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GALLERIA FOTOGRAFICA MODELLISMO

 

 

 

Trattrice Pavesi P4 100 Mod. 30A - 1/35

di Gabriele Zenoni

 

Trattore Pavesi Tolotti P4

 

 

 

 

 

Brevi cenni storici

 

Il 3 aprile 1923 l’Ufficio Tecnico Superiore Automobilistico bandì un concorso per un trattore ad aderenza totale per il traino di artiglieria pesante. Tra le specifiche che secondo il bando avrebbe dovuto avere tale veicolo, c’era la trasmissione cardanica, la distanza delle ruote dal telaio non inferiore a 5 cm. anche in sterzata e la possibilità di usare diversi tipi di carburante.

Il 26 giugno 1924, la Commissione dell’UTSA si riunì per valutare i concorrenti. Al concorso partecipò però solo la Motomeccanica Ing. Pavesi. La macchina presentata superò di molto le specifiche richieste e colpì favorevolmente la possibilità di accoppiare più trattori e quella di utilizzare anche miscele di alcool.

Venne ordinata una piccola pre-serie di 45 veicoli con alcune modifiche rispetto ai prototipi. La denominazione ufficiale di questi mezzi fu: Trattore pesante campale Mod 25.

Più tardi la produzione di serie(1000 esemplari) venne affidata alla Fiat perché ritenuta più affidabile della Casa madre. Con alcune ulteriori modifiche al cambio nacque il Mod. 26.

Nel 1931 il Mod. 26 venne di nuovo migliorato nella trasmissione; nei comandi; nella carrozzeria e nell’alimentazione (carburatore Zenith), divenendo prima Mod. 30 e poi, nel 1934 con l’adozione della dinamo senza batteria, della presa di moto per il tachimetro e del regolatore del livello benzina Azimut, Mod 30A.

Il trattore pur non essendo provvisto di avviamento elettrico ne era però predisposto alla dotazione.

L’avviamento a mano poteva avvenire dal davanti come al solito, oppure lateralmente quando il veicolo si trovava in una posizione scomoda per la messa in moto tradizionale. Nel 1941 tutti i P4 vennero dotati di fari elettrici Carello accanto a quelli ad acetilene.

I trattori p.c. Pavesi parteciparono a tutte le campagne che hanno visto l’Italia in guerra: dalla Spagna all’Africa alla Russia. Furono prodotti dalla Fiat fino al 1943, anno in cui entrò in produzione il TM 40.

Alla fine di aprile 1943 erano in servizio ancora 1620 macchine. Dopo la guerra diversi esemplari furono utilizzati in Piemonte per scopi civili.

Oggi due esemplari di trattori Pavesi P4-100 sono conservati al Museo della Motorizzazione Militare della Cecchignola di Roma e altri due al Museo di Piana delle Orme in provincia di Latina.

 

La tecnica

 

Il trattore Pavesi P4-100 era dotato di 2 telai indipendenti uniti fra loro da una barra di collegamento agganciata anteriormente al basamento del motore, e posteriormente alla scatola del secondo differenziale.

Questo particolare accorgimento permetteva ai due telai di ruotare sia sul piano longitudinale che trasversale, garantendo alle ruote la massima aderenza anche su terreni molto sconnessi.

Agendo sul volante si faceva ruotare un albero a cannocchiale terminante in un rocchetto ingranato ad una delle due cremagliere poste sulle traverse dei telai stessi. Siccome la barra di collegamento era incernierata all’altezza dei centri degli assali, i telai ruotavano facendo girare le ruote posteriori su quelle anteriori, generando la “volta corretta”.

Nel telaio anteriore si trovavano: il motore; il radiatore; il serbatoio principale posto fra i due sedili dell’abitacolo; l’abitacolo stesso; il serbatoio ausiliario dotato di una piccola riserva che permetteva di accendere il motore con la benzina quando questo funzionava a petrolio; il cambio; il 1° differenziale ed il verricello di alaggio oltre al freno a mano e a pedale e a tutti gli organi della guida. Su quello posteriore trovava posto il secondo differenziale e, sopra, il cassone con sei sedili per altrettanti serventi. Questi sedili potevano essere rimossi per ottenere un discreto piano di carico.

Per quanto riguarda la trasmissione, ad ogni coppia di ruote corrispondeva un differenziale collegato con l’altro per mezzo di un albero. Da ciascuno dei due differenziali, uscivano i semiassi che trasmettevano il moto alle ruote attraverso pignone, corona e catena.

Le ruote erano costituite da un grosso cerchione di 250 mm. di larghezza, parzialmente ricoperto da un anello di gomma piena. Dal mozzo partivano dei raggi radiali e tangenti che potevano essere registrabili facilmente con lo stesso sistema di quelli delle biciclette.

Ogni ruota era dotata di 10 palette ribaltabili incernierate direttamente al cerchione che, in caso di operazioni su terreni difficili, potevano essere estratte in poco tempo per aumentare l’aderenza.

Nel 1937 i P4 vennero dotati di ruote gommate con battistrada molto profondo per operare su terreni sabbiosi.

 

Il modello

 

Per la realizzazione del P4 - 100, sono stati utilizzati diversi tipo di materiali come lamierino di rame per lavori a sbalzo, fogli e profilati vari di plastica, legno, filo di rame e carta.

Il telaio è in plasticard ottenuto dai disegni pubblicati dal G.I.S. “mezzi corazzati e veicoli militari” dell’IPMS Sez. di Modena a cura del Sig. Carlo Pecchi.

La carrozzeria è in lamierino di rame e con lo stesso materiale si sono costruiti il serbatoio principale e quello secondario, il paraurti anteriore, il portello del cassone, i predellini e la struttura sorreggi telone. Quest’ultima è stata realizzata accoppiando ad un profilato di sezione rettangolare il lamierino per rendere il tutto più rigido ed evitare il più possibile eventuali deformazioni tipiche della plastica sotto l’effetto della colla. Il telone che protegge la cabina e un collage di 11 pezzi di fazzoletti di carta imbevuti di colla vinilica e applicati direttamente alla struttura quando questa era già stata completata e verniciata. Come al vero, la parte superiore e più tesa di quella inferiore.

Le alette di raffreddamento sono state modellate da un profilato quadrato già incollato sui portelli laterali del cofano. Poi il tutto è stato “lavato” a pennello con trielina per rendere gli angoli più morbidi. I fari elettrici (di provenienza Criel. Model ma modificati) poggiano sui loro basamenti di lamierino e plastica (11 pezzi cd.). Le ruote, i mozzi, i carter, le molle e le palette di aderenza sono stati stampati in resina poliuretanica (Prochima) per averne delle copie perfettamente uguali. Il cerchione del prototipo è in lamierino rivestito di plastica per evitare le solite deformazioni e per avere garantita una certa robustezza durante l’applicazione della bullonatura e dell’anello di gomma; le molle sono state ottenute stampando in resina le filettature di due viti di adeguato diametro. Le palette – prototipo, sono in plastica e, perché potessero essere stampate in più copie senza il rischio di trovare bolle o peggio ancora “moncherini”, sono leggermente sovradimensionate. Tutti i raggi delle ruote e le leve per liberare le palette sono in filo di rame. Il basamento del motore è in Milliput e plastica come tutto il resto degli organi meccanici.

I sedili posteriori hanno la spalliera in rame e le fasce elastiche sono state simulate con tondino di plasticard. La base su cui poggiano, come il pavimento del cassone sono di noce verniciata. In qualche caso sono stati ricostruiti alcuni dettagli ricorrendo a fotoincisioni di scarto o dedicate ad altri kit. (es. i bulloni ad occhiello del portellone posteriore).

Il modello è stato verniciato ad aerografo ed invecchiato con smalti Humbrol man mano che veniva costruito. Così, ad esempio, l’interno dell’abitacolo è stato dipinto ed invecchiato quando ancora la carrozzeria esterna non era completa; le ruote sono state prima dipinte e poi montate. A modello finito, hanno ricevuto le palette gia invecchiate.

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

  • Storia dell’artiglieria italiana – Montù

  • La meccanizzazione dell’esercito fino al 1943 – Ceva / Curami

  • Immagini ed evoluzione del corpo automobilistico – Comando Trasp. e Mater. Dell’esercito.

  • Storia della motorizzazione italiana – Pugnani

  • Gli autoveicoli del R.E. nella II G.M. – Pignato

  • Ruote in divisa – Pignacca

  • Notiziario Modellistico del G.M.T. di Trento N. 01/92 e seguenti – Pignato

  • L’Italia in guerra - Arena

  • Manuale pezzi di ricambio del Pavesi P4-100

  • Monografia I.P.M.S. Trattore Pavesi P4-100(P.C. 30A) - Pecchi

  • 72 foto dei P4-100 esposti al Museo della Cecchignola di Roma e quello di Piana delle Orme a Latina

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Un ringraziamento particolare va al Sig. Claudio Perger del G.M.T. di Trento ed al Sig. Rodolfo Ciuffoletti di Terni. Senza la loro preziosa collaborazione, infatti, non sarebbe stato assolutamente possibile realizzare questo modello.        

 

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Note:

(*) Tratto dagli articoli del Dott. N. Pignato apparsi su vari numeri del “Notiziario Modellistico” del G.M.T. di Trento           .

 

Copyright © Gabriele Zenoni, 2002

 

 


 

 

foto 1 - Il Pavesi conservato presso
foto 2 -
foto 3 - Disegno tecnico del telaio
foto 4 -
foto 5 - foto 6 -
foto 7 - foto 8 -
foto 9 - foto 10 -
foto 11 - foto 12 -
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foto 17 -
foto 18 -
foto 19 - G. Zenoni a Piana delle Orme con il modello in scala 1:1 del Pavesi P4 100


 

 



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