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La Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale

La guerra civile di Spagna 1936-1939 (*)

La battaglia di Guadalajara

 

 

 

 

 

 

La Battaglia di Guadalajara

Mentre si svolgeva la conquista di Malaga continuava in Cadice l'afflusso dei volontari CC.NN. che si andavano concentrando nella zona di Aranda de Duero-Almazàn, costituendo il nucleo delle divisioni 2a e 3a; sbarcava la Divisione «Littorio» al completo di fanteria ed artiglieria. Intanto, a partire dall'11 febbraio, venivano ritirate dalla linea e dalla zona le truppe che avevano combattuto la battaglia di Malaga e che avrebbero costituito la P Divisione. La «Littorio» avrebbe assunto il numero di 4a. Quest'ultima divisione era costituita con volontari dell'Esercito ed era stata raccolta ai primi di gennaio a Littoria; come e quanto le prime tre, mancava di un buon inquadramento e di addestramento.

I1 C.T.V. si troverà però di fronte a Guadalajara le migliori truppe dell'esercito repubblicano. La preparazione della battaglia fu effettivamente molto affrettata, dato che la sola concentrazione del C.T.V. nella nuova zona di impiego fu un miracolo di celerità; inoltre fu necessario raccorciare i tempi giacché la battaglia dello Jarama, iniziata dalle divisioni di Franco, era stata difficile per la resistenza ed il contrattacco dei nemici e rendeva ineluttabile un intervento in altro settore per togliere all'avversario la libertà di azione. Fu impossibile, comunque, dare inizio alla battaglia per Guadalajara fino ai primi di marzo.

Per la battaglia, l'inquadramento del C.T.V. era il seguente:

 

Comandante in capo: Gen. Mario Roatta.

Capi di S.M.: Ten. Colonnelli Faldella e Zanussi.

Reparto Comandante Composizione

1a Divisione «Dio lo vuole»

(CC.NN.)

un Gen. dell'Esercito

1° Gruppo Banderas

Bandera «Aquila»

Bandera «Leone »

Bandera «Carroccio»

batteria d'accompagnamento

reparto genio.

2° Gruppo Banderas

Bandera «Indomita»

Bandera «Folgore»

Bandera «Falco»

batteria d'accompagnamento 

reparto genio

3° Gruppo Banderas

635a Bandera,

Bandera «Uragano»

Bandera «Tempesta»

batteria di accompagnamento

reparto genio.

2a Divisione «Fiamme Nere»

(CC.NN.)

Gen. Guido Coppi

6° Gruppo Banderas

Bandera «Ardita»

Bandera «Intrepida»

Bandera «Audace»

batteria di accompagnamento 

sezione genio

7° Gruppo Banderas

Bandera «Inflessibile»

Bandera «Implacabile»

Bandera «Disperata»

batteria d'accompagnamento

sezione genio

8° Gruppo Banderas

Bandera «Inesorabile»

730a Bandera

Bandera ??

batteria d'accompagnamento

sezione genio

4° Gruppo Banderas

Bandera «Toro»

Bandera «Bisonte»

Bandera «Bufalo»

la batteria da 65/17

sezione genio

5° Gruppo Banderas

540a Bandera

Bandera «Lupi»

Bandera ??

Bandera ??

batteria da 65/ 17

sezione genio

Raggruppamento di artiglieria divisionale

quattro gruppi di vari calibri

una batteria antiaerea da 20 mm.

3a Divisione «Penne Nere»

(CC.NN.)

Gen. Luigi Nuvoloni

9° Gruppo Banderas

Bandera ??

Bandera ??

Bandera ??

batteria da 65/17

sezione genio

10° Gruppo Banderas

Bandera «Tembien»

Bandera «Seirè»

Bandera «Carso»

batteria da 65 17

sezione genio

11° Gruppo Banderas

830a Bandera

Bandera «Vampa»

Bandera «Freccia»

batteria da 65/17

sezione genio

4a Divisione «Littorio»

(Esercito)

Gen. Annibale Bergonzoli

1° Reggimento di fanteria (su 3 btg)

batteria d'accompagnamento

sezione genio

2° Reggimento di fanteria (su 3 btg)

batteria da 65/17

sezione genio

Battaglione mitraglieri divisionale

 

Reggimento di Artiglieria

due Gruppi da 100/17

una batteria da 20 mm.

Raggruppamento Carri d'assalto e autoblindo*

Quattro compagnie carri L

una compagnia di autoblindo

una compagnia di motomitraglieri

una sezione c.c. da 47 mm.

una Cp. chimica lanciafiamme.

Artiglieria del C.T.V. Gen. Ugo Zanotti

10 Gruppi di vari calibri,

una batteria controaerea da 75

una batteria da 20.

Raggruppamento del Genio Gen. Michele Molinari reparti suddivisi tra le varie divisioni

NB: 1a Div. parzialmente motorizzata,

2a Div. parzialmente motorizzata, La 2a Divisione disponeva anche di un altro raggruppamento di artiglieria forte di cinque Gruppi di vari calibri, che doveva partecipare alla preparazione di fuoco e poi, a scavalcamento avvenuto dopo lo sfondamento delle linee nemiche, passare alle dipendenze della divisione scavalcante, la 3a.

3a Div. completamente autotrasportata, 4a Div. totalmente autotrasportata,

* Di questi reparti, due compagnie carri L erano assegnate alla 2a Divisione «Fiamme Nere» e due alla 3a Divisione «Penne Nene», con la compagnia di autoblindo e quella di motomitraglieri.

 

La forza effettiva del C.T.V. può essere così calcolata:

 

1a Divisione

6.360 uomini

2a Divisione

6.336 uomini

3a Divisione

6.241 uomini

4a Divisione

7.689 uomini

4° Gruppo Banderas

1.801 uomini

5° Gruppo Banderas

1.800 uomini

Artiglieria              

4.379 uomini

Altri reparti

616 uomini

Totale

35.222 uomini

              

Di questi, approssimativamente 2/3 erano CC.NN. ed 1/3 volontari dell'Esercito.

Il piano della battaglia di Guadalajara era di concentrare la 2a Divisione, rinforzata dai due gruppi di Banderas indipendenti (4° e 5°) e la maggior parte dell'artiglieria su un ristretto fronte di circa 15 km. per sfondare il fronte avversario. Gli italiani avrebbero dovuto pensare a difendere il loro fianco sinistro mentre quello destro sarebbe stato protetto dalla Divisione spagnola di Soria. A sfondamento avvenuto la 2a Divisione sarebbe stata scavalcata dalla 3a (motorizzata) che avrebbe dovuto sfruttare il successo e avanzare su Guadalajara. La Divisione spagnola doveva seguire il movimento del C.T.V., ma, non essendo motorizzata, era scontato che sarebbe rimasta arretrata. Le divisioni 1a e 4a formavano la riserva.

Daremo una breve descrizione dello svolgimento della battaglia dato l'interesse che suscitò ed i commenti, quasi tutti acidi e parziali, che la seguirono.

La preparazione di artiglieria iniziò alle 7 dell'8 marzo 1937 e durò quasi mezz'ora. Subito la 2a Divisione si lanciò all'assallto, distribuita su tre colonne, quella di destra su Mirabueno, quella del centro sulla "Carretera de Francia" e la sinistra su Las Invíernas. Il nemico, coi concorso di vari carri armati, offrì seria resistenza1. L'8° Gruppo Banderas (Console Vandelli) avanzò sulla carretera, ma il 6° (Pittau) dovette arrestarsi davanti ad Almadrones. Si fermò anche la Divisione Soria (spagnola). Questa sosta di circa 24 ore fu molto importante perché impedì agli altri gruppi di banderas di avanzare alla velocità prevista, permettendo così all'avversario di raccogliere le sue truppe in ritirata e far accorrere numerosi ed agguerriti rinforzi. Le Banderas italiane avanzavano con l'impulso delle truppe volontarie, sulla carretera, cantando. La resistenza dì Almadrones fu vinta con l'occupazione del villaggio e questo contribuì a far pensare al comando italiano che il nemico fosse già battuto; fu ordinato quindi lo scavalcamento della 2a Divisione con la 3a, ma questa non poté iniziarlo fino alle 4 del pomeriggio. L'avanzata della 3a Divisione fu effettuata su due colonne, una sulla "Carretera de Francia" e l'altra sulla strada Almadrones Brihuega-Torija, La prima colonna arrivò, già a notte, al km. 83, costituendo un pericoloso saliente, visto che la Divisione Soria era assai arretrata e che i due gruppi di Banderas indipendenti (4° e 5°) erano a Masegoso, 25 km. più indietro, a sinistra. Ma sulla sera il Console Francisci, sembra di sua iniziativa, intraprese una marcia notturna col suo gruppo e la colonna autotrasportata di sinistra della 3a Divisione, occupando il mattino Brihuega e facendo numerosi prigionieri.

Ma appena uscite le CC.NN. da Brihuega esse furono attaccate da considerevoli forze nemiche con carri armati e numerosa artiglieria.

Il Generale repubblicano Miaja era riuscito ad insinuare tra le due direttrici di avanzata italiane, tre delle sue migliori brigate (quella del «Campesino», la «XI» e la «XII») che si scontrarono con le nostre avanguardie e pur soffrendo perdite, riuscirono a rimanere fra i boschi di Brihuega tagliando i contatti fra le due nostre colonne, di cui quella sulla carretera aveva avanzato ancora di qualche chilometro.

Miaja, convinto ormai di aver localizzata la nostra direzione principale d'attacco, lanciò tutte le sue riserve (divisioni «Listerr» e «Mera») appoggiate da gran numero di carri armati, rovesciando a suo favore l'iniziale superiorità italiana, col vantaggio dell'appoggio della sua aviazione che aveva i campi vicinissimi di Madrid, mentre quella legionaria non poteva intervenire dai lontani campi a causa dell'imperversare del maltempo.

L'11 marzo la nostra 3a Divisione riuscì a progredire ancora lottando aspramente ed arrivando fino a Trijueque; la 3a Divisione «Penne Nere» aveva già superata in parte la crisi dello scavalcamento dovuta all'intasamento della "Carretera de Francia", mentre le truppe da Brijuega erano arrestate ed avevano solo occupato il Palazzo Ibarra. Nessuno pensò di rastrellare il bosco dove era annidata la XI brigata internazionale. La divisione Soria era ancora molto arretrata, ma aveva occupato Cogolludo, avendo di fronte la nemica XII brigata internazionale.

Il C.T.V. non potè più avanzare, sottoposto il 12 a continui fortissimi contrattacchi. Il comando del C.T.V. pur avendo ancora due divisioni intatte non le lanciò nella lotta, ma dispose un nuovo scavalcamento in piena battaglia, portando teoricamente in linea la la e la 4a, mentre alcune truppe della 2a ancora combattevano. L'ingombro della carretera era tale che il generale Bergonzoli, spostatosi in avanti per giudicare la situazione, dovette ordinare al suo 2° Reggimento di scendere dagli autocarri a 20 km. dal fronte mandando rinforzi verso Trijueque, che intanto veniva riconquistata dai repubblicani. Fu ripresa e riperduta per altre due volte.

Il 14 si scatenò uno dei combattimenti più aspri e famosi della battaglia: quello del Palazzo Ibarra. Questo era stato occupato il giorno 11 dalla 535a Bandera «Indomita», di circa 500 uomini, e fu attaccato il 14 dalla XI brigata internazionale e circondato. Le CC.NN. resistettero eroicamente malgrado fossero investite anche da carri sovietici; impedirono ai nemici di entrare nell'edificio fino a quando una grossa carica di dinamite non ne fece saltare la torre principale. La lotta disperata durò per due giorni e mezzo e costò alle CC.NN. molte perdite.

Il comando del C.T.V., impressionato dalla grave situazione e dalle forti perdite, commise l'errore di ordinare il ripiegamento; le truppe si consideravano vittoriose e c'erano ancora disponibili migliaia di uomini di riserva che erano impazienti di lanciarsi in avanti.

La battaglia continuò ancora asprissima nei giorni 15, 16 e 17; i legionari si difendevano come potevano, incessantemente mitragliati dagli aerei nemici. Il nemico aveva raggiunto la forza di almeno dodici brigate. Al termine della battaglia di Guadalajara, dei 40 chilometri conquistati 20 rimanevano in mano dei legionari; questi avevano lottato in condizioni avverse, senza un rancio caldo durante tutti quei giorni, a corto di munizioni e senza l'aiuto della nostra aviazione. Non fu una sconfitta, ma un successo mancato e CC.NN. e soldati si erano battuti valorosamente; ma ugualmente si scatenò contro di loro la velenosa stampa mondiale contraria, insultando le truppe e i comandi, accusando, come aveva fatto sempre prima e come farà ancora negli anni seguenti, di codardia e di imbellicosità il soldato italiano2.

Molte cause dell'insuccesso furono attribuite ai comandanti; meno Bergonzoli, gli altri comandanti di divisione vennero tutti sostituiti e così anche il Capo di S.M. del C.T.V. (capro espiatorio di Roatta) fu sostituito dal Generale Molinari. Lo stesso Gen. Roatta dovette lasciare il Comando.

Le perdite del C.T.V. furono gravi e questo attesta della durezza dei combattimenti. Tra caduti e feriti andarono perduti circa 3.000 uomini, i prigionieri rimasti nelle mani del nemico furono poco più di trecento, altra prova che gli italiani si erano difesi accanitamente e non si erano arresi.

Il C.T.V. fu sostituito sulla linea tra il 22 ed il 26 marzo; ma il 2° Reggimento della «Littorio» vi rimase fino all'8 aprile.

Per procedere alla sua riorganizzazione il C.T.V. fu concentrato nella zona di Valladolid-Palencia intorno al 1° aprile. Dall'Italia arrivò il nuovo comandante del Corpo Truppe Volontarie, Gen. Ettore Bastico, accompagnato dal Gen. Berti, vicecomandante, e dal Col. Gastone Gambara in qualità di Capo di S.M. Il Generale della Milizia Attilio Teruzzi fu inviato in Spagna come ispettore delle CC.NN.

 

 

 

 

 


 

NOTE

(1) Questo parere è dell'autore Belforte

(2) A giudizio degli stessi Spagnoli (Josè L. Alcofar Nassaes: "I Legionari italiani nella guerra civile spagnola" Ed. Dopesa; Enrique Diaz Retg. "Les Italiens dans la guerre d'Espagne" Ed. S.N.E.P. Paris, e dello stesso Generale Franco), gli Italiani si sono battuti bene, hanno attaccato con slancio ed hanno resistito con valore quando sono stati fortemente contrattaccati.

 

FONTI

(*) Testo tratto da: E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. 1923-1943", Giovanni Volpe Editore, Roma, 1976

A. Rovighi -F.  Stefani, "La partecipazione italiana alla guerra civile spagnola (1936-1939)", USSME, Roma, 1992.

 

 




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