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Fino ad epoche
relativamente recenti, le pubblicazioni
dell'Ufficio Storico - come del resto quelle
degli omologhi di altre nazioni - riguardavano
essenzialmente le campagne e l'opera dei
condottieri. Si è poi esteso l'esame
all'evoluzione delle uniformi e, per ultimo, ai
mezzi impiegati dall'Esercito italiano, prime
fra tutte, e giustamente, le armi portatili.
Nell'ambito di quest'ultimo aspetto, lo studio
in più volumi che ci apprestiamo a licenziare è
dedicato al mezzo corazzato, l'arma che,
considerata agli inizi come ausiliaria, per
ultima è venuta ad aggiungersi a quelle
tradizionali: fanteria, cavalleria, artiglieria
e genio, finendo così per compendiarle tutte, in
quanto equipaggiata da fanti e cavalieri, si
giova dei mezzi offensivi dell'artiglieria e di
quelli del genio, ivi compresa la specialità,
divenuta autonoma delle trasmissioni e del
motore già a suo tempo acquisito
dall'artiglieria per il traino dei suoi pezzi.
Già l'Ufficio Storico aveva dato alle stampe,
nel 1989, un compendioso lavoro concernente la
sofferta gestazione della meccanizzazione
nell'Esercito italiano, in appendice al quale
gli Autori avevamo voluto anche inserire una
interessante (e per lo più inedita)
documentazione iconografica, che illustrava
buona parte delle realizzazioni italiane nel
campo specifico fino al 1945.
Motivi di spazio avevano tuttavia impedito di
descrivere ed illustrare nei particolari tutti i
veicoli da combattimento effettivamente
progettati, realizzati ed impiegati dal nostro
Esercito, con l'approfondimento necessario. E'
quindi un merito dell'Ufficio Storico l'aver
consentito oggi la pubblicazione di questa
ricerca, che si distingue dalle opere
commerciali a carattere divulgativo, edite a
partire dal 1968 sullo stesso argomento, in
quanto gli autori hanno voluto verificare -
utilizzando tutti i documenti oggi a loro
disposizione - qualsiasi notizia, circostanza,
giudizio od altro elemento relativo a ciascuno
di essi.
Sebbene non ci si sia voluti addentrare nella
trattazione degli aspetto storico-operativi,
trattati in altre opere edite dall'Ufficio, è
parso opportuno agli autori non trascurarli del
tutto data l'indubbia influenza che essi ebbero
sulle costruzioni dei mezzi blindo-corazzati.
I disegni degli autoveicoli da combattimento
sono quelli recuperati presso gli archivi delle
ditte costruttrici o tratti da pubblicazioni
degli organi tecnici dell'Esercito o realizzati
appositamente da Nicola Pignato, partendo da
disegni parziali, dati conosciuti e fotografie.
La scala adottata per i complessivi è intorno a
1:50 ove non diversamente specificato, mentre
per i particolari si è fatto uso di scale
diverse. In particolare sono stati rintracciati
tutti gli spaccati dei carri armati in regolare
servizio nel Regio Esercito.
La ratio operis, a parte quella di
offrire allo studioso ed all'appassionato una
trattazione seria e documentata dell'argomento,
è anche quella di sottolineare l'impegno degli
organi tecnici dell'Esercito (e, non va
dimenticato, delle nostre modeste industrie
belliche e specie dei tecnici e delle
maestranze) in circostanze sempre difficili, sia
per certi atteggiamenti di chiusura alle novità
da parte degli autorevoli esponenti
politico-militari, sia per le scarse
disponibilità di bilancio che hanno
periodicamente afflitto nel XX secolo le Forze
Annate Italiane.
Gli autori
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