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Le forze coloniali

Ordinamento militare generale dell'Impero (A.O.I.)

 

 

 

Conclusasi vittoriosamente la campagna per la conquista dell'Impero di Etiopia (ottobre 1935 - maggio 1936), si cominciò subito col dare un primo assetto provvisorio al nuovo Impero, nel quale furono comprese anche le nostre vecchie colonie dell'Eritrea e della Somalia. Tutto il vasto territorio venne ripartito in cinque grandi zone, e precisamente.

  • la zona comprendente l'Eritrea, il Tigrai e la Dancalia; capitale Asmara;

  • la zona comprendente lo Scioa, il Goggiam e l'Etiopia nordoccidentale; capitale Gondar;

  • la zona comprendente l'Harar, gli Arussi e il Bale; capitale Harar;

  • la zona comprendente i Galla e Sidama e le tribù dell'ovest; rapitale Gimma;

  • la zona comprendente l'antica Somalia italiana e l'Ogaden; capitale Mogadiscio.

Ogni zona dipendeva da un Governatore, capo dell'amministrazione civile e comandante di tutte le forze armate dislocate nel proprio territorio. Tutti i cinque Governatori facevano poi capo al Governatore generale e Vice Re, residente in Addis Abeba.

Ai limiti delle varie zone furono, in seguito, apportati dei ritocchi, sino a quando venne stabilito un ordinamento territoriale definitivo, che fondamentalmente confermò quanto era stato fatto in via provvisoria.

Con la fine delle operazioni, comandi, grandi unità e reparti, ritenuti non più necessari, cominciarono ad essere gradualmente smobilitati, sciolti o rimpatriati. Le forze armate dell'Impero furono in tal modo ridotte, per poterle contenere soltanto entro i limiti imposti dalla necessità di presidiare e dare sicurezza alle nuove terre conquistate. In relazione alle esigenze particolari delle varie zone, l'organizzazione militare subì quindi, nei primi tempi, adattamenti e ritocchi.

Nel 1937, dopo più di un anno di esperienza, con decreto n. 2708 del 15 novembre (inserito nella G.U. n. 91 del 20 aprile e riportato dalla circolare 339 G.M. 1938) fu stabilito l'ordinamento politico, amministrativo e militare per l'Africa orientale italiana (1).

Per la parte militare, le forze armate terrestri furono così organizzate:

a) Stato Maggiore del Governo generale, con

  • 1 Capo di S. M.,

  • 1 Sottocapo di S. M.,

  • 1 ispettorato di fanteria coloniale,

  • 1 ispettorato di artiglieria,

  • 1 ispettorato del genio,

  • 1 ispettorato dei reparti di camicie nere (Milizia) d'Africa,

  • 1 direzione superiore dei servizi della quale facevano parte:

    • 1 direzione di artiglieria,

    • 1 direzione del genio,

    • 1 direzione dei trasporti,

    • 1 direzione di sanità,

    • 1 direzione di commissariato,

    • 1 direzione di veterinaria,

    • 1 ispettorato di amministrazione,

    • 1 ispettorato per l'assistenza spirituale,

    • 1 ufficio superiore topocartografico.

Presso i Governi delle varie zone esisteva i comando delle truppe, il quale agiva sotto l'alta vigilanza del Governatore.

b) 1 divisione nazionale, dislocata in Addis Abeba (capitale dell'Impero), costituita come appresso:

  • 1 comando;

  • 2 reggimenti di fanteria d'Africa, formati ciascuno da 1 comando, 3 battaglioni, 1 batteria d'accompagnamento e 1 deposito;

  • 1 battaglione di mitraglieri d'Africa;

  • 1 reggimento di artiglieria d'Africa, formato da i comando, 2 gruppi someggiati e 1 deposito;

  • 2 compagnie del genio d'Africa;

  • servizi (1 sezione di sanità e 1 sezione di sussistenza).

c) 16 brigate coloniali, di cui 3 in Eritrea, 4 nell'Amara, 3 nell'Harar, 4 nei Galla e Sidama e 2 nella Somalia italiana. Le brigate coloniali erano costituite ciascuna da:

  • 1 comando;

  • reparti coloniali delle varie armi;

  • servizi (1 reparto someggiato di sanità e 1 nucleo di sussistenza).

Complessivamente i reparti coloniali delle varie armi comprendevano: 58 battaglioni di fanteria coloniale, 5 gruppi di squadroni di cavalleria coloniale, i6 gruppi di artiglieria coloniale, i6 compagnie miste del genio coloniale (2).

d) Truppe non inquadrate nella divisione nazionale e nelle brigate coloniali; tali truppe comprendevano:

Fanteria:

  • 1 gruppo di 4 battaglioni di Milizia d'Africa, in Addis Abeba;

  • 9 battaglioni mitraglieri di Milizia d'Africa (motorizzati), di cui i in Eritrea, 2 nell'Amara, 2 nell'Harar, 2 nei Galla e Sidama e 2 nella Somalia italiana;

  • 2 battaglioni di fanteria coloniali, di cui i in Addis Abeba e i nella Somalia italiana;

Cavalleria

  • 1 gruppo di squadroni di cavalleria in Addis Abeba;

Artiglieria

  • 4 gruppi di artiglieria d'Africa (motorizzati), di cui 1 nell'Amara, 1 nell'Harar, 1 nei Galla e Sidama e 1 nella Somalia italiana;

  • 4 gruppi di artiglieria contraerei di Milizia d'Africa, di cui 2 in Addis Abeba, 1 in Eritrea e 1 nell'Harar;

  • 1 gruppo di 8 batterie d'Africa da posizione, in Addis Abeba;

  • 7 compagnie cannonieri coloniali, di cui 2 in Eritrea, 1 nell'Amara, 1 nell'Harar, 1 nei Galla e Sidama e 2 nella Somalia italiana;

Genio

  • 1 reggimento genio speciale d'Africa, in Addis Abeba, formato da 1 comando, 2 battaglioni, 1 compagnia ferrovieri e i deposito.

e) Servizi non assegnati alla divisione nazionale e alle brigate coloniali. I magazzini dei servizi d'artiglieria, del genio, di sanità, di commissariato, di veterinaria, dislocati nella piazza di Addis Abeba, erano attrezzati in modo da funzionare anche quali magazzini centrali di riserva.

Il servizio automobilistico comprendeva:

  • 1 autoraggruppamento speciale di Milizia d'Africa, in Addis Abeba, formato da i comando, 3 autogruppi e i deposito con magazzini e officine;

  • 1 autoreparto misto, con officine, per ogni comando delle truppe delle varie zone.

Presso il comando della piazza di Addis Abeba, come pure presso ciascun comando delle truppe delle varie zone, erano costituiti:

  • 1 deposito territoriale e i deposito coloniale;

  • 1 sezione d'artiglieria, con magazzini e laboratori;

  • 1 ufficio lavori del genio, con magazzini e laboratori;

  • 1 ufficio di sanità, con magazzino;

  • 1 ufficio di commissariato, con magazzini;

  • 1 ufficio di veterinaria;

  • 1 tribunale militare.

Forza complessiva dei militari di truppa dislocati nell'Impero (Africa orientale): circa 65.000 uomini, in cifra tonda (21.145 militari di truppa nazionali, compresi quelli della Milizia; 43.270 militari di truppa indigeni).

Nell'insieme si sarebbero dovuti avere:

  • 80 battaglioni di fanteria, di cui 6o coloniali;

  • 6 gruppi squadroni, coloniali;

  • 27 gruppi di artiglieria, di cui 17 coloniali; 2 battaglioni del genio, nazionali;

  • 7 compagnie cannonieri, coloniali;

  • 19 compagnie del genio, di cui i6 coloniali.

L'ordinamento predetto però, data la situazione in Africa orientale, non potè avere piena attuazione; tanto che il Comando Superiore delle forze armate dell'impero ritenne opportuno presentare, nell'agosto 1938, lo schema di un nuovo ordinamento che comportava la formazione di 1 divisione nazionale, 22 brigate coloniali, truppe non inquadrate e servizi, con un numero complessivo di:

  • 106 battaglioni di fanteria, di cui 8o coloniali;

  • 16 gruppi squadroni, di cui 15 coloniali;

  • 26 gruppi di artiglieria, di cui 22 coloniali;

  • 9 battaglioni del genio, tutti nazionali;

  • 6 compagnie autocarri armati, tutti nazionali;

  • 10 compagnie cannonieri, di cui 5 coloniali.

Forza globale (arrotondata) di tale ordinamento:

  • 3700 ufficiali;

  • 3500 sottufficiali;

  • 123.000 militari di truppa, di cui 93.000 indigeni.

Quest'ultimo ordinamento, malgrado le difficoltà d'ordine finanziario, venne in gran parte attuato.

Quanto alla mobilitazione, le predisposizioni relative erano ispirate alla direttiva di «organizzare in A.O.I., entro il 1940, tutto quanto occorreva per un'armata nera di 300.000 uomini». Indirettamente la preparazione di una tale armata venne favorita per il fatto che la situazione interna impose di tenere nell'Impero forze considerevoli.

Nel settembre del 1939, data la grave situazione internazionale, il Governo generale dell'Africa orientale italiana emanò gli ordini relativi alle predisposizioni di mobilitazione «in funzione dell'effettiva disponibilità in posto di forza in congedo e di dotazioni».

Sotto la data del 1° ottobre dello stesso anno, la situazione si presentava come appresso: le forze dell'Impero (esclusi i carabinieri e la guardia di finanza, e compresa la Milizia) erano raggruppate in:

1 divisione nazionale, 23 brigate coloniali, truppe non inquadrate nelle predette unità, servizi, per un complesso di:

  • 128 battaglioni di fanteria, di cui 93 coloniali e 30 della Milizia;

  • 13 gruppi squadroni, di cui 12 coloniali;

  • 27 gruppi di artiglieria, di cui 23 coloniali;

  • 9 battaglioni del genio, nazionali;

  • 17 gruppi di bande, coloniali;

  • reparti minori.

Forza globale, in cifra tonda:

5.000 ufficiali;

5.300 sottufficiali;

190.000 militari di truppa, di cui 148.000 indigeni.

Con le predisposizioni di mobilitazione si pensava di potere far ascendere la forza totale dell'Impero a 280.000 uomini (di cui 75.000 nazionali e 205.000 coloniali), con cui costituire:

  • 148 battaglioni di fanteria, di cui 93 coloniali e 33 della Milizia;

  • 15 gruppi di cavalleria, di cui 14 coloniali;

  • 30 gruppi di artiglieria, di cui 23 coloniali, 1 di Milizia contraerei, 1 da posizione;

  • 10 compagnie cannonieri, di cui 5 coloniali;

  • 10 battaglioni del genio, nazionali;

  • reparti minori e unità dei servizi.

Con la maggior parte di dette unità, si progettava di costituire 2 divisioni di fanteria:

  • la «Granatieri di Savoia» su 10 battaglioni di fanteria, 2 gruppi di artiglieria e unità dei servizi; l'«Aosta», denominata successivamente «Africa», su 7 battaglioni di fanteria, 1 gruppo di cavalleria e i gruppo di artiglieria;

  • 23 brigate coloniali.

Questa era la situazione verso la fine del 1939.

Nel 1940 (3) si continuò a perfezionare le predisposizioni di mobilitazione, cercando anche di superare nel miglior modo possibile le varie difficoltà soprattutto d'ordine materiale (4).

Verso la fine di maggio, nell'imminenza dell'entrata in guerra dell'Italia, si addivenne a una nuova organizzazione militare. Tutti i poteri politici, amministrativi e militari furono concentrati nelle mani del Governatore generale Vice Re d'Etiopia, e in relazione alle necessità operative l'Impero fu organizzato in scacchieri:

  • uno scacchiere nord, fronteggiante il Sudan settentrionale; comprendeva i territori dei Governi dell'Eritrea (meno la Dancalia) e dell'Amara; forza circa 102.000 uomini;

  • uno scacchiere sud, fronteggiante il Sudan meridionale ed il Kenia settentrionale; comprendeva il territorio dei Galla e Sidama

  • aliquote del territorio della Somalia fino a Dolo; forza circa 37.000 uomini;

  • uno scacchiere est, fronteggiante la costa francese dei Somali;

  • il Somaliland britannico; comprendeva i territori dei Governi di Harar, dello Scioa, della Dancalia, di Dessié, dell'Ogaden, Nogal e Migiurtinia: forza circa 123.000 uomini;

  • un settore Giuba, fronteggiante il Kenia; comprendeva aliquote dei territori del Governo della Somalia; forza circa 18.000 uomini.

Al momento dell'entrata in guerra dell'Italia, 10 giugno 1940, le forze armate dell'Impero assommavano in cifra tonda (escluse le forze di polizia) intorno a 280.000 uomini, di cui circa 80.000 nazionali 200.000 circa coloniali, inquadrati in divisioni, brigate e unità minori secondo quanto di massima era stato previsto, sin dalla seconda metà del 1939, nelle predisposizioni di mobilitazione di cui si è fatto cenno.

Armamento disponibile: 670.000 fucili, 3.300 mitragliatrici, 5.300 fucili mitragliatori, 24 carri M, 39 carri L, 129 autoblindo e autocarri attrezzati con scudi, 4 obici da 149/13, 4 cannoni da 120/45, 26 cannoni da 120/25, 59 cannoni da 105/28, 216 cannoni da 77/28, 92 pezzi da 70/15, 312 pezzi da 65/17 e circa un altro centinaio di pezzi di tipi diversi.

 

 

 

 


 

NOTE

(1) Le disposizioni riflettenti le forze armate - con relativa organizzazione da raggiungersi gradualmente - dovevano andare in vigore dal 1° ottobre 1936.

Occorre però tener presente che nel 1937 c'erano ancora nell'Impero circa 255.000 uomini, di cui 135.000 nazionali e 120.000 coloniali, cioè forze di gran lunga superiori a quelle previste dall'ordinamento; e ciò, sia come misura prudenziale dato il poco tempo trascorso dalla conquista, sia per necessità operative dovendo far fronte alle ribellioni divampate qua e là nel vasto territorio dell'Etiopia.

(2) Le unità denominate «d'Africa» erano composte esclusivamente di nazionali; quelle denominate «Coloniali» erano composte di indigeni inquadrati da nazionali. Ogni battaglione coloniale (o reparto corrispondente) aveva sede fissa, e in tale sede era dislocato il rispettivo centro di mobilitazione, avente anche funzioni di deposito.

(3) Con legge n. 887 del 21 giugno 1940 (riportata dalla G.U. n. 172 del 24 luglio e dalla circ. 576 G.M. 1940), venne soppresso il Comando superiore delle forze armate dell'Africa orientale italiana, già istituito con decreto legge n. 1856 del 17 agosto 1938. Tuttavia, la denominazione di Comandante superiore rimase e fu ancora usata in documenti ufficiali dal Governatore generale Vice Re d'Etiopia durante le operazioni del 1940-41.

(4) Il 6 aprile 1940, vi fu una riunione a Roma, alla quale parteciparono il Capo del Governo, il Ministro dell'Africa italiana, il Sottosegretario alla Guerra e il Vice Re d'Etiopia. In tale riunione fu presa in esame la situazione dell'Impero e fu deciso di provvedere alle più urgenti necessità con l'invio di materiali e di personale.

 

BIBLIOGRAFIA

"L'esercito italiano fra la 1a e la 2a Guerra mondiale. Novembre 1918-Giugno 1940" USSME, Roma, 1954, pagg. 186-192.



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