Regio Esercito
Addestramento della fanteria
Addestramento degli specializzati
I) ESPLORATORI E PATTUGLIATORI
a) Scopi da raggiungere
(1):
Nell'addestramento
individuale:
orientamento (punti cardinali — bussola — elementi
caratteristici del terreno, ecc.);
stima delle distanze;
percezione degli indizi che rivelano la presenza del
nemico (a vista — a udito);
facilità nel determinare specie e forza di un reparto
(dalle sue formazioni, dalla sua profondità, dai tempi
di sfilamento ecc.).;
abilità nel tiro e nella lotta corpo a corpo;
modo di interrogare abitanti, prigionieri o disertori
per evitare risposte evasive, confuse, inesatte;
conoscenza dei più comuni mezzi di collegamento;
chiarezza e precisione nel riferire notizie
(verbalmente, per iscritto);
designazione con termini appropriati delle varie
accidentalità del terreno.
Nell'addestramento della pattuglia:
allenamento a lunghi percorsi e ad andatura celere;
sfruttamento del terreno per vedere e non farsi vedere;
condotta da tenere nei vari casi di incontro con il
nemico.
ESERCITAZIONI APPLICATIVE:
movimento nei vari tipi di terreno e nelle più varie
condizioni di visibilità;
esplorazioni di case isolate, abitati, corsi d'acqua,
macchie boscose, ecc.;
rilevamento a distanza dei vari mascheramenti di uso più
comune;
incontro con elementi nemici (fanteria — celeri) nelle
varie ipotesi;
avvicinamento ed assalto ad arma bianca di un elemento
nemico di forza uguale od inferiore;
imboscata (preparata — subita);
stratagemmi ed astuzie.
In ogni esercitazione, curare in modo particolare la
trasmissione delle notizie.
b) APPREZZAMENTO E NOMENCLATURA DEL TERRENO (2).
L'istruttore deve prefiggersi di sviluppare nel soldato
l'attitudine ad apprezzare il valore delle singole
accidentalità del terreno, per modo che all'atto pratico
egli sappia trame il miglior profitto come punti di
osservazione o come ripari per avanzare al coperto, e
sappia anche, all'occorrenza, giudicare e riferire quali
di esse siano di tale entità da arrestare o ritardare il
movimento di truppe in marcia.
Per dare al soldato una idea delle varie forme del
terreno e metterlo in condizioni di designare cól vero
nome le accidentalità principali, vale la traccia
seguente:
TERRENI: pianura, collina, montagna, bassure, paludi —
se terreno coperto, scoperto — se incolto, coltivato e
con quale genere di coltivazione;
ACQUE: fiume, torrente, ruscello, canale, fosso, stagno
— corrente, argini sponde o rive quale quella di destra
o sinistra — significato delle espressioni o monte, a
valle — sorgenti, fontane, pozzi.
STRADE: ordinarie, ferrate — nelle ordinarie, se a fondo
sodo o no — loro larghezza, pendenze, fiancheggiamento
(cioè se costeggiate da fossi, muri, siepi, filari di
alberi, pali telegrafici, paracarri, pietre
chilometriche o miliari), se percorse da linee
tramviarie, se in rialzo, incassate, a mezza costa o a
livello rispetto alla circostante campagna; ponti e loro
diverse specie, porti, guadi, gallerie, viadotti,
cavalcavia, ecc.
LUOGHI ABITATI: città; villaggi; cascine; stazioni
ferroviarie; case cantoniere, ecc.
c) ORIENTAMENTO.
Il soldato deve essere addestrato a raggiungere un
determinato obiettivo attraverso strade o terreni
sconosciuti.
Valgono all'uopo: le informazioni assunte dagli
abitanti, l'osservazione e l'orientamento per mezzo dei
punti cardinali.
Informazioni assunte dagli abitanti. — L'istruttore fa
comprendere al soldato l'utilità di questo mezzo e
gl'insegna con quali accorgimenti bisogna interrogare
gli abitanti, perché le risposte non diano luogo ad
incertezze od equivoci. Fa notare, ad esempio, come non
sia opportuno domandare se la strada tale conduca al
paese tale, bensì a qual paese conduca la tale strada; e
ciò per obbligare l'interrogato a dare una risposta
determinata e non a limitarsi ad una affermazione o ad
una negazione. Avverte inoltre che è opportuno
controllare le informazioni interrogando più individui.
Osservazione. — L'istruttore abitua il soldato a
osservare e a fissare nettamente nella memoria i punti
del terreno che percorre, anche volgendosi indietro dopo
averli oltrepassati, perché ciò gli potrà essere utile,
quando debba rifare la stessa strada in senso inverso.
Così, ogni qualvolta la truppa percorra nuovi tratti di
terreno, interroga i soldati per sapere di quali
accidentalità si servirebbero come punti d'orientamento
al ritorno, fra quelle che hanno prodotto in loro più
viva impressione. Spiega come attraversando terreni
intricati, boschi, ecc. sia molto utile lasciare in
taluni punti qualche segno (mucchi di sassi, rami
spezzati, ecc.), per poterli rintracciare al ritorno.
In seguito, abitua il soldato a rilevare a distanza e da
punti diversi le forme tipiche degli oggetti più
appariscenti del terreno (cocuzzoli di monti, campanili,
torri, cascine, gruppi d'alberi, ecc.), affinchè egli
acquisti l'attitudine a seguire una determinata
direzione in terreno non mai percorso. Spiega all'uopo
che gli oggetti più salienti devono costituire come i
punti estremi per tracciare la propria direzione di
marcia, e che conviene sceglierne poi altri minori
intermedi da servire come punti di guida.
Con esercizi progressivi passa all'applicazione di
questo orientamento mediante incarichi di crescente
difficoltà, da affidarsi a soldati isolati od a piccoli
gruppi, che precedano come guide tutto il reparto o che
si rechino in un punto determinato e visibile, dove un
graduato precedentemente inviato li riceve.
Successivamente i soldati, anziché venire inviati su
punti determinati e visibili, possono essere incaricati
di raggiungere punti dei quali s'indica soltanto la
direzione.
Orientamento per mezzo dei punti cardinali. L'istruttore
insegna praticamente al soldato come si possano dedurre
i punti cardinali dalla posizione del sole o da altri
indizi (3).
Richiamate alla sua memoria quelle nozioni elementari
sul (torso apparente del sole, che generalmente sono a
tutti note, spiega come, tenendo conto delle posizioni
del sole, nelle diverse ore del giorno, si possono
fissare quattro punti determinati: nord (mezzanotte o
tramontana), est (mattina o levante) sud (mezzogiorno),
ovest (sera o ponente): che, trovatene uno, tutti gli
altri restano determinati e che per orientarsi basta
quindi saperne trovare uno qualunque. La qual cosa
riesce facile perché, se si guarda il sole quando
spunta, o quando tramonta, o verso il mezzo del giorno,
si hanno rispettivamente i punti di mattina, sera e
mezzogiorno.
Spiega quindi che, facendo fronte ad est, occorre
voltarsi a destra, per trovare il sud; che basta invece
voltarsi soltanto obliquo o destra, per trovare la
direzione intermedia fra est e sud, o così via.
Insegna, infine che, a ciclo coperto, si può desumere un
orientamento approssimativo col chiedere al primo
contadino che s'incontra l'indicazione del luogo dove si
leva il sole o dove tramonta: che un'utile indicazione
si può pure avere osservando un albero (preferibilmente
di grosso fusto), la corteccia del quale, generalmente,
nella parte rivolta a tramontana si presenta umida,
muscosa, verdastra, mentre nella parte esposta a
mezzogiorno è asciutta.
II) OSSERVATORI (4).
Presso ciascun comando di
reggimento o di battaglione viene costituito con gli
osservatori disponibili, di norma, un posto di
osservazione al comando di un graduato (in determinati
casi, anche di ufficiale). Il posto è collocato su un
punto di osservazione (osservatorio) che:
abbia largo e profondo campo di vista;
sia dominante, ma non sulla sommità di un'altura; non
coincida con punti caratteristici del terreno; non sia
addossato agli elementi avanzati; sia vicino — o bene
collegato — al comando da cui dipende:
abbia facili comunicazioni
sui rovesci.
L'osservazione:
va portata essenzialmente sulle zone coperte idonee al
movimento, al fuoco e all'osservazione dell'avversario;
si prefigge di determinare presenza e dislocazione del
nemico, suoi intendimenti e sue abitudini, centri di
fuoco, mezzi motorizzati, ostacoli, osservatori,
rincalzi, riserve, punti di obbligato passaggio, ecc.;
è rivolta soprattutto alla ricerca di quei particolari
che il nemico tenta di celare con l'occultamento e il
mascheramento;
rileva ogni modificazione apportata dal nemico al
terreno;
è continua e sistematica.
Di notte o in caso di nebbia si sopperisce
all'osservazione con l'ascolto: è utile, all'uopo,
applicare l'orecchio sui terreni duri e possibilmente
asciutti (preferibilmente margine di rotabili, rotaie
ferroviarie).
Gli osservatori vengono addestrati all'uso dei
principali mezzi di osservazione (binocoli, goniometri,
telemetri, periscopi).
III INFORMATORI (5).
Compito degli informatori
è la ricerca delle notizie (di norma presso le unità
avanzate) e la trasmissione di esse all'ufficiale
informatore del reggimento, previa cernita e controllo,
nei limiti del possibile.
L'importanza del compito e la conseguente complessità
dell'addestramento richiedono che gli informatori, oltre
a possedere le doti degli specializzati in genere,
abbiano particolari capacità di intelligenza e di
sagacia e, possibilmente, la conoscenza di determinate
lingue estere.
Prima di iniziare lo speciale addestramento, essi
debbono essere abilitati al servizio di esplorazione
(con particolare riguardo alla raccolta delle notizie) e
a quello di osservazione. Successivamente vengono
istruiti circa:
uniformi e
distintivi d'arma, di grado
principali
procedimenti tattici
cenni sulla
costituzione delle minori unità di fanteria
armi speciali
compilazione delle informazioni da
trasmettere |
dell'esercito
dei principali stati confinanti |
Per l'impiago, gli informatori vengono raggruppati in
pattuglie (di norma, un capo pattuglia e 1 o 2
informatori) che, nell'attacco, possono venire staccate,
tutte o in parte, presso unità avanzate; nella
resistenza, possono concorrere nella costituzione dei
posti di osservazione.
9. - Le pattuglie distaccale presso reparti avanzati si
tengono a stretto contatto con il comandante del
reparto. Esse seguono l'azione dell'unità, si tengono al
corrente della situazione, cercando di determinare:
unità avversaria che hanno di fronte, forza, situazione;
raccolgono e trasmettono all'ufficiale informatore i
documenti trovati addosso a morti, feriti, prigionieri,
disertori nemici; cercano, in sintesi, di avere le
maggiori informazioni possibili sul nemico.
Speciale attenzione va portata ad un eventuale impiego
di mezzi o procedimenti nuovi da parte di esso.
IV) ADDESTRAMENTO ALLA
STIMA DELLE DISTANZE (6).
1. - L'addestramento alla
stima delle distanze ha particolare importanza per il
personale delle armi di accompagnamento, per
esploratori, osservatori e informatori.
Il personale dei reparti fucilieri è addestrato a
determinare distanze fino ai 300-400 metri.
Il personale ' dei gruppi tiro delle armi di
accompagnamento è esercitato nella stima di distanze
relative all'impiego delle proprie armi. I comandanti di
squadra sono inoltre esercitati nella stima di ampiezze
angolari comprese entro un centinaio di millesimi. I
mitraglieri vengono altresì addestrati nella stima delle
distanze di bersagli aerei, nei limiti di un migliaio di
metri.
Esploratori, osservatori e informatori sono esercitati
alla stima di distanze sino ai 1000 metri.
2. - L'istruzione sulla stima delle distanze è svolta
normalmente per plotone.
3. - L'abilità a stimare le distanze a vista si fonda
essenzialmente:
sull'attitudine a considerare uomini, quadrupedi,
oggetti di determinate forme o dimensioni, accidentalità
topografiche, a distanze conosciute e in circostanze
normali;
sul raffronto dell'impressione conservata di tali
oggetti (dimensioni, nitidezza di contorni) e in tali
condizioni, con quella che si ha di analoghi oggetti al
momento della stima, tenendo conto dell'influenza delle
condizioni ambientali (luce, terreno, sfondo, ecc.,
ecc.).
Circa l'influenza ora detta, si può, come norma
generale, ritenere che:
a) si stima corto:
attraverso una depressione forte del terreno;
con sole alle spalle o con luce troppo viva;
su superfici uniformi;
con sfondo chiaro;
con aria limpida e fredda;
dal basso in alto
b) si stima lungo;
in terreno collinoso;
in terreno coperto;
sopra superfici oscure;
con fondo oscuro (es.: boschi);
attraverso spazi lunghi e stretti;
con sole di fronte;
all'ora del tramonto;
dall'alto in basso;
con aria caliginos ;
quando si stima la distanza di uomini in parte coperti;
dalla posizione «a terra» o «in ginocchio».
4. - Gli esercizi debbono tendere, progressivamente, a
fissare nella mente dei militari alcune distanze tipo.
Queste vengono scelte, per ciascun reparto, in relazione
ai compiti normali o all'impiego delle armi del reparto;
stimare distanze non conosciute tenendo sott'occhio
qualche distanza tipo;
stimare distanze non note
senza ausilio di distanze tipo;
stimare la distanza dei
bersagli aerei (solo per i mitraglieri).
È opportuno che le distanze-tipo si riferiscano
particolarmente ai comuni obiettivi di guerra (es.:
uomini isolati o gruppi di uomini, armi, quadrupedi,
carri armati — lutti da fermi o in moto — aeroplani,
ecc.).
L'istruttore:
a) fa notare come si presentino i particolari di taluni
oggetti (finestre di case, alberi isolati, tralicci di
condutture di energìa elettrica a distanze diverse,
note);
b) inizialmente, costituisce due o più gruppi di
militari o di quadrupedi o altri mezzi e li colloca a
distanze diverse che comunica; fa rilevare le differenze
secondo le quali si presentano alcuni particolari (es.:
vestiario, equipaggiamento, movimenti, ecc.), dei
componenti ciascun gruppo. Ripete poi gli esercizi:
in diverse condizioni di luce;
in posizioni varie dei militari d'addestrare (a terra o
in ginocchio) facendo rilevare la differenza di
visibilità rispetto agli esercizi svolti in condizioni
normali ;
c) successivamente, passa a determinare distanze non
note di persone, quadrupedi, mezzi, accidentalità
topografiche con possibilità di riferimento a elementi
simili collocati — a distanze note — lungo direzioni
dapprima vicine e poi a mano a mano più lontane. In ogni
esercizio fa notare il grado di visibilità dei
particolari di ciascun tipo di elemento collocato alle
diverse distanze ;
d) in seguito passa a far stimare le distanze non note
di oggetti diversi, senza riferimento alcuno alle
distanze già note.
5. - Occorre che l'istruttore:
conosca sempre e con esattezza, le distanze da stimare;
si faccia comunicare dai singoli militari la distanza
stimata senza che i vicini possano sentire;
proceda all'istruzione di cui alla precedente lettera d)
in zone diverse da quelle servite per le istruzioni di
cui alle lettere
6) e e);
applichi, volta a volta, la stima delle distanze a un
caso
concreto di tiro.
6. - La stima a vista di ampiezze angolari viene
controllata, volta a volta, con l'impiego dell'arma
(piastrina di direzione, lastrina di direziono, congegno
di puntamento) o con altro sistema.
Ai comandanti di squadra più intelligenti può essere
insegnato come si possa ricavare il valore di uno dei
seguenti tre elementi:
ampiezza (in metri) di una fronte;
valore angolare (in millesimi);
distanza dall'osservatorio
(in chilometri) quando ne siano noti due (quantità
angolare = ampiezza/distanza).
7. - La stima ad udito
della distanza a cui si trova un'arma da fuoco si
effettua moltiplicando per 333 il numero dei minuti
secondi che trascorrono fra l'apparire della vampa e
l'ascolto del relativo colpo.
8. - L'istruzione sulla stima delle distanze viene
svolta dedicandovi all'inizio qualche mezz'ora al giorno
; successivamente, intercalando qualche esercizio
durante le normali istruzioni.
V) ADDESTRAMENTO DEL
PERSONALE ADDETTO AI COLLEGAMENTI (7).
Il collegamento è
l'indispensabile presupposto dell'azione di comando e
della convergenza degli sforzi.
Si realizza, principalmente, attraverso le trasmissioni.
I fanti che ad esse provvedono sono combattenti come gli
assaltatori ed i serventi delle armi.
Tutti i mezzi di trasmissione campali, in particolare
quelli della fanteria, anche se bene impiegali, hanno un
rendimento limitato, che sì accentua nell'ambiente
sfavorevole del combattimento. Per questo, alla accurata
e razionale organizzazione (essenzialmente: impianto di
mezzi multipli, utilizzazione del mezzo più redditizio
deve seguire severa parsimonia di viso, con poche e
brevi comunicazioni, possibilmente contenute in termini
convenzionali e comprensivi di ben stabilito
significato.
Le unità di fanteria debbono provvedere alle
trasmissioni interne (dall'indietro all'avanti) e, se
necessaria, alle trasmissioni laterali (normalmente
vèrso destra).
I mezzi di trasmissione in dotazione alla fanteria sono
: elettrici: telefono, radiotelegrafo, radiotelefono;
ottici: fototelegrafo, bandiere a lampo di colore o da
segnalazione, teli da segnalazione, cartucce da
segnalazione, razzi; animati: staffette a piedi, in
bicicletta, in motociclo.
In circostanze particolari possono essere assegnati alle
unità di fanteria: fototelefoni; colombi viaggiatori
(per collegamenti unidirezionali esterni), ecc.; di
carattere occasionale o di assegnazione eccezionale
possono essere: mezzi acustici (trombe, sirene,
megafoni, ecc.), mezzi balistici (lancia messaggi), cani
da guerra.
Quando i mezzi regolamentari vengono a mancare, ogni
possibile ripiego deve essere escogitalo per ristabilire
il collegamento.
MEZZI DI COLLEGAMENTO
MEZZI |
FANTERIA |
ARTIGLIERIA d. f. |
Com. Rgt. |
Com. Btg.
fucilieri |
Cp. fucilieri |
Cp. armi accomp. |
Com. Btg. mortai |
Cp. mortai da 45 e
81 |
Cp. cannoni da
47/32 |
Com. Rgt. |
Com. Gr. |
Com. Btr. |
Animati:
- staffette (a
piedi)
- ciclisti
- motociclisti
|
9
2
4 |
6
-
2 |
2
1
- |
2
1
- |
2
1
1 |
1-2
1
- |
1
1
- |
-
10
4 |
-
3
- |
-
4
- |
Ottici:
- pistole da
segnalazione
- bandiere a lampo
colore
- stazioni ottiche
mod. 33
- stazioni
fototelegrafiche |
2
2
6
- |
1
4
3
- |
1
4
-
- |
1
8
-
- |
1
-
-
- |
1
6
-
- |
1
4
2
- |
4
-
-
6 |
3
6
-
4 |
2
4
-
2 |
Telefonici:
- apparati telef.
leggeri ca campo mod. 33
- apparati telef.
da guardafili
- centralini
telefonici
- cordoncino telef.
Km. |
8
-
1
8 |
8
-
-
6 |
-
-
-
- |
-
-
-
- |
-
-
-
- |
2
-
-
2 |
4
-
-
4 |
7
5
2
40 |
6
4
2
30 |
6
1
1
20 |
Radio:
- stazioni R.F. 1
- posto R. A. 1
- stazioni R. F. 2
- stazioni R. 2 |
6
1
-
- |
-
-
-
- |
-
-
-
- |
-
-
-
- |
-
-
-
- |
-
-
-
- |
-
-
-
- |
-
2
-
8 |
-
-
5
- |
-
-
2
- |
Megafoni |
- |
- |
- |
- |
- |
31 |
2 |
- |
- |
- |
Teli per
segnalazione a terra agli aerei:
- per teloni -
cifra
- per segnalazione
di linee |
48
- |
48
- |
-
80 |
-
- |
-
- |
-
- |
-
- |
48
- |
48
- |
-
- |
1) per mortaio da 81
a) Il telefono è di lento
impianto; soggetto ad intercettazione, specialmente se
funzionante su linee a circuito misto; è di buon
rendimento; consente la conversazione diretta.
Il materiale telefonico in dotazione alla fanteria
(apparato telefonico da campo leggero, centralino a
chiavi per 6 o 10 linee, cordoncino telefonico di mm.
2,5) consente ottime comunicazioni per lunghezze di
linea comprese entro i 3 chilometri.
Ogni reggimento dispone di un centralino telefonico a
chiavi a commutazione circolare a 10 linee al quale
possono far capo sino a 10 stazioni (8).
Esso permette di collegare fra loro le varie stazioni e
consente 5 conversazioni contemporanee. Queste sono
regolate dal centralinista.
L'apparato telefonico leggero da campo può fare da
commutatore (a due linee).
La velocità normale di stendimento delle linee (doppio
conduttore posato su alberi, arbusti, siepi, muri,
eccezionalmente a terra) è di 2 km. circa all'ora; la
velocità di ripiegamento di 2-3 km. all'ora. L'impianto
di una stazione telefonica richiede da 1' a 2',
l'impianto di un centralino richiede da 8' a 6'.
Per attenuare il pericolo di intercettazione nemica, le
linee debbono essere a circuito interamente metallico;
la rete di fanteria deve essere materialmente separata
dalle reti retrostanti. Per facilitare il transito della
corrispondenza, dove necessario, stazioni di dette reti
vengono dislocate in prossimità delle centrali (comandi
di reggimento) o di stazioni della rete di fanteria.
Di norma, il telefono viene impiegato:
nell'attacco: tra comandi di reggimento (qualora non vi
provveda la rete divisionale); tra comando di reggimento
e comandi di battaglione in primo scaglione e rispettivi
reparti di accompagnamento e posti munizioni;
nella resistenza: per i collegamenti predetti e,
inoltre, tra il coniando di battaglione in primo
scaglione e le compagnie avanzate.
Nell'attacco, la rete telefonica deve seguire il
movimento con tempestivo prolungamento delle linee in
avanti (ripiegando, appena possibile, i tratti rimasti a
tergo). Nella resistenza, può e deve essere
particolarmente curata la buona sistemazione delle
linee, con tracciati poco esposti e bene occultati. Di
importanza essenziale, sempre, è il servizio de
guardiani! che, accuratamente organizzato, deve
prontamente adattarsi alle reali esigenze del
combattimento.
b) Il radiotelegrafo è di rapido impianto; è soggetto a
disturbi occasionali o sistematici ed a limitazioni di
impiego in relazione alle frequenze disponibili; può
essere facilmente intercettalo, consente la
corrispondenza cifrata.
Il radiotelefono ha in comune con il radiotelegrafo le
principali caratteristiche; è maggiormente soggetto a
disturbi; mal si presta alla corrispondenza cifrata;
consente la conversazione diretta.
L'uno e l'altro offrono al nemico, attraverso
l'individuazione radiogoniometrica, utili indizi.
Per queste sue caratteristiche il mezzo
radiotelegrafonico deve essere tenuto in potenza ed
entrare in azione per conferire al collegamento
tempestività, celerità e continuità quando gli altri
mezzi ne siano incapaci.
La stazione radiotelegrafonica in dotazione alla
fanteria (R. F. 1) realizza comunicazioni in fonia con
portata media di 2-3 km. e comunicazioni
radiotelegrafiche con portata media di 8-10 km. Per la
sua particolare organizzazione può entrare in azione in
brevissimo tempo.
In relazione alla minore soggezione al disturbo, alla
maggiore portata ed alla segretezza, la trasmissione
radiotelegrafica — sempre cifrata — offre maggiore
affidamento; il relativo addestramento deve essere,
quindi, particolarmente curato. La trasmissione
radiotelefonica è impiegata, normalmente in chiaro, per
argomenti la cui conoscenza non giovi al nemico; se
possibile in termini convenzionali. In ogni caso, è
vietato citare in chiaro comandi, comandanti ed unità;
alla corrispondenza sono sufficienti — se ben noti — gli
indici di collegamento.
Rigorosa disciplina dì servizio, secondo le norme
regolamentari, è fattore indispensabile di buon
rendimento.
Di norma, le stazioni radio della fanteria vengono
impiegate:
esplorazione tattica terrestre: nell'interno N. E. F.
avvicinamento: tra comando
di reggimento e avanguardia e tra questa ed i rispettivi
elementi esploratori;
attacco e resistenza: tra comandi di reggimento (ove non
provveda una maglia della rete divisionale); tra comando
di reggimento e comandi di battaglione; tra comandi di
battaglione.
La particolare
costituzione della rete dipende:
dal numero di frequenze assegnate (escluse quelle di
riserva);
dalle stazioni in atto disponibili;
dalla situazione della
rete divisionale.
La possibilità di costituire maglie multiple (di 3-4
stazioni) consente di adattare la rete a varie esigenze
e disponibilità; la possibilità di marciare con
l'apparato in assetto di funzionamento consente la
pratica continuità del collegamento durante il
movimento. Quando difficoltà di terreno impongano
limitazioni, le stazioni potranno corrispondere ad
orario, ovvero per scavalca-mento (il che importa il
raddoppio di alcune o di tutte le stazioni della
maglia).
c) Fra i mezzi ottici, il fototelegrafo realizza, in
complesso, rendimento e portate maggiori. Tuttavia, per
essere subordinalo alla reciproca individuazione (non
sempre agevole e rapida) delle stazioni corrispondenti,
soggetto alle vicissitudini atmosferiche, vincolato alle
forme del terreno ed alla necessità di sottrarre i
segnali all'osservazione nemica, soffre di molte
limitazioni di impiego, in specie durante il movimento.
È particolarmente utile in montagna dove spesso, per
ragioni di terreno, questo ed il mezzo
radiotelegrafonico sono i soli praticamente impiegabili,
anche nell'ambito delle minori unità.
d) Le bandiere a l. c. ripetono le caratteristiche del
fototelegrafo, con limitazioni attenuate, in ragione del
più ristretto orizzonte di impiego, e sono
particolarmente utili per le trasmissioni nell'interno
dei battaglioni e delle compagnie.
e) Cartucce da segnalazione e razzi sono mezzi
sussidiar! che servono per segnali convenuti. Poiché non
è praticamente possibile differenziare i segnali a
seconda del preciso numero di artifici lanciati, detti
segnali sono di numero limitatissimo. Particolare
importanza, per evitare confusioni od errori, ha la
esatta definizione della località o della zona di
lancio.
f) Le portate dei mezzi ottici in dotazione alla
fanteria sono:
Stazione fototelegrafica
da 45 nini, senza eliografo:
di giorno, km. 2 circa;
di notte, km. 10 circa;
stazione ottica da 45 mm.:
di giorno, a luce solare km. 4 circa;
di giorno, a luce
artificiale km. 2 circa;
di notte, krn. 10 circa;
bandiere a lampo di colore
o da segnalazione:
con ricezione ad occhio
nudo km. 1 circa;
con ricezione col binocolo
km. 2 circa;
cartucce da segnalazione:
di giorno, km. 1 circa;
di notte, km. 2 circa;
razzi da segnalazione:
di giorno, km. 4 circa;
di notte, km. 8 circa;
g) I teli per la segnalazione da terra agli aerei;
servono per porre in evidenza la linea raggiunta dalla
fanteria o per formare i teloni-cifra con i quali si
trasmettono all'aereo brevi comunicazioni secondo un
codice prestabilito. Tali segnalazioni sono effettuate:
da un posto segnalazione (un graduato e tre soldati) che
assume il nome di posto d'ascolto qualora fornito di un
apparato radiotelegrafico R. A. 1.
h) Le staffette, quelle a piedi in ispecie, possono
sempre sostituire gli altri mezzi di trasmissione, ma,
per percorsi lunghi, il loro servizio è lento; con
itinerari incerti, è anche malsicuro. In questo caso, è
necessario organizzare un sistema di posti di
corrispondenza, situati in località riparate e collegate
da itinerari coperti, ben definiti e bene individuabili.
Nell'ambito delle minori unità (battaglione, compagnia)
eiì in combattimento le staffette costituiscono, in
taluni casi, il mezzo di trasmissione più rapido.
Il servizio delle staffette deve essere organizzato
sempre, indipendentemente dalla disponibilità e
dall'efficienza degli altri mezzi.
i) Posto di corrispondenza: è costituito dalla riunione
di più staffette. Di ogni posto si determina: forza (4-8
uomini compreso un graduato comandante), ubicazione (al
coperto dal tiro o almeno dalla vista del nemico,
prossima a strade o in località facilmente reperibili, a
distanza di 10-15 minuti primi di percorso fra posto e
posto) e numerazione.
Ciascun capo-posto :
deve conoscere esattamente la località ove trovansi i
due contigui e i comandi viciniori;
tiene nota di ogni piego in transito segnando: autorità
mittente e destinataria, nome delle staffette che lo
recapitano e lo fanno proseguire, ora di arrivo e di
partenza ; rilascia ricevuta del piego;
fa accompagnare o avviare ai comandi viciniori i
militari che lo richiedono;
consegna, a servizio ultimato, il registro dei pieghi al
proprio comandante di reparto.
l) I colombi viaggiatori sono mezzo sicuro, ma
unidirezionale e limitato, per la fanteria, a
collegamenti esterni.
L'organizzazione del servizio compete ai comandi di G.
U. Le unità di fanteria debbono provvedere, in caso di
assegnazione, al prelevamento dei colombi presso le
colombaie, al loro buon trattamento secondo le norme in
vigore ed alle lanciate.
Se non si tratta di colombi addestrati al volo notturno,
le lanciate possono compiersi dall'alba ad un'ora prima
del tramonto, anche durante intensi tiri di artiglieria
ed in atmosfera infestata da aggressivi chimici.
m) L'aeroplano può essere impiegato per il collegamento
della fanteria con i comandi di grandi unità
specialmente per segnalare a questi le linee raggiunte e
l'andamento della lotta nel suo complesso. La fanteria
segnala le proprie posizioni mediante teli.
In modo analogo, quando si verifichino condizioni
particolarmente favorevoli, possono essere utilizzati
aerostati od osservatori terrestri molto dominanti.
VI) SEGNALATORI (9).
SEGNALAZIONI ALFABETICHE.
Generalità.
Le segnalazioni
alfabetiche servono per comunicazioni urgenti e brevi,
le quali perciò devono essere redatte con la massima
concisione consentita dalla chiarezza.
Le segnalazioni alfabetiche si ottengono:
— con appositi apparecchi ottici: apparato
fototelegrafico Faini; faro del tipo Diana Cerretti,
apparato ottico da 45 mod. 33; o di altro tipo (dai 45
mm.);
— con fanali e lanterne di qualsiasi specie;
— con bandiere;
— con materiali di circostanza, quali ad es.: oggetti di
vestiario, frascami, fuochi, ecc.
Qualunque sia il mezzo di cui si dispone, per segnalare
si fa uso del sistema Morse, osservando le norme sancite
qui di seguito.
Alfabeto Morse. — Si fonda su due segni: il punto e la
linea. Le combinazioni dei due segni danno le lettere
dell'alfabeto, i numeri e i segni ortografici.
SPECIE ED uso DELLE
BANDIERE.
Le bandiere in servizio
sono di due tipi: «a mano e a lampo di colore».
Bandiera a mano.
Consiste in un drappo quadrato di cm. 80 di lato, a due
fasce diagonali una di colore bianco, l'altra di colore
rosso vivo.
Per l'impiego, la bandiera viene assicurata, mediante le
fettucce delle quali è munita, ad un bastone, lungo
circa un metro, con comoda impugnatura.
Bandiera a lampo di colore.
È costituita da un telo e da tante striscie ribaltabili
di due colori: rosso vivo da un lato e bianco
dall'altro. Tali striscie si fanno capovolgere mediante
una leggera trazione esercitata sui due lati opposti del
telo, muniti all'uopo di asticelle con maniglie.
Per l'impiego, la bandiera, normalmente viene impugnata
alle due maniglie e disposta avanti al corpo.
Aperta, in posizione normale, offre alla vista il solo
colore rosso; esercitando sulle asticelle una leggera
trazione, la bandiera si estende e lascia apparire ben
distinto un rettangolo bianco, in campo rosso. Cessando
la trazione, la bandiera, per effetto delle sue molle
interne, ritorna nella posizione normale. I movimenti
per far funzionare la bandiera debbono essere rapidi e
decisi. Ad evitare, però, frequenti rotture delle molle
è opportuno che nelle prime esercitazioni il soldato
tenga rivolto il piano della bandiera verso di sé, così
che possa rendersi conto dello sforzo di trazione
necessaria per far ribaltare le striscie (10).
Ove si voglia segnalare con un solo braccio, si appoggia
su una spalla la cinghia della quale la bandiera è
munita, si infila il braccio tra la cinghia stessa e
l'asticella, tenendola bene aderente al corpo: quindi si
distende la bandiera per l'asticella opposta.
Si può anche attaccare la bandiera ad un punto fisso
qualsiasi (ramo d'albero, bastone, crociera della
baionetta inastata al fucile, ecc.), anziché alla
spalla; in tal caso l'asticella può essere mossa sia con
la mano, sia servendosi di una funicella assicurata al
centro dell'asticella stessa.
Questo modo di impiegare la bandiera, è particolarmente
adatto quando si debba rimanere defilati alla vista ed
al tiro del nemico. Con modalità analoghe a quelle ora
indicate, il segnalatore può impiegare la bandiera nelle
posizioni di seduto o di in ginocchio.
Modo di segnalare.
1) Con le bandiere a mano (11), il punto e la linea si
ottengono alzando, come per prendere la posizione di
braccio, in alto, rispettivamente e verticalmente in
alto una o due bandiere.
2) Con la bandiera a lampo di colore, il punto e la
linea si ottengono rispettivamente dalla minore o
maggiore durata dell'apparizione del rettangolo bianco,
con l'avvertenza che la linea deve avere una durata di
almeno tre volte maggiore di quella del punto. Per
rendere meglio percettibile la segnalazione, conviene
tenere la bandiera leggermente inclinata verso il posto
al quale si segnala.
3) Con apparecchi ottici ad oscuramento, quale
l'apparato folotelegrafico Paini, si segnala, oscurando
la luce con lo schermo (o banderuola) del quale sono
muniti, per tempi minori o maggiori a seconda che si
tratti del punto o della linea. Per la durata della
linea vale quanto è detto al comma precedente.
4) Con apparecchi ottici ad emissione di luce. Tali
apparecchi possono essere di due tipi:
— nel primo, la luce è normalmente spenta; si accende
per segnalare, e si tiene accesa per tempi minori o
maggiori a seconda che si debba segnalare il punto o la
linea (11);
— nel secondo, la luce è sempre accesa, ma appena
visibile, per segnalare se ne aumenta sensibilmente
l'intensità per tempi minori o maggiori a seconda che si
voglia segnalare il punto o la linea.
Per la durata della linea, vale quanto è detto al comma
secondo.
5) Con i fanali o lanterne si segnala come con gli
apparecchi ottici, servendosi all'occorrenza di uno
schermo occasionale. Ove si disponga di due fanali si
può segnalare come con le due bandiere.
6) Con i mezzi di circostanza, si segnala, a seconda
della loro specie, o come con le bandiere a mano (frascami,
oggetti di vestiario legati a bastoni, fastelli di
paglia accesi assicurati a bastoni, ecc.) o come con i
fanali (fuoco da oscurare con una mantellina, ecc.).
Composizione della stazione. — Ogni stazione di
segnalazione si compone, di norma:
— del capo;
— di un segnalatore e, per le stazioni lontane dal
proprio reparto, di qualche portaordini per il recapito
dei dispacci;
— del mezzo per segnalare (2 bandiere a mano; una
bandiera a lampo di colore; un apparecchio ottico, uno o
due fanali).
La mancanza dell'apposito mezzo non deve pregiudicare la
possibilità di servirsi di una stazione di segnalazione,
giacché il sistema delle segnalazioni alfabetiche
permette di segnalare con qualsiasi mezzo improvvisato.
SEGNALAZIONI
CONVENZIONALI.
Le segnalazioni
convenzionali servono per comunicare rapidamente alcune
notizie di uso più comune durante il combattimento e
quando non sia possibile servirsi delle segnalazioni
alfabetiche (vedasi «Tabella delle segnalazioni
convenzionali»).
VII) ADDESTRAMENTO AL
MASCHERAMAENTO (12).
Il mascheramento può
essere attuato con:
mezzi naturali, come: vegetazione (elementi di piante,
arbusti, siepi, erba, ecc.), sassi, zolle, terriccio,
fango, paglia i fieno, schermi di arelle, neve, concime,
ecc.;
mezzi artificiali (schermi costruiti dalla mano
dell'uomo: reti mimetiche, veli mimetici, teli da tenda
mimetizzati, sacchi a terra colorati, ecc.).
I MEZZI NATURALI.
Vegetazione fresca
(pianticelle, zolle fresche, ecc.); dev'essere presa il
più lontano possibile dalla località d'impiego. Essa
appassisce presto e perde così la normale rigidezza e la
tonalità del colore.
Questo fenomeno, che può in un primo tempo sfuggire alla
osservazione diretta terrestre, si rivela con sensibile
anticipo all'osservazione aerea.
L'inconveniente si manifesta più marcato durante il
periodo di trapasso delle stagioni (primavera-estate;
autunno-inverno). Può essere attenuato facendo «vivere»
il mascheramento mediante la continua sostituzione di
vegetazione fresca a quella appassita.
Erba corta tagliata, anche se non appassita, si svela
ugualmente alla ricognizione aerea. Il colore di un
prato, infatti, apparisce dall'alto come la risultante
della tinta dell'erba, della tinta del suolo sottostante
all'erba, dei riflessi dei fili di erba e delle ombre
proprie e portate dei fili stessi, variabili
continuamente, specie se spira vento.
Num. |
FRASI |
SEGNALAZIONI CONVENZIONALI |
1 |
E' in vista il
nemico |
Mettere il copricapo o il fazzoletto sulla Cocca
del fucile o del moschetto (o su un bastone) e
alzarlo e abbassarlo verticalmente più volte. |
2 |
Nemico in
forza considerevole |
Prendere la posizione di broccia in fuori, ma
con le palme in alto, quindi piegare lentamente
le braccia ad arco sulla testa sino a che le
punta delle dita si tocchino. Rimanere alcuni
secondi in tale posizione, quindi ripetere il
movimento. |
3 |
Nemico avanza |
Prendere la posizione di braccia in fuori,
quindi con movimento lento e poco esteso far
oscillare le braccia in alto e in basso,
stendendo poi il braccio destro nella direzione
da cui il nemico avanza. |
4 |
Nemico si
ritira |
Prendere la posizione di traccia in fuori,
quindi piegare le braccia orizzontalmente
innanzi al petto, le mani una sull'altra.
Ripetere più volte il movimento. |
5 |
Urgono
rinforzi. Soccorso. |
Prendere la posizione di braccia in alto e fare
ripetutamente e celermente con le due braccia il
segnale usuale di chi chiama a se vicino. |
6 |
Avanti |
Fare con un solo braccio il segno usuale di chi
chiama a se vicino |
7 |
Si passa. La
località (o la posizione) è sgombra |
Passare dalla posizione di attenti a quella di
braccia in alto e ripetere più volte il
movimento, ultimandolo con le traccia tese
rivolte nella direzione da cui si passa, quando
il segnale è fatto per tale scopo. " |
8 |
Non si passa.
Ostacolo. Fermatevi. |
Alzare verticalmente il braccio destro, poi
abbassarlo lateralmente a destra finché risulti
orizzontale. |
9 |
Cavalleria
nemica nella nostra direzione |
Alzare verticalmente il braccio destro in alto e
agitarlo in modo da descrivere con la mano
distesa dei circoli orizzontali.
Se si tratta di ciclisti, fare il segnale con le
due braccia contemporaneamente. |
N.B. Eccetto che per la
segnalazione È in vista il nemico è opportuno che il
segnalatore non abbia alla mano il fucile (o il
moschetto) che terrà invece a tracoll'arm o a bracc'arm.
Il segnalatore deve ripetere il segnale fino a quando
non abbia ottenuto come risposta dai proprio reparto la
ripetizione del segnale stesso.
L'erba tagliata e stesa al suolo non può dare, a chi la
vede dall'alto, la stessa tonalità di colore del prato
coll'erba in piedi.
I mezzi naturali laddove possono trovare utile impiego,
dovranno essere sempre preferiti ai mezzi artificiali,
data la facilità di provvista e la semplicità di messa
in opera.
Con i mezzi naturali si può talora anche integrare,
opportunamente, i mezzi artificiali, al fine di
aumentare l'efficacia del mascheramento, mediante una
più accurata mimetizzazione con l'ambiente.
Con la neve, ad esempio, si possono ottenere ottimi
mascheramenti quando si abbia l'avvertenza di evitare
forme che producano ombre marcate.
I MEZZI ARTIFICIALI.
Il mascheramento con i
mezzi artificiali riesce, in qualche caso, più
complicato di quello con i mezzi naturali, ma da,
talora, risultati sorprendenti.
Quando si faccia uso di schermi appropriati, si riesce a
sottrarre alla indagine diretta e fotografica aerea, non
solo gli oggetti che si vuole mascherare, ma anche la
esistenza degli schermi stessi (mascheramento mimetico).
Per ciò ottenere occorre, fra l'altro, che gli schermi
siano perfettamente mimetizzati col terreno adiacente e
ne ripristinino le forme, quando queste, per la
esecuzione dei lavori e per la presenza di materiali
vari, siano state alterate.
Le precedenti considerazioni e la opportunità di
disporre, per i mascheramenti, gli schermi, che, oltre a
rispondere a requisiti di leggerezza, facilità
d'impianto, ecc. consentano, a chi ne è coperto di
vedere attraverso agli schermi stessi a scopo di
osservazione, hanno portato all'adozione di reti con
guarnizione di ciuffetti (reti mimetiche).
Lo spessore della guarnizione naturalmente deve essere
tale da non consentire che dall'alto si possa scorgere,
attraverso ad essa, l'oggetto o gli oggetti che si
vogliono nascondere.
Le reti mimetiche vengono tese sopra all'oggetto da
mascherare, appoggiate ad appositi sostegni metallici o
di legno (cen-tine) o preparati in laboratori o
costruiti in sito con materiali di circostanza.
E' necessario ch'esse siano sovralzate rispetto al
terreno il meno possibile, compatibilmente con la mole
di ciò che si vuoi nascondere, e, nel caso di
mascheramento di armi, con le esigenze del tiro e
dell'osservazione.
VIII) ADDESTRAMENTO
ALL'IMPIEGO DEGLI ATTREZZI LEGGERI.
DESCRIZIONE E NOMENCLATURA
(13).
Gli attrezzi leggeri in
servizio sono la vanghetta, il piccozzino, il
piccozzino-zappetta, la gravinetta.
Vanghetta. — Consta di una pala e di un manico. La pala
è di acciaio coi lembi superiori ricurvi ed è munita di
gorbia; in questa entra il manico di frassino sul quale
sono segnate le suddivisioni in mezzi decimetri.
Serve a scavare e paleggiare le terre e a tagliare
zolle. Si adopera introducendola nel terreno a forza di
braccia o con l'aiuto del piede premendo sui lembi
superiori della pala.
Non si deve usare per rompere pietre; queste si
estraggono smovendo il terreno attorno ad esse.
La vanghetta è lunga m. 0,62 e pesa circa chilogrammi
0,900.
Piccozzino. - Consta di una parte metallica e di un
manico.
Nella parte metallica, di acciaio, si notano: la piccola
scure che serve pel taglio di legnami e di fili di ferro
comunemente usati; il picconcino, con scanalature
laterali, che serve a forare screstare o rompere muri, e
a smuovere terreni molto duri e ghiaiosi, in sussidio
della vanghetta; un foro pel manico; il manico di
frassino con ondulature per dare maggior presa alla
mano.
Il piccozzino è lungo m. 0,425 e pesa chilogrammi 0,830.
Piccozzino zappetta. — Simile al precedente, consta di
una parte metallica e di un manico. Nella parte
metallica, di acciaio, si notano:
la piccola scure, che
serve agli usi già indicati per la scure del piccozzino;
un foro per il manico;
la zappetta, che serve
principalmente per smuovere terreni duri e ghiaiosi e
può essere anche impiegata per forare, screstare e
rompere muri. La zappetta è rafforzata, secondo l'asse,
da una robusta costola che da essa si protende a guisa
di picconcino. Il manico è di frassino con ondulature
per dar presa alla mano.
Il piccozzino-zappetta è lungo m. 0,425 e pesa circa
chilogrammi 0,900.
Gravinetta (per alpini). — Consta di una parte metallica
e di un manico.
Nella parte metallica, di acciaio, si notano: la zappa
che serve a tagliare cotenna erbosa, neve dura, ecc.; un
foro per il passaggio del manico; il picconcino dritto,
con scanalature laterali, che serve per rompere il
ghiaccio, smuovere terreni molto duri, ecc. e può essere
anche impiegato per forare, screstare e rompere muri. Il
manico è di frassino con ondulature per dare maggior
presa alla mano.
IMPIEGO (14).
La gravìnetta è lunga m.
0,24 e pesa kg. 0,875.
L'impiego degli attrezzi leggeri sul campo di battaglia
costituisce un valido aiuto all'azione del fante, specie
nell'attacco, per agevolare il fuoco e per diminuire la
vulnerabilità. I lavori hanno, di norma, carattere di
adattamento del terreno per migliorare l'appostamento.
Nell'attacco sono impiegati durante pause previste di
una certa durata; in difensiva servono, di norma, per
integrare gli attrezzi pesanti.
Essi sono adoperati, di regola, in combattimento, dalla
posizione « a terra » con spalle e testa abbassate. La
terra si ricava da un solco praticato lateralmente al
corpo e si getta avanti alla testa in modo da formare un
piccolo riparo.
Se il terreno è poco compatto, la vanghetta è maneggiata
con una sola mano stando bocconi. Se il terreno è
resistente, il fante si regola volta a volta con il
criterio di scoprirsi il meno possibile. Buon sistema è
quello di:
disporsi supino, alquanto voltato sul fianco e in parte
appoggiato sul braccio sinistro;
impugnare la vanghetta con la mano sinistra alla gorbia
e contro la pala (palmo in alto), con la mano destra
verso l'estremità superiore del manico;
conficcare la pala nel terreno, con la concavità in
alto, più o meno verticalmente a seconda della minore o
maggiore compatezza di esso;
far leva sulla mano sinistra e staccare una zolla o una
palata di terra da collocare avanti alla testa.
Gli altri attrezzi leggeri vanno adoperati con il
braccio destro, rompendo il terreno e ammucchiando la
terra smossa, aiutandosi con l'attrezzo messo di piatto.
Allorché il fuoco nemico o il pericolo di essere visti
non impongano assolutamente di adoperare gli attrezzi
dalla posizione «a terra», il maneggio degli attrezzi è
fatto dalla posizione più comoda (compatibilmente con la
necessità di non essere visti), con una o due mani.
Possibilmente, i lavori non debbono modificare l'aspetto
del terreno in quanto lo stesso mascheramento, pur
essendo sempre da curare al massimo, spesso è di
difficile attuazione alle brevi distanze dal nemico.
L'addestramento è svolto in ogni fase del combattimento
con lavori appropriati al caso contingente.
NOTE
1) Dall'Addestr. Fanteria - Vol. II ediz. 1939.
2) Dal Regolamento per
l'addestramento Individuale - ediz. 1925.
3) I militari che dimostrino di potervi riuscire con
sufficiente facilità sono addestrati anche sul modo di
orientarsi con la stella polare e con l'orologio:
a) con la stella polare.
Tale stella serve di notte per la determinazione del
nord : infatti guardandola si ha la direzione
approssimativa di nord.
Essa fa parte della costellazione dell'Orsa minore detta
anche Piccolo carro di cui è la stella più brillante.
Viene trovata con l'ausilio dell'Orso, maggiore, o Gran
narro, prolungando nel senso della convessità costituita
dalle stelle del timone, l'allineamento dato dalle due
stelle posteriori del Gran Carro, per una lunghezza
uguale a circa 4 volte la distanza tra tali due stelle,
b) con l'orologio.
Di giorno, quando il sole è scoperto, la direzione del
nord si può trovare, con larga approssimazione, in
questo modo: si dispone l'orologio orizzontalmente in
maniera che la sfera corta (quella delle ore) risulti
nella stessa direzione che ha l'ombra al momento
dell'osservazione: la direzione del nord viene in tal
modo a corrispondere alla bisettrice dell'angolo i cui
lati sono la sfera corta ed il raggio che dal centro
dell'orologio va al n. XII del quadrante.
Per meglio determinare la direzione dell'ombra secondo
la quale bisogna disporre la sfera corta, si consiglia
di tenere uno spillo, un filo d'erba, ecc. verticalmente
al centro del quadrante.
4) Dall'Addestramento
della fanteria - Vol. II - ediz. 1939.
5) Dall'Addestramento
della fanteria - Vol. II - ediz. 1939.
6)
Dall'Addestramento della
fanteria - Vol. II - ediz. 1939.
7)
Dall'Addestramento della
fanteria - Vol. II - ediz. 1939.
8) Il centralino a 6 linee
è in dotazione al btg. mitraglieri.
9) Dal regolamento per
l'addestramento individuale - ediz. 1925.
10) Apposito taschino
praticato sul tergo della bandiera, contiene due
mollette piccole ed una grande di ricambio, e una spina
ad uncino. Il cambio di una molletta piccola viene
eseguito togliendo quella guasta ed infilando quella
nuova con l'aiuto dell'uncino attraverso l'asticella ed
agganciandola al relativo moschettone.
Quando si guastasse una delle molle più resistenti la si
estrae facendola passare attraverso gli occhielli del
tessuto ed i fori del legno, e, per mezzo della spina ad
uncino, si fa entrare la nuova negli stessi fori,
agganciando in ultimo il bottone che si toglie dalla
molla guasta.
(11) Nella R. Marina si segnala con una sola bandiera a
mano. Il punto si indica con un movimento orizzontale da
destra a sinistra, o da sinistra a destra, della
banderuola in alto, circa all'altezza del capo.
La linea si indica con un movimento analogo, ma fatto
con la banderuola tenuta in basso, circa all'altezza
delle ginocchia.
Però se dopo un punto si deve fare una linea, si porta
la banderuola direttamente dall'altezza del capo a
quella del ginocchio dal lato opposto. Viceversa, se
dopo una linea si deve fare un punto, si porta la
banderuola direttamente all'altezza del ginocchio e
quella del capo dal lato opposto.
11) Gli apparecchi di tale
tipo sono ora in uso nella R. Marina e nella B.
Aeronautica.
12)
Dall'Addestramento della
fanteria - Vol. II - ediz. 1939.
13) Dal Regolamento per
l'addestramento individuale - Ediz. 1935.
14) Dall'«Addestr. della
fanteria», Vol. II, ediz. 1939.
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