Regio Esercito
Lista delle armi utilizzate
Generalità sulle armi portatili.
Si chiamano armi portatili quelle che possono essere facilmente trasportate
ed impiegate da un solo uomo o da un gruppo di pochi uomini.
Esse si distinguono in armi offensive ed armi difensive. Sono armi offensive
quelle destinate ad offendere. Sono armi difensive quelle destinate a
coprire le parti più vulnerabili del combattente, allo scopo di impedire o
rendere meno letali gli effetti delle armi offensive (scudi, corazze,
elmetti).
Le armi offensive comprendono: armi bianche ed armi da fuoco.
Le armi bianche vennero così chiamate, nel passato, per il colore bianco
metallico che avevano, essendo ben pulite e levigate. Oggi si conserva la
denominazione tradizionale per quanto le sciabole e le baionette siano anche
esse brunite.
Nella costituzione di un'arma bianca vanno considerati: il metallo più
idoneo (in genere è l'acciaio temperato); le parti principali, che pur
variando di forma e di dimensioni a seconda della specie dell'arma bianca,
sono: la lama, che offende; l'impugnatura, che è fissata alla lama e serve
per adoperare l'arma; il fodero che serve a riparare la lama quando non si
adopera; la forma complessiva, che dipende dal modo col quale l'arma deve
poter agire (da taglio, da punta, da punta e taglio).
Le armi da fuoco sono quelle che utilizzano la forza espansiva dei gas
prodotti dalla combustione delle polveri per lanciare a distanza proiettili.
Esse si distinguono, rispetto al servizio ed all'uso, in armi individuali,
portate ed impiegate da un solo uomo (fucili, moschetti e pistole) ed in
armi collettive, portate ed impiegate da più uomini (mitragliatrici);
rispetto al funzionamento: in armi a ripetizione ordinaria, a ripetizione
automatica, a ripetizione semiautomatica.
Le armi a ripetizione ordinaria sono quelle nelle quali, introduzione della
cartuccia, scatto ed espulsione del bossolo avvengono manualmente.
Le armi a ripetizione automatica sono quelle nelle quali, dopo avere
eseguito il caricamento, aver disposto i vari congegni per la esecuzione del
fuoco ed aver provocato lo scatto, le successive operazioni per il
proseguimento del tiro (apertura della culatta, estrazione ed espulsione del
bossolo, introduzione di una nuova cartuccia nella camera, chiusura della
culatta, armamento del percussore, nuova percussione) avvengono in tutto od
in parte automaticamente senza l'intervento dell'azione diretta del
tiratore.
Le armi a ripetizione semiautomatica sono quelle nelle quali l'introduzione
della cartuccia, l'estrazione e l'espulsione del bossolo avvengono
automaticamente, ma il tiro si può effettuare solo colpo per colpo. Fanno
eccezione le pistole, che essendo semiautomatiche, conservano la qualifica,
entrata nell'uso, di automatiche.
Le armi sono contraddistinte di massima con l'indicazione del:
- tipo:fucile, mitragliatrice, cannone, mortaio;
- calibro, espresso in mm.;
- lunghezza dell'anima (solo per le artiglierie) (1): misurata dalla faccia
anteriore dell'otturatore (quando è in chiusura) al vivo di volata. Essa si
esprime in calibri;
- modello e, generalmente, anno di adozione.
Armi individuali e di accompagnamento |
NB Fino al 1938 anche i carri armati (carri d'assalto, carri mod. 21 e mod. 30, carro d'assalto mod. 35 e carri di rottura) venivano considerati come arma di fanteria. Nella sezione dedicata ai Mezzi verranno esposte teorie, evoluzione e specifiche di questi mezzi.
NOTE
1) Sotto il nome di artiglierie sono comprese le bocche da fuoco di calibro uguale o maggiore ai 20 mm. In relazione alla lunghezza dell'anima vengono suddivise in: mortai fino a 11 calibri di lunghezza compresi, obici da 12 a 22 calibri (fa eccezione il cannone da 65/17), cannoni oltre i 22 calibri.