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L'azione sociale per gli italiani in A.O.

 

 

 

Le organizzazioni sindacali fasciste, ed in specie quelle dei lavoratori, a dieci anni di distanza dall'emanazione della legge sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi di lavoro, trovano nella conquista e nella costituzione dell'Impero Italiano d'Etiopia, un magnifico ed enorme campo di attività, aperto alle loro funzioni istituzionali. Esse si sono in questo primo decennio della loro vita affinate nell'organizzazione interna ed hanno sviluppato la loro tecnica funzionale; il perfezionamento conseguito è soprattutto apprezzabile per le associazioni dei lavoratori poiché esse hanno superato la pura e semplice azione di difesa sindacale, per assurgere (con una attrezzatura sempre più adeguata allo scopo) alla funzione di organi tecnici ed economici della economia corporativa, intesa dunque come la sintesi pratica e feconda degli interessi talora contrastanti ma non antitetici, poiché tutti sottoposti e composti nel sistema coordinato della produzione nazionale, considerata come interesse superiore della collettività nazionale, e quindi dello Stato fascista.

Impero del lavoro è stato giustamente definito il nuovo impero che l'Italia si è conquistato da sola, contro lo scetticismo, l'incomprensione e l'insidiosa ostilità di un discreto numero fra le Nazioni ed oltre europee.

Ed infatti in un regime come quello fascista, che considera - come ha detto il Duce - il lavoro soggetto dell'economia, al compito immane di trasformare una vasta terra primitiva in un ordinato paese risonante di opere produttive e civili, le Associazioni professionali non possono non apportare anche il contributo e lo sforzo consapevole e disciplinato delle categorie rappresentate, nelle quali è tutto il popolo italiano.

Se pensiamo alla triste e dolorosa storia della emigrazione italiana, non possiamo non contemplare con vivida attenzione gli strumenti che l'Italia fascista e corporativa si accinge ad impiegare nelle terre aperte alla inesausta sua potenza di civile colonizzazione.

Senza miracolismi illusori e prescindendo da improvvisazioni tanto più pericolose quanto più possono apparire seducenti, gli organi basilari dell'ordinamento corporativo, le Associazioni sindacali, già compiono un'opera utilissima di selezione preventiva, di indirizzo e di controllo delle forze e degli elementi umani che individualmente e collettivamente devono essere avviati in terra d'Africa per dedicarvi il rigore della propria intelligenza e la poderosa fatica delle loro braccia.

L'azione delle organizzazioni sindacali dei lavoratori in questo settore è utilmente diretta e completata da altri organi che il Regime corporativo ha creato (Uffici di collocamento, Commissariato per le migrazioni interne) per questo aspetto della tutela da garantire agli operai che si recano in Etiopia.

Ma l'attività si prepara (ora che le vicende belliche si sono chiuse con la risolutiva vittoria delle nostre armi) ad un altro vastissimo campo: quello della tutela del lavoro nelle forme più varie nelle quali esso si verrà realizzando, da quelle delle attività estrattive e minerarie alle agricole, dalle costruttive pubbliche e private (strade, fabbricati, case) alle industriali e commerciali varie che vi troveranno posto adatto ad integrare complemen-tarmente le attività produttive della metropoli.

Delicati e complessi problemi sorgono da questa fondamentale  esistenza di tutela e di vigilanza giacché si tratta di dare ai lavoratori italiani la garanzia che essi , come i loro camerati rimasti in Italia, sono e si sentono ugualmente difesi da quelle norme che il Regime ha posto a base del suo programma sociale ed applica sempre con maggiore computezza ed efficacia.

Naturalmente le condizioni speciali e le particolari esigenze insite nell'attività coloniale impongono un esame accurato del come e in quali limiti questa tutela debba e possa essere esplicata. Non v'è bisogno di anticipare qui decisioni o giudizi che dovranno essere assunti , a tempo e luogo opportuno, dagli organi responsabili; si può tuttavia fin d'ora affermare che tale tutela potrà estrinsecarsi nell'ambito delle norme che il Ministero delle Colonie diramerà, e sotto l'egida del Partito Fascista, al quale in terra d'Africa sono stati affidati i compiti iniziali della podestà e dell'azione sindacale attribuiti in Italia alle Associazioni riconosciute dalla legislazione sociale, che è privilegio e vanto del Regime.

Ma un altro non meno interessante e delicato settore è riservato alle associazioni professionali dei lavoratori; quello dell'assistenza sociale agli operai che vanno e andranno a popolare ed a fecondare i vastissimi territori etiopici.

In questo campo si è già fatto qualche cosa di più dei primi passi, e già durante il periodo più intenso dell'invio di lavoratori il problema assistenziale e previdenziale è stato bene impostato. In primo luogo l'estensione, già attuata, dell'assicurazione infortuni sul lavoro e l'istituzione di una speciale assicurazione contro il caso di morte per febbre perniciosa e per malattie tropicali, dimostrano che gli specifici problemi dei lavoratori in terra etiopica sono stati immediatamente affrontati. La loro risoluzione deve indubbiamente essere perfezionata e coordinata con le altre forme previdenziali, ed a tale scopo le organizzazioni sindacali dei lavoratori danno e daranno il loro assiduo contributo.

In secondo luogo l'estensione all'Africa Orientale delle attività del Patronato Nazionale - organo delegato dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori a compiere funzioni importanti di assistenza sociale - dà già frutti tangibili , apprezzati dai lavoratori e dagli stessi datori di lavoro, i quali non possono non giovarsi di una attività che tutelando l'operaio, garantisce da proteste e procedure di ricorso gli imprenditori.

Infine, un più vasto e delicato problema è stato recentemente affrontato e risolto, quello dell'assistenza malattie agli operai che lavorano in Africa Orientale, e soprattutto a quelli che, per minorate condizioni fisiche, sono costretti a tornare nella madrepatria. Esso è stato basato, con provvedimenti analoghi nella sostanza a quelli vigenti in Italia, su un contributo paritetico dei datori di lavoro e dei lavoratori, imposto mediante ordinanze dei Governi di colonia; e la attività assistenziale, in tutte le sue forme di cura, di aiuto pecuniario agli operai malati ed alle famiglie, è stata affidata alla Federazione Fascista delle Casse malattia per gli operai dell'industria, che sta potenziando, in Colonia ed in Italia, la sua attrezzatura tecnica ed amministrativa per meglio compiere questa attività che il Regime le ha affidata e che darà risultati eccellenti.

Gli italiani di Mussolini, entrando nel vasto agone mondiale delle conquiste coloniali di grande portata, affrontano le ostilità aperte o palesi, che in molteplici modi si manifestano, quasi suscitate dalla grandezza dell'impresa a provarne le energie e le virtù, sanno ormai per certo che il senso del collettivo e della solidarietà corporativa non deprime od annulla, ma anzi esalta e potenzia le sane forze dei singoli, dei gruppi o delle categorie, e che perciò più rapidamente e valorosamente si raggiungeranno gli obiettivi della battaglia pacifica e fecondatrice delle opere come già si raggiunsero quelli delle gesta militari.

 

 

FERRUCCIO LANTINI

Ministro delle Corporazioni

 

FONTI

(*) L'Illustrazione Italiana, anno LXIII, n. 40, 4 ottobre 1936-XIV, pag. 575-576.



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