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La Milizia Volontaria
Sicurezza Nazionale |
Divisione CC.NN. "23 Marzo"
Data di costituzione |
23 aprile 1935 |
Comandante |
- generale di divisione Ettore Bastico, 23/4/35-20/11/35
- S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia 20/11/35-29/2/36
- generale Siciliani ?-?
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Vice Comandante |
- Console Generale Alberto Galamini
successivamente comandante con il grado di Ltg;
- dopo il generale Siciliani
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Capo
di S.M. |
T.
Col. di S.M. Gastone Gambara |
Motto |
"Implacabile" |
Composizione della
Divisione
Reparti |
Comandante |
Sede |
135a
Legione "Indomita"
-
CXXXV Btg CC.NN.
- CLXXXVIII Btg CC.NN.
- 135a Cmp mitraglieri
- 135a Batt. sommeggiata CC.NN.
- 8a Legione DICAT Roma
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Console
Enrico Francisci
-
1° Sen. L.Muratori
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Sen. P. Calia
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La
Spezia
- La Spezia
- Livorno
- Volterra
- Roma
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192a Legione
"Francesco Ferrucci"
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Console Giuseppe Conticelli
-
Sen. A. Isabella
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Sen. P. Berretta
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Firenze
-
Firenze
-
Firenze
-
Empoli
-
Firenze
-
Firenze
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202a
Legione "Cacciatori del Tevere"
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Console Alberto
Piroli
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Sen. E. Galeazzi
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Sen. R. Riccetti
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Perugia
-
Perugia
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Terni
-
Arezzo
-
Pisa
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Roma
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Completano la Divisione
-
1° Battaglione mitraglieri CC.NN. (Pisa) - Sen. V. Farulli
-
1° Gruppo cannoni 65/17 del R.E.
(10° Rgt. Art. Divisionale) - T. Col. A. Morocutti
-
Due Btg. complementi CC.NN.
-
1a Compagnia speciale Genio (mista CC.NN. e
genieri R.E.)
-
Sezione CC.RR. (Firenze)
-
Ufficio Commissariato
-
1a Sezione Sanità (Firenze) - Sen. C. Rossetti
-
1a Sezione Sussistenza (Firenze)
-
1° Autoreparto misto
-
1° Reparto salmerie divisionali
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Storia operativa
L'addestramento della divisione viene
effettuato nella zona di Sora dove la "23 Marzo" si concentra tra il 30
aprile ed il 1° maggio e si sviluppa tra S. Giorgio, La Selva,
Cioppiglio, Carnello, Isola Liri. Il campo rende ai legionari la vita
dura e continua ininterrotto per tre mesi. Seguono le manovre ed il
campo mobile nella zona di Isernia, con una disciplina sempre più rigida
per trasformare i volontari in perfetti soldati. In giugno la Divisione
viene passata in rivista da S.M. il Re lungo il rettilineo che congiunge
Sora ad Isola Liri. Dopo
questo intenso periodo di addestramento, fra il 18 ed il 24 agosto la
Divisione si imbarca a Napoli e dal 28 agosto i primi
reparti della Divisione "23 Marzo" sbarcano a Massaua; tre
giorni dopo arriva il Comando di divisione e successivamente, fino al 5
settembre si completa l'arrivo del resto della divisione con gli altri
scaglioni.
Il
3 ottobre 1935, la
I Divisione CC.NN. varca il fiume Belesa con le sue tre legioni, che vanno ad
occupare alcune alture al di là del fiume. Successivamente, la
Divisione, attraversata la regione di Endicciò, rimane a presidiare
tutto questo settore, provvedendo alla fortificazione sia della zona di
sicurezza che della linea di resistenza, nonché alla costruzione di
opere stradali. Fra queste la camionabile che, attraverso la sella ad
est dell'Amba Adi Caraes, superando un dislivello di 250 metri, mette in
comunicazione la piana di Enda Mariam con quella di Adi Tzalcà,
proseguendo lungo la valle del Mai Feres. Il 20 novembre, il generale Bastico, promosso Comandante di corpo d'Armata, lascia il comando della
"23 Marzo" che viene assunto da S.A.R. Emanuele Filiberto di
Savoia Duca di Pistoia (1). Il 27 novembre la Divisione inizia lo
spostamento verso Hausien da dove il 6 dicembre si trasferisce nella
zona di Macallé, passando alle dipendenze del III Corpo d'Armata (Gen.
Bastico), recentemente costituito, insieme alla Divisione "Sila". Qui viene
ripreso il lavoro di sistemazione stradale, intensificandolo in
previsione delle prossime operazioni di guerra (2). La sera del 18
gennaio, mentre la "Sila" si concentra presso l'abitato di Macallè, la
"23 Marzo" si snoda nella piana del Calaminò poco oltre il guado del
torrente. Questa manovra aveva come scopo quello di impedire al nemico
di attaccare attraverso il Tembien per tagliare le comunicazioni alla
nostra massa maggiore sul fronte di Macallè. Il 19 iniziano i primi
movimenti verso gli obiettivi, a destra dello schieramento la 192a
Legione occupa Debrì, a sinistra la 135a Legione occupa Adi
Hotzà e q. 2.257, al centro la 202a Legione si sposta verso
la confluenza Gebat-Calaminò.
"All'alba del 20 gennaio, il nemico che
ha approfittato della notte per serrare sulle posizioni italiane, lancia
un terribile attacco contro la linea della 202a Legione.
L'assalto è impressionante e selvaggio: malgrado l'efficace fuoco delle
nostre mitragliatrici, favorito dal terreno, il nemico riesce ad
arrivare su qualche arma trucidandovi i serventi che lottano fino alla
morte. Il combattimento continua per l'intera giornata, ma le CC.NN.
reggono valorosamente e alla fine gli abissini sono ricacciati, ma si
annidano nelle numerose caverne al riparo del nostro fuoco". (3)
Il 21 gennaio 1936, il CXCII Battaglione, appoggiato
dalla 135a Batteria da 65/17, esce dalle sue posizioni e
scende nella valle del Gabat, attaccando il nemico per costringerlo ad
uscire dai suoi ripari e per spazzare le postazioni antistanti le linee occupate dalla 135a
e dalla 202a Legione. L'attacco, che viene condotto allo
scoperto sotto il tiro dell'avversario, causa numerose perdite ma
l'azione non viene interrotta. Nel combattimento viene gettata come
rinforzo una compagnia del CXXXV Battaglione, appoggiata dal fuoco di tutte le
mitragliatrici pesanti, e nelle prime ore del pomeriggio intervengono
anche reparti della 202a Legione, che alla baionetta
annientano le ultime resistenze. A metà pomeriggio gli obiettivi sono
completamente raggiunti e il nemico viene messo in fuga dopo aver
riportato perdite considerevoli.
La battaglia dell'Endertà
L'offensiva
dell'Endertà trova la Divisione inquadrata nel III Corpo d'Armata. La
mattina del 15 febbraio, le Camicie Nere della I Divisione sono pronte
ad attaccare le pendici dell'Amba Aradam, che viene nel frattempo
aggirata a destra dalla divisione di fanteria "Sila" e a
sinistra dal I Corpo d'Armata. Il 14 febbraio intanto, la 135a
e la 192a Legione hanno sostituito sulla linea del fronte le
posizioni occupate nei giorni precedenti dalla divisione di fanteria
"Sila". La 202a Legione si è spostata nel
pomeriggio dello stesso giorno a sud del guado sul Gabat. Alle prime ore
del 15 febbraio, la 202a Legione si sposta sulla dorsale
dell'Amba Aradam. A metà mattinata, il CXXXV Battaglione effettua un
primo tentativo di assalto per saggiare le difese nemiche. Infine nel
primo pomeriggio, il 188° Battaglione sul fianco sinistro ed il 135°
Battaglione sul fianco destro del fronte, con azione avvolgente,
attaccano con decisione gli abissini. Alla fine del pomeriggio, la
bandiera italiana insieme al gagliardetto nero della Divisione vengono
piantati sulla vetta più alta dell'Amba Aradam (2.755 m.) dal CLXXXVII Battaglione.
Ripresa
l'avanzata, la Divisione riceve l'ordine di avanzare verso sud.
Raggiunge così il Ghevat, che oltrepassa risalendo verso nord per
Dibuch e la regione Andinò onde sbarrare ogni possibile via di ritirata
alle truppe di Ras Cassa e Ras Sejum, a loro volta fronteggiate a nord
dal Corpo d'Armata Indigeno, dalla Divisione CC.NN "28
Ottobre" e dal I Gruppo Battaglioni CC.NN. d'Eritrea.
La seconda battaglia del Tembien
Sempre alle dipendenze del III C.d'A.,
costituito adesso dalle Divisioni "23 Marzo" e 1a Eritrea, la
Divisione partecipa alla battaglia del 27 e 28 febbraio 1936. Raggiunto
il fiume Ghevà, la "23 Marzo" punta verso Dibbuk (regione di Andinò) per
chiudere la ritirata alle truppe del Ras Cassa e Sejum, attaccate a nord
dal C.A. Eritreo (2a divisione eritrea e Divisione CC.NN. "28
Ottobre") avanzante verso Abbi Addi, con direttrice nord-sud e
nord-sud-ovest. Passato il Ghevà a Dibbuk, la 192a Legione
conquista, combattendo duramente, l'Amba Tzellerè e poi per la valle del
Tonquà, si ricollega agli altri reparti della Divisione. Il
risultato positivo della seconda battaglia del Tembien, fu dovuto
appunto a questo coordinamento tattico offensivo con la Divisione "28
Ottobre" e il Corpo d'Armata Indigeno (4).
Fra il 6 e il 12 marzo, il III C.d'A. con
le Divisioni "23 Marzo" e la 1a Eritrea, reduce dalle
operazioni del Tembien, dopo aver nuovamente cambiato fronte, si
concentra nella zona di Samrè-Fenaroà contribuendo alla costruzione
della pista. Prima ancora che questa fosse ultimata, una colonna viene
distaccata per occupare Socotà, distante 80 km di mulattiera, attraveso
una regione impervia, difficile e poco nota. Fu necessario impiantare
una organizzazione dei rifornimenti con portatori. Quattromila uomini
del corpo d'Armata su un percorso di 40 km, si assoggettarono per più
giorni a questa dura fatica per assicurare alla colonna operante i mezzi
di vita necessari al suo sostentamento (5). Il 28 marzo fu occupata
Socotà.
Complessivamente nella campagna d'Etiopia,
i caduti della Divisione "23 Marzo" furono 108.
NOTE
(1)
Al momento della presa del comando, il Duca Emanuele Filiberto dirama il
seguente ordine del Giorno: "Assumendo oggi il comando
dell'Implacabile I Divisione Camicie Nere "23 Marzo" invio ai
miei ufficiali, Sottufficiali e Militi il più fervido saluto. Nei nomi
fatidici del Re e del Duce noi andremo sempre avanti fino alla sicura
vittoria"
(2)
Il 18 gennaio Il comandante della Divisione dirama il seguente Ordine
del Giorno alle Camicie Nere: "La battaglia decisiva sarà
sferrata. A noi tutti l'onore di parteciparvi, il dovere di vencerla. Lo
comanda il Duce che in noi ripone assoluta fiducia; lo attende l'Italia
tutta che è qui in ispirito in A.O. e nella carne dei suoi figli
migliori. La battaglia sarà dura, quale si addice a uomini forti degni
del nome d'Italia. In questi pochi giorni che ancora ci separano dalla
battaglia dobbiamo fortificare il già forte nostro animo ad una sola
volontà: quella di vincere per il Re, per il Duce, per l'Italia".
(3) E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità
combattenti della MVSN", Volpe Editore, Roma, 1976, pag. 66.
(4)
Ad operazioni belliche concluse, il Duca di Pistoia invia al Podestà di
Firenze, in data 5 marzo, il seguente telegramma: "All'imbrunire
del giorno 28 febbraio, la 192a Legione delle Camicie Nere fiorentine,
dopo aver combattuto e vinto, conquistava Amba Tzellerè, impediva al
nemico la ritirata, lo batteva nuovamente il giorno successivo, occupava
tutto l'Andinò, dominava i valloni di Abbi Addi, cuore del Tembien.
Ancora una volta , seguendo tradizioni antiche e recenti, il popolo di
Firenze, in armi nella magnifica Legione Francesco Ferrucci, fece vedere
chi sia". Ma il Principe, già in data 9 gennaio 1936, dal forte
Enda Jesus di Macallè, aveva espresso la sua ammirazione verso le CC.NN.
in un messaggio alla divisione: "Milite, susciti in me un sentimento
di grande ammirazione; hai lasciato tutto ciò che avevi di più caro -
moglie, figli, genitori - vivi la tua dura vita serenamente sopportando
fatiche, disagi, privazioni, perché sai l'utilità del tuo sacrificio.
Vivete accanto nella stessa tenda, sotto il medesimo telo, il ricco ed
il povero, l'erudito e il semplice, affratellati nella grande idea di
Patria. Questo è il popolo d'Italia, risvegliato dal Duce in regime
fascista".
(5) Così Badoglio telegrafava a Roma: "60 tonnellate
di viveri furono trasportate a spalla da 4.000 soldati ... Con soldati
come questi si va in capo al mondo".
FONTI
E. Lucas-G.
De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della MVSN", Volpe Editore,
Roma, 1976. Un testo fondamentale per la conoscenza delle operazioni svolte
dalla Milizia su tutti i fronti.
I Diari Storici delle Legioni della MVSN e dei Battaglioni
CC.NN., delle Divisioni del R.E. e dei Corpi d'Armata conservati negli archivi
dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.
La
Stampa, Anno 71 n. 26, sabato 30 gennaio 1937-Anno XV
Altri
riferimenti: vedi la pagina contenente la bibliografia
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