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Piumetti e biciclette

nella seconda Guerra Mondiale

di Pietro Valpiani

 

 

 

 

 

 

 

Parlare ai non addetti di bersaglieri ciclisti, può far pensare ad una vecchia copertina di Beltrame in cui il fante piumato piomba sul nemico sul suo cavallo d'acciaio.
In effetti si trattava di fanteria celere cicloportata che, ad una velocità di 12/15 km/h (secondo i manuali), quindi di poco inferiore agli automezzi dell'epoca considerando la qualità delle strade,si portava in zona di operazioni oppure seguiva le colonne meccanizzate con una dotazione di armi,munizioni e viveri di pronto impiego, necessitando di un numero ridotto di automezzi e relativi rifornimenti. La percorrenza media in condizioni favorevoli (sempre secondo i manuali), era calcolata di 80 km al giorno.
La circolare n. 5000 in data 8.7.1934 enunciava al riguardo:
Combattimento delle unità celeri in esplorazione
b) i ciclisti sfruttino la strada per avanzare rapidamente, ma non esitino ad abbandonarla e gettarsi sul terreno laterale per operare come fanti capaci di tutto osare e ritornare ciclisti appena possibile.

 

UN PO' DI STORIA
La prima compagnia ciclisti fu formata in seno al 12° battaglione bersaglieri e impiegata nelle manovre del 1899 con buoni risultati che già nel 1905, fanno trovare una compagnia ciclisti in ogni reggimento.
Nel 1907 venne costituito un battaglione ciclisti su quattro compagnie mentre nel 1910 fu definitivamente stabilito che i 12 reggimenti di bersaglieri dovevano comprendere quattro battaglioni di cui uno di ciclisti.
Fino ad allora si erano usate biciclette di tipo commerciale adattate all'uso militare con vari espedienti che tuttavia non potevano soddisfare completamente, si giunse pertanto all'emissione di un bando per la fornitura di biciclette specificatamente militari.

La partecipazione fu di undici fabbriche ridotte a quattro, dopo un primo esame. Alla fine dopo una lunga valutazione, risultò vincitrice la Bianchi con il modello denominato 1912.
Nella 1a guerra mondiale i battaglioni ciclisti furono separati dagli altri per rimanere in carico ai comandi onde sfruttarne al meglio la mobilità; in genere erano gruppi di tre battaglioni.
Circa a metà del 1917 fu costituita una compagnia di mitragliatrici pesanti con sei armi per ogni battaglione, su biciclette modificate appositamente nel 1914 per il trasporto della Fiat '14 ; nel 1918 fu aggiunta una sezione di pistole mitragliatrici per compagnia.

Con la fine del conflitto (1919) e la conseguente riduzione degli effettivi, i battaglioni ciclisti furono ridotti a due per poi essere sciolti nel 1920.
Nel 1923 ci fu la riorganizzazione dell'esercito con la creazione di dodici reggimenti di bersaglieri di cui sei ciclisti; nel 1924 anche gli altri sei reggimenti furono riorganizzati come ciclisti.
L'impostazione era quella di creare reparti celeri da spostare velocemente dove vi era bisogno, in appoggio ad altre unità; ciò in quanto, contrariamente alle altre formazioni, i bersaglieri non avevano armi pesanti ne quadrupedi al seguito.

Il fante si spostava alla velocità consentita dal suo mezzo con la sola dotazione personale (vedi affardellamento bicicletta da truppa) e, raggiunto il punto, abbandonava la bicicletta e operava.
Tutto il materiale rimanente ,tende e servizi compresi , seguiva con autocarri.
Per le loro caratteristiche i bersaglieri furono le truppe di fante ria aggregate alle divisioni celeri con l'11°, il 6° e il 3° reggimento destinati alla 1a, alla 2a e alla 3a con alcuni reparti già autoportati. Il passaggio quindi alle moto e all'autotrasporto fu naturale e progressivo. In seguito con l'evolversi del conflitto , furono dotati anche di armi anticarro e di blindati.


L'ORDINAMENTO DA GUERRA DEI BERSAGLIERI NEL 1930
Detto ordinamento rimase in vigore fino alla guerra con la sola variazione dei mezzi di trasporto.

 

COMANDO DI BATTAGLIONE   3 COMPAGNIE BERSAGLIERI  
Ufficiali 8 Ufficiali 15
Sottufficiali 10 Sottufficiali 21
Truppa 128 Truppa 594
Biciclette per ufficiali 2 Biciclette per ufficiali 15
Biciclette per truppa 61 Biciclette per truppa 606
Motocicli 12 Mitragliatrici leggere Breda '30 27
Motocarrozzette 3    
Motocarrelli o mototricicli Guzzi 32    
Autocarri leggeri 10    
Autocarri pesanti 1    
       
COMPAGNIA MITRAGLIERI      
Ufficiali 6    
Sottufficiali 10    
Truppa 189    
Biciclette per ufficiali 5    
Biciclette per truppa 196 (di cui 48 mod. 1924 portamitragliatrici)
Mitragliatrici pesanti Fiat '14 poi '35 12    


Secondo il manuale del 1939, l'unità base dei reparti dotati di bicicletta era la Squadra composta da: 1 caposquadra, 1 porta fucile mitragliatore, 1 porta arma tiratore, 4 porta munizioni, 8 fucilieri.
La motorizzazione cambiò la dotazione dei mezzi ma sostanzialmente non l'organizzazione; ad esempio nel manuale del 1933 troviamo assegnati 12 mototricicli per compagnia per il trasporto delle 12 mitragliatrici pesanti, mentre in un manuale del 1939 figurano ancora in servizio le biciclette porta Fiat '35.
Oggi tutti sanno che si entrò in guerra con mezzi largamente insufficienti, ma a parte la "confusione" dei manuali sopra citati, c'è da ritenere che nel caso dei bersaglieri tutte le sezioni mitragliatrici fossero motorizzate.
Progressivamente man mano che si rendevano disponibili autocarri e moto i reparti ciclisti venivano trasformati in autoportati o motociclisti; ciò avvenne anche in Grecia per altro motivo, dove a causa della conformazione del terreno nelle zone di operazioni le biciclette erano inutilizzabili.

Esempi della motorizzazione in corso nel Regio Esercito sono rappresentati dagli organici del primo scaglione dell'invasione dell'Albania con 12 battaglioni di Bersaglieri di cui 9 ciclisti, 1 motociclisti, 1 autoportato e 1 misto, nonché del 31° Carristi Littorio del marzo1941 nell'intervento in Jugoslavia che comprendeva anche un reggimento
bersaglieri con 2 battaglioni autoportati e 1 ciclisti, una compagnia motociclisti e il XXII battaglione motociclisti su 4 compagnie.
Sempre in Jugoslavia operò il 3° reggimento Bersaglieri come "reggimento ciclisti" che in un documento datato 1.6.1941 comprende una forza di 2.891 uomini e 2.369 biciclette più vari mezzi meccanici.
Un mese dopo un documento datato 6.7.1941 , in previsione dell'invio del reggimento in Russia, recita al punto 3 "I tre battaglioni XVIII, XX e XXV da ciclisti si trasformeranno in autoportati ... verseranno le biciclette ... (ma qualora non vi siano mezzi sufficienti disponibili) i battaglioni stessi muoveranno nella loro attuale costituzione su biciclette"
L'Ufficio Storico dell'Esercito interpellato al riguardo ha risposto: "il 3° Bersaglieri iniziò il trasferimento in Russia con 2 battaglioni autotrasportati e il XVIII ciclisti". Ha allegato inoltre alcune foto scattate in Romania.
Si deduce quindi che i vari reggimenti incominciarono la guerra sia con le biciclette che su autocarri, passando progressivamente su questi ultimi o su motocicli a seconda della disponibilità lasciando per ultimi i reparti di retrovia e di stanza nella madrepatria.

In molti filmati dell'Istituto Luce sull'invasione della Francia,dopo lo sbarco degli alleati in Tunisia , si vedono sfilare vari reparti di bersaglieri in bicicletta.
 

LA BICICLETTA BIANCHI PER TRUPPA
Come abbiamo detto la ditta Bianchi vinse il bando dell'esercito con la bicicletta modello 1912, allora all'avanguardia e simile alle moderne mountain bike.
Le caratteristiche principali: telaio pieghevole del peso di 14 Kg. con appositi attacchi e relative cinghie per il trasporto a spalla; ruote di piccole dimensioni per maggior maneggevolezza e gomme piene antiforatura; due ammortizzatori sulla ruota anteriore e uno sulla forcella posteriore per compensare la rigidità delle gomme piene; freno anteriore a bacchetta interno al telaio (per non essere intralciato da eventuali carichi); trasmissione a catena a scatto fisso.

Con la riorganizzazione dell'esercito del '23 vennero ordinate alla nuove biciclette alla Bianchi che produsse il modello 1924 seguito dal definitivo modello 1925, in pratica un modello 1912 con alcune modifiche quali lo snodo della forcella posteriore sostituito da una lamina d'acciaio e il "cambio" costituito da due ingranaggi diversi posti ai
due lati della ruota.
Successivamente venne anche realizzato il modello 1934 con mezzi parafanghi, i due ingranaggi del cambio dalla stessa parte e un disegno diverso della ruota dei pedali.
I due modelli rimasero in uso fino alla RSI per poi essere sostituiti definitivamente nel dopoguerra dalle moto e dagli autocarri.
L'affardellamento della bicicletta da truppa secondo il manuale del 1939, in guerra era il seguente (fig. 5):

• un paio di spallacci di cuoio per bicicletta
• un moschetto '91 TS con custodia
• uno zainetto triangolare centrale
• una custodia a sacca sul porta mantellina posteriore
• una gavetta con coperchio e fodera
• un attrezzamento da zappato re
• un telo da tenda con relativo bastone

Gli attrezzi da zappatore erano di nove tipi e venivano fissati di volta in volta lateralmente alla ruota posteriore (fig. 36)

Il telo da tenda veniva portato solo se necessario. Dalle foto si può rilevare che venivano trasportate anche, maschera antigas, borraccia e borsa tattica a tracolla o agganciata al manubrio.
La bicicletta da truppa porta fucile mitragliatore Breda '30 (fig. 4) ,era simile a quella normale, priva degli attacchi per il moschetto, del portamantellina posteriore non utilizzabile, che diveniva anteriore. Il fucile mitragliatore senza canna veniva fissato ad un anello inserito nel tubo portasella e al tubo portazainetto; la canna era custodita in una apposita custodia cilindrica sopra al manubrio (fig. 5)

Le biciclette della squadra fucile mitragliatore trasportavano inoltre le munizioni in apposite cassette (fig. 5); vi erano cassette piccole da 8 caricatori, cassette ricambi e custodia canne di ricambio che si portavano sul manubrio e cassette da 10 caricatori portate sopra lo zainetto triangolare.
La bicicletta da ufficiale era simile a quella da truppa con ruota a scatto libero, fanale, freno anche posteriore a filo di acciaio, parafanghi, campanello, portasciabola anteriore e borsetta porta attrezzi sotto la sella.
Non abbiamo trovato prove dell'utilizzo della bicicletta porta mitragliatrice pesante Fiat '14 o '35 nell'ultima guerra.
 

DIVISA ED EQUIPAGGIAMENTO
Il bersagliere ciclista portava il fez rosso, copricapo tipico del corpo, con la divisa da fatica o da libera uscita e l'elmetto per gli spostamenti in bicicletta in tempo di guerra.
Portava inoltre la mantellina al posto del pastrano, giberne senza gli spallacci (13/16) e gambali di cuoio allacciati esternamente con cinturini. Il resto della divisa era uguale a quella degli altri fanti dell'esercito. Nel 1940 venne distribuita una nuova giacca a vento con passanti per le giberne anche in versione estiva (v. tavola).
L'armamento era costituito dal moschetto '91 TS (truppe speciali) e dalla pistola Beretta per ufficiali, graduati e porta arma - tiratore Breda '30.
I componenti la squadra fucile mitragliatore portano inoltre, divise fra loro, 7 giberne per caricatori di riserva e una fiasca per olio.


IL MODELLO
Inizialmente l'obiettivo finale della mia ricerca era la realizzazione di un bersagliere ciclista nella 2° guerra mondiale, ma la scoperta della bicicletta porta Breda '30 in un manuale dei bersaglieri ciclisti del 1933, mi ha portato ad un progetto più ambizioso e cioè alla realizzazione non di un singolo ma di un gruppo comprendente anche quest'ultima con relativo porta arma.

Non ero però certo del suo effettivo uso durante l'ultima guerra non essendo riuscito a trovare nessun documento fotografico. Per non incorrere quindi in un falso storico ho interpellato l'Ufficio Storico dell'Esercito, il museo dei bersaglieri di Roma ed alcune associazioni d'arma purtroppo senza successo. La risposta l'ho trovata successivamente nel mio archivio e precisamente in un paio di fotogrammi dei cinegiornali di guerra dell'Istituto Luce di cui uno in Russia e l'altro in Francia,durante l'occupazione di Nizza; nel primo una cassetta da munizioni da Breda '30 sporge da sotto gli indumenti di un bersagliere mentre nel secondo in un gruppo di ciclisti si nota il calcio della Breda. A questo punto potevo quindi incominciare il mio lavoro.

L'autocostruzione di una bicicletta in plastica in scala 1/35 , anche se difficoltosa, sarà probabilmente possibile ma moltiplicata per tre può diventare stressante; sfruttando allora il mio mestiere di orologiaio e l'esperienza acquisita in precedenza con altri modelli, ho preferito utilizzare il metallo.
Per i telai ho usato filo di ottone cotto di vario diametro (si trova in ferramenta) saldato in argento o a stagno, per le ruote ottone e filo elettrico stagnato, con guaina di filo elettrico per simulare il battistrada in gomma.
Le moltipliche era mia intenzione realizzarle in fotoincisione ma dopo vari tentativi infruttuosi, ho scelto l'acetato disegnato con la stampante; per le catene ho usato il sempre utile filo elettrico mentre per le selle della lastrina di ottone.

A completamento ho provveduto ad affardellarle con stucco e carta e prelevando moschetti e gavette dalla solita banca dei pezzi. Fin qui i "mezzi", rimanevano ora gli uomini.
Quando ho iniziato a fare modellismo i soggetti italiani erano quasi inesistenti e quindi l'arrangiarmi è diventata una regola. Generalmente per realizzare soldatini italiani, uso sempre quelli tedeschi, tranne qualche vecchio bersagliere
dell'ltaleri.

I soldatini tedeschi hanno gli stivali facilmente trasformabili in fasce gambiere o gambali da bersaglieri, ho quindi provveduto con le necessarie incisioni aggiungendo le cinghie fatte con carta e le fibbie con filo elettrico, ripassato le scarpe e realizzato le stringhe fatte con filo di rame sottile attorcigliato attorno alle stesse,incollato e tagliato col cutter della giusta misura.
Le giacche sono simili a quelle italiane e richiedono la cancellazione di qualche particolare eccedente che può essere necessario rifare come ad esempio tasche, bavero ecc. per i quali si può utilizzare l'incisione, lo stucco o la carta. Stesso discorso se si vuoi riprodurre la giacca a vento mentre la mantellina si realizza in stucco che occorre
appiattire a foglio per poi appoggiarlo sulle spalle facendolo ricadere con le pieghe e asportando l'eccesso.

Per avere l'elmetto italiano ho usato teste Hornet e di altre marche e ho quindi realizzato il piumetto da un foglio di rame per lavori a sbalzo (reperibile in un negozio di belle arti); ne ho ritagliato a pettine un rettangolo, con le strisce che riproducono le penne ,che ho poi arrotolato e inserito nell'elmetto. Le ho quindi sparpagliate e spuntate.
La giusta posizione dei figurini l'ho ottenuta utilizzando braccia, gambe, ecc. sempre presenti nella banca dei pezzi. Qualche ciuffo di vegetazione, una porzione di strada sterrata ed un alberello hanno completato un lavoro abbastanza inusuale.

P. Valpiani
 

BIBLIOGRAFIA
Manuali del Ministero della Guerra n.2558-2665-3055-3774
Catalogo militare nA - 1924-1925 Componenti bicicletta Bianchi modello militare
Fonti della documentazione:
Ufficio Storico dell'Esercito
Museo dei Bersaglieri di Roma
Istituto Luce - Cinegiornali di guerra
Riviste:
Fiamme Cremisi
Uniformi & Armi

 

Copyright: CMPR - Club Modellistico Plastico Ravenna

Via Bassa, 1 - 48100 Ravenna (Italia)

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Autorizzazione del Tribunale di Ravenna n. 731 del 02/09/1983

 




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