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La Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale

 

Colonna Celere "Starace"

 

 

 

 

 

 

Data di costituzione 15 marzo 1936
Comandante Luogotenente Generale Achille Starace
Vice Comandante
Motto "Usque ad finem"

 

 

Composizione della Colonna

Reparti Comandante Sede

Colonna "Starace"

  • Comando
  • 82a Legione CC.NN. "Mussolini"
  • 3° Rgt bersaglieri
  • 8° Grp artiglieria 77/28
  • Nucleo sussistenza
  • Reparto speciale Genio 
  • Sezione Sanità
  • Ospedale da campo
  • Autoreparto 
  • Servizi speciali

Luogotenente Generale Achille Starace

 

 

 

 

 

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  • Forlì
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          NB   1) Nella forza era incluso l'82° Btg CC.NN. del 6° Gruppo

              2) Il 3° Rgt bersaglieri era composto dal 20°, 25° e 28° Btg

              3) La forza totale della Colonna Starace era di 160 Ufficiali,  3.177 fra sottufficiali e truppa

 

 

 

 

Storia Operativa (*)

 

Il 5 marzo 1936 fu costituita la "Colonna Celere Starace" composta di 160 Ufficiali 3177 tra sottufficiali e truppa, ivi compresa la forza dell’82° Battaglione Camicie Nere del 6° Gruppo. Compito della Colonna era l’occupazione di Gondar. Nei giorni 10 ed 11 marzo i reparti si concentrarono nella zona dei Laghi di Acria ed il 12 marzo Luogotenente Generale Achille Starace, ne assunse il comando. La colonna muoveva da Asmara il 15 marzo e giungeva ad Omager il 18; percorrendo in 4 giorni circa 400 Km, la Colonna mise severamente alla prova la propria forza fisica. Il 20 marzo, alle ore 7, la Colonna iniziava il passaggio del Setit, procedendo su di una pista discreta fino al torrente Royan; pervenivano qui le prime informazioni sul nemico che sostava nella zona di Caftà. Alla fine della giornata erano stati percorsi 45 Km., con una temperatura di 56 gradi. Il 21 e 22 marzo la marcia proseguiva fino al torrente Suà. Il 23, oltrepassato il Suà, attraverso un terreno argilloso e sassoso, su cui si alternavano immense foreste di bambù, l’avanzata procedeva. Il 25 marzo alle ore 16 veniva raggiunto l’Hangareb  aprendosi una pista, metro per metro, su forti pendenze, che sottoponevano uomini e macchine ad uno sforzo gigantesco. Dal 26 al 29, la Colonna procedeva attraverso un susseguirsi di torrenti, gobbe rocciose, canneti sempre più fitti, che resero necessario appiedare i reparti, per guadagnare tempo. (2)

Il 30 marzo Badoglio ordinava di coordinare l’avanzata della Colonna Celere e della 3a Brigata Eritrea (che dalle ore 24 era stata posta a disposizione di Starace) su 3 Battaglioni, 3 Bande e due Batterie da 65/17 su 4 pezzi, con le seguenti direttive:

  • Giorno 30 marzo: la Colonna avanzi quanto più possibile, autocarrata; la 3a Brigata Eritrea si porti da Dacuà a Masal Denghià.

  • Giorno 31 marzo: la Colonna Celere col massimo delle forze appiedate prosegua su Gondar; la 3a Brigata Eritrea raggiunga Bambelò.

  • Giorno 1°aprile: la Colonna Celere e la 3a Brigata Eritrea puntino contemporaneamente su Gondar.

Alle ore 18 del 30, dopo un’avanzata oltremodo difficoltosa, la Colonna sostava e la mattina del 31 marzo si iniziava la marcia a piedi con due Battaglioni di Bersaglieri e l’82° Battaglione CC.NN., due giornate di viveri di riserva, 30 cartucce e due bombe a mano per ciascun armato di fucile, 1800 colpi per ciascuna mitragliatrice, oltre le dotazioni prescritte. Il tempo stringeva: il nemico abbandonava precipitosamente le fortificazioni di Tukul Dingià, ma iniziava gli attacchi contro la coda del convoglio, attacchi ripetuti nei giorni successivi con perdite da parte nostra, ma con più gravi perdite da parte del nemico. Il 1°aprile alle 6, la Colonna riprendeva l’avanzata ed alle 8.50 con un plotone di punta raggiungeva i pressi di Cheddus Johannes e ben presto serrava tutta sulla testa del pianoro a nord-est. Alle ore 10 il Tricolore veniva issato sul Castello di Gondar. (3)

Alle ore 12 del 12 aprile Starace occupava con breve combattimento la penisola del Gorgorà ed innalzava il Tricolore sulla vetta più alta, cui fu imposto il nome di "Vetta Mussolini". Il 19 aprile il Gruppo Bande dell’altopiano muoveva da Gondar verso Bahar Dar, distante 160 Km.; il 20 seguiva Starace con l’82° Battaglione CC.NN. e l’11° Battaglione Eritrei: alle ore 14 del 24 la Colonna raggiungeva l’obbiettivo. Il 26 iniziava l’avanzata su Debra Tabor con la seguente formazione: 2° Battaglione CC.NN, 11° Battaglione Eritrei, 1a Sezione dell’8° Gruppo Autotrainato da 77/28 e la 5a Batteria Eritrea. 

Alle ore 17 del 28 aprile il Tricolore sventolava su Debra Tabor (140 Km. In 25 ore di marcia effettiva). Il 2 maggio Starace raggiungeva il guado del Nilo Azzurro, toccando per la prima volta la sponda sud del Lago Tana: la mattina del 20 maggio partiva in volo da Bahar Dar con due apparecchi R.O.1 della 41a Squadriglia, sorvolava la Colonna in marcia verso Debra Marcos ed atterrava in questa località alle ore 9, mentre i reparti vi giungevano solo alle 12. In 65 giorni la Colonna Celere A.O. aveva così percorso oltre 1.300 Km., conquistando cinque tra i più importanti centri della regione e controllando circa 100.000 Kmq. di territorio. Il 20 maggio la Colonna Celere A.O., avendo completamente e brillantemente assolto il proprio compito, veniva disciolta.

 

 

 

 

 

 


 

NOTE

(1) La Colonna Starace veniva chiamata anche con questo nome.

(2) Ecco cosa scrive Achille Starace nel suo libro La Marcia su Gondar: "Mi rendo conto del peso che l’occupazione di Gondar può avere sulle operazioni in corso di svolgimento, costituendo la mia Colonna l’ala destra dello schieramento, ciò che la mette in condizioni di poter determinare, negli altri settori, sviluppi imprevedibili ma certamente favorevoli. Il pensiero di appiedare la Colonna si è formato in me il 26 marzo, dopo una giornata più delle altre tormentosa, dopo aver visto le truppe compiere sforzi – non esagero nell’affermarlo – addirittura sovrumani, qualche volta fuor di proporzione con i risultati conseguiti, con temperatura oscillante intorno ai 60 gradi al sole: l’ombra non esisteva! L’appiedamento, non avendo quadrupedi a disposizione, significava ridurre al minimo viveri e munizioni, rinunziare alle auto-blinde, alle moto-mitragliatrici, alle artiglierie autotrainate e a parte delle forze, perché l’auto-colonna deve rimanere adeguatamente scortata." A. Starace, "La marcia su Gondar", Mondadori, Milano, 1937, pag. 68.

(3) Starace indirizzava al Duce il seguente radiogramma: "Bersaglieri e Camicie Nere hanno issato il Tricolore su Gondar, dopo aver superato non lievi fatiche con animo lieto e con inesauribile entusiasmo. Il Duce è stato sempre presente e Suo nome ha sempre echeggiato sterminate pianure e montagne impervie che abbiamo attraversate aprendoci strada metro per metro. Nemico profondamente scosso nostra avanzata anziché affrontarci ha preferito battere precipitosamente in ritirata. Motto – Usque ad Finem – inciso nostro nero gagliardetto vittorioso Vi dica che non consideriamo esaurito nostro compito, ma che sempre più decisa è nostra volontà di continuare a tirare diritto". Il Duce rispondeva: "Ricevo vostro saluto dopo la magnifica marcia su Gondar, che è stata veramente di stile fascista. Tributo il mio elogio agli Ufficiali e alle truppe". Il Maresciallo Badoglio indirizzava a sua volta a Starace il seguente telegramma: "Le mie vive felicitazioni a V.E. e alle sue truppe per il modo brillante col quale è stata compiuta l’ardua missione".

 

 

FONTI

La Stampa, Anno 71 n. 26, sabato 30 gennaio 1937-Anno XV

Altri riferimenti: vedi la pagina contenente la bibliografia



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