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I problemi dell'industria in A.O.

 

 

 

Nell'Etiopia non si sono svolte fino ad oggi attività industriali degne di rilievo: questa condizione di cose è favorevole alle nuove iniziative che si svolgeranno nella vasta regione che forma l'Impero.

Il problema economico industriale dell'Etiopia si presenta pertanto senza frasi fatte e senza compromessi, e l'industria vi può nascere e svilupparsi, per i bisogni attuali e per quelli maggiori che nasceranno in seguito con la penetrazione della civiltà romana nell'Impero.

L'industria vi si può sviluppare anche per il rifornimento delle altre regioni del continente africano.

In tutti i casi l'Etiopia sarà la fornitrice di molte materie prime alle industrie italiane, dalle fibre tessili ai minerali metallici, e pertanto vi si dovranno sicuramente sviluppare le industrie del­la loro prima lavorazione.

Nel nuovo vasto Impero esistono tutti gli elementi basilari per lo sviluppo industriale, e precisamente le energie sfruttabili per la creazione della potenza motrice, le materie prime sia del suolo che del sottosuolo, la mano d'opera d'ordine, a buon mercato.

Vi sono in Etiopia corsi d'acqua, laghi naturali per l'invaso di una parte delle abbondanti precipitazioni annuali di pioggia e notevoli dislivelli. Vi è cioè la possibilità di creare della energia idraulica per poi trasformarla in energia elettrica. Quanta questa possa essere non è facile precisare, in mancanza di ri­lievi precisi di portata dei corsi d'acqua in funzione del tempo. Ma ad ogni modo se si tiene presente che la idro­grafia dell'Impero etiopico assomiglia a quella dell'Italia, perché comprende corsi d'acqua perenni, da paragonare ai fiumi che discendono dalle nostre Alpi, e numerosi corsi d'acqua a carattere torrentizio ricchi di acqua nella stagione delle piogge ed asciutti per qualche mese, da paragonare ai corsi d'acqua che nascono in alcune località dei nostri Appennini, si può affermare che almeno tanta energia elettrica quanta se ne produce oggi in Italia sia possibile di ricavare con un programma di utilizzazioni da distribuirsi logicamente nel tempo, in relazione ai locali bisogni ed alle possibilità di utilizzazione.

Nel nuovo Impero italiano non mancano le materie prime per le principali industrie, da quella edile alla tessile, dalla chimica alla metallurgica, da quella conciaria alla vetraria, alla molitoria, alla industria dei bottoni.

Cotone, lana, pelli anche pregiate, legname, possono essere abbondantemente prodotti in vaste regioni dalla coltivazione del suolo, dai pascoli abbondanti, dalle foreste ricche anche di specie pregiate di piante..

E si è ormai costatato che abbondano i materiali da costruzione, che si possono fabbricare ottimi cementi e resistenti laterizi e buona calce, e ricavare abbondante pietrame da taglio.

Ma le sorprese maggiori si avranno nel campo minerario. Esaminando la carta geologica dell'Etiopia, tenendo presenti le ricerche, gli studi fatti in passato da commissioni di esperti stranieri, ci si forma la convinzione che nel nuovo Impero vi è una ricchezza mineraria cospicua, che le osservazioni dei nostri combattenti e l'abbondante materiale raccolto confermano.

I minerali metallici più importanti sono già stati individuati dai più poveri ai più preziosi, dal ferro, all'oro ed al platino, dal piombo al rame. E non mancano né il carbone fossile né le ligniti, né il petrolio. Ma la coltivazione di questi giacimenti, come i sondaggi per la ricerca dei depositi di combustibile liquido, non si improvvisano, anche perché sono necessarie le strade di accesso alle possibili miniere e gli impianti meccanici per la loro razionale coltivazione.

Al problema stradale, che è quello fondamentale ed il primo da risolvere in ordine di tempo si è già data una iniziale soluzione che sarà integrata in questi primi anni; anche il problema edilizio, altrettanto urgente, ha un pro­gramma ed uno svolgimento iniziale; quello dei trasporti sarà il problema a soluzione conseguente che può essere risolto in Italia, mentre in Etiopia occorrerà provvedere ad officine di riparazione bene organizzate del materiale da usare nei trasporti. Materiale che dipenderà dai risultati delle ricerche petrolifere, giacché è evidente che se si troverà, abbondante in Etiopia il petrolio, i trasporti a mezzo di automezzi avranno la prevalenza su quelli ferroviari i quali potranno arrivare in seguito quando si potranno costruire delle linee ferroviarie a trazione elettrica con la energia elettrica ricavata nelle molte possibili utilizzazioni di energia idraulica.

Dunque la possibilità di creare, gradatamente nel. tempo, industrie che lavorino prodotti diretti ed indiretti del suolo, e le. materie prime del sottosuolo, che si fabbrichino i tessuti, l'acciaio, i fertilizzanti, gli esplosivi, che riparino autotrasporti o vagoni o locomotive esiste in Etiopia; vicino alle industrie maggiori, potranno svilupparsi e dare occupazione a centinaia di migliaia di italiani tutte le industrie medie e piccole, l'artigianato.

Di fronte allo sviluppo di un programma vasto nascono alcune domande: le attività economiche da svolgersi nel nuovo Impero dovranno essere tali da potere, in qualsiasi evento, rendere indipendente l'Impero dalle attività produttrici dell'Italia? Le attività economiche da svolgersi in Etiopia dovranno nella loro istituzione essere delle filiali di attività analoghe che si svolgono in Italia od avere una struttura amministrativa e tecnica, indipendente?

È opportuno che siano gli uomini i quali attualmente hanno in Italia il bastone del comando nel campo industriale, gli organizzatori delle attività industriali dell'Impero, od altri uomini capaci e pieni di iniziativa i quali, valendosi della esperienza acquistata in patria, vadano a fare i pionieri dell'industria italiana in Africa, allo stesso modo che in Italia cinquanta anni fa si è avuta una costellazione di industriali va­lorosi che ha fondato, amministrato e diretto e sviluppato l'industria italiana?

Saranno le direttive politiche che ver­ranno dall'alto, da Chi ha la potenza ed il potere; che risponderanno a queste domande, e gli italiani di buona volontà e di iniziativa, a quelle direttive adegueranno la loro azione.

 

Senatore GIUSEPPE BELLUZZO

Ministro di Stato

 

FONTI

(*) L'Illustrazione Italiana, anno LXIII, n. 40, 4 ottobre 1936-XIV, pag. 575-576.



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