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La Milizia Volontaria
Sicurezza Nazionale |
Divisione CC.NN. "28 Ottobre"
Data di costituzione |
10 maggio 1935 |
Comandante |
Generale di brigata (poi di
divisione) Umberto Somma |
Vice Comandante |
Console Generale Giuseppe Moscone |
Capo
di S.M. |
Ten.
Col. dei Bersaglieri (S.M.) Luigi Bonfatti |
Motto |
"Summa audacia et virtus" |
Composizione della
Divisione
Reparti |
Comandante |
Sede |
114a
Legione "Garibaldina"
- CXIV Btg CC.NN.
- CXV Btg CC.NN.
- 114a Cmp mitraglieri lombardi
- 114a Batt. sommeggiata CC.NN.
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Console
Giovanni Ricciotti
- Sen. Morali
- Sen. Busalacchi
|
Bergamo
- Bergamo
- Brescia
- Milano, Lodi, Pavia
- Piacenza
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116a
Legione "Alpina"
|
Console Nicolino
Serrai
-
Sen. Gagliardi
-
Sen. Vernassa
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Como
-
Como
-
Brescia (Monza)
-
Como, Varese
-
Milano
|
180a
Legione "Alessandro Farnese"
|
Console Alessandro
Biscaccianti
|
Parma
-
Parma
-
Fidenza
-
Cremona, Casalmaggiore
-
Alessandria, Tortona
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Completano la Divisione
-
Due Btg. Complementi CC.NN.
-
2° Battaglione mitraglieri CC.NN. (Genova, Savona)
- Sen. Caorsi
-
2° Gruppo cannoni 65/17 del 30° Rgt.
Art. Div. (Brescia) - Ten. Col. Cecconi
-
2a Compagnia speciale Genio (mista CC.NN.
e R.E.) - Magg. Rossi
-
Sezioni CC.RR. 1° Ten. De Maria (Milano)
-
Ufficio Commissariato - Ten. Col.
A. Bonaiuto
-
2a Sezione Sanità - Sen.
M. Pugliese
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2a Sezione Sussistenza
-
2° Autoreparto misto (CC.NN. e R.E.)
-
2° Reparto salmerie divisionali
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Storia operativa
Il
22 maggio 1935, la Divisione inizia il suo intenso ciclo di
addestramento nella zona di Formia-Scauri-Minturno. Il 9 luglio a Formia,
il generale designato d'Armata Ottavio Zoppi consegna alla Divisione,
perché ne perpetui le tradizioni e la gloria, il Labaro della 1a
Divisione d'Assalto, da lui comandata nella guerra 1915-1918. Tra
luglio e agosto, vengono eseguite le esercitazioni e il trasferimento a
Benevento dove viene passata in rivista dal Duce il 18 agosto. A
cominciare dalla fine di agosto, la Divisione viene imbarcata da Napoli
con destinazione Massaua, in Africa Orientale. Il 18 settembre,
inquadrata nel I C.d'A. agli ordini del generale Santini, la Divisione inizia
un’avanzata di 150 km per raggiungere la zona Senafé-Barachit. Il 23
settembre è schierata tra Offesi e Barachit lungo la strada che porta
alla linea di confine. Il 3 ottobre la Divisione, disposta su due
colonne e fiancheggiando la Divisione "Sabauda", è schierata tra Enda Gaber, Cocobai ed Agìa Anna, pronta a
varcare il confine secondo le disposizioni del piano militare
approntato, il cui primo obiettivo è Adigrat e il secondo Macallè. Il 4
ottobre le CC.NN. della 114a Legione insieme al XXV Btg
eritreo occupano il passo di Edagà Hamus, quasi a quota 3.000 m.,
importanze per il transito della carovana per il Tigrai. Il 9 ottobre
giunge da Macallè il Degiac Hailè Selassiè Gugsa con il suo seguito e
con una colonna di un migliaio di armati; dichiara di volersi
sottomettere al Governo italiano: dalla 114a Legione, il
Degiac viene inviato al Comando del C.d'A.
In attesa dei combattimenti, la Divisione
inizia i duri lavori di costruzione stradale. In
tempi brevissimi le Camicie Nere, aiutate dai reparti del Genio
divisionale, provvedono alla costruzione un’arteria camionabile da
Adigrat a Edagà Hamus (1). Successivamente i reparti
del Genio vengono impegnati nella costruzione di dodici fortini ed altri
10 km di strada. Tatticamente, la conquista di Macallè impone la
necessità di provvedere immediatamente a fortificare un vasto tratto
del fianco orientale dello schieramento delle truppe italiane, dal Mai Dolò al Mai Dauderà. Dopo la costruzione di questi approntamenti
difensivi, la Divisione porta le sue avanguardie fino al Passo Dogheà,
iniziando la costruzione di una serie di forti lungo 12 Km. di fronte e
che servivano alla protezione della conca di Macallè.
Il 1° novembre la Divisione riprende la
marcia verso sud raggiungendo Mai Uecc. Il 2 novembre, fiancheggiando la
divisione "Sabauda" le truppe si assestano ad Enda Teclaimanot,
alternando la marcia con la sistemazione della strada. Il 3 novembre
prosegue fino a Addi Baghè. Il 4 novembre viene raggiunta la piana di
Uogorò dove viene fatta sosta fino al giorno 5 novembre. Seguono le
tappe di Mai Agulà e Mai Macden. In questa ultima località, il CLXXX Btg
della Legione Farnese, si distacca dalla Divisione e viene destinato a
far parte della colonna del 60° fanteria per l'occupazione di Macallè.
Il resto della Divisione punta su Mai Dolò e si sistema a difesa nella
zona di Quihà. Successivamente, la Divisione viene spostata per
fortificare la zona di passo Dogheà, sul ciglione che domina Scelicot,
dove il 2 dicembre riceve la visita del Maresciallo Badoglio.
Il 3 dicembre, a
seguito di uno scontro armato con gli abissini nei pressi di Debrì, si
contano i primi caduti (2). Il 5 dicembre si ebbe la rappresaglia su
Debrì, che venne bombardata e incendiata dall'artiglieria e attaccato da
un battaglione della 114a Legione affiancato dal XXV Btg
Eritreo. Il 9 dicembre la Divisione viene sostituita in linea dalla
sopraggiungente Divisione "Sila" e passa come riserva del C.d'A. a
Gherghember Abù, dove svolse opera di miglioramento stradale, trasporto
di pietre e munizioni e ovviamente addestramento. Il 30 dicembre,
l'intera Divisione compie una ricognizione offensiva spingendosi fino a
Ansebà, 8 chilometri oltre le linee, senza incontrare il nemico.
Il 2 gennaio 1936 la Divisione riceve l’ordine
di trasferirsi nell’impervia regione del Tembien dove, a partire dal
23 novembre, il 1° Gruppo Battaglioni CC.NN. d’Eritrea, al
comando del Console Generale Diamanti, è avanzato giungendo fino ad
Abbi Addi, nella regione del Tembien. Il 5 gennaio 1936 la Divisione, dopo una marcia forzata,
giunge ad Addi Zubaàh; pochi giorni dopo, lasciata a protezione della
linea del fronte la 114a Legione, si schiera a difesa del
Passo Uarieu (3). Il 20 gennaio, per prevenire l'attacco di Ras Cassa,
il Maresciallo Badoglio ordina di attaccare. Parte così la manovra che
tende a sorprendere il nemico serrandolo da nord e da est verso Melfà e
nella piana del Beles. Questa manovra a tenaglia vede impegnate la 2a
Divisione eritrea sulla sinistra dello schieramento e la 2a
Divisione CC.NN. "28 Ottobre" sulla destra. Con la Divisione Eritrea
agisce da Passo Abarò la 116a Legione coi Btgg. CXVI e CXXV,
la 116a Cp. mitraglieri e la 116a batteria
sommeggiata. Con la "28 Ottobre" tutte le truppe di Passo Uarieu. Il 21 gennaio per ordine del Comando della Divisione, il
Console Generale Diamanti prende posizione sotto le pendici di Debra
Amba con due battaglioni di CC.NN., per stabilire il contatto con il nemico.
La colonna al comando del Console Generale Diamanti assolve il suo
compito con la conquista dei primi due roccioni a scopo dimostrativo;
ricevuto l'ordine di ripiegare sul Passo, viene attaccata da forze via
via più numerose che tentano tagliarle la ritirata. I legionari, combattendo
con valore, riescono a disimpegnarsi ma non senza aver subito rilevanti
perdite. La intensa azione di protezione della batteria della
colonna e quella subito sferrata dal Passo (4 batterie), l'eroica
resistenza di una cp. mitraglieri divisionale che sul posto si sacrifica
per proteggere il ripiegamento, non riescono a fermare le orde nemiche
dilaganti da tutte le direzioni. I due Battaglioni (II e IV CC.NN.
d'Eritrea) pur combattendo valorosamente subiscono gravi perdite, e solo
sotto la protezione di altri reparti mitraglieri riescono infine a
disimpegnarsi rientrando verso le 18 nei fortini di Passo Uarieu.
Esaltati
dei risultati le truppe indigene, sottovalutando le capacità di
resistenza delle truppe italiane schierate a difesa del Passo Uarieu,
effettuano un attacco in massa contro i fortini per cercare di
travolgerli ed avere libera la strada verso Hauzien. I legionari della "28 Ottobre" con i resti dei due Battaglioni del Console
Generale Diamanti, resistono all’urto dell’attacco abissino, e per
tre giorni, pur privi di acqua e di viveri, riescono a sbarrare
l’avanzata nemica e a proteggere il Passo. Il 23 alle ore 13 un
messaggio lanciato da un aereo che sorvola il cielo del Passo reca
l'incitamento e l'elogio del Maresciallo Badoglio. Dice:
"Vaccarisi è vicino - Coraggio mio Somma, resista ed avremo la
vittoria. Le sue CC.NN. scrivono una pagina magnifica. - Badoglio".
I legionari, mentre combattono, ascoltano le parole del messaggio letto
a gran voce dal T. Col. Seghetti, comandante l'artiglieria divisionale.
Il 23 sera la pressione nemica è in rapido declino. Alle 8 del 24La mattina del 24 novembre,
l’arrivo di una colonna della II Divisione Eritrea permette ai
difensori del Passo Uarieu di poter contrattaccare in modo da far cadere
tra due fuochi le truppe nemiche, ma queste riescono a svincolarsi dal
pericolo (4).
Dopo le azioni del mese di gennaio, segue un periodo di
necessario riposo e di riorganizzazione delle unità italiane.
Finalmente il 27 febbraio, durante la seconda battaglia del Tembien, il Corpo d’Armata
Eritreo di cui
adesso la Divisione fa parte, muove all’attacco di Uork Amba, un
baluardo inaccessibile che, con un dislivello a strapiombo di 600 metri,
si eleva a m. 2.430 e dista dal Passo di circa 2 chilometri.
Nel quadro dell'azione la conquista dell'Uork Ambà è il primo
indispensabile tempo. Il secondo prevede l'attacco ai roccioni del Debra
Ambà con proseguimento della marcia verso Sud per chiudere, di concerto
col III C.A. che risale dal Ghevà, la tenaglia per annientare le masse
nemiche. (5)
Durante
la notte, un reparto di una sessantina di rocciatori della "28 Ottobre"
al comando del Capomanipolo Tito Polo, scalano i ripidi
fianchi dello sperone e alle prime luci dell’alba ne conquistano
la cima più a nord ove sorprendono e pugnalano le guardie del presidio
abissino. Dopo aver preso posizione, riescono a contrastare i
contrattacchi nemici accorsi all'allarme. Intanto la 114a
Legione vincendo anch'essa le asperità del terreno, si impegna in una lotta
senza quartiere e conquista la spalla destra dell'Ambà, sostenendo e respingendo
nella giornata dieci violenti attacchi delle forze del Degiac Mesciascià Ilmà.
La 180a Legione, mentre un Battaglione (CLXXX) sta a presidio del
Passo, con l'altro (CLXXIV), aggregato alla colonna di destra (Col. Buttà),
partecipa assieme ai Battaglioni eritrei IX e XII, alle azioni contro le forze
del Degiac Bejené schiacciandole completamente - dopo aspro combattimento -
entro il solco del torrente Quasquazzé, scelto dal nemico come via di
infiltrazione e dì attacco contro la colonna stessa. Le batterie del gruppo
cannoni e le mitragliatrici seminano larga strage. Tra i nemici caduti lo stesso
Degiac Bejené, suo figlio e numerosi capi e sottocapi. (6).
L'indomani l'azione del C.A. Eritreo viene
vigorosamente ripresa con la "28 Ottobre" in prima schiera e la 2a
Eritrea in seconda schiera. Il 28 febbraio la colonna della Divisione CC.NN.
muove verso l'obbiettivo assegnato, i roccioni del Debra Ambà, già metà
dell'azione dimostrativa del 21 gennaio (7).
Superato il Beles, l'avanguardia urta nel nemico; sono le 14. La 180a
Legione procede all'attacco del primo roccione, ma un fuoco violento di
mitragliatrici bene appostate arresta lo slancio delle CC.NN. L'artiglieria
della colonna interviene, ad essa si aggiunge - con manovra a massa - quella di
Passo Uarieu; alle ore 16 la Legione rinnova l'attacco e con impeto conquista i
primi due roccioni sgominando i difensori. Alla stessa ora il Generale Somma non
preoccupandosi del fatto che gli altri roccioni erano ancora in mano del nemico
e che questi stava tentando un aggiramento sul fianco sinistro, ordina alla
colonna di puntare direttamente sul quinto roccione, ultimo baluardo
tatticamente importante sulla strada di Abbì Addì. L'ardita manovra sorprende in
pieno l'avversario. Alle 17,40 il roccione viene occupato saldamente, pochi
minuti prima che vi giungano truppe abissine provenienti dall'alto del Debra
Ambà. Nel breve scontro che ne segue, il nemico, dopo aver subite perdite, si dà
a fuga precipitosa. Anche i roccioni intermedi vengono rapidamente conquistati.
Mentre si rafforzano le posizioni appena occupate viene lanciato verso Abbì Addì
il IV Gruppo battaglioni eritrei che si spinge velocemente fino alle alture che
dominano a nord la conca del paese, provocando il panico e la disordinata fuga
di una grande quantità di armati e degli stessi Ras che abbandonano spaventati
le loro sedi di comando con quanto in esse si trova.
Nella serata e nella notte le armate di Ras Cassa e Ras Sejum, perduta ogni
parvenza di coesione, si dileguano in disordine come torme di armenti verso i
guardi del Tacazzè e le montuose regioni dell'Andinò, sfuggendo per Enda Mariam
Quorar alla morsa che stava per chiudersi. La seconda battaglia del Tembien era
vinta.
Il giorno seguente la "28 Ottobre" raggiunge senza colpo ferire Abbì Addì,
capitale del Tembien, issandovi solennemente il tricolore dinanzi alle truppe
schierate. Successivamente la "28 Ottobre" resta a presidiare tutto il Tembien.
La divisione costruisce strade, crea ambulatori, riceve le sottomissioni di
oltre duecento villaggi e dei loro capi tra cui il degiac Hailé Mariam Marù, il
degiac Berhè Agos, il degiac Amarè Gheresilassi ed altri capi dello Tzetzèrè,
dell'Uollega e dell'Avergalle. Le strade comode e sicure solcano il vasto
territorio dall'Ueri al Ghevà.
La divisione CC.NN. è la prima, tra le legionarie, a rientrare in Italia. Sbarca
a Genova a mezzo agosto e viene smobilitata a Brescia il 31 agosto del 1936.
Perdite della Divisione durante la campagna: Caduti 237 Feriti 216.
NOTE
(1) La
camionabile, lunga circa 28 chilometri, viene ottenuta con oltre 26.000
ore di lavoro e con il brillamento di 2.000 mine.
(2) Lo
scontro avviene fra
una cinquantina di abissini e 4 CC.NN. della Sezione Sussistenza fuori dal
campo per far legna. Pur difendendosi, trovarono la morte nel vallone del
Calaminò una volta finite le munizioni.
(3) Le forze della
Divisione "28 Ottobre" a Passo Uarieu sono:
A bilanciare
l'assenza delle Legioni 114 e 116 vengono tatticamente posti alle
dipendenze della Divisione:
-
Due Btg del 1°
Gr. CC.NN. d'Eritrea (II e IV)
-
Un Gruppo
autocarrellato di batterie da 77/28
-
4° Gr. Btgg
eritrei (col. Buttà), IX e XII più 1 Cp. del XVII
(4) Per questa azione, sia il 1° Gruppo Battaglioni Camicie
Nere del Console Generale Diamanti che la “28 Ottobre” vengono citati nell’Ordine
del Giorno della Nazione per i meriti in combattimento.
Il
25 giunge l'elogio del Maresciallo Badoglio:
"Camicie Nere del presidio di Uarieu, a Passo Uarieu attaccati da
soverchianti forze nemiche, avete resistito ed avete vinto. Le lunghe
ore di combattimento, le privazioni imposte dalla deficienza di viveri e
di acqua, l'impetuosità del nemico reso più tracotante dalla stragrande
superiorità numerica, non hanno fatto vacillare, neppure per un istante,
i vostri cuori.. Brave CC.NN.: sono contento di voi ".
(5) Le forze
della Divisione impegnate nel primo tempo sono ripartite in due colonne
d'attacco:
-
Colonna di sinistra (Console
Ricciotti) composta da:
- 114a, Legione (CXIV e CXV Btgg. CC.NN. - 114a cp.
mitragliatrici pes.).
- Una cp. del II Btg. mitraglieri.
- Rocciatori delle Legioni 114a e 116a.
- VII gruppo autocarrellato da 77/28.
- 114a Batteria someggiata.
-
Colonna di destra (Col. Buttà)
composta da:
- IV gruppo battaglioni eritrei.
- CLXXIV Btg. CC.NN. e 180a cp. mitraglieri.
- II gruppo cannoni da 65/17 (della "28 Ottobre").
- Banda del Degiac Lilaj.
(6)
Durante la giornata di combattimenti, furono ben dieci i contrattacchi
abissini respinti dai legionari.
(7) Compongono
la colonna, agli ordini del Generale Somma, le seguenti unità:
- Comando
Divisione col Labaro della I Divisione d'Assalto.
- 180a Legione CC.NN.
- II gruppo cannoni.
- la cp, del Battaglione mitraglieri divisionale.
- Un gruppo battaglioni, nazionali, granatieri e alpini, (Col. Gotti).
- IV gruppo Btgg. Eritrei (IX - XII e una cp. mitr. pes. del XVII).
- VII gruppo autocarrellato da 77/28 (Magg. Lo Cascio).
Le altre forze
della divisione (generale Moscone) sono riserva del C.A. Eritreo.
FONTI
E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della MVSN",
Volpe Editore, Roma, 1976. Un testo fondamentale per la conoscenza delle
operazioni svolte dalla Milizia su tutti i fronti.
I Diari Storici delle Legioni della MVSN e dei Battaglioni
CC.NN., delle Divisioni del R.E. e dei Corpi d'Armata conservati negli archivi
dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.
La
Stampa, Anno 71 n. 26, sabato 30 gennaio 1937-Anno XV
Altri
riferimenti: vedi la pagina contenente la bibliografia
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