Tra le campagne combattute dall'Esercito Italiano nel
corso della seconda guerra mondiale, quella d'Albania fu -
con quella di Russia - fra le più tragiche.
La prima idea di un possibile scontro con la Grecia - che
inequivocabilmente simpatizzava con la Gran Bretagna
favorendone le operazioni marittime e costituendo così un
potenziale pericolo per la nostra lotta nel Mediterraneo -
risaliva all'agosto 1940.
In quei giorni il Capo del Governo chiese allo Stato
Maggiore Esercito di studiare un piano d'attacco alla
Grecia, piano che prese il nome di «Emergenza G», e dal
quale risultò il computo delle forze ritenute necessarie
per l'eventuale conflitto: queste forze furono valutate a
20 Divisioni; fu studiato il trasporto in Albania di
quante Divisioni mancavano per raggiungere il numero di
20, giacché 5 erano dislocate in posto e per altre 3 era
già previsto l'invio entro il mese di settembre. Per la
fine di questo mese sulle 8 divisioni presenti, 6 si
sarebbero schierate al confine greco 22 su quello
iugoslavo.
Era previsto come necessario l'invio in Albania dei
materiali, dei quadrupedi, degli automezzi occorrenti per
fare combattere le truppe in quelle zone montuose, con
quel clima, con la nota deficienza di vie di comunicazione
e di porti di sbarco, particolare di quel teatro di
operazioni.
Il piano rimase allo stato di progetto giacché in quel
periodo si andavano verificando (o si presumeva si
andassero verificando) condizioni politiche
particolarmente favorevoli ad una incursione in Epiro con
poche truppe e pochi mezzi, incursione che avrebbe dovuto
dare, appoggiata da ribellioni alle spalle delle truppe
greche e a una deficiente volontà di resistenza del
Governo Ellenico, gli stessi risultati dell'operazione
studiata dallo S.M. con lo impiego delle 20 divisioni.
Per controbilanciare le iniziative e la penetrazione
germanica nei Balcani e nella convinzione che le
condizioni favorevoli previste fossero realtà, fu decisa
la guerra alla Grecia. Il Capo, del Governo convocò una
riunione a Palazzo Venezia per il 15 ottobre 1940: vi
parteciparono il Ministro Ciano, il Luogotenente Jacomoni,
il Maresciallo Badoglio Capo di S.M. Generale, i Generali
Soddu, Roatta e Visconti Prasca, quest'ultimo comandante
delle truppe in Albania. Il verbale della riunione è
conosciuto da tutti.
Ne risulta che il generale Visconti Prasca espose un suo
piano d'azione (operazioni con le 6 divisioni schierate a
Sud) che garantiva l'occupazione dell'Epiro e del passo di
Metzovo, sulla catena montagnosa del Pindo, per tagliare
le comunicazioni tra le truppe greche dell'Epiro e le
forze provenienti dalla Macedonia.
Tutti approvarono: i favorevoli (Ciano ed Jacomoni) e i
contrari (Badoglio, Roatta per lo S.M. e Soddu per il
Ministero della guerra). L'azione fu decisa in un primo
momento per il 26 ottobre, poi rimandata al 28,
giorno in cui fu realmente presentato l'ultimatum alla
Grecia.
A dimostrare l'incondizionata approvazione di Badoglio,
riportiamo integralmente la lettera da lui indirizzata al
Generale De Vecchi, in quel periodo governatore delle
isole italiane in Egeo:
«Comando Supremo - Il Capo di S.M. Generale» - 22/10/1940
Caro De Vecchi,
Il 28 ha inizio la spedizione punitiva contro la
Grecia. Questi greci avranno il trattamento che si sono
meritati. Certamente vi sarà una reazione della flotta e
dell'Aviazione Inglese: ben vengano, siamo pronti a
riceverli. Per l'Egeo sto tranquillissimo, ci siete voi ed
i vostri magnifici soldati. A partire dalla mezzanotte del
27-28 silurate tutto quello che porta bandiera greca.
Viva l'Italia, viva il suo Re Imperatore, viva il Duce.
Vostro affezionatissimo Badoglio.1
Malgrado la contrarietà, nello Stato Maggiore si fece
strada la speranza in facili risultati e - invece di
pensare all'organizzazione per la riuscita della campagna
- ebbe inizio una sorda guerra interna per
l'accaparramento dei posti di comando che avrebbero potuto
fruttare avanzamenti ed onori a buon mercato e superamento
dei concorrenti nei posti dell'annuario. (Generale
Visconti Prasca, nel suo libro « lo ho aggredito la Grecia
», pagine 47-52).
Dopo un breve balzo vittorioso, in territorio nemico, che
durò dal 28 ottobre alla prima decade di novembre, si
scatenò la controffensiva greca; da questo momento
l'iniziativa fu esclusivamente del nemico che, per la
vicinanza delle riserve e la facilità delle comunicazioni,
aveva raggiunta la superiorità numerica delle forze e dei
mezzi.
Da parte nostra invece, l'afflusso delle altre divisioni
(binarie, anziché ternarie come le greche) fu lento e
soprattutto disordinato; i reparti appena sbarcati, senza
automezzi e salmerie, nell'urgenza dei momenti critici,
vennero gettati nelle fornace a tamponare le falle
prodotte nello schieramento e impiegati a spizzico. Ne
conseguì un frammischiamento di battaglioni, compagnie e
addirittura di plotoni. Di questa forma di impiego
risentirono in modo particolare le Legioni ed i
Battaglioni CC.NN. che quasi mai furono impiegati come
reparti a sé stanti nelle divisioni in cui erano
inquadrati e passarono, secondo la necessità del momento
in quella -dura lotta, alle dipendenze tattiche di altre
divisioni; restarono in linea quando queste andavano a
riposo e vi rimasero passando agli ordini delle divisioni
subentranti. Ne avremo una chiara dimostrazione esaminando
la storia delle Legioni e dei battaglioni.
Tutto è disorganizzazione; l'aviazione, pur numerosa,
interviene scarsamente, e mai a massa nel periodo più
difficile.
Chi pagherà sarà il soldato: primi fra tutti fanti,
alpini, legionari e bersaglieri. Privi dell'appoggio delle
artiglierie, per la maggior parte ippotrainate e
impossibilitate a raggiungere le montagne a causa delle
pessime mulattiere, e privi, per la mancanza delle
salmerie. della possibilità di far giungere
tempestivamente in linea le munizioni ed i viveri, i
soldati italiani, in alta montagna, su rocce che ricordano
l'asprezza del Carso, fra la neve alta ed il freddo
intenso, in un mare di fango e sotto piogge torrenziali,
scoraggiati e depressi ma comunque estremamente valorosi,
si attaccarono al terreno con le unghie e io contrastarono
al greci passo per passo. Il nemico, imbaldanzito
dall'inaspettato successo e anche - è doveroso
riconoscerlo - dotato dl impeto, tenacia e valore, attaccò
senza interruzione.
Dopo interminabili giorni e dolorosi ripiegamenti, il
fronte fu stabilizzato.
Noi raccontiamo qui l'eroismo e le sofferenze delle CC.NN.
volontarie dei battaglioni d'assalto; dall'ottobre alla
riscossa di aprile, il generoso sangue del legionari fu
largamente versato e mescolato a quello degli altri
valorosi fanti d'Italia, cementando l'affratellamento fra
Esercito e Milizia già collaudato sulle Alpi, in Libia ed
in A.O.I., così come avverrà più tardi in Russia, in
Balcanla ed in Sicilia.
Dall'ottobre 1940 all'aprile del 1941, la M.V.S.N. impiegò
in combattimento, contro l'esercito greco e negli ultimi
giorni anche contro quello iugoslavo, ben 56 battaglioni.
Dl questi ne perdette 27, di cui 20 di complementi
assorbiti per riparare le perdite e 7 per lo scioglimento
dl battaglioni ridotti agli estremi. (Btgg. XIX - XXVII -
CXII - CXIV - CXXI - CXXX - CLIII).
Ciò significa che nel sei mesi della campagna d'Albania le
CC.NN. hanno avuto una altissima percentuale delle perdite
fra caduti, feriti, dispersi e congelati. Queste
documentazioni dovrebbero far riflettere sul contributo
volontariamente dato alla Patria da questi uomini, che al
di sopra delle loro idee politiche, al dl là degli affetti
familiari e degli interessi personali, dimostrarono dl.
essere unicamente dei veri italiani e dei magnifici
soldati.
In riconoscimento del suo valido e sanguinoso contributo
alla dura guerra sul fronte greco, il giorno della
vittoria la Milizia ebbe il suo meritato premio.
Nel reggimento di fanteria di formazione destinato a
sfilare in parata ad Atene, insieme ad altri quattro
battaglioni (del 31° e del 47° Fanteria, del 3°
Granatieri, ed uno -dl bersaglieri) figurava un
battaglione di CC.NN. costituito con elementi in
rappresentanza dl varie Legioni. Il reggimento così
formato fu affidato al comando del Colonnello comandante
del 31° Reggimento Fanteria.
Reparti della MVSN impiegati nella campagna di Grecia
Comando Legione |
Reparti |
Btg. |
Cp. mitraglieri |
15a Legione
CC.NN. d'Assalto "Leonessa" |
XIV Bergamo, XV
Brescia |
15a
Cp. mitragl. |
18a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
XIX Casalmaggiore,
XXVII Lodi |
367a
Cp. mitragl. |
23a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
XX Suzzara, XXIII
Mantova |
23a
Cp. mitragl. |
24a
Legione
CC.NN. d'Assalto
"Carroccio" |
XXIV Milano, XXV
Monza |
24a
Cp. mitragl. |
26a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
VII Pavia, LIII
Padova |
267a
Cp. mitragl. |
28a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
XI Casale Monferrato,
XXVIII Vercelli |
79a
Cp. mitragl. |
30a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
VI Vigevano, XXX
Novara |
30a
Cp. mitragl. |
36a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
XXXVI Genova,
LXXXIII Piacenza |
36a
Cp. mitragl. |
45a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
XXXV Spezia, XLV
Bolzano |
40a
Cp. mitragl. |
49a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
XL Verona, XLIX
Venezia |
49a
Cp. mitragl. |
72a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
LXXII Modena, CXI
Pesaro |
72a
Cp. mitragl. |
80a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
XXVI Legnano, LXVII
Bologna |
80a
Cp. mitragl. |
82a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
LXVIII Imola, LXXXII
Forlì |
82a
Cp. mitragl. |
92a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
XCII Firenze, XCV
Firenze |
95a
Cp. mitragl. |
105a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
CIV Terni, CV Orvieto |
110a
Cp. mitragl. |
108a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
CII Perugia, CVIII
Ancona |
108a
Cp. mitragl. |
109a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
CIX Macerata,
CXVI Rieti |
109a
Cp. mitragl. |
112a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
CXII Roma, CXX Roma |
112a
Cp. mitragl. |
115a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
CXV Viterbo, CXXI
Littoria |
121a
Cp. mitragl. |
136a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
CXXX Aquila, CXXXVI
Chieti |
130a
Cp. mitragl. |
141a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
CXLI Caserta, CLIII
Brindisi |
252a
Cp. mitragl. |
152a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
CLII Lecce, CLV
Matera |
152a
Cp. mitragl. |
164a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
CLXIII Reggio
Calabria, CLXIV Catanzaro |
164a
Cp. mitragl. |
166a
Legione
CC.NN. d'Assalto |
CLXVI Messina, CLXVII
Catania |
166a
Cp. mitragl. |