Stampa e propaganda nei territori
dell'impero
Considerare l'Etiopia sotto
l'aspetto precipuo di una colonia di sfruttamento sarebbe un
immiserire quelli che sono stati e continuano ad essere i
concetti ispiratori dell'imperialismo fascista. Le risorse
che l'Italia si promette di ritrarre dai suoi domini
d'oltremare costituiranno, sì, un contributo imponente agli
ulteriori sviluppi della potenza nazionale, un progressivo
affrancamento da molte servitù economiche, uno sbocco ai
nostri bisogni di espansione: ma l'Italia ha da esplicare
nei vati territori del suo Impero un'alta e generosa
missione civilizzatrice destinata anch'essa a maturare nel
tempo in potenza della Patria.
L'opera di civilizzazione si è
iniziato lo stesso giorno in cui le nostre truppe passarono
il Mareb. Fu il piccone che spianava la strada alle colonne
l'antesignano della civiltà conquistatrice. Ed ancor oggi è
il piccone lo strumento più necessario ed attivo di quella
conquista degli spiriti che stiamo operando in terra
d'Africa nel nome del Duce e di Roma.
Strade che si aprono superando
gli impervi passi montani, le cime e gli abissi, aboliscono
a poco a poco quelle che furono le distanze ritenute
insuperabili dall'uomo cui la natura opponeva sì granitici
baluardi. Con miracolosa rapidità, pari a quella che ha
segnato le tappe delle operazioni militari, si è compiuto il
disegno del sistema stradale già in via di realizzazione:
tale sistema è il fondamento di ogni futura attività, non
esclusa quella pertinente al Ministero della Stampa e della
Propaganda che dovrà avere, attraverso i suoi organi
costituiti, parte cospicua nell'opera costruttiva da
compiersi nei vastissimi territori dell'Impero.
E' prematuro dare pubblicità
ai particolari dell'importantissima azione
politico-educativa da esplicarsi in Africa, anche perché gli
sviluppi di tale azione progrediranno col progredire della
nostra penetrazione di civiltà. Ma vi sono compiti di
immediata attualità sui quali conviene soffermarsi. Primo
fra essi l'incremento da imprimere alle attività
giornalistiche interne dell'Impero, con speciale riferimento
alle pagine di giornale stampate nella lingua dei nativi.
Secondo: quello della propaganda attraverso il
cinematografo, che può portare fino alle più remote regioni
ed alle genti più ignare di civiltà gli aspetti visibili del
progresso. Né va trascurata la radio, altra arma
potentissima di civilizzazione. Stazioni trasmittenti nelle
principali lingue e dialetti - amarico, arabo, tigrai - con
altoparlanti distribuiti in tutti i centri abitati di
qualche entità, potranno esplicare un'opera preziosa sotto
tutti gli aspetti nei riguardi degli indigeni cha
l'ascoltano nel loro idioma.
Altro settore importantissimo
delle attività giornalistiche è quello del collegamento
quotidiano fra Madrepatria e territorio dell'Impero. Alla
lontananza chilometrica che separa l'una dall'altro deve
essere opposta un'assidua vicinanza di spiriti. E' la stampa
che deve tener desto l'interesse nazionale, più che
l'interesse la passione nazionale, senza alcuna soluzione di
continuità, nei riguardi dell'Africa Orientale Italiana; è
la stampa che deve mettere in luce esigenze, possibilità,
soluzioni favorevoli all'iniziativa individuale, punti di
sbocco delle volontà e del lavoro italiano in tutti i campi:
agricolo, industriale, commerciale, morale.
Un altro problema che fin
d'ora attrae l'attenzione degli uffici competenti è quello
del turismo: il problema avrà certamente vaste, grandiose
soluzioni destinate ad alimentare l'amore del popolo
italiano per il suo impero, che oltre ad essere grande e
ricco, offre tanta suggestiva bellezza, tanta amena
salubrità di luoghi, da poter costituire domani un richiamo
anche per le proprie singolari attrattive naturali.
DINO ALFIERI
Ministro della Stampa
e Propaganda
FONTI
L'Illustrazione Italiana, anno LXIII, n. 40, 4 ottobre 1936-XIV,
pag. 570.

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