Regio Esercito
Classificazione
del materiale di artiglieria
Classificazione del
materiale di artiglieria
Si chiamano artiglierie quelle
armi da fuoco le quali necessitano per il loro funzionamento
di uno speciale sostegno detto affusto (o installazione o
impianto) e di un certo numero di serventi, generalmente
superiore a due.
Sono elementi caratteristici
di una artiglieria:
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Il calibro: diametro
interno dell’anima misurato tra i pieni della rigatura
ed espresso in millimetri;
-
La lunghezza d’anima:
lunghezza compresa tra il fondo dell’anima faccia
anteriore dell’otturatore ed il vivo di volata. Si
esprime in calibri;
-
La costituzione
d’artiglieria: determina la resistenza della bocca da
fuoco e la sua forma;
-
Il congegno di chiusura
della culatta;
-
Il modo di unione
all’affusto.
Classificazione delle
artiglierie
Le artiglierie possono venire
diversamente classificate secondo l’elemento caratteristico
che si considera. Il terreno e il bersaglio, essenzialmente,
determinano un ben diverso modo di esplicarsi dell’azione di
artiglieria. E quindi diversi, in relazione al bisogno,
dovranno essere la velocità iniziale, il calibro, il
proietto, la mobilità, la trasportabilità, la rapidità del
funzionamento di chiusura dell’otturatore, la facilità del
brandeggio ecc. Le classificazioni fondamentali sono
tuttavia le seguenti:
-
Classificazioni rispetto
alla lunghezza dell’anima. Questa classificazione ci fa
dividere le bocche da fuoco in:
-
Cannoni: lunghezza d’anima
oltre i 25 calibri. Queste bocche da fuoco hanno grande
lunghezza d’anima, traiettorie tese, grandi velocità
iniziali, grandi gittate;
-
Obici: lunghezza d’anima
compresa dai 12 ai 25 calibri. Hanno traiettorie meno
tese; velocità iniziali e gittate intermedie;
-
Mortai e bombarde:
lunghezza d’anima fino a 12 calibri. Traiettorie molto
curve, piccole velocità iniziali, minori gittate.
-
Classificazioni rispetto al
calibro. L’esperienza determina, per ogni specie di
artiglieria, un limite al calibro, che dipenderà dalle
esigenze del servizio al quale ciascuna specie di
artiglieria è destinata. Rispetto al calibro, le
artiglierie si classificano in:
-
Artiglierie di piccolo
calibro: quando il calibro è inferiore a 100 mm
(compreso);
-
Artiglierie di medio
calibro: da 100 mm escluso a 210 mm compreso;
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Artiglierie di grosso
calibro: oltre i 210 mm.
-
Classificazioni rispetto
all’impiego. È la classificazione che, a scopo di un
migliore orientamento, è stata adottata per il
raggruppamento delle artiglierie nella successiva
descrizione sommaria. È perciò la classificazione sulla
quale, pur sommariamente, ci soffermeremo.
La classificazione delle
artiglierie rispetto al loro impiego, in relazione cioè alle
operazioni militari alle quali possono prendere parte, ai
bersagli da battere, ed anche ai modi di sistemazione dei
materiali è la seguente:
a) Artiglieria mobile: che
per la molteplicità dei compiti e delle condizioni di
impiego si suddivide in altre sotto specialità;
b) Artiglieria in
installazioni fisse;
c) Artiglieria contraerei;
d) Artiglieria da costa;
e) Artiglieria navale.
Questa classificazione fissa i
limiti pratici dei due elementi dell’artiglieria: calibro e
lunghezza d’anima, che sono i fattori della potenza
dell’artiglieria che maggiormente concorrono a determinare
il peso dell’artiglieria, e quindi la sua maggiore o minore
maneggevolezza; la possibilità del trasporto animale o
meccanico od autotrainato; l’ingombro che essa può dare; la
facilità del suo servizio ecc.
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Artiglieria mobile. - È
l’artiglieria destinata a prendere parte alle operazioni
dell’esercito in campagna, ed è assegnata alle grandi
unità di vario ordine per l’appoggio alla fanteria
nell’attacco e per la sua protezione nella difesa.
I materiali di questa
specialità di artiglieria debbono tutti possedere un certo
grado di mobilità, in misura maggiore o minore a seconda
dei compiti principali che possono essere loro assegnati;
e quindi a seconde dell’intimità del collegamento che i
reparti di artiglieria debbono avere con la fanteria da
appoggiare o da proteggere e secondo la potenza che si
richiede per le azioni di fuoco.
L’artiglieria divisionale è,
in sostanza, destinata a compiere le seguenti azioni di
fuoco, che possono essere raggruppate in azioni complesse
con varia denominazione in rispetto ai vari concetti
tattici particolari come: appoggio, concorso, spianamento,
protezione, ecc.:
-
nell’attacco
(preparazione e svolgimento): distruggere o neutralizzare
l’ostacolo o riparo del nemico, onde diminuire la capacità
reattiva della fanteria nemica, eliminare o neutralizzare
le batterie nemiche, i comandi, i servizi, ecc. Inoltre:
battere preventivamente punti che saranno in seguito
attaccati; battere fanteria nemica in attesa o in
movimento per intervenire nell’azione; neutralizzare
batterie che ostacolino il procedere dell’attacco;
neutralizzare comandi, osservatori, ecc.; neutralizzare le
successive resistenze attive incontrate dalla fanteria
attaccante, fino a che questa possa prenderle sotto il suo
fuoco o procedere all’assalto;
-
nella difesa (contropreparazione
e svolgimento): battere truppe, comandi, servizi dislocati
o in movimento entro il limite di gittata efficace;
arrestare il nemico o diminuirne l’impeto offensivo,
battendolo sul terreno immediatamente antistante al
margine esterno della posizione difensiva; battere il
nemico che sia riuscito a mettere piede sulla posizione
principale di difesa onde impedirgli di sviluppare il
successo, di rafforzarsi e di ricevere rinforzi o
rifornimenti.
Tutte azioni, queste, che
richiedono la dipendenza diretta del comando di Divisione
per il coordinamento delle azioni delle due armi nel quadro
tattico della Divisione di fanteria.
Allo scopo, poi, di poter
vincere resistenze attive di non grande entità, me che
rivelandosi all’ultimo momento possono ostacolare gravemente
l’azione dei reparti più avanzati della fanteria (nidi di
mitragliatrici), la fanteria stessa è dotata di pezzi
destinati ad agire isolatamente e con la massima prontezza
dalle linee più avanzate, e che costituiscono l’artiglieria
di fanteria.
In tutte queste specialità di
artiglieria, la caratteristica essenziale è la mobilità, la
quale impone i limiti di peso nei quali deve essere
contenuta, in ciascun caso speciale, la potenza. Queste
specialità possono designarsi con il nome complessivo di
artiglierie leggere.
Le artiglierie assegnate ai
corpi d’armata ed alle armate hanno per compiti essenziali
(oltre al concorso nella preparazione e nella
contropreparazione): la controbatteria (neutralizzare o
distruggere le batterie nemiche in azione o in potenza) e la
interdizione lontana (in senso estensivo di inibizione di
vita e di funzionamento di qualsiasi elemento capace di
agire indirettamente o in tempi successivi sul settore di
azione) più profondamente che sia possibile nell’interno
delle linee nemiche.
Queste azioni richiedono una
preparazione (informazioni) ed una organizzazione che non
possono essere effettuate nell’ambito della Divisione, e
potenza di materiali superiore a quella consentita dalla
mobilità imposta alle artiglierie leggere. A queste
artiglierie appartengono anche le artiglierie di grande
potenza.
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Artiglieria in installazioni
fisse. – Ammesso il principio di immobilizzare dei
materiali di artiglieria in opere permanenti, è necessaria
la loro protezione spinta al massimo grado; e ciò può
ottenersi soltanto con installazioni in pozzo a copertura
pesante, oppure in caverna. Per quest’ultima sistemazione
rimane pur sempre la difficoltà della cannoniera minima.
Le installazioni debbono
naturalmente permettere angoli di elevazione tali da poter
sfruttare tutta la potenza della bocca da fuoco anche su
bersagli a notevole angolo di sito; e, poiché i bersagli
sono in genere animati, oppure costituiti da coperture di
piccola resistenza, sono in genere sufficienti artiglierie
di medio e piccolo calibro, nelle quali deve ricercarsi la
massima celerità di tiro onde poter avere, anche con poche
bocche da fuoco, effetti importanti.
Dato poi l’ambiente chiuso,
dovranno essere predisposte con cura le provvidenze per la
sicurezza del personale contro i gas dannosi emessi dalla
propria bocca da fuoco nel tiro, e contro l’azione dei gas
tossici del nemico (apparecchi scacciafumo, pressione
d’aria interna superiore alla normale, ecc.).
Si impongono le minime
dimensioni del materiale, specialmente nell’affusto;
rinculo molto corto per rendere molto piccolo il diametro
delle cupole e le dimensioni della caverna, e quindi
diminuire la vulnerabilità.
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Artiglierie contraerei. – Le
artiglierie contraerei richiedono il massimo calibro e la
massima velocità iniziale compatibili con la celerità di
tiro, ed essenzialmente con la maneggevolezza della
cartuccia che, anche con il caricamento meccanico, impone
un limite al suo peso e alle sue dimensioni. È necessaria
la manovra automatica dell’otturatore e possibilmente
anche il caricamento automatico o meccanico delle lunghe
cartucce anche alle massime elevazioni. Sono necessari,
inoltre, metodi di tiro ed apparecchi molto perfezionati
per il puntamento diretto. Potrebbe essere anche
conveniente il puntamento ottenuto per trasmissione
elettrica da una stazione centrale di rilievo e di comando
o direttamente ai congegni di punteria dei pezzi, oppure a
indici mobili su quadranti applicati ai pezzi, con i quali
i serventi devono tenere costantemente coincidenti altri
indici comandati dai congegni di punteria.
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Artiglieria da costa. – Le
artiglierie da costa debbono provvedere, ad integrazione
della difesa mobile data dalle navi e di quella aerea, ad
opporsi sia all’azione di grandi navi di superficie, che
tentino il bombardamento delle basi navali difese dalle
artiglierie stesse, sia a quella di naviglio leggero e di
sommergibili (armati con cannoni di piccolo, medio e anche
grosso calibro) che tentino bombardamenti o proteggano
operazioni di sbarco.
Per la difesa costiera
occorrono quindi:
-
Cannoni di grandissima
potenza, superiore a quella delle artiglierie di maggior
calibro installate sulle navi:
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Cannoni di medio e piccolo
calibro a tiro rapido, per l’azione contro naviglio
leggero o sommergibili;
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Obici di grosso calibro,
adatti specialmente all’armamento di batterie costiere
elevate, dalle quali i cannoni non potrebbero
convenientemente svolgere la loro azione di lancio,
mentre con gli obici può sfruttarsi maggiormente il tiro
curvo per agire contro le parti meno protette delle
navi.
Le artiglierie da costa
possono essere sistemate in installazioni fisse o in
installazioni mobili.
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Artiglieria navale. – È
destinata ad agire essenzialmente contro le navi in
movimento, ed eventualmente contro bersagli a terra.
Comprende:
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Cannoni di grosso calibro
(armamento principale delle navi di linea o incrociatori
corazzati): per agire a grandissime distanze su navi
similari fortemente protette;
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Cannoni di medio calibro:
costituenti l’armamento secondario delle navi di linea e
incrociatori corazzati e l’armamento principale di
incrociatori leggeri, esploratori, cacciatorpediniere,
cannoniere ecc.: per l’azione contro naviglio leggero
(artiglierie antisiluranti);
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Cannoni di piccolo
calibro: armamento secondario di navi di qualsiasi
genere ed armamento sussidiario o complementare di
sommergibili, motoscafi, antisommergibili e per
contraerei
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