Regio Esercito

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31°
Reggimento di fanteria "Siena"
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motto: "Osare sempre"


Origini e vicende organiche
Discende dal 3° Reggimento di linea del
Governo Provvisorio della Toscana formato il 5 maggio 1859 in Lucca con la
riunione del VI e Vili battaglione di linea granducali ed il successivo 2
luglio viene riunito con il 4° Reggimento di linea per dare vita alla
Brigata "Siena".
In applicazione della legge 11 marzo 1926
sull'ordinamento dell'esercito, diviene 31° Reggimento Fanteria "Siena" ed in conseguenza
della formazione delle brigate su tre reggimenti viene assegnato alla XXV
Brigata di Fanteria unitamente al 15° "Savona" ed al 40° "Bologna"; rimane
articolato su due battaglioni.
Campagna d'Africa 1935-36
Partecipa alla Campagna d'Etiopia del 1935-36 fornendo 24 ufficiali e 683
soldati ai reparti mobilitati.
Formate le divisioni binarie, dal 15 settembre
1939 è inquadrato nella Divisione di Fanteria "Siena" (51a) della
quale fanno parte anche il 32°
Reggimento
Fanteria e il 51° Reggimento Artiglieria per
d.f.
Guerra 1940-43
1940 -
Il 10 giugno 1940 il reggimento ha in
organico: comando e compagnia comando, tre battaglioni fucilieri, compagnia
mortai da 81, batteria armi di accompagnamento da 65/17.
Risulta dislocato in Piemonte con compiti di riserva.
Dopo la campagna contro la Francia, la
divisione di appartenenza (51a "Siena") rientrò fra i reparti
necessari allo sviluppo dell'esigenza «G», per cui il 31° Reggimento fu trasferito
nel mese di settembre in Albania, alle dipendenze del Corpo d'Armata della Ciamuria di nuova costituzione e schierato nella parte più meridionale dello
scacchiere. Fra il 22 e il 23 ottobre, mentre stazionava in Epiro, il 31°
Reggimento ricevette l'ordine di approntamento per la partenza verso il confine greco-albanese. Ricevuto l'ordine di superare il confine Greco e di avanzare
sugli obiettivi prestabiliti, il 28 ottobre, la prima colonna divisionale
(composta dal 31° Fanteria agli ordini del Col. Carloni), rinforzata da
reparti di artiglieria (III/51°) e di mortai divisionali (1a Cp.),
attaccava le resistenze di Povla ed Au Nicolaos. Avutane ragione, iniziava
la marcia in territorio nemico. Attraversa Au Pantes-Acsovo
Baboriou-Liassane-Keremitza e si porta a Raveni, ove è fermato dalla
interruzione del ponte di Brusino e dal Kalamas in piena. Il 5 novembre il
Reggimento, dopo essersi portato a Finichi, per appoggiare l'azione
dell'altra colonna divisionale (quella del 32° Reggimento agli ordini del
Col. Annibaldi), ritorna a presidiare il vitale nodo di Keremitza, al quale
fanno capo le valli che menano a Raveni, Filiates, Povla, Tsamandas. Dopo
scontri di pattuglie e tasteggiamenti, il 31° attacca decisamente ed in
forza sul fronte Mbrania-Raveni-Malonion-Arascoba. L'attacco è contenuto e
respinto. Giunge così l'ordine di ripiegamento e, la sera, il Reggimento
inizia il movimento per attestarsi su di una nuova linea.
Sulla nuova linea, che corre tra il Morgana,
il Plokista, il Celii ed il Laiti, il 31° rinforzato dal II Gruppo del 24°
Artiglieria, si attesta, deciso a frenare l'irruenza nemica che preme sempre
più in forza. Il 26 ed il 27 il 1° Battaglione e la Compagnia Mortai
Divisionale, dopo accanita lotta, respingono due poderosi attacchi nemici.
Le linee sono intatte. Ma ancora una volta ordini superiori impongono di
ripiegare. Con una marcia faticosissima, durata circa 40 ore, il 31°, dopo
aver sostato brevemente nella zona di Pandelimon Grave, si sposta sulla
Bistrizza a difesa degli accessi per Delvino e Porto Edda. Invano il nemico
ripete i suoi attacchi. Si delinea però una grave minaccia su Murzines e sul
fianco dell'intero schieramento. Il 31° interviene, insieme col 141° Btg
CC.NN. e col Battaglione Volontari Albanesi del maggiore Pescosolido, e
costituisce un potente fianco difensivo che fa sostare perplesso il nemico.
Solo verso sera accenna ad un attacco che presto è stroncato. Il giorno
seguente, siamo al 5 dicembre, quando si decide ad attaccare in forza, i
reparti della Divisione si sono già sganciati ed il 31° si porta a Calasi,
Talsat, per poi sboccare a Pigerasi e, per il bivio di Borsch, giungere alla
nuova linea tra Chisces o Scendeli-Ciaf e Drass-Ciaf e
Vestes-Ghiestnicose-Mali That. Il nemico attacca, ma non riesce a prevalere.
Al Ghiestnicoshe, a Ciaf e Drass è fermo, inchiodato davanti la linea. Anche
il 19 Dicembre, quando si trova in condizioni di favore perché il 31° non ha
rincalzi, anche da allora non riesce a forzare il passo. Per 15 ore si
combatte, con la più ostinata decisione e la più risoluta volontà di
sacrificio. A sera, per conservare la posizione, e difendere i pezzi,
entrano in linea artiglieri del II/24°. Il nemico è fermato. Nella notte
però giunge l'ordine di ripiegare ed i reparti si ritirano su Calarat, per
poi portarsi, dopo un giorno, sulle migliori posizioni del Proi Caurit tra
Vranista e Boliena. Sono appena 500 uomini che resistono con poche le
munizioni. Ben lo sa il nemico che, inutilmente, tenta il colpo decisivo che
lo porterebbe a Valona. Per tre giorni il 31° contrasta, da solo, il passo
al nemico. Cominciano poi ad affluire i reparti del 2° Alpini; per due
giorni si combatte fianco a fianco e, quando il giorno 26, sotto la
pressione di un irruento attacco greco, il Battaglione «Dronero» deve
inflettere la linea, sono i fanti del 31° che, tra il Proi Caurit ed il Mali
Rastralit fermano l'irruenza dell'avversario. Valona è salva. Gli alpini poi
consolideranno e manterranno il successo.
1941 -
Il 5 gennaio il Reggimento è autotrasportato
nella zona di Berat per ricostituirsi e riordinarsi.
Erano appena iniziate le operazioni di
riorganizzazione quando, il 9 gennaio, il 31° riceveva l'ordine di formare
una linea difensiva, prima al Mali Perpanit e poi ad Mani Balaban. Dopo una
marcia estenuante, all'alba dell'11 gennaio il Reggimento giunge in vista
delle nuove posizioni assegnategli: costone di Pavari, q. 817, q. 807; ma la
q. 817 è già in mano greca. Bisogna impedire al nemico, che ha forzato
Klisura, di dilagare nella valle. La resistenza è saldata strettamente con
quella dei reparti di destra della Divisione «Julia». Il 12 gennaio, dopo
una lotta durata due giorni con alterne vicende, la q. 817 è conquistata dal
3° e 1° battaglione e dalla 60a Cp. Alpina: il nemico posto in fuga ed
inseguito. Il 13 il costone di Rodin è minacciato da vicino, ma a nulla
valgono gli attacchi che i greci ripetutamente sferrano tra il 15 ed il 18.
Anche la caduta del Ciuca Fecit, che lascia scoperto il nostro fianco
sinistro e determina l'avvolgimento delle nostre posizioni, non frena
l'azione italiana. Rinforzi di Bersaglieri (1° battaglione del 1° Reggimento) e di un
Battaglione del 140° Fanteria permettono di formare blocco fino a quando un
ordine superiore ingiunge di ripiegare su Spi Camarate. Ivi si sacrificano,
fino all'ultimo, due fieri nostri Battaglioni (1° e 2°). Si iniziano le
tappe del nuovo cammino che permette di gettare le fondamenta del
«muro» al quale sarà inchiodato il nemico: q. 731-q. 717-Monastero-Bregu Rapit.
La zona di Monastero diventa una rocca contro la quale invano si frange la
rabbia dell'assalitore. Combattono col Reggimento, i resti del II/32°,
elementi del 14° Fanteria, l'86° battaglione CC.NN. Si giunge così, di combattimento in
combattimento, al giorno in cui resti del Reggimento vengono trasferiti a
Kutay, presso Berat, per potere, questa volta, effettivamente
riorganizzarsi.
Dopo intensi giorni di apprestamento, riordinamento e addestramento, i fanti
del 31° ritornano sulle posizioni che ben conoscevano. Il 19 marzo la
Compagnia Arditi conquista d'impeto la q. 731. Per un mese ancora, contro
questa contrastatissima quota cento volte conquistata e cento volte perduta
battono tenaci, audaci, animosi i Fanti. Ogni tentativo nemico da lo spunto
per un'azione controffensiva: così il 24 marzo, così il 9 aprile, così nei
cento scontri di pattuglie. Si giunge al 14 aprile. Gli attacchi si
succedono agli attacchi. Il nemico durissimamente provato, indietreggia su
nuove linee. L'inseguimento è fulmineo. A Mercurai si affrontano le
ulteriori resistenze e si stronca l'ultimo sbarramento di Klisura,
agganciato con rapida manovra dai nostri reparti. Nella tarda sera del 16
aprile, quando la Divisione Siena è arrestata da un ordine superiore, e cede
il posto alla "Bari", Klisura è tutto un rogo che illumina la vittoria dei
Fanti della "Siena". Il nemico ormai è in rotta.
1942 - Nel 1942 La divisione di
appartenenza (51a "Siena") passa alle dipendenze del VII C.d'A. e
riceve l'ordine di trasferimento nell'Isola di Creta, dove deve svolgere
compiti di presidio e ne occupa la parte orientale.
1943 -
Viene sciolto l'8 settembre 1943 nell'isola di
Creta, a seguito degli eventi che determinarono l'armistizio.
Unità maggiori
Il 31° Reggimento era
così composto:
1940-1943
|
Comando
Compagnia
comando,
3 battaglioni fucilieri,
Compagnia
mortai da 81,
Batteria
armi di accompagnamento da 65/17 |
Campagne di guerra (1940-1943)
Data
|
Divisione |
Corpo
d'A.
|
Armata
|
Gruppo
d'Armata |
Area
di operazioni |
1940 |
Siena |
VII |
7a |
Ovest |
Fronte
alpino occidentale |
1940-41 |
Siena |
Ciamuria |
11a |
C.do Sup.
Truppe Albania |
Fronte
greco-albanese |
1942-43 |
Siena |
VII |
11a |
C.do Sup.
FF.AA. Albania |
Isola di
Creta |
Comandanti (1926-1943)
Col. Ugo Gigliaretti
Col. Angelo Stirpe
Col. Ernesto Ferone
Col. Antonio Franceschini
Col. Domenico Barbato
Col. Mario Carloni
Col. Giovanni Oriani
Sede
Napoli (1920-1943)
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