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La Campagna di Grecia 1940-1941 (*)

 

 

 

 

 

 

Tra le campagne combattute dall'Esercito Italiano nel corso della seconda guerra mondiale, quella d'Albania fu - con quella di Russia - fra le più tragiche.

La prima idea di un possibile scontro con la Grecia - che inequivocabilmente simpatizzava con la Gran Bretagna favorendone le operazioni marittime e costituendo così un potenziale pericolo per la nostra lotta nel Mediterraneo - risaliva all'agosto 1940.

In quei giorni il Capo del Governo chiese allo Stato Maggiore Esercito di studiare un piano d'attacco alla Grecia, piano che prese il nome di «Emergenza G», e dal quale risultò il computo delle forze ritenute necessarie per l'eventuale conflitto: queste forze furono valutate a 20 Divisioni; fu studiato il trasporto in Albania di quante Divisioni mancavano per raggiungere il numero di 20, giacché 5 erano dislocate in posto e per altre 3 era già previsto l'invio entro il mese di settembre. Per la fine di questo mese sulle 8 divisioni presenti, 6 si sarebbero schierate al confine greco 22 su quello iugoslavo.

Era previsto come necessario l'invio in Albania dei materiali, dei quadrupedi, degli automezzi occorrenti per fare combattere le truppe in quelle zone montuose, con quel clima, con la nota deficienza di vie di comunicazione e di porti di sbarco, particolare di quel teatro di operazioni.

Il piano rimase allo stato di progetto giacché in quel periodo si andavano verificando (o si presumeva si andassero verificando) condizioni politiche particolarmente favorevoli ad una incursione in Epiro con poche truppe e pochi mezzi, incursione che avrebbe dovuto dare, appoggiata da ribellioni alle spalle delle truppe greche e a una deficiente volontà di resistenza del Governo Ellenico, gli stessi risultati dell'operazione studiata dallo S.M. con lo impiego delle 20 divisioni.

Per controbilanciare le iniziative e la penetrazione germanica nei Balcani e nella convinzione che le condizioni favorevoli previste fossero realtà, fu decisa la guerra alla Grecia. Il Capo, del Governo convocò una riunione a Palazzo Venezia per il 15 ottobre 1940: vi parteciparono il Ministro Ciano, il Luogotenente Jacomoni, il Maresciallo Badoglio Capo di S.M. Generale, i Generali Soddu, Roatta e Visconti Prasca, quest'ultimo comandante delle truppe in Albania. Il verbale della riunione è conosciuto da tutti.

Ne risulta che il generale Visconti Prasca espose un suo piano d'azione (operazioni con le 6 divisioni schierate a Sud) che garantiva l'occupazione dell'Epiro e del passo di Metzovo, sulla catena montagnosa del Pindo, per tagliare le comunicazioni tra le truppe greche dell'Epiro e le forze provenienti dalla Macedonia.

Tutti approvarono: i favorevoli (Ciano ed Jacomoni) e i contrari (Badoglio, Roatta per lo S.M. e Soddu per il Ministero della guerra). L'azione fu decisa in un primo momento per il 26 ottobre, poi rimandata al 28, giorno in cui fu realmente presentato l'ultimatum alla Grecia.

A dimostrare l'incondizionata approvazione di Badoglio, riportiamo integralmente la lettera da lui indirizzata al Generale De Vecchi, in quel periodo governatore delle isole italiane in Egeo:

 

«Comando Supremo - Il Capo di S.M. Generale» - 22/10/1940

Caro De Vecchi,

Il 28 ha inizio la spedizione punitiva contro la Grecia. Questi greci avranno il trattamento che si sono meritati. Certamente vi sarà una reazione della flotta e dell'Aviazione Inglese: ben vengano, siamo pronti a riceverli. Per l'Egeo sto tranquillissimo, ci siete voi ed i vostri magnifici soldati. A partire dalla mezzanotte del 27-28 silurate tutto quello che porta bandiera greca.

Viva l'Italia, viva il suo Re Imperatore, viva il Duce.

Vostro affezionatissimo Badoglio.1

 

Malgrado la contrarietà, nello Stato Maggiore si fece strada la speranza in facili risultati e - invece di pensare all'organizzazione per la riuscita della campagna - ebbe inizio una sorda guerra interna per l'accaparramento dei posti di comando che avrebbero potuto fruttare avanzamenti ed onori a buon mercato e superamento dei concorrenti nei posti dell'annuario. (Generale Visconti Prasca, nel suo libro « lo ho aggredito la Grecia », pagine 47-52).

Dopo un breve balzo vittorioso, in territorio nemico, che durò dal 28 ottobre alla prima decade di novembre, si scatenò la controffensiva greca; da questo momento l'iniziativa fu esclusivamente del nemico che, per la vicinanza delle riserve e la facilità delle comunicazioni, aveva raggiunta la superiorità numerica delle forze e dei mezzi.

Da parte nostra invece, l'afflusso delle altre divisioni (binarie, anziché ternarie come le greche) fu lento e soprattutto disordinato; i reparti appena sbarcati, senza automezzi e salmerie, nell'urgenza dei momenti critici, vennero gettati nelle fornace a tamponare le falle prodotte nello schieramento e impiegati a spizzico. Ne conseguì un frammischiamento di battaglioni, compagnie e addirittura di plotoni. Di questa forma di impiego risentirono in modo particolare le Legioni ed i Battaglioni CC.NN. che quasi mai furono impiegati come reparti a sé stanti nelle divisioni in cui erano inquadrati e passarono, secondo la necessità del momento in quella -dura lotta, alle dipendenze tattiche di altre divisioni; restarono in linea quando queste andavano a riposo e vi rimasero passando agli ordini delle divisioni subentranti. Ne avremo una chiara dimostrazione esaminando la storia delle Legioni e dei battaglioni.

Tutto è disorganizzazione; l'aviazione, pur numerosa, interviene scarsamente, e mai a massa nel periodo più difficile.

Chi pagherà sarà il soldato: primi fra tutti fanti, alpini, legionari e bersaglieri. Privi dell'appoggio delle artiglierie, per la maggior parte ippotrainate e impossibilitate a raggiungere le montagne a causa delle pessime mulattiere, e privi, per la mancanza delle salmerie. della possibilità di far giungere tempestivamente in linea le munizioni ed i viveri, i soldati italiani, in alta montagna, su rocce che ricordano l'asprezza del Carso, fra la neve alta ed il freddo intenso, in un mare di fango e sotto piogge torrenziali, scoraggiati e depressi ma comunque estremamente valorosi, si attaccarono al terreno con le unghie e io contrastarono al greci passo per passo. Il nemico, imbaldanzito dall'inaspettato successo e anche - è doveroso riconoscerlo - dotato dl impeto, tenacia e valore, attaccò senza interruzione.

Dopo interminabili giorni e dolorosi ripiegamenti, il fronte fu stabilizzato.

Noi raccontiamo qui l'eroismo e le sofferenze delle CC.NN. volontarie dei battaglioni d'assalto; dall'ottobre alla riscossa di aprile, il generoso sangue del legionari fu largamente versato e mescolato a quello degli altri valorosi fanti d'Italia, cementando l'affratellamento fra Esercito e Milizia già collaudato sulle Alpi, in Libia ed in A.O.I., così come avverrà più tardi in Russia, in Balcanla ed in Sicilia.

Dall'ottobre 1940 all'aprile del 1941, la M.V.S.N. impiegò in combattimento, contro l'esercito greco e negli ultimi giorni anche contro quello iugoslavo, ben 56 battaglioni. Dl questi ne perdette 27, di cui 20 di complementi assorbiti per riparare le perdite e 7 per lo scioglimento dl battaglioni ridotti agli estremi. (Btgg. XIX - XXVII - CXII - CXIV - CXXI - CXXX - CLIII).

Ciò significa che nel sei mesi della campagna d'Albania le CC.NN. hanno avuto una altissima percentuale delle perdite fra caduti, feriti, dispersi e congelati. Queste documentazioni dovrebbero far riflettere sul contributo volontariamente dato alla Patria da questi uomini, che al di sopra delle loro idee politiche, al dl là degli affetti familiari e degli interessi personali, dimostrarono dl. essere unicamente dei veri italiani e dei magnifici soldati.

In riconoscimento del suo valido e sanguinoso contributo alla dura guerra sul fronte greco, il giorno della vittoria la Milizia ebbe il suo meritato premio.

Nel reggimento di fanteria di formazione destinato a sfilare in parata ad Atene, insieme ad altri quattro battaglioni (del 31° e del 47° Fanteria, del 3° Granatieri, ed uno -dl bersaglieri) figurava un battaglione di CC.NN. costituito con elementi in rappresentanza dl varie Legioni. Il reggimento così formato fu affidato al comando del Colonnello comandante del 31° Reggimento Fanteria.

 

Reparti della MVSN impiegati nella campagna di Grecia

 

Comando Legione

Reparti

Btg.

Cp. mitraglieri

15a Legione CC.NN. d'Assalto "Leonessa" XIV Bergamo, XV Brescia 15a Cp. mitragl.
18a Legione CC.NN. d'Assalto XIX Casalmaggiore, XXVII Lodi 367a Cp. mitragl.
23a Legione CC.NN. d'Assalto XX Suzzara, XXIII Mantova 23a Cp. mitragl.
24a Legione CC.NN. d'Assalto "Carroccio" XXIV Milano, XXV Monza 24a Cp. mitragl.
26a Legione CC.NN. d'Assalto VII Pavia, LIII Padova 267a Cp. mitragl.
28a Legione CC.NN. d'Assalto XI Casale Monferrato, XXVIII Vercelli 79a Cp. mitragl.
30a Legione CC.NN. d'Assalto VI Vigevano, XXX Novara 30a Cp. mitragl.
36a Legione CC.NN. d'Assalto XXXVI Genova, LXXXIII Piacenza 36a Cp. mitragl.
45a Legione CC.NN. d'Assalto XXXV Spezia, XLV Bolzano 40a Cp. mitragl.
49a Legione CC.NN. d'Assalto XL Verona, XLIX Venezia 49a Cp. mitragl.
72a Legione CC.NN. d'Assalto LXXII Modena, CXI Pesaro 72a Cp. mitragl.
80a Legione CC.NN. d'Assalto XXVI Legnano, LXVII Bologna 80a Cp. mitragl.
82a Legione CC.NN. d'Assalto LXVIII Imola, LXXXII Forlì 82a Cp. mitragl.
92a Legione CC.NN. d'Assalto XCII Firenze, XCV Firenze 95a Cp. mitragl.
105a Legione CC.NN. d'Assalto CIV Terni, CV Orvieto 110a Cp. mitragl.
108a Legione CC.NN. d'Assalto CII Perugia, CVIII Ancona 108a Cp. mitragl.
109a Legione CC.NN. d'Assalto CIX Macerata, CXVI Rieti 109a Cp. mitragl.
112a Legione CC.NN. d'Assalto CXII Roma, CXX Roma 112a Cp. mitragl.
115a Legione CC.NN. d'Assalto CXV Viterbo, CXXI Littoria 121a Cp. mitragl.
136a Legione CC.NN. d'Assalto CXXX Aquila, CXXXVI Chieti 130a Cp. mitragl.
141a Legione CC.NN. d'Assalto CXLI Caserta, CLIII Brindisi 252a Cp. mitragl.
152a Legione CC.NN. d'Assalto CLII Lecce, CLV Matera 152a Cp. mitragl.
164a Legione CC.NN. d'Assalto CLXIII Reggio Calabria, CLXIV Catanzaro 164a Cp. mitragl.
166a Legione CC.NN. d'Assalto CLXVI Messina, CLXVII Catania 166a Cp. mitragl.

 

Delle 24 Legioni assegnate, le Legioni 23, 49, 92 e 108 hanno combattuto solo contro gli jugoslavi.

 

Alla campagna di Grecia hanno partecipato anche i seguenti Battaglioni non indivisionati:

  • Raggruppamento Battaglioni CC.NN. del Gen. Enzo Galbiati

  • IX Battaglione CC.NN. d'assalto (Sondrio)

  • X Battaglione CC.NN. d'assalto (Voghera)

  • XII Battaglione CC.NN. d'assalto "Monte Bianco" (Aosta)

  • LXXXV Battaglione CC.NN. d'assalto (Apuania)

  • XCIII Battaglione CC.NN. (Empoli)

  • VIII Battaglione CC.NN. (Varese)

  • XVI Battaglione CC.NN. (Como)

  • XXIX Battaglione CC.NN. (Arona)

 

 

 

 

 


 

NOTE

(1) Questa lettera viene riportata da Emilio Canevari sul suo libro «Retroscena della disfatta» a pagina 650.

 

FONTI

(*) Testo tratto da: E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. 1923-1943", Giovanni Volpe Editore, Roma, 1976

M. Montanari, "L'esercito italiano nella campagna di Grecia", USSME, Roma, 1999.

S. Visconti Prasca, "Io ho aggredito la Grecia", Rizzoli Editore, Milano, 1946.

A. Papagos, "La Grecia in guerra", Garzanti, Milano, 1950.

 

 




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