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La Milizia Volontaria
Sicurezza Nazionale |
La guerra civile di Spagna
1936-1939
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Le operazioni del Nord
Le operazioni nel Nord. La
brigata «Frecce Nere» a Bermeo.
Degli uomini sbarcati a Cadice
nel gennaio 1937 (volontari e mezzi provenienti dall'Italia)
restavano esuberanti, dopo la formazione dei Gruppi di
Banderas che parteciparono alla battaglia di Malaga, un
certo numero di ufficiali e legionari ed un quantitativo di
armi e mezzi. Fu deciso di costituire delle brigate miste
italo-spagnole e di iniziare la formazione delle prime due
in Badajoz e Sevilla.
Il 18 gennaio nacque la prima
brigata che prese il nome di «Frecce Nere»; su 161
ufficiali, 72 erano italiani e su 5.600 fra sottufficiali e
soldati, 500 erano italiani. Si costituirono due reggimenti
che presero la numerazione di 4° (quello di Badajoz) e 3°
(quello di Merida).
La composizione della Brigata
«Frecce Nere» (Flechas Negras) era la seguente:
Comandante: Colonnello i.g.s.
Sandro Piazzoni.
Capo di S.M.: Ten. Col. Amilcare Farina. |
3° Rgt. di fanteria; Col. Bruno Renzoli,
- tre
battaglioni
- una
batteria da 65/17.
4° Rgt. di fanteria; Col.
Fiumara,
- tre
battaglioni
-
batteria da 65/17.
Rgp.
Artiglieria; Ten. Col. Rolandi,
- tre
gruppi di vari calibri.
Compagnia mista del genio.
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A formazione completata la
brigata era forte di circa 7.000 uomini. Gli italiani erano
nella proporzione del 70% degli Ufficiali e del 20% della
truppa. La brigata, passando per Toledo, entrò in linea il
19 marzo nel settore Ciempozuelos-Boros, sul Jarama; ma
tra il 29 marzo ed il 2 aprile fu trasferita verso Bilbao.
Il 5 aprile era già in linea fra Ondarroa e Orcanegui, dando
il cambio alla 2a brigata di Navarra.
L'intervento della brigata
nella battaglia cominciò il 27; il 3° Reggimento occupò
Berriatua ed il 28 si concentrò in Ondarroa, mentre gli
arditi del Ten. Biondi prendevano Lequeitio; alle 13,15 il
3° Reggimento entrava in Guernica.
Il Generale spagnolo Mola,
comandante delle operazioni, aveva mandato a Piazzoni un
telegramma invitandolo a non avanzare verso il Nord prima
che fosse conquistato il Monte Sollube, che gli avrebbe così
assicurato il fianco sinistro; però il telegramma arrivò
alla Brigata troppo tardi, cioè quando il Colonnello
Piazzoni aveva già disposto, lanciando il II Battaglione del
3° Reggimento verso il nord. Questo reparto, agli ordini del
Maggiore Puzzoli, avanzando vigorosamente sulla sinistra
della Ria del Oca, occupava i paesi di Forue, Morueta,
Altamira, Busturia, Pedernales e Mundaca, entrando in Bermeo
la sera del 30 aprile.
Il nemico, accortosi della
debolezza di quella punta avanzata, a cominciare dal 1°
maggio, lanciò una serie di terribili attacchi in forze (5
battaglioni) costringendo le Frecce Nere ad abbandonare le
posizioni circostanti già occupate e a ritirarsi in Bermeo,
dove vennero circondate.
Solo il giorno 3 maggio il 4°
reggimento delle «Frecce Nere», assieme a forze della V
brigata di Navarra, sbloccava la situazione obbligando
l'avversario a rifugiarsi sulle montagne.
La lotta a Bermeo fu
durissima; i difensori di Bermeo erano meno dì 700 uomini e
combatterono molto valorosamente, tanto che il maggiore
Puzzoli iu promosso tenente colonnello ed il suo battaglione
da allora fu chiamato battaglione «Bermeo».
Le Frecce Nere soffrirono
secondo Piazzoni, la perdita di 289 uomini, di cui 50 morti
(4 ufficiali), 232 feriti (13 ufficiali) e 7 dispersi.
La stampa dei paesi contrari,
specialmente quella inglese, si accanì ancora una volta
contro i legionari, insultando e disprezzando sopratutto gli
italiani; tanto da indurre l'Ufficio Stampa Nazionale a
pubblicare una nota accusando i giornali inglesi,
particolarmente il Times, il Daily Express, la Press
Association, il Daily Herald, il Morning Post ed il
Manchester Guardian, di aver pubblicate incrudite falsità
a proposito della vittoriosa offensiva nazionale sul
fronte di Bilbao.
Il 3 maggio il Gruppo
battaglioni «23 Marzo» (Generale Francisci) fu affiancato per qualche giorno alle
«Frecce Nere», ma fu tosto ritirato dal
fronte per completare l'addestramento. Prima aveva
contribuito con le Frecce Nere alle operazioni che portarono
alla conquista del Sollube, il 7 maggio, mentre le «Frecce
Nere» si impossessavano dei Monti Toilu e Jata, con una
azione nella quale si distinse il I battaglione del 3°
Reggimento, che da allora fu chiamato battaglione «Monte
Jata».
Per lo sfondamento del
"Cinturone di ferro" di Bilbao si impose il contributo
efficiente e valoroso del Raggruppamento Artiglieria
Legionaria al comando del Ten. Col. Enzo Falconi,
comprendente ben 13 batterie.
Alla marcia finale su Bilbao
parteciparono le «Frecce Nere» avanzanti sulla costa (Plencia-Guecho-Algorta) e nell'interno (Munguia-Butròn-Erandio) attraversando la Ria nella zona di Baracaldo,
facendo numerosi prigionieri e giungendo fino ad Ontòn sulla
strada di Castro Urdiales.
Nel complesso, italiani e
spagnoli delle Frecce Nere combatterono molto bene e nella
seconda fase della battaglie ebbero perdite sensibili (161
uomini).

NOTE
(1)
Fu citato dal
Generalissimo Franco in un ordine del giorno che riportiamo:
«La brillante azione delle
unità legionarie in Bermeo, conquistata con un ridotto
numero di soldati e difesa strenuamente tenendo a bada il
nemico nonostante la sua enorme superiorità, mantenendo il
possesso di quell'importante porto malgrado i reiterati
attacchi nemici da terra e dal mare e finalmente mettendo in
rotta le unità avversarie dopo essersi battute con valore
esemplare, merita una menzione speciale che mi compiaccio
conferire con questo ordine, perché sia conosciuta da tutto
l'Esercito e per l'onore degli interessati».
A sua volta Piazzoni dettò
alle sue truppe il seguente ordine del giorno: «Mie Frecce
Nere! Tutta la Spagna vi ammira, tutta Italia vi applaude. A
tutti voi, ufficiali e soldati i ringraziamenti e l'elogio
di chi ha l'orgogliosa superbia di comandarvi».
FONTI
(*) Testo tratto da: E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità
combattenti della M.V.S.N. 1923-1943", Giovanni Volpe
Editore, Roma, 1976
A. Rovighi -F. Stefani, "La
partecipazione italiana alla guerra civile spagnola
(1936-1939)", USSME, Roma, 1992.
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