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Norme di impiego

Schieramento reparti

Materiale utilizzato

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Regio Esercito

L'Artiglieria al momento dell'intervento

in guerra 10 giugno 1940

 

 

 

L'artiglieria al momento dell'intervento

 

A metà marzo del 1940 lo Stato Maggiore ebbe ordine di compilare un progetto per il rinnovamento delle artiglierie, ormai superate.

Il progetto prevedeva di allestire nuove artiglierie già definite ed adottate ufficialmente fino dal 1935 (75/18, 149/40, 210/22) ma di cui si erano fino ad allora prodotti pochissimi esemplari, ed altre di imminente o recente definizione (105/40, 149/19, 90/53). Il progetto prevedeva anche di mantenere in servizio quelle artiglierie di vecchio tipo che rispondevano ancora sufficientemente bene al loro compito, quali il 75/13 sommeggiato, ed il 100 dei vari tipi.

In complesso occorreva provvedere all'allestimento di 15.371 complessi dei vari calibri, dal 20 al 210, e di 58 milioni di proiettili, il tutto per una spesa di 17 miliardi di lire (valuta del 1940).

Il programma era evidentemente fuori dal reale, non, si noti bene, perché l'artiglieria non avesse necessità di essere rinnovata prima di affrontare una guerra europea, ma perché non vi era né la disponibilità di materie prime, né la capacità industriale per produrre un così rilevante numero di pezzi in un ragionevole numero di anni.

Inutile dire che il programma rimase lettera morta durante tutta la guerra, tanto che potemmo produrre soltanto un esiguo numero di complessi da 149/40 e da 210/22 ed un limitato numero di complessi da 75/18, 90/53 e da 149/19, e le nostre divisioni giunsero all'armistizio con le vecchie artiglierie.

 

Artiglierie in servizio ed in commessa

all'atto dell'intervento

 

Tipo della bocca da fuoco

e calibro

Impiego

Cann. mitragliera da 20 mm mod. 35

Contraereo e anticarro

Cannone da 65/17

Batterie di accompagnamento (doveva essere sostituito dal 47)

Obice da 75/13

Artiglieria alpina e gruppi sommeggiati divisionali

Obice da 75/18 mod. 34

Gruppi divisioni fanteria normali (dovrà sostituire il 75/13)

Obice da 75/18 mod. 35

Gruppi divisioni celeri ed autotrasportabili. Previsto il traino animale e meccanico. Dati in commessa 252 complessi, ma all'atto dell'intervento solo 9 senza avantreni erano stati introdotti

Cannone da 75/27 mod. 06

Gruppi divisioni Libia ed Egeo

Cannone da 75/27 mod. 11

Gruppi divisioni di fanteria, celeri, motorizzate, corazzate, gruppi supplettivi di corpo d'armata

Cannone da 75/27 mod. 12

Gruppi divisioni celeri

Cannone da 75/27 C.K.

Artiglieria contraerei

Cannone da 75/34

Gruppi divisioni celeri e motorizzate (in corso di definizione)

Cannone da 75/46 mod. 34

Artiglieria contraerei

Obice da 100/17 mod. 14

Gruppi divisioni di fanteria, motorizzate e supplettivi di corpo d'armata

Obice da 100/17 mod. 16

Carrellato: gruppi divisioni da montagna

Cannone da 105/28

Artiglieria di corpo d'armata

Cannone da 105/32 (a)

Artiglieria di corpo d'armata

Obice da 149/13

Artiglieria di corpo d'armata

Obice da 149/12-14

Artiglieria di corpo d'armata

Obice da 149/19

Non ancora definito in tutti i particolari. Previsto il traino su 2 vetture, ma in corso esperimenti per ridurlo a una sola vettura. Dati in commessa 1.392 complessi, ma nessuna introduzione era stata fatta. Esisteva un solo esemplare sperimentale

Cannone da 149/35

Artiglieria d'armata

Cannone da 149/40 mod. 35

Dati in commessa 770 complessi, di cui i primi nel 1935. Introdotti soltanto una quarantina di complessi e formate 8 batterie da posizione. Destinato a gruppi di armate

Obice da 152/13

Artiglieria d'armata

Cannone da 152/37

Artiglieria d'armata

Cannone da 152/45

Artiglieria d'armata

Obice da 210/8

Artiglieria d'armata

Obice da 210/22

Dati in commessa 370 esemplari, di cui i primi fino dal 1935. Introdotti 24 complessi, di cui 8 ceduti all'Ungheria. Il materiale era a punto, salvo per quanto riguarda il freno; fu poi adottato quello ungherese. Destinato a gruppi di armata

Mortaio da 260/9

Artiglieria d'armata

Mortaio da 305/8

Artiglieria d'armata

Obice da 305/17

Artiglieria d'armata

Obice da 380/15

Artiglieria d'armata da posizione terrestre

Mortaio da 420/12

Artiglieria d'armata da posizione terrestre

 

Un cenno particolare deve essere fatto della difesa contraerea del territorio.

Si avevano in complesso 32 località di primo grado armate con artiglierie e mitragliatrici, e 265 località di secondo grado armate con sole mitragliatrici.

Le artiglierie in servizio erano:

  • 9 batterie da 88/35 cedute dalla Germania (le sole di tipo moderno)

  • 6 batterie da 102/35

  • 54 batterie da 76/45

  • 147 batterie da 76/40

  • 12 batterie da 77/28

  • 6 batterie da 75/27

  • 76 complessi da 20 mod. 39

Inoltre 4.270 mitragliatrici da 8 St. Etienne, 2 proiettori e 131 fonolocalizzatori.

Soltanto 90 di dette batterie (oltre le tedesche) erano fornite di stereotelemetri da m. 4 e di centrali mod. 37; le rimanenti batterie erano dotate do mezzi di ripiego antiquati.

Erano in commessa:

  • 159 batterie da 90/53

  • 58 batterie da 75/46

  • 155 batterie da 37/54

  • 846 armi da 20 mm

  • 500 proiettori da 50

  • 580 fonogoniometri (aerofoni con correttore di parallasse acustica), con relativi accessori, centrali di tiro, telemetri e munizioni

La rete di avvistamento, costituita da linee telefoniche civili e militari, era divisa in 23 maglie (oltre le 10 organizzate dalla marina), con 894 posti di avvistamento e 147 centri raccolta notizie.

Le batterie e le mitragliatrici per la difesa contraerea del territorio erano servite dalla Milizia contraerei, composta di uomini non aventi obblighi di servizio nell'esercito.

La difesa contraerea delle piazze militari marittime era affidata alla marina.

 

Esiste un promemoria, il n. 11 del 25 maggio 1940 compilato dallo Stato Maggiore dell'esercito e presentato al Capo del Governo e Ministro delle Forze Armate che rende chiara l'idea dello stato in cui si trovavano le nostre forze a quella data. Viene qui presentato uno stralcio:

 

"Al Duce - Ministro della Guerra

 

Roma, 25 maggio 1940

 

Duce!

Sino a poco tempo fa il nostro intervento appariva prevedibile per la primavera del 1941.

In tale situazione, malgrado la nota deficienza di materie prime, le vendite di armi, munizioni e materiali bellici vari all'estero, e l'assenza di provvedimenti eccezionali che limitassero i consumi interni a vantaggio dell'esercito, si poteva contare di avere quest'ultimo a momento opportuno - sia nella madre patria, sia oltremare - in discrete condizioni di approntamento, tranne in fatto di artiglierie e scorte.

Ora i termini di intervento appaiono considerevolmente avvicinati, mentre gli approntamenti di materiali hanno mantenuto il ritmo inevitabilmente lento di prima; non si è provveduto all'acquisto di armi in Germania, e, per riscontro, si sono dovuti staccare in blocco dalla madre patria a profitto delle forze d'oltremare armi, munizioni e materiali, che si era preventivato di assegnare a dette forze a poco a poco, proporzionalmente al gettito complessivo delle fabbricazioni.

Stando così le cose, reputo doveroso di prospettarvi il quadro esatto della situazione attuale dell'esercito, e le deduzioni che occorre trarne.

[..........]

Autocarri. Per mobilitarsi al completo, l'esercito deve requisire, in cifra tonda, 20.500 autocarri. Quelli esistenti in paese e in condizioni di essere utilmente requisiti sono 16.500, di cui 3.900 esonerati. Restano disponibili per l'esercito 12.600 circa. Ne deriva che anche requisendo tutti gli autocarri efficienti e requisibili, l'esercito si trova in deficienza di quasi la metà.

Allo stato attuale delle cose, con le requisizioni effettuate e preventivate (circa 8.000 autocarri) e raggiungendo le proporzioni di cui sopra, si avranno bensì le truppe e alcuni servizi in condizione di vivere e combattere staticamente, ma non in condizioni di operare con movimento.

Per poter permettere ciò, occorrerebbe completare (come automezzi) le unità, e contemporaneamente costituire, sia pure in formazione ridotta, gli autoreparti di corpo d'armata e gli autogruppi di armata e dello Stato Maggiore.

Per l'attuazione dei provvedimenti di cui sopra sono soltanto disponibili, in via teorica, 4.500 automezzi (12.500-8.000), con i quali non solo non è possibile aumentare la percentuale delle unità, ma non si possono neppure costituire tutti gli autogruppi previsti, per i quali soltanto occorrerebbero 6.500 automezzi.

La situazione diviene ancora più seria, ove si consideri che la disponibilità pratica degli autocarri requisibili sarà sensibilmente inferiore al previsto (4.500), in causa dei ritardi nella presentazione, riparazioni ecc.

Per migliorare la situazione (non per risolverla integralmente) non si vede altro mezzo che quello di requisire, non solo gli autocarri disponibili e non ancora requisiti, ma anche i 3.900 autocarri attualmente esonerati, o almeno 3.000 di essi.

Vestiario ed equipaggiamento. Le serie complete vestiario ed equipaggiamento esistenti sono circa 1.600.000, di cui:

  • 950.000 in distribuzione alla forza alle armi (esclusi i richiami in corso);

  • 650.000 nei magazzini, di cui però 300.000 senza teli da tenda. La deficienza dei teli da tenda aumenterà con gli invii disposti oltremare.

Con i richiami in corso e proposti verrà alle armi una forza di circa 400.000 uomini, per vestire i quali verranno impiegate tutte le serie complete esistenti, sia pure in parte senza telo da tenda.

Rimarranno 250.000 serie, non tutte, all'atto pratico, immediatamente utilizzabili per non adeguata dislocazione. Ciò porta a concludere che converrebbe fare il "punto" delle serie disponibili, prima di procedere ad ulteriori richiami di qualche entità.

Si aggiunge che per una mobilitazione generale mancano ora un milione di serie circa.

Nel prossimo futuro, e cioè entro settembre, sono previste altre 620.000 serie, di cui 400.000 circa saranno prevedibilmente assorbite per i consumi, così che la situazione non avrà un sensibile miglioramento.

Le deficienze di cui sopra ed altre varie, non consentono di costituire che in misura di 1/4 i battaglioni territoriali mobili addetti alla difesa delle coste, ed i battaglioni territoriali addetti alla protezione delle comunicazioni e degli impianti.

Munizioni. La situazione del munizionamento per la fanteria è buona per le armi individuali (quasi il fa-bisogno), discreta per le armi collettive, per i mortai da 45 e per le bombe a mano (1/2 del fabbisogno), molto grave per i mortai da 81 e per i pezzi da 47 (1/6 ed 1/12).

Il munizionamento per artiglierie è completo per le poche batterie contro aeree, deficitario per tutti, o quasi, gli altri calibri (da 1/2 a 5'6).

Carburanti. Fra carburanti di proprietà dell'amministrazione militare e carburanti requisibili da società petrolifere civili abbiamo in Italia il fabbisogno per 6 mesi.

Con i grezzi oggi in Italia sono ricavabili altre 150.000 tonn. di carburante, e ritenendo di utilizzarne per usi militari soltanto il 50% , si ha una ulteriore sufficienza di mesi 1 1/2.

In definitiva possiamo oggi contare su 7-8 mesi di sufficienza.

Lo Stato Maggiore ritiene che sarebbe indispensabile iniziare una campagna, nella presente situazione generale, con non meno di un anno di sufficienza carburanti, oltre le autonomie particolari fissate per gli scacchieri oltremare.

Circa gomme, fra prodotti lavorati e gomma grezza già in Italia (da lavorare) si avrà una sufficienza di circa 10 mesi.

La deficienza gravissima di materie prime si ripercuote sugli allestimenti delle parti di ricambio e delle officine, analogamente a quanto avviene per la produzione degli automezzi in genere.

 

F.to: Maresciallo Graziani"

 

L'autosufficienza degli scacchieri oltremare per tutti i servizi (viveri, sanità, genio, carburanti, ecc., escluse munizioni, di cui si tratterà in seguito) era così prevista:

  • Libia: mesi 12 per 210.000 uomini, 8.500 quadrupedi  e 16.500 automezzi;

  • Egeo : mesi 12 per 25.000 uomini, 1.500 quadrupedi e automezzi;

  • Albania: mesi 2 per 100.000 uomini, 14.000 quadrupedi e 5.800 automezzi.

All'atto dell'intervento, le deficienze erano notevoli, per quanto gli Stati Maggiori dell'esercito e della marina avessero intensificato al massimo l'invio di materiali nei mesi precedenti l'intervento stesso.

La situazione nell'Africa orientale era relativamente migliore di quella degli altri scacchieri, ed era riferita alla forza di 86.000 nazionali, 194.000 indigeni, 68.000 quadrupedi e 16.000 automezzi.

Un particolare cenno deve essere fatto circa la situazione dell'armamento e del munizionamento; i dati si riferiscono al dicembre 1939, ma nei primi mesi del 1940, che precedettero l'intervento, la situazione non subì notevoli varianti, perché la produzione fu sensibilmente ridotta per la scarsezza di materie prime, e particolarmente di rame e nichelio.

E' ovvio che furono potenziati gli allestimenti per i calibri maggiormente in sofferenza, e che la produzione fu equamente ripartita fra madre patria e possedimenti, così che all'atto dell'intervento nessuna specie di arma era totalmente sprovvista di munizioni.

 

Armamento

Specie e calibro

Fabbisogno totale secondo indice di mobilitazione (a)

Esistenza totale

al dicembre 1939

Fucili e moschetti

2.360.000

1.834.000 (b)

Pistole

425.000

275.000

Fucili mitragliatori

49.000

33.000

Mitragliatrici

44.500

28.850

Pezzi da 47

2.425

820

Mortai da 45

12.800

5.880

mortai da 81

3.200

1.400

Mitragliere da 20

2.000

880

Pezzi da 65/17

880

680

Pezzi da 75

3.950

4.320 (c)

Pezzi da 75 c.a.

411

258

Pezzi da 77/28

300

300

Pezzi da 100

1.400

1.700 (c)

Pezzi da 105

1.085

1.289 (c)

Pezzi da 149/13-12

845

1.186 (c)

Pezzi di medio cal. pesante

1.486

1.660 (c)

Pezzi di grosso calibro

120

200 (c)

(a) Per le truppe mobilitate, per gli stabilimenti di armata e per le truppe in territorio

(b) Vengono computati anche i fucili 7,35 che furono aboliti prima dell'intervento

(c) Molti complessi esuberanti sono, in realtà, inefficienti perché mancanti di strumenti ottici o di caricamenti

 

Munizionamento

(comprese le dotazioni di reparto)

Situazione dicembre 1939

Specie e calibro

Italia e Albania

Libia

Egeo

Armi schierate (a)

Unfoc

Armi schierate (a)

Unfoc

Armi schierate (a)

Unfoc

Fabb

Esist (b)

Fabb

Esist (b)

Fabb

Esist (b)

Fucili e moschetti

1.255.000

13

15

160.000

30

15

20.000

20

10

Pistole

280.000

13

7

40.000

30

16

5.000

20

20

Fucili mitragliatori

23.060

19

12

3.350

30

15

240

20

10

Mitragliatrici

24.364

14

10.6

3.000

30

10.5

635

20

10

Pezzi da 47

1.192

12

1

425

20

0.8

8

10

-

Mortai da 45

7.736

13

3.4

1.300

20

5

128

10

10

mortai da 81

1.932

13

2

144

20

-

24

10

-

Mitragliere da 20

1.074

12

3.6

200

20

4.2

46

10

8

Pezzi da 65/17

446

12

6.7

96

20

14

8

10

8

Pezzi da 75

2.228

12

8.8

430

20

7.5

100

10

5.5

Pezzi da 75 c.a.

188

12

10

24

20

14

4

10

10

Pezzi da 77/28

-

-

-

270

20

6

-

-

-

Pezzi da 100

744

12

7.2

156

20

9

-

-

-

Pezzi da 105

706

12

6

72

20

11.6

12

10

8

Pezzi da 149/13-12

484

12

10

24

20

10.7

36

10

8

Pezzi di medio cal. pesante

952

12

10

86

20

14

12

10

8

Pezzi di grosso calibro

84

12

9.5

-

-

-

-

-

-

Bombe a mano

-

3

0.9

-

10

7.5

-

5

8

(a) Si intendono armi schierate quelle che sono o dovrebbero essere in distribuzione alle unità combattenti, e sulla base delle quali viene fatto il computo delle munizioni occorrenti. E' ovvio che il numero delle armi schierate è inferiore al fabbisogno totale previsto dall'indice di mobilitazione (vedi tabella precedente).

(b) Non si tiene conto della reale esistenza delle armi, così che nei casi in cui queste sono, di fatto, inferiori alle armi schierate, secondo l'organico, viene segnalata una situazione maggiormente deficitaria di quella reale.

 

Nel complesso si può affermare che l'esercito si presentò alla guerra in condizioni di armamento, mezzi di trasporto, materiali in genere fortemente deficitarie non solo qualitativamente, ma anche quantitativamente rispetto alle nostre pur modestissime formazioni e dotazioni, già paurosamente inadeguate, anche se complete, ad un conflitto con grandi potenze militari.

Le cause principali della deficitaria situazione logistica sono sommariamente indicate nel riportato promemoria del 25 maggio dello Stato Maggiore, ma bisogna anche ricordare lo sforzo fatto per le guerre di Etiopia e di Spagna, durante le quali i mezzi logistici furono giustamente forniti con grande larghezza

Alcuni dati valgano a documentare lo sforzo veramente ingente richiesto dalle guerre stesse, affrontate, si ricordi, negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale.

Ben a ragione il generale Umberto Spigo ha scritto nel suo libro Premesse tecniche della disfatta (pag. 45), che quelle due guerre furono «causa di dispersione di energie, fonte di illusioni circa le possibilità future, fattore di stanchezza per i combattenti ed il paese di fronte alla prova decisiva».

Guerra etiopica: furono inviate in Africa Orientale 20 divisioni con 475.000 uomini e 100.000 operai, 105.000 quadrupedi, 1.600 pezzi, 14.500 mitragliatrici, 500 carri armati, 19.000 automezzi, 500 aerei e varie centinaia di migliaia di tonnellate di materiali e munizioni. A guerra finita avevamo nell'impero 645 milioni di munizioni per armi portatili, 4 milioni di munizioni per artiglieria, 200.000 Km. di filo telefonico, 6.000 telefoni, 2.000 stazioni radio e circa 175.000 tonn. di carburante.

Partecipazione italiana alla guerra civile spagnola: circa 60 mila uomini, 1.900 bocche da fuoco (cedute poi al governo spagnolo) che consumarono 7 milioni e mezzo di proietti, 15 gruppi di aerei da bombardamento e da caccia, oltre ad un ingentissimo quantitativo di materiali di ogni genere.

Il Capo del governo, Ministro delle forze armate e comandante supremo conosceva perfettamente la situazione dell'esercito, ma é intuitivo che, essendo egli convinto che la guerra fosse rapida e vittoriosa stante il previsto crollo degli avversari, la situazione stessa non aveva quella importanza determinante che avrebbero avuto se le potenze alleate fossero state nella pienezza dei loro mezzi.



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