Regio Esercito
Addestramento della fanteria
Impiego e addestramento dei reparti minori (1)
(Edizione 1939)
(I numeri dei paragrafi sono quelli del testo
originale)
Capo I
IL FANTE
198. - Il fante deve
essere:
ardimentoso;
marciatore instancabile;
buon tiratore.
199. - La sua figura morale deve rispecchiare:
cieca fiducia nei superiori e saldo cameratismo;
sentimento profondo della
disciplina;
certezza di saper vincere, nei momenti più critici della
lotta, l'istinto della propria conservazione.
200. - La vigoria fisica gli deve consentire di superare
facilmente le crisi della fatica e persistere nello
sforzo;
affrontare, con piena sicurezza di sé, il pericolo e il
disagio.
201. - Nel combattimento, è parte integrante della
squadra nel cui ambito svolge ogni sua azione. Nessuna
vicenda di lotta può giustificare il distacco da essa.
Egli deve:
procedere, nei terreni rotti, per le vie più coperte
anche se più lunghe e faticose;
muoversi, in terreno poco o affatto coperto, a sbalzi
eseguiti di scatto, con la massima celerità possibile,
per la via più corta (correre curvi significa perdere
velocità);
individuare, prima di muovere, il successivo
appostamento da raggiungere o, quanto meno, il posto ove
effettuare uria breve sosta;
alle brevi distanze dal
nemico (specialmente se in terreno scoperto) o quando
occorra oltrepassare una linea di cresta, avanzare
carponi;
individuare con prontezza il centro di fuoco che lo
batte;
aprire il fuoco solo quando venga ordinato e dopo aver
eseguito al coperto le operazioni di caricamento
dell'arma;
vincere la tendenza ad addensarsi o a disporsi in
formazioni troppo lineari;
mantenere la direzione, senza farsi deviare dalle forme
del terreno;
non lasciarsi distogliere dal proprio compito da episodi
verificantisi nelle immediate vicinanze;
eseguire con alacrità quei lavori che venissero ordinati
per migliorare rendimento e protezione delle armi;
riflettere che, sorpreso o attaccato, la calma e la
decisione possono salvarlo, ma che incertezza o panico
lo perderebbero sicuramente;
sottrarsi all'osservazione aerea:
sfruttando zone in ombra;
cercando di non proiettare la propria ombra sul terreno;
restando, se non gli è possibile di occultarsi in tempo,
immobile nei momenti in cui l'aereo sorvola il proprio
cielo, senza guardare in alto.
202. - Nell'addestramento al combattimento:
osserva il più scrupoloso silenzio;
presta la massima attenzione agli ordini ed ai cenni del
proprio comandante;
esegue con prontezza e decisione quanto gli viene
ordinato.
203. - distruttore deve sapere che il fante: vuoi darsi
ragione di quanto esegue; si lascia facilmente
conquistare dall'esempio e persuadere dal buon senso;
si appassiona a tutto quanto è semplice, pratico e
realistico.
204. - L'addestramento è sempre negativo quando non è
vivificato dall'interesse delle cose insegnate, quando
si impongono fatiche inutili, ogni qualvolta il lavoro
comune non è animato dalla tenacia dei propositi e dallo
spirito di emulazione.
CAPO II.
LA SQUADRA FUCILIERI.
205. - È la più piccola
unità organica di fanteria che agisce con il movimento,
con il fuoco e con l'urto.
206. - È costituita da:
un gruppo mitragliatori (2 f. m.);
un gruppo fucilieri.
207. - Il gruppo mitragliatori può scindersi
eccezionalmente in nuclei di un'arma ciascuno quando,
per caratteristiche del terreno o per ampi intervalli
esistenti con le squadre contigue, sia conveniente
tenere i f. m. alle ali.
208. Formazioni:
in fila;
aperta;
spiegata.
Le prime due sono idonee al solo movimento; l'ultima,
anche all'esecuzione del fuoco.
209. Distanze e intervalli variano in relazione: alle
forme ed alla copertura del terreno ; alla distanza del
nemico.
Essi devono facilitare il movimento, rendere possibile
il tiro, diminuire la vulnerabilità, senza nuocere
peraltro alla coesione e alla comandabilità del reparto.
210. - Le formazioni, ,le distanze, gl'intervalli si
modificano avanzamento in base a comandi e a cenni (2).
211. - I movimenti si eseguono con speditezza e senza
preoccupazione di allineamento.
212. - Il comandante di squadra: regola il movimento
della squadra; dirige il fuoco del gruppo mitragliatori;
agisce in perfetta coesione con l'altra squadra del
plotone assicurando, se necessario, il reciproco
sostegno di fuoco; trascina all'assalto o al
contrassalto.
213. - Il vice comandante
di squadra:
è capo del gruppo fucilieri, del quale regola il
movimento ed il fuoco;
coadiuva il comandante di squadra nel dirigere l'azione
di uno dei f. m. qualora il gruppo mitragliatori venga
ripartito in nuclei di arma.
214. - La disciplina e l'efficacia del fuoco, la
intelligente utilizzazione del terreno, la speditezza
dei movimenti, l'irruenza dell'assalto o del
contrassalto, la volontà tenace di raggiungere a
qualunque costo l'obiettivo costituiscono, per la
squadra, la migliore garanzia di successo.
ESPLORAZIONE TATTICA
TERRESTRE.
215. - La squadra può
assolvere le funzioni di pattuglia esplorante.
Per l'impiego, vedasi quanto è detto per la squadra
esploratori (n. 330 e segg.).
SICUREZZA.
216. - La squadra
fucilieri può essere chiamata: normalmente, a costituire
un posto di sorveglianza e segnalazione;
eccezionalmente, a fornire una pattuglia di sicurezza
(di norma 4-5 fucilieri) ovvero, talvolta, ad assumerne
le funzioni.
AVVICINAMENTO.
217. - Ha inizio quando il
plotone assume formazione aperta e la squadra, per
avanzare, deve scegliere la via più coperta e la
formazione meno vulnerabile.
Il movimento è regolato sulla squadra dì direzione
(determinata dì volta in volta dal comandante di
plotone), senza vincolo di allineamento o rigidità di
intervalli e distanze.
Brevi tratti scoperti, battuti da fuoco di artiglieria,
sono attraversati, con unico sbalzo, da tutta la squadra
in formazione spiegata.
Gli uomini di coda o, per la squadra spiegata, quelli di
estrema destra e sinistra, sorvegliano tergo e fianchi
del reparto e mantengono il collegamento a vista con le
squadre contigue.
218. - Il comandante di squadra:
fa assumere alla squadra e fa mantenere la formazione
ordinatagli, di volta in volta, dal comandante di
plotone o scelta d'iniziativa;
impone ai propri uomini ordine, coesione, silenzio;
se il terreno, per particolari difficoltà, obbliga a
serrare o ad allargare eccessivamente intervalli o
distanze, provvede perché siano ripresi quelli normali,
appena possibile;
con semplici cenni o a bassa voce corregge, richiama, fa
adottare ogni accorgimento che valga a mantenere
occultata la marcia, sia nei riguardi dell'osservazione
terrestre come di quella aerea;
se la squadra è soggetta a tiro di artiglieria o di
mitragliatrici, senza arrestarsi, fa assumere una
formazione meno vulnerabile (per es. aperta, oppure
spiegata, nel caso di squadra in fila);
durante le soste, pur preoccupandosi di mantenere la
squadra al coperto, sceglie nelle immediate vicinanze
punti favorevoli all'osservazione, tenendosi pronto ad
entrare in azione nella direzioni e sull'obiettivo che
gli venissero assegnati;
nella scelta delle postazioni per i f. m., preferisce
quelle dominanti rispetto al terreno sul quale devono
muovere i fucilieri (argini, terrapieni, ecc.);
si mantiene costantemente collegato a vista col
comandante di plotone;
se vi è pericolo di essere colpito da aggressivi
chimici, sorveglia che i propri uomini portino il
respiratore in «posizione di allarme» (appeso sul
petto);
in caso di perdite (feriti o morti), dispone per il
ricupero del materiale, in particolare delle munizioni.
Al trasporto dei feriti provvede l'apposito personale;
nessun uomo della squadra può essere impiegato a tale
scopo.
ATTACCO.
219. - Nell'imminenza
dell'attacco il comandante di squadra riceve,
verbalmente, da quello di plotone gli ordini e le
indicazioni per l'azione del reparto. In particolare:
compito;
obiettivo, chiaramente visibile (di norma quello del
plotone o parte di esso);
direzione (se necessaria).
220. - Il comandante deve quindi risolvere un problema
che è fondamentale per il successo dell'azione: arrivare
presto e in molti sul nemico. Perciò:
si oriente (come si presentano il centro da attaccare e
il terreno da percorrere? quali punti dì riferimento del
terreno scegliere per mantenere la direzione? dove
effettuare il primo sbalzo);
decide sulla formazione da assumere (gruppo f. m.
riunito o diviso; riunito a destra o a sinistra);
muove al segnale od al cenno convenuto.
221. - Finché possibile, la squadra si porta in avanti,
ad ampi sbalzi, senza far fuoco, agevolata dal tiro
della artiglieria e delle armi di accompagnamento.
Allorché per avanzare debba far uso delle armi, entrano
in azione i f. m. (3).
222. - Nell'impiego del gruppo mitragliatori, conviene
alternare il movimento o il fuoco delle due armi.
Il gruppo fucilieri regola il suo movimento sull'arma in
funzione, solo preoccupandosi di mantenere la direzione,
effettuare lo sbalzo con la maggiore speditezza
possibile, occultarsi.
223. - Di fronte a reazione nemica poco attiva, può
convenire che il coordinamento tra movimento e fuoco
avvenga nell'ambito del plotone.
In tal caso, 'munire una squadra esegue il fuoco con il
rispettivo gruppo mitragliatori, l'altra avanza.
224. - Di mano in mano che diminuisce la distanza dal
nemico, gli sbalzi sono più brevi e la squadra avanza
snodata in gruppi di uomini.
Per assicurare la continuità del fuoco, od aumentarne il
volume, al tiro dei 1. in. viene a sommarsi, quando
necessario, quello dei fucilieri.
225. - Giunti a 30 o 40 passi dall'obiettivo, i
fucilieri, insieme a quelli dell'altra squadra del
plotone, effettuano il lancio di bombe a mano, e, al
grido di « Savoia », si lanciano all'assalto.
226. - Il comandante di squadra conduce all'assalto i
suoi uomini; ma non è da escludere che. mancando lui,
tocchi al più coraggioso tra i fanti di assicurare il
successo della squadra, trascinando con l'esempio i
camerati.
227. - I fucili mitragliatori, non appena cessato il
fuoco per ragioni di sicurezza, avanzano all'immediato
seguito dei fucilieri.
228. - Qualora non riesca a raggiungere l'obiettivo, la
squadra deve agevolare col fuoco il progredire di quelle
contigue, pronta a sfruttare ogni circostanza favorevole
per riprendere il movimento.
229. - Nell'attacco col concorso dei carri armati, la
squadra segue, in formazione spiegata, il carro che
opera sulla sua fronte.
All'effetto morale e materiale prodotto dai carri deve
sommarsi, senza soluzioni di continuità, quello decisivo
dell'assalto.
Il comandante di squadra deve saper sfruttare a fondo
l'azione del carro senza attendere di vedere eliminate
tutte le resistenze che si manifestassero e deve
altresì, a costo di qualsiasi sacrificio, concorrere
alla difesa del carro stesso qualora fosse immobilizzato
per avaria od altro.
RESISTENZA.
230. - Principio
fondamentale: resistere in pochi contro molti.
231. - La squadra può essere impiegata: in zona dì
sicurezza; sulla posizione di resistenza.
232. - In zona di sicurezza, è schierata, inizialmente,
al margine anteriore (L. S.).
Il comandante, in base agli ordini ricevuti, provvede:
a scegliere le postazioni per i f. m. con il criterio di
agire quanto più possibile a distanza e di poter
concentrare il fuoco delle due armi sui tratti di
maggiore facilitazione per l'attacco;
a dislocare i fucilieri per la sorveglianza degli
intervalli.
233. - Ad attacco nemico iniziato, la squadra svolge la
prevista azione di fuoco, spostando di volta in volta il
tiro sui gruppi nemici più numerosi o minacciosi.
Quest'azione deve essere condotta con la massima
violenza, evitando tuttavia di lasciarsi impegnare in
una lotta ravvicinata. Esaurito il compito, la squadra
ripiega.
234. - Il ripiegamento avviene:
per ordine del comandante di plotone; possibilmente per
squadra,
su linee del terreno precedentemente stabilite e su di
una direzione fissata con il criterio di non intralciare
l'azione di fuoco delle posizioni di arresto e
dell'artiglieria.
235. - Con successivi sbalzi, continuando la propria
azione logoratrice, la squadra ripiega a tergo della P.
R., in località designata.
236. - Sulla posizione di resistenza la squadra può
costituire:
un centro di fuoco avanzato o arretrato.
237. - Di massima, nello schieramento: il gruppo
mitragliatori sta riunito;
il gruppo fucilieri è
diviso in nuclei, alle ali, con il particolare compito
di sorveglianza degl'intervalli con i centri contigui.
238. - I compiti del centro di fuoco risultano da una
consegna riguardante, in particolare:
i settori d'azione (normale-eventuale) di ciascun f. m.;
le modalità di saldatura con gli altri centri avanzati o
di fiancheggiamento di quelli antistanti;
le direzioni per l'arresto automatico (tiri di notte o
con nebbia naturale o artificiale);
le misure di sicurezza (vedette e pattuglie) e le
modalità di allarme (segnali convenzionali con artifizi,
ecc.).
239. Il comandante di squadra:
attua lo schieramento previsto;
conduce a termine con la massima alacrità i lavori di
rafforzamento, mascheramento ed occultamento che gli
sono stati ordinati dal comandante di plotone;
provvede, se necessario, allo sgombero del campo di
tiro;
inquadra minuziosamente sul terreno il tiro di arresto
automatico di ciascun f. m.;
durante l'attacco nemico; assicura la tempestività
d'intervento, la disciplina di fuoco, la continuità
dell'osservazione.
240. - Il vice-comandante di squadra:
coadiuva il comandante di squadra nella sistemazione del
centro e nel controllo del servizio di sicurezza;
sorveglia il rifornimento delle munizioni.
241. - Delineatosi l'attacco nemico:
i centri di fuoco avanzati, nei limiti del settore e nel
raggio di efficacia delle armi, agiscono frontalmente,
battendo di volta in volta i nuclei nemici più numerosi
o pericolosi;
i centri di fuoco arretrati sovrappongono il tiro delle
proprie armi a quello dei centri antistanti con le
modalità fissate dal piano dei fuochi, sorvegliando gli
intervalli tra i centri stessi per intervenire
prontamente contro gli elementi nemici che riuscissero
ad infiltrarvisi.
242. - All'assalto nemico la squadra reagisce con le
bombe a mano ed arma bianca; se aggirata od
oltrepassata, resiste ugualmente in posto sino
all'ultimo uomo e all'ultima cartuccia.
243. - Per fronteggiare un attacco appoggiato da carri
armali la squadra deve:
nel momento dell'irruzione, sottrarsi alla pronta
individuazione da parte di essi, mantenendosi occultata;
se ciò non fosse possibile, agire contro cingoli,
feritoie ecc.;
non appena oltrepassata dall'ondata dei carri,
riprendere, senza esitazione e con il massimo vigore
l'azione di fuoco contro le fanterie attaccanti.
244. - RIFORNIMENTO DELLE MUNIZIONI.
Al reintegro delle munizioni durante il combattimento si
provvede:
con quelle degli uomini posti fuori combattimento e
delle armi rese inefficienti;
con il rifornimento diretto (a mezzo dei rifornitori
della compagnia), disposto dal comandante di questa, in
base alle richieste dei comandanti di plotone;
eccezionalmente, a mezzo dei portamunizioni, o con
ritiro diretto dal posto munizioni di battaglione o
mediante scambio con i rifornimenti della compagnia.
Nella resistenza, vengono normalmente aumentate le
dotazioni individuali e di arma.
ADDESTRAMENTO.
245. - GENERALITÀ. —
L'addestramento della squadra al combattimento:
è basilare per il rendimento operativo delle unità
maggiori;
non va considerato come una parte del programma
d'istruzione, bensì come attività sostanziale
dell'intero ciclo, inserita progressivamente anche
nell'addestramento del plotone, della compagnia e del
battaglione;
è curato personalmente dal comandante di compagnia,
coadiuvato dagli ufficiali subalterni e dai
sottufficiali;
deve aver inizio non appena i fucilieri abbiano
raggiunto un grado sufficiente di conoscenza tecnica
delle armi ed abbiano eseguito qualche azione di tiro.
246. - Non occorrono grandi spazi di terreno per
addestrare la squadra; necessita, invece, la maggiore
varietà possibile di località, ambienti, procedimenti.
247. - In ogni istruzione.
a) il nemico (supposto o rappresentato) deve essere
presente
con la sua osservazione,
con il suo fuoco,
con il suo movimento.
b) l'azione della squadra è sempre arie/itala verso un
obiettivo da raggiungere.
248. - Particolare, cura, deve essere posta nel far
comprendere la importanza decisiva della continuità di
fuoco nell'attacco e nel rendere più semplici che sia
possibile le sue modalità esecutive.
L'istruttore deve insistere sul fatto che continuità di
fuoco, nella squadra, non deve in alcun caso significare
fuoco continuo delle armi.
249. - Per la squadra, continuità di fuoco vuoi dire:
un'arma in azione o in grado di eseguire il tiro in
buone condizioni di efficacia per neutralizzare un
centro di fuoco avversario e facilitare così il
movimento dell'altra arma e del gruppo fucilieri.
250. - L'istruttore deve altresì insistere perché il
tiro del f. m. sia sempre eseguito a raffiche di pochi
colpi, facendolo immediatamente cessare quando il
supposto nemico desista dal far fuoco o dal muoversi.
Al termine dell'addestramento si deve raggiungere un
vero automatismo in queste sospensioni e riprese di
fuoco.
251. - Durante le istruzioni, deve essere frequentemente
dato l'allarme-aerei e, saltuariamente, anche
l'allarme-gas.
ESERCITAZIONI APPLICATIVE.
252. - Esplorazione e
sicurezza:
apprezzamento del terreno ai fini del movimento e
dell'osservazione (scelta delle vie più coperte e, a
parità di copertura, di quelle più agevoli);
rilevamento di obiettivi a distanze varie, in differenti
condizioni di ambiente;
valutazione a distanza di reparti in marcia e in sosta;
esplorazione di case isolate, abitati, macchie boschive
ecc.;
contegno della pattuglia esplorante contro elementi
nemici di forza inferiore — uguale — superiore;
costituzione di un posto di sorveglianza e di
segnalazione e suo funzionamento nei casi di attacco da
parte di elementi celeri (cavalleria-ciclisti-carri
ecc.);
trasmissione di notizie (sempre per iscritto).
253. - Avvicinamento:
scelta delle formazioni e modificazioni di distanze e
intervalli nei vari tipi di terreno;
mantenimento della direzione (di giorno, di notte, con
la nebbia, nei boschi);
occultamento all'osservazione aerea e terrestre;
allenamento a compiere rapidamente lunghi sbalzi;
immediatezza di reazione contro sorprese sul fianco o a
tergo.
254. - Attacco:
occupazione della base di partenza;
movimento a sbalzi sotto il fuoco nemico (utilizzazione
dei ripari);
scelta delle postazioni per f. m.;
disciplina di fuoco e interventi d'iniziativa;
continuità lì coordinamento del movimento e del fuoco;
preparazione ed esecuzione dell'assalto;
organizzazione a difesa dell'obiettivo conquistato;
cooperazione con un carro armato (sfruttamento della
azione del carro; difesa del carro);
rifornimento munizioni.
255. - Resistenza:
azione di osservazione e di logoramento in Z. S.;
mantenimento della direzione nel ripiegamento dalla Z.
S. (sbalzi di varia ampiezza, determinati d'iniziativa
alcuni, previsti gli altri);
esecuzione dei lavori di rafforzamento di un centro dì
fuoco (piazzuole per f. m. — appostamenti individuali —
trincee reticolati);
mascheramento ed occultamento delle difese;
cambio rapido di obiettivi e di postazione dei f. m.;
modalità per assicurare una buona esecuzione del tiro di
arresto automatico;
contrassalto;
rifornimento munizioni.
CAPO III.
LA SQUADRA MITRAGLIERI.
256. - È unità d'impiego,
normalmente inscindibile. Solo in determinate
circostanze (resistenza in terreni accidentati o
fittamente coperti; difesa di abitati) può essere
impiegata per arma.
Decentrata in rinforzo a unità fucilieri, dipende dal
comandante di questa.
257. - È costituita da
un gruppo tiro (personale e mezzi per l'impiego di due
mitragliatrici);
un gruppo munizioni.
258. - Formazioni.
Per muovere o sostare:
IN FILA;
APERTA;
SPIEGATA, per eseguire il tiro:
PRONTI PER IL FUOCO.
259. - Per quanto si riferisce a distanze e ad
intervalli vedi n. 209.
Inizio, arresto della marcia e cambiamenti di andatura,
di distanze, di formazione si effettuano analogamente a
quanto già detto per la squadra fucilieri (n. 210 e
211).
260. - Il rendimento della squadra in combattimento
dipende da due principali fattori: la scelta delle
postazioni; la disciplina di fuoco.
261. - La postazione dell'arma, oltre a rispondere ai
requisiti comuni per tutte le armi a tiro teso (ampiezza
e profondità del campo di vista e di tiro — buon
occultamento) deve consentire,
possibilmente:
il tiro da posizioni arretrate rispetto a quelle dei
fucilieri;
il tiro al di sopra di questi (4) (5), senza pericolo di
colpirli anche nel caso di una momentanea difficoltà di
osservazione.
Dovendosi effettuare il tiro negli intervalli (4) (5),
sono da preferirsi le direzioni oblique rispetto a
quella di attacco, appostando le armi in corrispondenza
di uno dei fianchi dello schieramento dell'unità
fucilieri.
Ogni qualvolta le forme del terreno o la fitta copertura
non consentano il tiro da posizioni arretrate, la
squadra mitraglieri deve affiancarsi ai fucilieri ed
avanzare con essi.
262. - La disciplina di fuoco deve essere istintiva per
il mitragliere.
Egli deve riflettere che la sua arma è divoratrice di
munizioni e che non v'è maggior colpa del trovarsi a
cassette vuote nei momenti difficili del combattimento.
263. - Il comandante di squadra e responsabile della
disciplina di fuoco.
Nell'indicare di volta in volta l'obiettivo da battere,
l'alzo, la specie del fuoco ecc. (6) (7) egli stabilisce
se le due armi debbano o no agire contemporaneamente.
Qualora sia necessaria una distribuzione del fuoco su
differenti obiettivi tiene conto, nell'assegnarli, delle
condizioni di maggior rendimento di ciascun'arma.
Osservazione del tiro, orientamento, stretto
collegamento con l'unità che deve accompagnare gli
consentono di dosare il fuoco secondo le reali necessità
del momento.
AVVICINAMENTO.
264. - Vale quanto detto
per la squadra fucilieri: muovere al coperto, conservare
la coesione, essere pronti ad entrare in
azione.
Durante l'ultima fase dell'avvicinamento i materiali
sono spalleggiati.
ATTACCO.
265. - Compito della
squadra è di accompagnare con il fuoco il movimento
delle squadre fucilieri.
A tale scopo riceve ordini, di volta in volta, circa gli
obiettivi da battere. In difetto di ordini, la squadra
agisce per iniziativa del suo comandante, contro gli
elementi nemici che direttamente e maggiormente
ostacolano il movimento dei fucilieri.
266. - Il movimento della squadra avviene a sbalzi,
determinati dalla necessità di:
assicurare la continuità del fuoco;
migliorare la sua efficacia;
mantenere il tiro nei limiti di sicurezza;
sottrarsi al tiro aggiustato delle difese nemiche.
267. - Gli sbalzi sono compiuti:
per arma o per squadra (per squadra, solo quando questa
agisca nell'ambito del plotone).
Negli sbalzi, precede il comandante I per la scelta
delle nuove postazioni), seguito, a seconda dei casi, da
un'arma o dall'intero gruppo tiro e, successivamente,
dal gruppo munizioni.
268. - Non appena conquistato l'obiettivo da parte dei
fucilieri, il posto della squadra è presso di essi, per
stroncare eventuali contrassalti, e per proseguire a
momento opportuno nell'azione.
RESISTENZA.
269. - La squadra può:
costituire un centro di fuoco della P. R. (di massima,
arretrato, compreso o no in un caposaldo);
essere schierata su una delle posizioni di arresto (in
questo caso, agisce sempre nell'ambito del plotone). A
ciascun'arma vengono assegnati:
un settore d'azione normale ed uno o più eventuali;
una direzione d'arresto
automatico.
Settori e direzioni di tiro delle due armi possono anche
coincidere (importanza di determinati tratti della
fronte; integrazione in profondità del fiancheggiamento
ecc.
270. - In base agli ordini ricevuti, il comandante
provvede, analogamente a quanto già detto per la squadra
fucilieri, alla sistemazione delle armi, degli uomini,
delle munizioni. In particolare:
dispone per il sollecito apprestamento di postazioni
multiple, assicurando con opportuni lavori di
mascheramento o di sterro lo spostamento delle armi al
coperto dalla vista dell'attaccante;
inquadra il tiro su punti caratteristici del terreno
compresi nei limiti di efficacia del tiro e nei settori
fissati per ciascun'arma;
organizza minuziosamente il tiro per l'arresto
automatico, tenendo presente che è sempre conveniente di
determinare per ciascun'arma un piccolo settore di
falciamento (80-100°°);
determina i limiti di sicurezza per il tiro al disopra o
negli intervalli dei centri di fuoco antistanti;
provvede alla difesa vicina.
271. - Delineatosi l'attacco nemico, la squadra esegue i
tiri previsti dal piano dei fuochi e specificati nella
consegna del centro. Sintantoché i reparti attaccanti
non abbiano superato i centri avanzati minacciando
direttamente e da vicino la squadra, non è
giustificabile alcuna iniziativa che distolga le armi
dall'azione preordinata. Più che mai s'impone la
disciplina di fuoco, la fermezza e la calma in tutti.
272. - Quando all'attacco nemico concorrano carri
armali, le mitragliatrici agiscono di preferenza contro
le fanterie che li seguono; allorché i carri giungono
alle minori distanze, è diretto il tiro contro i
cingoli, feritoie e fiancale, impiegando cartucce
perforanti.
273. - RIFORNIMENTO MUNIZIONI. Lo scambio delle cassette
avviene, di norma, presso i rifornitori della compagnia
(eccezionalmente al posto munizioni del battaglione) a
mezzo dei portamunizioni disposti o non a catena o
avviati volta a volta, alla località di scambio.
Eccezionale (ma non escluso) è l'arrivo dei rifornitori
presso le armi.
Il caricamento dei nastri è, di massima, effettuato al
posto munizioni di battaglione.
Nella resistenza, il rifornimento è agevolato
dall'aumento delle dotazioni (possibilmente, sistemati
in nicchie).
ADDESTRAMENTO.
274. - Vedasi quanto già
detto per la squadra fucilieri (GENERALITÀ). Qualunque
sia lo scopo dell'esercitazione, devono sempre essere
segnati o rappresentati i reparti fucilieri avanzati
(per quanto interessa).
Scopi particolari da raggiungere:
allenamento a lunghi percorsi, in terreno accidentato,
con i materiali in spalla;
abilità nella stima delle distanze;
rapidità della scelta e nella presa di postazione;
celerità e precisione nel controllo dei dati di
sicurezza;
prontezza nel cambiamento di obiettivi;
conoscenza dei vari precedimenti per l'aggiustamento del
tiro e, per l'osservazione;
disciplina assoluta nell'esecuzione del fuoco;
275. - Esercitazioni applicative:
avvicinamento in formazioni varie, in terreni diversi
per percorribilità e copertura; in zone battute dal tiro
di artiglieria, fanteria ecc.;
reazione a sorprese sul fianco — a tergo;
accompagnamento di reparti fucilieri con tiri negli
intervalli — al disopra — di fianco;
esecuzione delle varie specie di fuoco (a raffiche o
continuo; concentrato o falciate o manovrato);
sospensioni, riprese di fuoco; cambio di obiettivi;
reazione ad un attacco o contrattacco nemico appoggialo
o non da carri armati;
sistemazione di un centro
di fuoco (postazioni, ricoveri, allacciamenti;
mascheramento ed occultamento dei lavori);
esecuzione del tiro;
modalità del tiro mascherato e della sua osservazione;
difesa vicina;
rifornimento munizioni.
CAPO IV.
LA SQUADRA MORTAI DA 45.
276. - È unità
inscindibile d'impiego;
è decentrata a unità fucilieri, tanto nell'attacco che
nella resistenza;
agisce, normalmente, da posizioni defilate, in materiale
collegamento con i reparti avanzati.
277. - È costituita da: tre gruppi tiro (uno per arma) ;
un gruppo munizioni.
278. - Formazioni (con materiali spalleggiati):
IN FILA;
APERTA;
SPIEGATA.
Tutte servono per muovere, l'ultima anche per far fuoco.
279. - Intervalli e distanze fra uomini, armi o gruppi;
direzione, velocità, inizio o arresto della marcia;
cambio di andatura e di formazione: vedasi quanto già
detto per la squadra fucilieri (n. 209 e segg.).
280. - Il compito della squadra, sia nell'azione di
accompagnamento, sia in quella di arresto, si traduce
sempre in un obiettivo da battere, nettamente precisato
ed osservabile da posizione poco discosta dall'arma, se
defilato.
Il comandante dell'unità fucilieri (compagnia,
nell'attacco; plotone o compagnia, nella resistenza)
determina di volta in volta tale obiettivo, indicando
altresì il numero dei colpi e, se necessario, la cadenza
di tiro.
Il comandante di squadra è responsabile della disciplina
di fuoco, regolandosi in analogia a quanto già detto per
la squadra mitraglieri (8) (9).
281. - Le scarse munizioni al seguito e la necessità di
agire di sorpresa, impongono:
rapidi aggiustamenti ottenuti con il minor numero
possibile di colpi;
nei casi di neutralizzazione di un obiettivo per tempo
determinato, azioni brevi e saltuarie anziché diluite
per tutta la durata prevista;
contro obiettivi di notevoli dimensioni, azioni di fuoco
successive sui tratti più vulnerabili o più importanti.
AVVICINAMENTO.
282. - La squadra muove
normalmente in testa al rincalzo dell'unità alla quale è
stata assegnata, o comunque in posizione arretrata,
scegliendo itinerari e formazioni adatte per sottrarsi
all'osservazione e alle offese nemiche.
Provvede, se necessario, alla propria sicurezza
immediata.
Durante l'ultima fase dell'avvicinamento, i materiali
sono spalleggiati.
ATTACCO.
283. - Compito:
accompagnare con il fuoco il movimento dei reparti
avanzati.
La squadra entra in azione per ordine del comandante
dell'unità fucilieri dalla quale dipende; mancando
ordini, con situazione chiaramente delineata e in via di
risolversi, anche di iniziativa.
Essa è impiegata per battere:
elementi avversar! che, per la loro posizione o per
ragioni di sicurezza, non possono essere colpiti dalle
altre armi della fanteria o dalle artiglierie;
obiettivi antistanti o laterali ai reparti avanzati, per
i quali occorra ottenere effetti rapidi e relativamente
duraturi di neutralizzazione.
284. - Il comandante di squadra:
segue, vigile, l'azione dei plotoni avanzati, tenendosi
collegato (possibilmente a voce, sempre a vista) con il
rispettivo comandante di compagnia;
dovendo aprire il fuoco, apposta i mortai in punti
defilati al tiro teso del nemico o quanto meno coperti
alla sua vista;
dovendo effettuare uno sbalzo, precede gli uomini del
gruppo tiro per determinare in tempo le nuove postazioni
e gli elementi per un immediato aggiustamento del tiro;
conquistato dai reparti avanzati un obiettivo, si porta
immediatamente in avanti con la squadra scegliendo
postazioni atte a consentire il tiro nelle direzioni di
più probabile reazione avversaria.
RESISTENZA.
285. - La squadra
costituisce, di norma, un centro di fuoco arretrato.
Ad essa vengono assegnati:
un settore d'azione normale ed uno o più eventuali;
un obiettivo per l'arresto automatico (o,
eccezionalmente, un tratto di sbarramento).
286. - In relazione ai compiti ricevuti, il comandante
compie operazioni analoghe a quelle già descritte per le
squadre fucilieri e mitraglieri.
Di particolare importanza:
il defilamento delle postazioni;
l'osservazione;
l'inquadramento del tiro sugli obiettivi previsti e su
quelli probabili.
287. - Delineatesi l'attacco nemico, la squadra
interviene secondo i tiri stabiliti dal piano dei
fuochi.
Compito eventuale: la neutralizzazione delle armi di
accompagnamento nemiche (specie di quelle a tiro curvo).
288. - Rifornimento delle munizioni. — Vedi modalità
indicate per la squadra mitraglieri.
ADDESTRAMENTO.
289. - Vedasi quanto già
detto ai nn. 245 e segg. e al n. 274. L'impiego dei
mortai si risolve con semplici problemi di tiro, con
procedimenti sbrigativi, cercando di ottenere buoni
effetti con la massima rapidità ed economia di colpi.
Scopi particolari da raggiungere:
speditezza nella scelta e nella presa di postazione in
terreni di varia difficoltà, copertura ecc.;
abilità nella designazione di obiettivi; stima delle
distanze e valutazione speditiva del dislivello tra arma
e obiettivo (sito) con sufficiente grado di
approssimazione;
pronta determinazione dei dati di tiro ed esecuzione
delle operazioni di puntamento (con i vari procedimenti)
: rapido aggiustamento del tiro ; disciplina di fuoco
assoluta.
290. - Esercitazioni applicative:
avvicinamento in zona battuta;
attacco : presa di postazione, tiro vi disopra delle
truppe amiche su obiettivo leggermente defilato o
defilato e individuato con buona approssimazione; cambio
di obiettivo; cambio di postazione;
aggiustamento su un punto visibile e trasporto di tiro
su obiettivo defilato;
sistemazione di un centro di fuoco — preparazione dei
tiri di arresto e di sbarramento.
CAPO V.
LA SQUADRA MORTAI DA 81.
291. - Unità elementare di
fuoco, agisce nell'ambito del rispettivo plotone per:
battere obiettivi di particolare importanza, non
raggiungibili con altri mezzi, comunque defilati;
concorrere eventualmente allo spianamento, allo
sbarramento e alla repressione d'artiglieria.
Solo eccezionalmente è impiegata isolata (azione in
terreni molto accidentati, contro obiettivi bene
individuati e di piccole dimensioni).
292. - È costituita da:
un gruppo tiro (arma e serventi per l'impiego di un
mortaio);
un gruppo munizioni;
conducenti e quadrupedi per il trasporto dell'arma e
delle munizioni.
293. - Formazioni:
per muovere o sostare (con materiali spalleggiati):
IN FILA;
SPIEGATA;
per eseguire il tiro:
PRONTI PER IL FUOCO.
294. - Intervalli e distanze; direziono, inizio e
arresto della marcia; cambiamenti di andatura,
direzione, formazioni; riunione della squadra nel
plotone: vedasi, per analogia, quanto già detto per la
squadra fucilieri.
295. - Per la potenza
degli effetti e per le difficoltà di rifornimento delle
munizioni (a causa del peso e del volume di esse)
l'impiego del mortaio presuppone sempre:
scelta di obiettivi che per defilamento (rincalzi o
riserve, armi a tiro curvo, ecc.) o per robustezza di
blindamento (osservatori, ricoveri, ecc) ne
giustifichino l'intervento;
osservazione del tiro e collegamenti sicuri;
rigorosa disciplina di fuoco.
296. - Il comandante di squadra:
è responsabile della disciplina di fuoco;
comunica al personale i dati di tiro e ne prende nota;
controlla l'esattezza delle operazioni di puntamento e
di caricamento;
comunica l'ordine di fuoco;
controlla il consumo delle munizioni.
Gli compete, inoltre, l'osservazione del tiro e la
condotta del fuoco qualora la squadra esegua
(eccezionalmente) il tiro, isolatamente (10).
AVVICINAMENTO.
297. - La squadra procede
riunita nel proprio plotone, di massima, con reparti di
2° scaglione. Se decentrata a btg. di 1° scaglione sta
in coda al rincalzo.
Muove con materiali someggiati il più a lungo possibile;
al momento di spalleggiarli usufruisce, per il trasporto
delle munizioni, dei rifornitori eventualmente assegnati
dal comandante di compagnia e se necessario, di una
parte dei conducenti.
ATTACCO.
298. - L'impiego dei
mortai da 81 avviene da postazioni retrostanti ai
reparti fucilieri avanzati, defilate alla vista e,
sempre che possibile, al tiro dell'avversario.
Per la nessuna limitazione alla scelta delle postazioni,
conviene che armi e osservatorio siano quanto più
possibile vicini.
299. - La squadra apre il fuoco sull'obiettivo di volta
in volta indicato ed esegue gli sbalzi imposti dallo
sviluppo dell'azione secondo gli ordini del comandante
di plotone (vedasi n. 425 e seguenti).
Nei casi (eccezionali) di decentramento ad una unità
fucilieri, riceve direttamente, dal rispettivo
comandante gli ordini e le prescrizioni per l'esecuzione
del fuoco. Il comandante di squadra deve tener presente
che interventi precipitati sono sempre causa di spreco
di munizioni e danno il più delle volte risultati
mediocri.
RESISTENZA.
300. - Tanto se riunita al
suo plotone quanto se, eccezionalmente, assegnata a un
reparto fucilieri, la squadra costituisce un centro di
fuoco arretrato e svolge: azioni di arresto;
azioni di accompagnamento nel contrattacco (eventuali).
Vengono assegnati ad essa:
un settore di azione normale ed uno o più eventuali ; un
obiettivo di arresto automatico o un breve tratto di
sbarramento sui quali l'arma è puntata di notte, in caso
di nebbia, ecc.
Il comandante di squadra si regola secondo quanto detto
per la squadra mortai da 45 (nn. 286 e 287).
301. - RIFORNIMENTO MUNIZIONI. — Al reintegro delle
munizioni si provvede:
finché possibile, con trasporti a salma (a cura del
comandante di compagnia) sino alle località adatte,
prossime alle postazioni; altrimenti, a spalla, a mezzo
di rifornitori di compagnia.
Nella resistenza, vengono adeguatamente aumentate le
disponibilità immediate dell'unità, disponendo le
munizioni in nicchie, possibilmente blindate o almeno
protette dalle intemperie.
ADDESTRAMENTO.
302. - Scopi da
raggiungere ed esempi di esercitazioni applicative: sono
analoghi a quelli già fissati per la squadra mortai da
45, curando in particolare:
l'allenamento a muovere speditamente in terreno vario,
per brevi percorsi, con le armi spalleggiate;
la designazione degli obiettivi;
la scelta delle postazioni e degli osservatori;
il mascheramento e l'occultamento;
il rifornimento delle munizioni.
CAPO VI.
LA SQUADRA CANNONI DA
47/32.
303. - È unità d'impiego
normale. Agisce:
di sorpresa (specie contro carri armati);
con grande precisione di tiro (tendente più a
distruggere che a neutralizzare);
con istantaneità d'intervento.
304. - È costituita da: un gruppo tiro; un gruppo
munizioni;
un nucleo di salmeria, per il trasporto dell'arnia e
delle munizioni.
305. - Formazioni: in ordine di marcia:
SOMEGGIATA (con il cannone someggiato o il cannone
trainato);
AUTOPORTATA ;
in ordine di combattimento:
IN POSTAZIONI;.
306. - Per disporti «tre postazione» il cannone,
raggiunto con traino a braccia (o trasporto a spalla) il
punto indicato, si dispone con la volata verso la zona
degli obiettivi, code aperte con vomeri a terra, alzo
sul supporto, cofano per accessori e munizioni, di
norma, sulla sinistra del cannone, dietro la linea dei
vomeri.
Una volta messo in postazione il cannone, di massima,
viene spostato con traino a braccia o eccezionalmente
portato scomposto, a spalla, con formazioni che nulla
hanno di tassativo.
307. - Per il passaggio dalla formazione «someggiata» o
«autoportata» a quella «in postazione» o viceversa; per
il carico e scarico, per la «composizione e
ricomposizione dei materiali, vedasi: Istruzione
provvisoria sul materiale, sulle munizioni e sul
servizio del cannone da 47/32 (11).
308. - Il comandante di squadra: è responsabile della
disciplina di fuoco;
comunica al personale i
dati di tiro e ne prende nota;
controlla l'esattezza
delle operazioni di puntamento e di caricamento;
dirige il fuoco ed osserva il tiro; controlla il consumo
delle munizioni.
ESPLORAZIONE TATTICA
TERRESTRE.
309. - La squadra agisce,
di norma, isolata. Può essere data in rinforzo a un
distaccamento esplorante o far parte del grosso del N.
E. F.
Il comandante dell'unità fucilieri ne determina: posto
nel dispositivo; compiti.
Il cannone svolge azione anticarro, di accompagnamento e
di arresto, a seconda delle necessità.
SICUREZZA IN MARCIA.
310. - La squadra può far
parte:
della testa d'avanguardia;
del grosso d'avanguardia;
di un reparto
fiancheggiante;
di una retroguardia.
Compito principale:
l'azione anticarro.
Il comandante delle truppe in servizio di sicurezza,
oltre a determinare il posto della squadra nel
dispositivo, indica le modalità per la pronta
segnalazione degli elementi celeri nemici. Eliminate
eventuali minacce, la squadra riprende il suo posto nel
dispositivo, richiedendo l'immediato reintegro delle
munizioni consumate.
SICUREZZA IN STAZIONE.
311. - La squadra riunita,
o no, nel plotone, è dislocata, di norma, in un posto di
sbarramento con funzione prevalente anticarro.
La scelta della postazione deve rispondere ai seguenti
requisiti:
campo di vista e di tiro sufficientemente ampio;
buona radenza di tiro
nelle zone di più probabile impiego di carri nemici;
possibilità di una prolungata resistenza in posto (ad
es. postazioni dietro fossi o, se il tempo ed i mezzi lo
consentono, dietro ostacoli artificiali).
AVVICINAMENTO.
312. - La squadra
assegnata a unità fucilieri di 1° scaglione svolge
azione preminente anticarro.
Muove tenendosi, se possibile, verso un'ala della unità.
La scelta di vie coperte è sempre subordinata alla
necessità di entrare rapidamente in azione.
Nelle eventuali soste, il comandante sceglie nelle
immediate vicinanze una postazione idonea ad un pronto
intervento.
Allorché, per la reazione avversaria, non sia più
possibile proseguire con il cannone someggiato, questo è
trainato a breccia (munizioni spalleggiate). I
quadrupedi sono avviati nella località indicata dal
comandante di plotone o di compagnia.
ATTACCO.
313. - La squadra cannoni
d'accompagnamento riceve dal comandante del plotone o
dell'unità cui è assegnata:
compiti e zona di postazione;
modalità di designazione degli obiettivi e di
intervento;
indicazioni circa i collegamenti e il rifornimento delle
munizioni.
Il comandante di squadra conseguentemente, dispone per:
la scelta della postazione ed il trasporto del cannone
nelle immediate vicinanze (ove sosta al coperto);
la messa in postazione;
la ricerca dei dati di tiro per taluni obiettivi noti o
presunti;
l'osservazione;
il rifornimento munizioni.
Particolare cura egli pone nel mantenersi, in ogni
momento, collegato con il comandante dell'unità dalla
quale dipende per l'impiego. A tale fine, sempre che
possibile, i due comandanti stanno materialmente vicini.
314. - Le postazioni scelte con il criterio di avere
largo campo di vista, facilità di mascheramento e di
accesso al coperto, debbono permettere il tiro al
disopra delle truppe amiche. Se ciò non fosse possibile,
occorre avvicinare l'arma ai reparti avanzati
utilizzando gli intervalli esistenti fra le unità.
L'occupazione della postazione si effettua, di norma,
solo per la durata del tiro.
315. - Obiettivi del cannone di accompagnamento sono, di
norma, quelli individuati, con buona precisione, nella
zona immediatamente antistante alle truppe avanzate,
sui quali l'azione delle altre armi a tiro teso della
fanteria si sia dimostrata insufficiente;
che urga mettere rapidamente fuori combattimento. Il
tiro deve abbattersi di sorpresa su di essi (quindi:
designazione precisa, calcolo esatto dei dati, rapidità
di aggiustamento, celerità del tiro di efficacia).
316. - Non appena dalla postazione occupata non vi sia
più possibilità pratica di battere i nuovi probabili
obiettivi, la squadra si sposta in avanti secondo gli
ordini tempestivamente ricevuti o di iniziativa.
317. - Qualunque sia il compito ricevuto,
nell'eventualità di un contrattacco appoggiato da carri
è contro di questi che occorre agire, senza attendere o
richiedere ordini.
318. - La squadra cannoni anticarro, in base agli ordini
ricevuti dal comandante di plotone o dell'unità dalla
quale dipende per l'impiego (reggimento; battaglione di
1° scaglione) agisce in un settore la cui ampiezza varia
in relazione alle direzioni di possibile impiego dei
carri nemici e al numero delle bocche da fuoco
complessivamente disponibili.
319. - Le postazioni oltre che rispondere ai requisiti
già indicati (n. 314) debbono:
consentire di agire il più a lungo possibile prima che i
carri avversar! giungano a immediato contatto con i
reparti, senza essere tuttavia troppo avanzate (ciò per
sottrarsi alla pronta individuazione e neutralizzazione
nemica);
essere accuratamente mascherate.
320. - Il comandante di squadra:
sceglie la postazione, facendola occupare solo al
momento del bisogno;
prepara i dati di tiro per alcuni punti caratteristici
del terreno compresi nella gittata efficace dell'arma.
321. - La squadra apre il fuoco, senza attendere ordini
di sorta, non appena i carri armati entrino nel limite
di gittata efficace. Celerità di tiro: la massima
compatibile con l'esattezza del puntamento.
Di norma, il primo obiettivo da battere è il carro più
avanzato o quello che minacci direttamente la squadra ;
colpito ed arrestato un carro, si agisce contro un altro
con gli stessi criteri.
RESISTENZA.
322. - La squadra cannoni
d'accompagnamento è dislocata sulla P. R. ove
costituisce un centro di fuoco (di norma, compreso in un
caposaldo) e svolge:
azioni di arresto;
azioni di accompagnamento nel contrattacco.
323. - Dal comandante di plotone o dell'unità fucilieri
cui è assegnata riceve ordini e indicazioni circa;
compito;
postazione;
settore d'azione normale ed eventuale; obiettivo
d'arresto automatico (per la notte o in caso di nebbia);
modalità di intervento;
collegamenti;
rifornimento munizioni.
324. - Il comandante di squadra provvede, in
conseguenza, per:
l'inquadramento del tiro sui punti più caraneristici del
terreno;
l'osservazione;
la sicurezza vicina;
i lavori di protezione (dell'arma, degli uomini, delle
munizioni), di mascheramento e di occultamento. In caso
di attacco nemico con carri armati, interviene di
iniziativa.
325. - La squadra cannoni anticarro può essere
dislocata: su di una posizione di arresto; sulla
posizione di resistenza.
Sulla P. A., la squadra, isolata o riunita nel plotone,
dipende dal comandante dell'unità mitraglieri dislocata
sulla posizione stessa. Questi indicherà le modalità
della cooperazione e darà le disposizioni per il
ripiegamento sulla P. R.
Particolari provvidenze vanno prese per assicurare i
collegamenti e l'osservazione.
Qualora non si sviluppi alcun attacco di carri, la
squadra è impiegata in azioni di arresto.
326. - RIFORNIMENTO MUNIZIONI. — È effettuato, a cura
del comandante la cp. cannoni, con automezzi fin dove
sia possibile giungere al coperto, poi con le salmerie.
Nell'ultimo tratto, il trasporto viene effettuato a
spalla d'uomo.
Gli elementi che trasportano le munizioni si dispongono
in nuclei scaglionati in profondità, secondo gli ordini
del comandante di plotone il quale provvede ai
rifornimenti anche quando le squadre siano assegnate a
reparti diversi.
ADDESTRAMENTO.
327. - Scopi da
raggiungere:
allenamento al traino o trasporto a broccia e al
trasporto o spalla su percorsi gradualmente più
difficili;
abilitazione all'osservazione, alla stima delle
distanze, alla individuazione e designazione degli
obiettivi;
rapidità di messa in postazione e conoscenza sicura
delle regole di puntamento, di tiro, di condotta del
fuoco.
328. - Le esercitazioni applicative sono comuni alla
squadra d'accompagnamento e a quella anticarro, evitando
di accentuare una specializzazione di funzioni, che,
nella realtà del combattimento, hanno un valore molto
relativo.
Ma l'addestramento alla funzione anticarro deve avere
uno sviluppo preminente e continuo, in guarnigione come
ai campi, sfruttando ogni occasione per vedere come
procedono e combattono i carri ed organizzando con
meticolosa cura gli esercizi di puntamento con bersagli
di dimensioni e velocità appropriate. Esempi di
esercitazioni:
azione della squadra decentrata a unità impiegate nella
esplorazione tattica terrestre e nei servizi di
sicurezza (movimento - soste - interventi);
reazioni a sorprese sul fianco e a tergo;
accompagnamento di reparti fucilieri nell'attacco e nel
contrattacco (designazione di obiettivi improvvisamente
rivelatisi - interventi di iniziativa - sbalzi, ecc.);
azione di arresto e anticarro nella resistenza
(intervento a distanze varie - difesa immediata
dell'arma, ecc.).
CAPO VII.
LA SQUADRA ESPLORATORI.
329. - È la minore unità
impiegata nell'esplorazione tattica con denominazione e
funzioni di pattuglia esplorante.
Nell'esplorazione ravvicinata, la squadra costituisce
invece (di massima) due pattuglie.
Compito normale: la ricerca e la segnalazione del
nemico.
Compito eventuale: la ricognizione del terreno.
330. - Alla pattuglia vengono assegnati: un compito;
un obiettivo (o più obiettivi successivi); una
direzione.
Inoltre, sono stabilite minuziosamente le modalità per
la trasmissione delle notizie (dove inviarle; come; ogni
quanto tempo, se negative; ecc.).
331. - Il compito è generico (ricerca del nemico) o
specifico (presenza o meno del nemico in una determinata
località).
Un compito generico implica una risposta esauriente alle
seguenti domande: dov'è il nemico? in quanti sono? come
sono armati? cosa fanno? dove vanno?
L'obiettivo è, in genere, un punto caratteristico del
terreno che va materialmente controllato da tutta o
parte della pattuglia, estendendo il controllo a quegli
elementi viciniori che possono prestarsi ad insidie.
332. - Il capo pattuglia (12) deve sapere con esattezza
che cosa si richiede da lui, orientarsi, chiedere se
necessario al suo superiore tutte le indicazioni e i
consigli del caso.
Un contegno redditizio della pattuglia dipende sempre
dalla chiarezza nella comprensione dei compiti e delle
difficoltà prevedibili per assolverli.
333. - Prima di iniziare il servizio, il capo pattuglia:
comunica agli esploratori (se non ne ha ricevuto
esplicito divieto) l'incarico ricevuto e le modalità per
assolverlo ;
ne controlla armamento ed equipaggiamento, provvedendo
alle eventuali distribuzioni di mezzi o di viveri in più
delle dotazioni individuali.
334. - Nella ricerca di contatto con il nemico la
pattuglia: assume formazioni diverse a seconda della
praticabilità e copertura del terreno e delle condizioni
di visibilità. Normale: la formazione in fila.
provvede alla propria sicurezza immediata nella misura
consigliata di volta in volta dal terreno (rotto,
coperto) o imposta da cattive condizioni di visibilità
(ad esempio, nebbia). Criterio: due o tre esploratori al
massimo sulla fronte o sul fianco più esposto a sorprese
(a portata di voce);
procede con la massima speditezza compatibile con la
necessità dell'osservazione e del controllo di località
comunque sospette;
sceglie le vie più coperte per avanzare senza scostarsi
troppo dalla direzione prescritta e superando
celermente, a gruppi di 2-3 uomini, i tratti che non
consentano alcun riparo alla vista del nemico.
335. - Il capo pattuglia:
stacca, di volta in volta, gruppi di uomini per
esplorare località discoste dalla direzione di
movimento, dando precise istruzioni per il
raggiungimento della squadra a servizio ultimato.
Nella ricognizione di un abitato o di una macchia
boschiva, apposta la squadra a un centinaio di metri dal
margine sorvegliandone gli sbocchi ed invia all'interno
due o tre uomini;
regola gli sbalzi della squadra su quei punti del
terreno che abbiano i! maggior orizzonte visibile; in
mancanza, si serve di case, alberi ad alto fusto per
estendere l'osservazione il più lontano possibile;
evita di impartire comandi od avvertimenti ad alta voce
e di servirsi di segnalazioni acustiche.
336. - Avvistato il nemico, la pattuglia prosegue il suo
movimento con maggiore circospezione, intensificando
l'osservazione. È indispensabile poter determinare
almeno approssimativamente e in tempo la forza degli
elementi nemici avvistati per poter decidere se
convenga:
assaltarli ad arma bianca;
tentare di eluderne la vigilanza, infiltrandosi tra di
essi;
mantenere il contatto.
In ogni caso non fa uso del fuoco se non vi sia
assolutamente costretta.
337. - Il capo pattuglia:
decide sul contegno da tenere, in base , al compito
ricévuto ed alle forze che ha di fronte;
provvede ad informare immediatamente il suo comandante
circa forza, specie, atteggiamento delle forze nemiche
avvistate.
338. - Se, nonostante, le misure prese, la pattuglia
cade in una imboscala, cerca di disimpegnarsi al pili
presto: gli uomini si gettano in direzioni diverse per
sottrarsi alla vista ed al tiro nemico; ognuno cerca di
vedere in quale direzione si sposta il capo pattuglia
per riunirsi a lui appena possibile.
RICOGNIZIONE DEL TERRENO.
339. - Scopo: accertare
con visione diretta e materialmente quei particolari del
terreno che non siano rilevabili con sufficiente
esattezza dall'esame della carta o dall'osservazione
lontana, particolari che possono influire sull'azione di
un reparto, sulle sue formazioni, sulla sua direzione di
movimento, sull'esecuzione del fuoco, sulle misure di
vigilanza, sullo sviluppo di determinati lavori
difensivi.
Tale compito può essere assolto dalle stesse pattuglie
esploranti.
340. - Quando l'esplorazione del terreno costituisce,
invece, compito specifico affidato agli esploratori, la
pattuglia è normalmente composta dei migliori elementi
della squadra (3-4). In taluni casi particolari
(ricognizione di abitati, corsi d'acqua, ecc.) è
conveniente che sia al comando di ufficiale.
ADDESTRAMENTO.
341. - La buona scelta di
questo personale specializzato ha una capitale
importanza.
L'esploratore deve essere robusto, coraggioso, astuto.
La sua intelligenza deve rispecchiare capacità istintiva
di intuizione e di riflessione.
La scelta del personale è fatta dai comandanti di
compagnia ed è controllata dal comandante di
battaglione.
L'addestramento è diretto, personalmente, da quest'ultimo.
342. - I compiti normalmente affidati ad una pattuglia
sono assai complessi e, spesso, di decisiva importanza
per poter impostare e risolvere una determinata azione.
Per ottenere soddisfacenti risultati occorre che lo
sviluppo dell'addestramento non abbia ritardi o soste e
sia condotto con raziocinio.
È fatto divieto d'impiegare gli esploratori in compiti o
servizi che non siano quelli per i quali vengono
addestrati.
Scopi da raggiungere: vedasi capitolo «Addestr. degli
specializzati».
CAPO VIII.
LA SQUADRA PATTUGLIATORI E
COLLEGAMENTI.
346. - È costituita da
elementi a diretta disposizione del comandante la
compagnia fucilieri per assolvere compiti di:
sicurezza immediata;
collegamento tattico;
ricognizione del terreno;
collegamenti normali con in stazione, in combattimento.
347. - Pattuglie di sicurezza. Compito: garantire da
sorprese sulla fronte, sul tergo; in attacco, di norma,
solo sul fianco. Procedono:
in modo da non essere facilmente sorprese;
reparti dipendenti in marcia,
sul fianco e a distanza (o intervallo) tale dal reparto
da sventare la possibilità di improvvise minacce
avversarie;
mantenendosi collegate a vista e, subordinatamente,
ponendosi in grado di poter osservare quanto più lontano
è possibile nella direzione indicata. A titolo di
orientamento: da poche diecine a qualche centinaio di
metri, spingendosi più lontano solo per esplorare
località sospette.
Segnalano, nel modo convenuto, la presenza
dell'avversario rallentandone, se necessario, il
movimento col fuoco.
Le pattuglie di sicurezza sul fianco possono essere
anche incaricate del collegamento tattico col reparto
laterale.
Forza: 3-4 uomini al comando di un graduato.
348. - Pattuglie di collegamento tattico.
Compito: ricercare o mantenere il contatto fra due
reparti che non possono vedersi, intendendosi per
contatto la conoscenza della situazione dei reparti
stessi, cioè: dove si trovano, cosa fanno.
Svolgono servizio
continuativo (nell'intervallo fra due reparti) o
saltuario (avviate volta a volta in determinata località
da cui possono vedere il reparto da collegare).
Nel distaccarle, occorre, precisare loro anche la durata
del servizio ed, eventualmente, la località ove
rientrare al reparto.
In caso di incontro col nemico, si regolano come già
indicato per le pattuglie di sicurezza.
Forza: 3-4 uomini al comando di un graduato.
349. - Pattuglie di ricognizione del terreno: vedi
quanto già detto al n. 339.
ADDESTRAMENTO.
350. - Pattugliatori: si
svolge analogamente a quanto prescritto per la squadra
esploratori.
351. - Trasmettitori: vedi «Addestr. degli
specializzati».
CAPO IX.
IL PLOTONE FUCILIERI.
352. - È unità d'assalto.
È costituito da due squadre fucilieri.
354. - Isolato, O incaricato di compiti speciali, può
essere rinforzato con unità di accompagnamento.
Inquadrato, riceve concorso di fuoco: dai plotoni
laterali; dalle armi di accompagnamento;
dall'artiglieria.
355. - Il comandante di plotone:
sta dove meglio può dirigere l'azione del reparto;
coordina l'azione delle due squadre;
nell'assalto, trascina con l'esempio i suoi uomini. Un
solo impulso lo deve animare: andare avanti con estrema
decisione.
356. - Il plotone, in combattimento, si dice: aperto —
se ha le squadre in fila (intervallate) o aperte;
spiegato — se ha almeno una squadra spiegata.
357. - Le squadre del plotone sono sempre avanzale,
anche se una sia dislocata più indietro e non faccia
materialmente fuoco.
358. - L'intervallo fra le squadre è stabilito caso per
caso, in relazione alla situazione ed al terreno; in
media, non supera i 20-25 metri.
359. - I movimenti del plotone sono regolati sulla
squadra di direzione, designata di volta in volta.
Il comandante impartisce comandi a voce moderala o a
cenni (12).
360. - Disciplina dì fuoco. Il comandante di plotone,
designato alle squadre l'obiettivo (o gli obiettivi):
ordina l'apertura e la cessazione del fuoco;
ne sorveglia l'esecuzione;
controlla il consumo delle munizioni.
ESPLORAZIONE TATTICA (N.
E. F.).
361. - Il plotone
fucilieri, rinforzato da esploratori, può costituire un
distaccamento esplorante.
SICUREZZA.
362. - Il plotone
fucilieri, variamente rinforzato, può costituire :
punta di sicurezza di un'avanguardia o di una
retroguardia;
reparto fiancheggiante (fisso o mobile) di una colonna
in marcia;
posto di sbarramento di un sistema di avamposti.
AVVICINAMENTO.
363. - Ha inizio:
per il plotone inquadrato, quando la compagnia assume
formazioni di avvicinamento ;
per il plotone isolato, quando abbandona la formazione
di marcia.
364. - Il comandante deve:
risparmiare, nei limiti del possibile, le energie
fisiche dei fanti;
tenere alla mano il proprio reparto;
esigere il migliore
adattamento al terreno; mantenere il collegamento con il
reparto di destra.
365. - Sulla base degli ordini ricevuti (in particolare:
direzione di movimento e, se necessario, obiettivi
successivi) e della situazione del momento, il
comandante stabilisce:
formazioni del reparto;
squadra di direzione;
itinerari, se necessario, di ciascuna squadra;
collegamento con il plotone di destra (se inquadrato);
misure di sicurezza sulla fronte e sui fianchi (se non
vi provvede il comandante di compagnia).
Di norma, il comandante di plotone marcia in testa alla
squadra, di direzione.
366. - Le formazioni variano in relazione: al diminuire
della distanza dal nemico;
alle forme e alla
copertura del terreno;
alle possibilità di
osservazione del nemico;
alla specie e intensità
del tiro avversario.
La varietà dei
procedimenti per avanzare, gli scatti improvvisi, la
velocità costituiscono il modo migliore per sottrarsi
alla vigilanza nemica ed agli effetti del suo tiro.
367. - Attaccato da dementi celeri, il plotone reagisce
col fuoco e sorveglia il terreno Circostante per parare
a sorprese sui fianchi e a tergo.
Contro carri armati, se non ha possibilità di occultarsi
in tempo dietro un ostacolo naturale, dirige il fuoco
(bombe a mano comprese) ai cingoli, alle fiancate e alle
feritoie.
Fatto segno ad un attacco aereo, ove non sia possibile
approfittare di adeguata copertura, il plotone si getta
nei fossi o si dirada (rimanendo però a portata di
voce). Contro aerei in volo radente, apre il fuoco solo
in seguito ad ordine del proprio comandante.
ATTACCO.
368. - Si inizia quando il
plotone abbandona la base di partenza o giunge comunque
a distanza efficace di tiro delle proprie armi.
369. - Il comandante, in base agli ordini verbalmente
ricevuti, determina come condurre il reparto tenendo per
buona regola: il mirare dritti all'obiettivo senza
esitazione, con piena fiducia nell'efficacia del proprio
fuoco e di quello delle unità di accompagnamento e di
appoggio. Conseguentemente:
modifica, se necessario, la formazione del reparto;
orienta i capi squadra sui compiti ricevuti; assegna a
ciascuna squadra un obiettivo, e, se necessario, indica
sul terreno punti di riferimento per raggiungerlo.
370. - La fronte d'attacco del plotone è in relazione
alle caratteristiche dell'obiettivo e del terreno. Dato
normativo 100 ÷ 125 metri.
371. - Iniziato l'attacco, il comandante del plotone:
quando non sia più possibile avanzare senza il sostegno
delle proprie armi, ordina l'apertura del fuoco;
assicura la continuità del fuoco e del movimento,
coordinando l'azione delle squadre e, se necessario,
interviene per regolare od accelerare quelli dei gruppi
nell'interno delle singole squadre;
individua e segnala, con la maggiore rapidità ed
esattezza possibile, al comandante di compagnia i punti
dai quali partono offese che non può neutralizzare con i
suoi mezzi;
mantiene il collegamento a vista con i reparti laterali,
tenendo presente che il modo più efficace di cooperare
con quelli che fossero in difficoltà è di portarsi
risolutamente in avanti.
372. - Giunto a distanza di lancio di bombe a mano, il
plotone assalta. In questo momento, i f. m. che sono in
condizione di agire nei limiti della sicurezza,
accentuano possibilmente la loro azione di fuoco; gli
altri si dispongono per seguire immediatamente i
fucilieri.
L'assalto è effettuato contemporaneamente dalle due
squadre.
373. - Conquistato e superato il primo obiettivo, il
comandante:
riordina il plotone;
impartisce gli ordini per l'immediata prosecuzione
dell'attacco.
Le maggiori difficoltà di questa azione derivanti dalle
perdite subite e da una prevedibile reazione in forze
del nemico richiedono nel comandante: prontezza di
intuito, iniziativa, audacia.
374. - Il plotone che debba sostare sull'obiettivo per
ordine superiore o per reazione nemica, assume
atteggiamento difensivo ed agevola col fuoco l'azione
dei reparti laterali, pronto comunque a riprendere
appena possibile il movimento.
RESISTENZA.
376. - Il plotone
fucilieri può essere impiegato:
in zona di sicurezza;
sulla posizione di resistenza.
377. - Nella zona di sicurezza, il plotone è schierato
inizialmente al margine esterno (L. S.).
La fronte assegnata è, di norma, molto ampia, (dato
d'orientamento: 400÷500 metri).
378. - Il comandante, in base al compito ricevuto, alle
indicazioni circa le modalità di ripiegamento e l'azione
di fuoco delle retrostanti posizioni di arresto e delle
artiglierie:
schiera le squadre con il criterio di gravitare su quel
tratto della fronte che meglio si presti per una
osservazione a distanza e per una efficace azione di
fuoco, facendo sorvegliare. se necessario, i rimanenti
tratti da pattuglie.
379. - Sulla P. R., il plotone costituisce due centri di
fuoco, di norma avanzati.
Eventualmente, può essere destinato a organizzare un
caposaldo. In questo caso è rinforzato da squadre
mitraglieri o mortai (eventualmente, da una squadra
cannoni da 47/32).
380. - Il comandante di un plotone, in base agli ordini
ricevuti, determina:
per ciascun centro le postazioni dei fucili
mitragliatori; per ciascun'arma, i settori d'azione e la
direzione d'arresto automatico;
le modalità per assicurare la difesa degli intervalli
fra centri contigui e per coordinare il fuoco;
le misure di sicurezza (giorno-notte) e di osservazione;
i lavori per la sistemazione del terreno.
Analoghe disposizioni sono impartite per i mezzi
eventual-mente ricevuti in rinforzo.
Gli ordini sono riassunti in una consegna per ciascun
centro.
381. - La resistenza si attua, da parte del plotone, con
i criteri già indicati per la squadra fucilieri.
Il posto del comandante è presso uno dei centri (quello
che ha maggiori possibilità di osservazione o quello
che, per favorevoli condizioni di terreno, può svolgere
un'azione più complessa) o, nel caso di costituzione di
un caposaldo, presso l'osservatorio.
382. - RIFORNIMENTO MUNIZIONI. — Il comandante del
plotone si assicura che le munizioni occorrenti giungano
nella quantità necessaria e nel tempo voluto.
Ordina, in caso di urgenza, l'eventuale cessione fra le
unità dipendenti.
ADDESTRAMENTO.
383. - Scopi sostanziali
da raggiungere;
scelta delle formazioni, cooperazione tra le squadre,
coesione, mantenimento della direzione, continuità del
fuoco e del movimento con razionale sfruttamento del
terreno.
Criterio:
la semplicità massima dei procedimenti d'azione.
384. - Esercitazioni applicative:
esplorazione tattica (distaccamento esplorante);
sicurezza (punta di sicurezza, posto di sbarramento,
elemento fiancheggiante);
passaggio dalla formazione di marcia a quella di
avvicinamento in zona battuta;
movimento di notte o con nebbia (naturale o artificiale)
e nei boschi;
attacco di resistenze isolate o largamente intervallate;
colpi di mano (assalto - rastrellamento - ripiegamento);
attacco di un tratto di fronte continua; passaggio per
un varco nelle difese accessorie, assalto, sosta (o
prosecuzione dell'attacco); reazione a un contrassalto;
attacco in cooperazione, con carri armati;
costituzione di un centro o di un caposaldo;
organizzazione del tiro; contrassalto;
azione di logoramento in Z. S. (posizioni iniziali;
azioni di fuoco; ripiegamento, ecc.);
lavori del campo di battaglia;
rifornimento munizioni.
CAPO X.
IL PLOTONE MITRAGLIERI.
385. - È unità di
addestramento e d'impiego. È costituito da due squadre.
Assegnato a un reparto fucilieri, dipende dal comandante
di questo.
386. - Le formazioni risultano dalla reciproca posizione
delle squadre.
Il plotone è:
aperto se ha le squadre in fila, aperte o spiegate;
pronto per il fuoco, se almeno una squadra è nella
formazione di «pronti per il fuoco».
387. - Disciplina di fuoco. Si ottiene con: l'esatta
designazione degli obiettivi;
l'osservanza degli ordini di apertura e cessazione del
fuoco e delle modalità di tiro;
la rapidità di aggiustamento;
l'osservazione del tiro e le conseguenti correzioni;
il controllo del consumo delle munizioni.
AVVICINAMENTO.
388. - Si svolge con
criteri analoghi a quelli indicati per il plotone
fucilieri.
Nel determinare le formazioni di avvicinamento il
comandante di plotone decentralo deve preoccuparsi di:
mantenere lo stretto contatto con l'unità fucilieri;
non rivelarsi innanzi
tempo al nemico; assicurare in qualunque evenienza
l'immediato intervento di almeno una squadra.
389. - La sicurezza del reparto è data, indirettamente,
dai reparti fucilieri antistanti o comunque vicini. Non
verificandosi tali condizioni, il comandante provvede
direttamente con la sorveglianza degli intervalli e dei
fianchi scoperti, senza distogliere tuttavia le
mitragliatrici dal loro compito.
ATTACCO.
390. - In base agli ordini
ricevuti, il plotone si dispone pronto per il fuoco
occupando postazioni idonee a:
eseguire il fuoco d'accompagnamento nelle migliori
condizioni di visibilità degli obiettivi e di sicurezza
per le truppe antistanti (subordinando a tali condizioni
quelle della minore vulnerabilità);
svolgere dalle postazioni occupate (se non individuate)
un'azione quanto più possibile prolungata, senza scapito
dell'efficacia di tiro.
391. - La fronte del plotone non supera, di norma, una
cinquantina di metri.
L'ampiezza dello schieramento deve comunque assicurare
una buona comandabilità del reparto;
evitare addensamenti che
faciliterebbero, da parte del nemico, l'individuazione e
la neutralizzazione delle armi.
392. - Il fuoco va sempre razionalmente dosato; i
migliori effetti di neutralizzazione si ottengono con
brevi raffiche bene aggiustate, realizzando la
continuità del fuoco con l'alternarsi delle riprese di
tiro da parte delle armi che battono lo stesso
obiettivo.
393. - Il movimento a sbalzi del plotone può essere
effettuato:
per squadra;
per arma, in ciascuna squadra.
La scelta delle modalità e l'ampiezza degli sbalzi
dipendono:
dal terreno;
dalla reazione nemica;
dalla necessità di non diminuire troppo sensibilmente il
volume di fuoco.
394. - Il comandante non deve mai lasciarsi cogliere
alla sprovvista da situazioni che maturano assai spesso
con imprevedibile rapidità.
Effettuato uno sbalzo, ed aperto il fuoco, occorre che
egli si orienti immediatamente per poter andare avanti
nel momento giusto, su nuove posizioni che assicurino e,
possibilmente, aumentino l'efficacia del fuoco.
L'inazione è sempre gravissima colpa.
395. - Giunti i fucilieri a distanza di assalto,
occorre:
accentuare la neutralizzazione degli obiettivi
immediati, sempre che ciò sia consentito dalle
condizioni di sicurezza ;
spostare, in caso contrario, il tiro su obiettivi
arretrati o laterali.
Non è ammissibile che in questa fase culminante
dell'attacco le mitragliatrici si trovino netta
condizione di non poter far fuoco,
396. - Conquistato l'obiettivo, il plotone:
concorre a mantenere il possesso, scegliendo postazioni
che abbiano, in particolare, buon campo di vista e di
tiro sui fianchi;
si pone in condizione di proseguire immediatamente
nell'attacco (riordinamento del reparto; rifornimento
munizioni,
ecc.).
RESISTENZA.
397. - Il plotone può
essere impiegato: in Z. S.:
sulle posizioni di
arresto;
sulla P. R.:
in centri di fuoco (di
norma, arretrati) riuniti o no in caposaldo.
398. - Lo severamente su una posizione dì arresto deve
rispondere alle seguenti necessità:
campo di tiro che consenta di sfruttare efficacemente la
gittata delle armi fino agli 800÷1000 metri:
possibilità di concentrare il fuoco sui tratti di
maggiore facilitazione per l'attacco.
Non potendosi facilmente realizzare tali condizioni nei
terreni pianeggianti o a pieghe uniformi, occorre:
intervallare maggiormente le armi (anche fino a un
centinaio di metri), rimediando alla difficoltà di
comando con consegne precise a ciascuna di esse (settori
d'azione — distanza alla quale aprire il fuoco —
condotta del fuoco — segnalazioni per il ripiegamento —
posizioni successive da occupare — direzione di
movimento per raggiungerle).
399. - Lo schieramento del plotone in centri di fuoco
della P. R. avviene con criteri analoghi a quelli già
indicati per la squadra.
400 - Il comandante, ricevuti, dal superiore da cui
dipende tatticamente, ordini e comunicazioni del piano
dei fuochi per quanto lo interessa, determina:
l'ubicazione dei centri ;
i settori d'azione (normali ed eventuali) dei centri
stessi ripartendo, nella maggior parte dei casi, quello
normale fra le armi;
le postazioni di queste (di massima, due per arma);
i dati di tiro per alcuni punti del terreno,
controllandoli, possibilmente, con alcune raffiche di
aggiustamento;
le direzioni di arresto automatico e quelle per i
concentramenti di fuoco del plotone;
l'osservazione del tiro;
i lavori di rafforzamento (entità, successione,
ripartizione compiti);
la sicurezza (per il giorno e per la notte);
le modalità per il rifornimento munizioni. Il comandante
di plotone compila le consegne di tiro dei centri,
limitandosi, inizialmente, a pochi dati e punti di
riferimento ed alla modalità d'intervento;
successivamente, completa il lavoro in ogni particolare,
assicurandosi che, almeno da parte di tutti i componenti
del gruppo tiro, le varie prescrizioni siano conosciute
alla perfezione. È necessario che sia chiaramente
indicato quando, come e fino a quale distanza i centri
possano agire d'iniziativa nei settori eventuali
d'azione, tenendo presente che, una volta giunto il
nemico a 200-300 metri dalla L. R. l'azione delle armi
deve unicamente svolgersi nei settori normali.
401. - Dovendo costituire in proprio un caposaldo, il
plotone mitraglieri riceve in rinforzo unità mortai ed
eventualmente una squadra cannoni da 47. Il comandante
di plotone si regola analogamente a quanto già detto al
numero precedente.
402. - Tiro contraerei. - Incaricato di azione
contraerei, il comandante:
disloca le squadre in posi/ioni adatte, ma prossime
all'unità o alla località da proteggere (ampia
visibilità a giro di orizzonte);
sceglie le postazioni in modo da assicurare l'intervento
di tutte le armi in ogni direzione;
assegna settori di vigilanza per ciascuna arma (90°);
predispone il munizionamento necessario (normale è
l'impiego frammischiato di pallottole traccianti).
Qualora plotoni mitraglieri, non specificatamente
incaricati di tale azione, debbano concorrervi — sempre
quando ciò non pregiudichi l'assolvimento dei normali
compiti — essi eseguono il tiro dalle loro ordinarie
postazioni.
403. - RIFORNIMENTO MUNIZIONI. — Il comandante del
plotone deve sorvegliare con particolare cura il consumo
delle munizioni, prevedere le necessità immediate,
provvedere in tempo ai rifornimenti.
Imperdonabile negligenza: le cassette vuote!
ADDESTRAMENTO.
404. - GENERALITÀ. —
L'addestramento deve essere sempre svolto :
coordinandolo con quello di unità fucilieri (presenti
nelle vicinanze; supposte; rappresentate);
inquadrandolo in una situazione tattica molto semplice
nella quale sia, in primo piano, il nemico con la sua
possibile reazione (armi automatiche - cannoni per
fanteria - artiglierie).
405. - Scopi da raggiungere:
perfezionamento dell'addestramento di squadra;
massima speditezza nel giuoco delle formazioni e
nell'esecuzione degli sbalzi;
rapidità nel compimento delle operazioni relative alla
preparazione ed all'aggiustamento del tiro;
rigorosa disciplina di fuoco.
406. - Esercitazioni applicative:
casi vari di impiego nell'esplorazione tattica terrestre
(N. E. F.) e nella sicurezza;
avvicinamento in zona battuta, tiro su obiettivo
improvviso e ripresa del movimento;
accompagnamento di reparti fucilieri nell'attacco
(movimento, presa di postazione, tiro su obiettivi
successivi; concentramenti; sbalzi (brevi - ampi; in
terreno difficile) reazione ad un contrassalto (sulla
fronte - su di un fianco);
organizzazione di un caposaldo: tiri di arresto;
concentramenti di fuoco; azione del caposaldo sorpassato
dagli elementi nemici avanzati;
tiro mascherato (13);
tiri contraerei;
lavori difensivi (postazioni - ricoveri - mascheramenti,
ecc.);
rifornimento munizioni (speditezza e continuità).
CAPO XI.
IL PLOTONE MORTAI DA 45.
407. - È unità di
addestramento e d'impiego. È costituito da tre squadre.
Agisce sempre nell'ambito dei btgg. di 1° scaglione,
decentrato tutto o in parie ad un cp. avanzata.
408. - Formazioni. Il plotone è:
aperto, se ha le squadre in fila o aperte;
pronto per il fuoco, se ha
almeno una squadra spiegata in condizioni di aprire il
fuoco.
409. - Disciplina di fuoco.
Il comandante si regola analogamente a quanto detto per
la squadra mortai, tenendo presente la necessità di una
precisa e razionale ripartizione di obiettivi tra le
squadre.
Qualora sia necessario concentrare invece il fuoco di
tutto il plotone su di un unico obiettivo, perché vasto
o molto importante o individuato con insufficiente
precisione, designa le armi incaricate
dell'aggiustamento e regola direttamente la condotta del
fuoco.
ESPLORAZIONE TATTICA
TERRESTRE.
410. - Il plotone è
decentrato al N. E. F., nei soli casi in cui sia
prevista una temporanea occupazione di posizioni.
Il suo fuoco integra l'azione di arresto delle armi a
tiro teso, con le modalità previste per una normale
organizzazione difensiva.
AVVICINAMENTO.
411. - Il plotone
assegnato a una compagnia fucilieri avanzata procede, di
regola, in testa al rincalzo.
In ogni altro caso, nel posto e con le modalità indicale
dal comandante la compagnia armi di accompagnamento (o
cp. mortai divisionale).
ATTACCO.
412. - Il plotone
assegnato a una compagnia avanzala si mantiene, nel
dispositivo d'attacco, all'altezza del rincalzo.
Il comandante della compagnia fucilieri indica:
obiettivi, momento di entrata in azione, intensità
dell'azione di fuoco per ciascun obiettivo.
Il comandante di plotone, scelte le postazioni, provvede
all'esecuzione del fuoco con il criterio di ottenere
massimi risultati nel minor tempo possibile.
413. - 11 plotone si apposta, di norma, su una fronte di
70÷80 metri circa.
Il comandante sta, possibilmente, al centro, in
materiale collegamento con il comandante di compagnia.
414. - Con il progredire dell'attacco, il plotone si
sposta in avanti, d'ordine del comandante la compagnia
fucilieri o, se necessario, d'iniziativa. È essenziale:
di mantenersi in stretto contatto con i reparti
avanzati; di essere costantemente orientali sugli
sviluppi dell'azione; di assicurare il regolare
rifornimento delle munizioni. La facilità di scegliere
buone postazioni anche se avanzate (pieghe appena
percettibili del terreno sono sufficienti ad ottenere il
defilamento alla vista del nemico), consente di agire
con la massima efficacia, di sorpresa, per tutta la
durata dell'attacco. Gli sbalzi sono eseguiti, di norma,
a scaglioni di squadra.
RESISTENZA.
415. - Il plotone
assegnalo ad una compagnia fucilieri avanzata è
ripartito per squadra, ciascuna delle quali costituisce
un centro di fuoco, di norma, arretrato.
Il comandante del plotone sta presso un centro, senza
cessare di esercitare una continua azione di controllo
sugli altri elementi del suo reparto.
Ha gli stessi doveri del comandante di plotone
mitraglieri per quanto riguarda l'organizzazione del
tiro, i lavori, i rifornimenti, ecc. (n. 400).
416. - L'impiego del plotone riunito è consigliabile
solo quando un trailo importante di terreno risulti
defilato alle armi a lire leso e insufficientemente
battuto dalle artiglierie o comunque convenga di
assicurare la massima densità di fuoco su di una zona
che il nemico potrebbe utilmente sfruttare per serrare
non visto contro i centri avanzali della difesa.
In questi casi, la scelta delle postazioni e la
determinazione dei settori di azione sono subordinati
alla possibilità di concentrare istantaneamente il tiro
di tutte le armi sugli obiettivi previsti.
417. - RIFORNIMENTO MUNIZIONI. — Vedi quanto già detto
per il plotone mitraglieri.
ADDESTRAMENTO.
418. - Gli scopi da
raggiungere e le applicazioni pratiche più comuni sono
quelle già indicate per la squadra.
Il comandante di plotone, in base alle direttive del
rispettivo comandante di compagnia, deve tendere
soprattutto a perfezionare le conoscenze tecniche
necessario all'impiego del mortaio nelle più varie
contingenze del combattimento e a rendere familiari i
vari procedimenti speditivi di puntamento in direzione i
di calcolo dei dati di tiro.
Deve sapere, inoltre, infondere in tutti un'assoluta
fiducia in quest'arma che, se bene impiegata, è la più
insidiosa tra quelle d'accompagnamento.
CAPO XII.
IL PLOTONE MORTAI DA 81.
419. - È la normale unità
d'impiego. È costituito da due squadre.
Agisce, generalmente, nell'ambito dei battaglioni di 1°
scaglione.
420. - Formazioni. Il plotone è:
aperto se ha le squadre in fila o spiegate;
pronto per il fuoco se ha almeno una squadra pronta per
il fuoco.
421. - Disciplina di fuoco.
Le difficoltà del rifornimento munizioni e la celerità
di tiro dei mortai da 81 impongono un'accurata
preparazione del tiro e una rigorosa disciplina di
fuoco.
Il comandante del plotone, stabiliti per ciascun
obiettivo: modalità di puntamento, dati di tiro. specie
di proietto, spoletta, carica:
dirige l'aggiustamento;
pretende che, nel tiro d'efficacia, le squadre facciano
partire i colpi nel momento, nel numero e non la cadenza
da lui ordinata;
sorveglia il consumo delle munizioni.
422. - La quantità di proietti per ciascun tiro di
efficacia è determinata in relazione alla natura, alla
vulnerabilità, alle dimensioni dell'obiettivo e alle
contingenze del momento (in particolare: munizioni
disponibili).
423. - Il tiro deve sempre essere osservato. Una buona
scelta dall'osservatorio risponde ai seguenti requisiti:
ampio settore visivo; vicinanza alle postazioni;
collegamenti sicuri.
AVVICINAMENTO.
424. - Se assegnato a un
battaglione di 1° scaglione, il plotone procede, di
norma, con il rincalzo; altrimenti, con la propria
compagnia.
Finché possibile, il trasporto delle armi e delle
munizioni avviene a salma.
ATTACCO.
425. - In base agli ordini
ricevuti dal comandante dell'unità cui è assegnato o da
quello della propria compagnia, circa:
compito,
postazione iniziale,
modalità di azione,
collegamenti,
il comandante di plotone determina, possibilmente previa
ricognizione;
postazioni delle armi;
osservatorio proprio;
deposito munizioni.
Provvede successivamente alla preparazione del tiro
sugli obiettivi noti e presunti.
426. - Di norma, il plotone si schiera su una fronte di
30-40 metri, in zona defilata che permetta di coprire
alla vista del nemico anche il movimento fra le armi e
quello inerente al rifornimento munizioni.
427. - Di massima, obiettivi e inizio del tiro sono
indicati volta a volta dal comandante dell'unità
fucilieri da cui il plotone dipende o da quello di
compagnia.
Occorre che:
gli obiettivi siano designali con sufficiente
precisione; il tiro sia richiesto solo quando non si
possa (o non sia slato possibile) raggiungere lo scopo
con l'impiego degli altri mezzi della fanteria o quando
l'artiglieria non sia più in condizione di batterli.
Il comandante di plotone:
determina, se il reparto è decentrato, per ogni
obiettivo indicategli, quantità di fuoco e cadenza di
tiro;
agisce di iniziativa, ogni qualvolta lo imponga una
situazione maturatasi improvvisamente o sia necessario
ripetere il tiro su obiettivo insufficientemente
battuto.
428. - Col progredire dei fucilieri, il plotone si
sposta in avanti (d'ordine del comandante da cui dipende
o d'iniziativa) per agevolare il collegamento con
l'unità da accompagnare e per mantenere il tiro entro i
limiti della maggiore efficacia.
È buona norma limitare il numero degli spostamenti al
minimo indispensabile (per le difficoltà di rifornimento
delle munizioni in terreno battuto dal nemico e per
l'inevitabile pèrdila di tempo per la nuova sislemazione
delle armi).
420. - Conquistato l'obiettivo da parte dei fucilieri il
plotone si tiene pronto ad agire contro eventuali
reazioni nemiche (azioni di arresto — concorso di
sbarramento).
430. - Il plotone può essere incaricato di aprire un
varco nei reticolati o di battere un obiettivo
consistente (es.: appostamento blindato). L'aggiustatezza
del tiro ha in queste azioni di fuoco, un'importanza
preminente.
RESISTENZA.
431. - Il plotone, alla
dipendenza del comandante dell'unità cui è assegnato — o
della propria compagnia — agisce, di norma, riunito, in
un centro di fuoco arretrato, compreso o no ih un
caposaldo.
432. - Il comandante del plotone, ricevuti ordini (e
avuta comunicazione del piano dei fuochi — per quanto lo
interessa, e cioè: settori normali ed eventuali di
azione, obiettivo per l'arresto automatico, o
eccezionalmente, tratto di sbarramento)
stabilisce: postazioni delle armi, osservatorio proprio;
provvede per un sollecito inquadramento del tiro sugli
obiettivi previsti e probabili;
dispone per la difesa vicina delle postazioni, i lavori
di rafforzamento, il rifornimento delle munizioni e la
sistemazione di queste (in nicchie blindate, se
possibile, presso le singole armi).
433. - Il fuoco è, di norma, aperto su richiesta del
comandante dell'unità dalla quale il plotone dipende; la
maggiore disponibilità di munizioni rende tuttavia
l'intervento di iniziativa del comandante meno
eccezionale che nell'attacco, specie nelle eventuali
azioni di repressione.
434. - RIFORNIMENTO
MUNIZIONI. — Vedi n. 301.
ADDESTRAMENTO.
435. - Gli scopi da
raggiungere e le applicazioni pratiche più comuni sono
analoghi a quelli indicati per le altre unità mortai.
CAPO XIII.
IL PLOTONE CANNONI DA
47/32.
436. - È unità di
addestramento e d'impiego. È costituito da due squadre.
Agisce, di norma, per squadra.
437. - Se le squadre vengono decentrate, il comandante
comunica a ciascun comandante di squadra le disposizioni
per i rifornimenti e, pur mantenendosi a diretto
contatto con una delle squadre (quella che
presumibilmente deve assolvere a più difficili compiti)
controlla l'azione di entrambe, intervenendo, se
necessario assicurare il continuo e pieno rendimento di
esse.
438. - Il plotone in combattimento si dice aperto o in
postazione a seconda che le squadre affiancate, si
trovino in formazione adatta al movimento o al fuoco.
AVVICINAMENTO.
439. - Il plotone svolge,
prevalentemete, azione anticarro.
Il comandante, in base agli ordini ricevuti ed alla
situazione, indica formazione e direzione di movimento
ed organizza l'osservazione (antistante e laterale)
specie nelle direzioni di più probabile provenienza di
elementi motorizzati nemici. Stabilisce, inoltre, il
momento d'inizio del traino a braccia (munizioni
spalleggiate) indicando la località di avviamento dei
quadrupedi scarichi e le modalità per il rifornimento
munizioni.
Criterio fondamentale: la rapidità di intervento.
ATTACCO.
440. - Azione di
accompagnamento. Il plotone viene assegnato in rinforzo,
di norma, a battaglioni di 1° scaglione
(eccezionalmente, agisce riunito nell'ambito della
propria compagnia).
Ricevuti ordini circa compiti e indicazioni in merito ai
collegamenti, alle modalità per la designazione degli
obiettivi ecc., il comandante:
sceglie le postazioni delle armi;
prepara i dati di tiro per gli obiettivi noti o presumi
e li comunica ai comandanti di squadra;
dispone per l'osservazione e per il rifornimento
munizioni.
441. - Il plotone a squadre riunite occupa, di norma,
una fronte non superiore ad una cinquantina di metri.
442. - Di regola, a ciascun'arma è assegnato un
obiettivo. Viene concentrato il fuoco dei due cannoni:
su obiettivi non individuati con sufficiente precisione
o situati a distanze superiori a quelle normali di tiro.
443. - Col progredire dei reparti avanzati, il plotone
si sposta, preferibilmente a scaglioni di squadra, su
una successiva postazione indicata al comandante di
plotone o scelta d'iniziativa.
444. - Azione anticarro. Al plotone cannoni è, di norma,
assegnato un settore d'azione che corrisponde a una zona
di probabile irruzione dei carri. Il comandante:
ripartisce il settore stesso fra le squadre in modo che
queste vi possano eseguire tiro preferibilmente
frontale; determina le postazioni iniziali;
dispone per l'osservazione, per il reciproco concorso di
fuoco, per il rifornimento munizioni.
RESISTENZA.
445. - Il plotone agisce,
di norma, per squadra. Può essere dislocato:
in Z. S., sulle posizioni di arresto;
sulla P. R., in centri arretrati compresi o no in
caposaldì. Nell'eventualità di impiego di carri armati
da parte del nemico, la sua azione è esclusivamente
anticarro.
Il comandante di plotone concorre alla predisposizione
di ostacoli anticarro.
446. - RIFORNIMENTO MUNIZIONI. Il comandante del plotone
vi provvede con richieste al comandante di compagnia per
l'invio diretto ai pezzi;
7 eventuale cessione dall'uno all'altro pezzo.
ADDESTRAMENTO.
447. - Gli scopi da
raggiungere e le esercitazioni applicative nono analoghi
a quelli indicati ai n. 327 e 328.
CAPO XIV.
IL PLOTONE ESPLORATORI.
448. - È unità di
addestramento e d'impiego.
È costituito su tre squadre.
Ha compito specifico di esplorazione ravvicinata, anche
quando agisce in un quadro più ampio (esplorazione
tattica).
Salvo casi eccezionali non è mai impiegalo con compiti
che possano essere assolti da unità fucilieri.
449. - Il plotone può agire:
riunito, distaccando di volta in volta pattuglie per
compiti esplorativi a stretto raggio;
per pattuglie (una o mezza squadra ciascuna), lanciate,
fin dall'inizio del servizio, in determinate direzioni.
450. - Quando agisce per pattuglie, il comandante, in
base agli ordini ricevuti:
orienta i capi pattuglia sui compiti di ciascuno, sulla
situazione propria e nemica, sulle caratteristiche del
terreno da percorrere;
determina, di volta in volta, poche frasi convenzionali
atte a facilitare la trasmissione delle notizie;
marcia con una pattuglia (di norma, quella destinata a
percorrere l'itinerario centrale o più facilmente
reperibile, in determinati casi: quella che ha il
compito ritenuto più difficile);
decentra i necessari mezzi di collegamento;
concentra le modalità per le trasmissioni (ciò che vuoi
sapere — quando — dove);
si assicura che funzioni il collegamento con il
comandante dell'unità di fanteria retrostante.
Quando il plotone agisce riunito, il comandante si
limita a un generico orientamento dei propri comandanti
di squadra, impartendo poi, di volta in volta, gli
ordini del raso.
453. - Nell'attacco, il plotone è di norma tenuto a
disposizione del comandante di battaglione per eventuale
impiego, a obiettivi raggiunti.
454. - Nella resistenza il plotone può essere impiegato:
avanti alla linea di sicurezza, su di una fronte
assegnata dal comandante del settore reggimentale, a una
distanza di 1÷2 km. dalla linea stessa. Il plotone sta,
di massima, riunito distaccando: di giorno, elementi dì
osservazione su punti del terreno particolarmente
idonei; di notte, pattuglie di vigilanza;
su di un fianco scoperto della P. R. (unità d'ala); in
servizi di vigilanza nell'interno della P. R.
(eccezionalmente).
ADDESTRAMENTO.
456. - Scopi da
aggiungere: vedasi capitolo «Addestr. degli
specializzati».
E in particolare:
proseguire l'allenamento alla marcia veloce (fino ai
15-20 km.);
addestrare alla lettura spedita delle carte e
all'interpretazione di schizzi dimostrativi;
far acquistare da tutti una sufficiente abilità di
Orientamento dì notte (o con nebbia) e nei boschi.
CAPO XV.
IL PLOTONE COLLEGAMENTI.
457. - È unità
esclusivamente organica, a disposizione del comandante
di reggimento e di battaglione per l'impiego ed il
funzionamento dei collegamenti tra i reparti dipendenti.
È costituito da specializzati (radiotelegrafisti -
telefonisti -osservatori - segnalatori - colombofili -
staffette nella cp. comando di reggimento; telefonisti -
osservatori - segnalatori e staffette, nella cp. comando
di battaglione).
458. - Impiego dei mezzi e addestramento del personale:
vedasi capitolo: «Addestr. degli specializzati».
NOTE
1) Limitatamente alla squadra e al plotone.
2) Con il comando si ordina la formazione e l'andatura
(«in fila di corsa - aperta ! Passo ! .- Spiegata ! -
Gruppo mitragliatori a destra o a sinistra oppure 1" o
2' arma a sinistra o a destra» ecc.).
Con i cenni si fanno aumentare o restringere intervalli
e distanze e si indica quando e di dove iniziare o
proseguire gli sbalzi. - Ogni altro movimento viene
eseguito per imitazione, l'iniziativa.
Si riunisce la squadra nel plotone, come per l'ordine
chiuso, al comando di «adunata».
3) Vedasi in proposito il
manuale: «Le armi della fanteria» edizione 1940, editore
Pirola.
4) I valori della
sicurezza (altezza e distanza, per i tiri al disopra di
truppe amiche; altezza ad ampiezza, per i tiri negli
intervalli) sono contenuti nelle istruzioni sul tiro.
5) Vedasi, in proposito,
il manuale:
«Le
armi della fanteria»,
ediz. 1940, editore Pirola.
6) Le attribuzioni del
personale sono trattate nelle «Istruzioni provvisorie
sulla mitragliatrice Fiat mod. 35 (ed. 1936) e sulla
mitragliatrice Breda 37 (ed. 1938)».
7) Vedasi, in proposito,
il manuale:
«Le
armi della fanteria»,
edìz. 1940, editore Pirola.
8) Per i compiti del
personale vedasi l'istruzione sul mortaio d'assalto
Brixia mod. 35 ed. 1937.
9) Vedasi, in proposito,
il manuale:
«Le
armi della fanteria»,
edìz. 1940, editore Pirola.
10)
Vedasi, in proposito, il
manuale:
«Le
armi della fanteria»,
edìz. 1940, editore Pirola.
11)
Vedasi, in proposito, il
manuale:
«Le
armi della fanteria»,
edìz. 1940, editore Pirola.
12) Deve essere fornito di
carta topografica, o in mancanza, di uno schizzo
sommario dal quale risultino : gli obbiettivi con le
caratteristiche atte a rivelarli prontamente sul
terreno; la direzione, contrassegnata da elementi di
facile orientamento (strade, case, opere, ecc.).
Inoltre, deve disporre di un orologio da regolare su
quello del comandante dal quale riceve ordini.
12) I comandi sono
gli stessi impiegati per la squadra fucilieri preceduti
dall'avvertimento;
- «plotone ..........»(per quelli da compiersi
contemporaneamente e uniformemente dalle due squadre);
- «.......... squadra» (per quelli da far eseguire da
una delle due squadre).
13) La preparazione di
questo tiro (che è vantaggioso, sempre che consigliabile
per situazione e possibile per forme del terreno e
osservazione del tiro) va ridotta a grande semplicità e
cioè:
puntamento in direziona a mezzo paline; applicazione,
mediante quadrante a livello, dei dati di elevazione
(ricavati a mezzo lettura di valori angolari); controllo
della possibilità di eseguirà il tiro al disopra
dell'ostacolo; condotta del tiro da osservatorio situato
nei pressi della postazioni delle armi.
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