Il Partito Nazionale Fascista e l'Impero
C'è nella possibilità dei
compiti del Partito Nazionale Fascista un così vasto senso
di umanità sociale politica, che induce a rinunciare a
quella che può essere una stretta e precisa delimitazione di
funzioni e di attributi. L'aderenza assoluta allo Stato e al
popolo; la raggiunta applicazione di uno stile più
appropriato agli atti e ai propositi; la normale e
quotidiana sincronizzazione fra centro e periferia, hanno
dato all'attività del P. N. F., la difficile dote della
massima adattabilità alle contingenze della cronaca e della
storia attuale.
Più i fatti si addensano più
accelerata è la marcia, tanto più il «passo» del Partito
aggiusta e perfeziona la ritmata cadenza. Non c'è bisogno di
richiami, di calcoli, di prove, per sincronizzare lo slancio
della massa alle necessità dell'ora; non c bisogno di
appelli per mobilitare gli uomini e gli spiriti: è un tutto
che agisce da sé: è una ruota dinamizzata ormai, che ha
trovato i suoi giri, che ha sincronizzato le scintille del
suo magnete ad ogni attualità di tempo e di luogo. È il P.
N. F che, con la sua azione, con il suo impulso creativo e
propulsivo, con la precisa capillarità del suo vasto
congegno organizzativo, ha assunto e compiuto il tema di
amalgamare il clima con gli uomini, e gli uomini con gli
eventi.
La vittoriosa campagna d'Africa ha collaudato
l'alta potenzialità di questo organismo inimitabile, che è in prima linea in
pace e in guerra, e che ha mezzi e metodo per schierare il formidabile quadrato
delle sue forze, ideali e reali, sia quando il momento chiama a resistere, sia
quando l'ora spinge a contrattaccare, o in un secondo tempo, a costruire e a
creare. Sette mesi di guerra coloniale, e duecentoquarantuno giorni di assedio
economico, hanno dimostrato al mondo la sicura potenza di questo esatto motore
che, per volontà del Duce, ha fuso e identificato il suo ree spiro di macchina
esatta e regolare cori le aspirazioni, la fede e gli entusiasmi del popolo.
Oggi - vittoria irrevocabilmente conclusa - il
Partito non smobilita. non disunisce i termini del suo programma, non si
allontana dai compiti e dalle mete chiarissimamente fissate dal Capo.
C'è ancora da mettere pietra su pietra; c'è ancora
del duro e ostinato lavoro da compiere, per garantire, agli anni che si
accumulano, l'altezza del destino definitivamente conquistato con la volontà e
con le armi.
L'opera del P.N.F. - a voler soltanto considerare
quest'ultimo scorcio di tempo così fitto e intenso di risultati, così nutrito
dai limpidi segni delle vittorie fasciste - ha ampiezze panoramiche che
abbracciano, con eguale efficacia di toni, i quadri dello spirito, dell'etica
pura, della solidarietà umana, puramente e socialmente intesa, fino ai diversi
settori che investono comprendono la minuta tecnica e la pratica spicciola della
vita di ogni giorno. Per giungere a questi risultati, il Partito, non ha punto
inteso il bisogno di accelerare le fasi della sua organizzazione. L'avvenimento
africano lo ha trovato già capace e pronto a rispondere ad ogni improvvisa
chiamata. C'era, alle basi, la ferrata saldezza di indistruttibili pilastri,
dovuti alla più attenta e alla più fervida delle preparazioni; c’era, già in
atto, la norma quotidiana dell'andare al popolo e verso il popolo: è bastato,
quindi (il 2 ottobre dell’anno XIII) uno squillo di campane e un grido di sirene
perché tutte le folle d'Italia si schierassero.
Sette mesi contro tutti: e la marcia degli uomini,
ammali dalla volontà del Duce, spronati e sospinti dalla forza viva del Partito,
non ha avuto attimi di sosta, non sofferto arresti né indugi di alcun genere.
È utile interpretare i comunicati del Direttorio,
diramati durante le azioni in A. O. per poter rendersi conto di come una
Nazione, ricca della efficienza di un partito unico, fattivo e costruttivo,
abbia potuto trovare il modo e i mezzi per istituire una vera e propria azione
nazionale di resistenza costruttivo. L'Italia fascista ha avuto modo di
spiegare al mondo l'assoluta necessità - per un popolo avviato ai suoi destini
- di poter contare su u unitaria e quadrata organizzazione capace di proporsi e
di assolvere l'intera somma di quei compiti atti a garantire il raggiungimento
dei risultati migliori.
Il P. N. F. ha provveduto, a volta a volta, allo
studio, all’attuazione, e alla necessaria saldatura della attrezzatura
difensiva; ha curato la tonificazione del clima; ha vigilato e ha controllato
assiduamente nella sostanza e nei dettagli, i tanti problemi relativi a campi
della produzione, dell'industria, del commercio.
Tutto è stato approntato e studiato, per poter
mettere in grado la massa e l’individuo di usare - fortificandole e
valorizzandole - le insite possibilità del proprio spirito e dei propri mezzi:
portare in linea le forze femminili; affinare i temi dell'assistenza sociale;
risolvere i problemi alimentari e quelli del prodotto nazionale, con azione
decisiva, mossa in proporzione ai tempi, e in allo stile del Regime, essi da non
consentire slittamenti né deviazioni. Un massimo di fede, insomma, al quale ha
corrisposto un massimo di organizzazione.
Nei «fogli di disposizioni»,
si può dire sia stato compilato, dall'ottobre dell'anno XIII al maggio dell'anno
XIV, un vero e proprio massimario di cultura pratica sul motivo essenziale della
resistenza: distillazione di norme precise, intelligente formulazione di metodi
da adeguare alle distinte possibilità delle persone e dei luoghi, precetti e
orientamenti per la razionale distribuzione di ogni forza reattiva.
Alle ispezioni, senza preavvisa, nelle
Federazioni, il Partito ha aggiunto quelle non meno utili e importanti, nei
negozi e nei mercati; i Comitati intersindacali hanno intensificato la propria
opera e le proprie funzioni, in ogni provincia, sottoponendo al più attento
esame quei diversi fattori economici determinanti i costi di produzione. Anche
tale specifica attività, di controllo e di valutazione, è stata curata e
condotta con criteri affatto occasionali e contingenti: non bisognava, infatti.
curarsi e preoccuparsi soltanto di stabilire una temporanea disciplina dei
prezzi, atta a rafforzare l'azione difensiva contro le sanzioni, ma bisognava
provvedere, invece - e a ciò si è pensato e provveduto - a definitivamente
perfezionare il sistema di adeguamento, e farsene arma stabile, a difesa
dell'equilibrio della economia fascista. L'Opera Dopolavoro ha validamente
contribuito (giovandosi delle sue efficienti ramificazioni organizzative) sia
nell'azione di propaganda e sia nella quotidiana attività pratica, portatrice di
risultati mediati e immediati.
Così le «massaie
rurali», che hanno ridato fruttuosissima vita all'arte del tessere, del filare,
e a tutti quei lavori casalinghi, che sembrava, ormai. fossero destinati
soltanto ad essere «colori e a tradizione,>. Non c'è stata massaia dei campi che
non abbia, infatti, avuta la sua conigliera, o che non abbia beneficiato del suo
pollaio, del suo orto sperimentale, ed anche del suo posteggio gratuito, o
semigratuito, nei pubblici mercati, per la vendita dei prodotti casalinghi. E
sono state distribuite migliaia e migliaia di macchine da cucire, e quintali e
quintali di grano, e pacchi e pacchi di sementi selezionate, e di semi oleosi,
quest'ultimi in grado di sostituire i lubrificanti di esportazione. Il
raggiungibile programma dell'autarchia economica - specie per quanto riguarda
gli elementi più vicini al popolo - ha avuto, nei dopolavoristi e nelle
massaie, la rispondente interpretazione: non è stato lesinato il lavoro, non c'è
stata avarizia di fede e di entusiasmi, e soprattutto non si è mai spenta, nelle
case e nei cuori, quella luce di serenità che d, sola sarebbe bastata a
rischiarare ogni fiducia nell’oggi e nel domani.
La raccolta dell'oro - che e indubbiamente uno
dei capitoli più significativi del trascorso assedio – è anche servita
sottolineare l'oculata onnipresenza del Partito Nazionale Fascista;
onnipresenza, che e valsa a coordinare la marca delle offerte, a disciplinare le
iniziative, a fermentare e a potenziare gli entusiasmi delle folle di ogni
strato sociale. Il commovente plebiscito della «giornata della fede», se ha
pasto i primissimo piano l'ardore del popolo, la devota spontaneità delle mamme
e delle spose, la temprata volontà e la s plico ricchezza degli spiriti, ha
anche rilevato le esatte virtù di questa tipica organizzazione, imponente nella
sua vastità, precisa e nitida nelle sue terminazioni capillari, ricche di quei
sintomi e di quei ritocchi che caratterizzano lo stile dell'epoca.
Da Palazzo Littorio al più lontano cascinale
sperduto nei campi, si è sgranata, epica e umana, la fedeltà dei singoli e
della massa. Le relazioni dei Federali, con regolarità cronometrica, hanno dato
lo specchio delle offerte. L'oro e l'argento, le polizze dei combattenti, i
titoli del debito pubblico, la valuta estera metallica e di carta, i rottami
metallici: tutto pioveva nelle sedi delle Federazioni dei Fasci di
combattimento, e tutto veniva convogliato alle diverse destinazioni stabilite da
Segretario del Partito. Le filiali provinciali della Banca d'Italia assommavano
il flusso delle fedi nuziali, degli oggetti d'oro e d'argento in genere. Le
offerte n contanti, le polizze dei combattenti, i titoli, venivano invece
rimessi, dai rispettivi uffici federali, direttamente alla Segreteria
Amministrativa del P. N. F., che successivamente provvedeva in versamenti.
Presidenza del Consiglio dei Ministri. I rottami di ferro e di ghisa venivano
ceduti dalle Federazioni al consorzio nazionale approvvigionamenti materie prime
siderurgiche di Milano, che li destinava ai vari stabilimenti siderurgici. I
rottami di bronzo, di nichel, di stagno, di piombo, di zinco e di alluminio,
erano tenuti a disposizione dell'Ufficio Monopolio del Ministero delle
Comunicazioni al quale, a mano a mano, si provvedeva a dare comunicazione dei
quantitativi raccolti. E infine, il ricavato degli altri rottami, dedotte le
spese relative alla raccolta E all'acquisto delle fedi consegnate gratuitamente
in sostituzione di quelle d'oro, era devoluto agli Enti Opere Assistenziali
delle Federazioni dei Fasci di combattimento…
Una gigantesca ruota, che avvicendava i suoi giri
con regolarità cronometrica; azionata dall'appassionato slancio degli offerenti;
guidata, condotta e lubrificata dal più registrato dei motori.
Se viva e essenziale è stata l'opera del P.N.F.
nel campo della resistenza e della organizzazione interna altrettanto
significativo e reale è stato l'apporto dato, dal Partito stesso, nel campo del
volontarismo guerriero. La travolgente azione della a colonna celere A. O.
guidata dal generale Starace, la larga rappresentanza dei Federali fra i
combattenti, l'entusiasmo armato degli Universitari e dei Giovani Fascisti,
convalidano la mirabile ricchezza di arditismo che nutre e alimenta gli spiriti
chiamati a vere nei quadri di questo primo strumento della Rivoluzione e dello
Stato.
Il Partito - nato per essere arma acciaiata da
combattimento - ha vissuto, nei duri e radiosi giorni della contrastata
conquista dell'Impero, la sua parte di primissimo piano. Le marcia su Gondar,
sul Tana, su Debra Marcos (a avvenimenti militari che saranno citati per
arditezza di concezione, ed energia di esecuzione, come modelli di
«operazioni coloniali»)
vanno ben al di là dell'episodio puro e semplice, e si inquadrano, per la
positiva chiarezza del risultati, nel panorama complessivo della vittoriosa
campagna in A. O.
Resta, di questa brillante funzione guerriera,
esplicata dal P. N. F., il fatto che le insegne della «Colonna
celere» e il Gagliardetto del Partito, siano stati portati - per ordine del Duce
- su un identico piano di valori ideali. È altissimo riconoscimento. questo, che
premia la limpida soldatesca fatica del Segretario, e che incide, vive e
profonde, le tre iniziali del Partito Nazionale Fascista sulle basi quadrate e
indistruttibili di questa fermamente voluta costruzione imperiale. L'elogio
ambito del Capo - «per
l'indiscutibile merito che si può definire storico» - basta a indicare e a
segnare l'entità del contributo (fatto di fede combattentistica) dato dal
generale Starace alla storia del P. N. F.
L'entusiasmo e il sacrificio sono basilari virtù
che il Partito professa e insegna. E appunto questi entusiasmi, e appunto questa
valida e pronta partecipazione al sacrificio, rilevano e illustrano, ancora una
volta, l'unità della fede, la luminosità degli intenti (comuni ad ogni categoria
e ad ogni individuo) che sono tali da non consentire il crearsi di diaframmi fra
gli occhi della folla e la visuale de, traguardi da raggiungere. Di potenza e
passione, si tratta, dovute alla volontà del Duce, che ha trasfuso in tutti gli italiani, il senso
della certezza del proprio destino, e il senso dell'orgoglio, nella giusta
valutazione delle proprie possibilità guerriere.
Cinque nuove Federazioni già sono in linea - nella
loro funzione politica e nella loro azione organizzativa - nell'Africa Orientale
Italiana: cinque nuovi centri attivi, che già avviluppano il territorio
dell'Impero, nell'ampia rete connettiva costituita dalle molteplici iniziative
che caratterizzano l'opera iniziale dei Fasci di combattimento: addestramento
dei giovani, assistenza, lavoro in profondità per l'attrezzamento spirituale e
fisico delle nuove genti, organizzazione minuta e accurata, per creare, a
somiglianza di ogni provincia d'Italia, l'ambiente feracissimo dell'ordine
nuovo.
Nei sette mesi di lotta per la conquista
dell'Impero, il Partito, ha accentuato i suoi ben definiti caratteri di
formazione guerriera. Oggi, a vittoria conseguita, il P. N. F. - fedelissimo
alla volontà del Duce - affina ancora l'efficienza delle sue caratteristiche
azioni, che traducono e volgarizzano il «credo» della Rivoluzione.
Il programma, in atto, è quello di portare la
vita nazionale - fino nei suoi più minuti particolari - sul più alto piano
dell'Impero; e il Partito ha già pensato a trascrivere nelle fitte pagine della
sua attività cotidiana l'itinerario da seguire.
Il ritorno dei segni imperiali su colli fatali di
Roma, e stato intanto celebrato, da questo organo vitale e operante, con precisi
indirizzi, che danno, a priori, la possibilità di abbracciare il primo panorama
offerto dalla vastità dell'opera: dalle volontarie iscrizioni alla Milizia. alla
continua e vigile presenza in quei luoghi, in quei campi, in quei settori, ove
comunque giocano gli interessi della massa e le necessità dello Stato; dai 100
mila moschetti assegnati ai giovani fascisti, ai 700 mila bambini ospitati nei
«nidi di salute» delle colonie estive: ... c'è intesa, c’è accordo perfetto, c'è
integrazione assoluta fra attuazioni e idee.
… C'è, in questa vasta e lieta fatica. tutta la
gamma dei riflessi a e guerrieri, politici e sociali, che allacciano l'uomo
nuovo alla sua vita e a quella del suo Paese.
UMBERTO GENTILI
FONTI
(*) L'Illustrazione Italiana,
anno LXIII, n. 40, 4 ottobre
1936-XIV, pag. 600-602.

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