenga che esse continuino l'azione in
corso o rivolgano il loro fuoco sui carri.
Le armi anticarro e le
batterie reggimentali, non appena i carri giungono portata
efficace di tiro, entrano in azione con tiri di arresto,
integrando lo sbarramento delle artiglierie. A tale
azione, possono concorrere pezzi isolati di piccolo
calibro, eventualmente destinati a tale compito.
Allorché i carri che
eseguono l'attacco siano in numero esiguo, sarà, di
massima sufficiente contro di essi l'azione delle armi
anticarro e delle batterie reggimentali, integrata dai
normali tiri di interdizione vicina e di sbarramento delle
artiglierie agenti nel settore attaccato.
CONCLUSIONE
I criteri esposti circa
l'azione dell'artiglieria nel combattimento possono così
essere riassunti:
- intervento tempestivo,
sempre in perfetta rispondenza alle necessità tattiche;
- azione a massa: di
sorpresa, violenta;
- cooperazione intima con
tutte le armi, con le quali deve agire;
- coordinamento dell'azione
dei vari scaglioni dell'arma affinché gli effetti del
fuoco si completino e si integrino nel quadro generale
della lotta con lo scopo unico: facilitare l'azione della
fanteria;
- elasticità e scioltezza di
organizzazione che consentano non solo di manovrare
rapidamente il fuoco, ma anche di seguire l'azione ed
adattarvisi col movimento delle batterie, specie quando
essa assuma particolare carattere di celerità;
- l'artiglieria, deve vedere
e sapere per agire coni la sua potente azione in qualsiasi
fase del combattimento;
- ricordare sempre che
l'artiglieria serve in quanto abbia garantito il suo
rifornimento munizioni.