GALLERIA
FOTOGRAFICA MODELLISMO
Culquaber e
Uolkefit - A.O.I. 1941 - 1/72
di Giulio Gobbi

A sinistra lo Uolkefit, a destra il Culquaber
Brevi cenni storici
Quelli che io impropriamente ho ribattezzato
Culquaber e Uolkefit sono forse il riassunto della disperata situazione in cui
venne a trovarsi "l'Impero" e tutta L'Africa Orientale Italiana durante la
seconda guerra mondiale, ma di questo si parlerà im maniera molto diffusa in
altra sede.
I due mezzi sono due trattori agricoli Caterpillar blindati con fogli di acciaio
ricavati lavorando le balestre dei camion in disuso, le trasformazioni furono
eseguite dalle officine Monti di Gondar, e riguardarono in tutto sei trattori.
Ho esaminato circa venti fotografie di questi mezzi e sono giunto alla
conclusione che tutte le trasformazioni furono dissimili l'una dall'altra anche
se le ho potute dividere a grandi linee in due sottotipi, quelli armati con tre
mitragliatrici Fiat li ho battezzati "Tipo Culquaber", quelli armati con sei
mitragliatrici Schwarzlose "Tipo Uolkefit". I nomi vengono da quelli di due
famosi caposaldi della zona di Gondar che, protagonisti di una resistenza eroica
di fronte agli inglesi, furono dipinti sulle fiancate di due di questi mezzi.
Non ho trovato foto e documentazione riguardo le sistemazioni interne, ma in
entrambi i mezzi si accedeva dal retro tramite il pannello posteriore che
risultava incernierato, e si nota in entrambi i tipi la presenza di due botole
sul tetto.
Per quanto riguarda la mimetica, ho avuto modo e onore di parlarne addirittura
con Nicola Pignato a Roma al 1° Incontro
mostra, da CRIEL Model nel Dicembre del 2001. Lui è giunto alla conclusione
che i mezzi erano verniciati in un verde che cercava di richiamare in modo più o
meno preciso quello standard del Regio Esercito, e mi ha detto di aver visto una
specie di disegno tecnico di uno di questi carri. Devono essere considerati come
un estremo tentativo di sopperire alla drammatica mancanza di mezzi corazzati,
più che un effettivo valore bellico hanno un valore storico e umano.
Costruzione
Nella migliore delle mie tradizioni, sono
autocostruiti. Ripeto che non ho trovato nessun tipo di disegno, quindi sono
andato per induzione attraverso le foto, se questo può far storcere bocca e naso
ai puristi, potrei dire come dicono a Siena, ma non lo faccio per decenza. I
camion e i trattori blindati di emergenza, mi sono sempre piaciuti, e a questi
due proprio non potevo resistere, ho buttato giù su un pezzo di carta le sagome
di massima in 1/72 e poi ho costruito basandomi sulle foto di seguito (foto 1,
2, 3) ci sono alcune momenti della costruzione del Culquaber.
Si è trattato di fare una specie di scatola di
plasticard sui cui incollare con certosina pazienza delle strisce di plasticard
(facendo uno strappo alla regola ho comprato belle e pronte), per simulare i
fogli di balestra. Dalle foto a parte un esemplare che doveva essere appena
uscito dall'officina, gli altri manifestano durante il loro impiego operativo,
vistosi scalini fra un foglio e l'altro. La parte difficile è stata proprio
cercare di rendere al meglio quei maledetti scalini! Alla fine la soluzione piu'
semplice è stata quella di inserire prima di ogni incollaggio, in modo del tutto
casuale, un minuscolo pezzetto di plasticard fra un foglio e l'altro. La parte
visibile dei cingoli è ricavata da una striscia del solito plasticard
dettagliata con minuscoli pezzetti di lamina di rame, purtroppo nelle foto non
si vede bene e da vicino non ne ho prese.
Le foto sotto (foto 4, 5, 6) mostrano il Culquaber
appena verniciato e prima della fase di invecchiamento. I modelli sono stati
dipinti in acrilico a pennello vista l'eseguita delle superfici, ho usato i
Gunze e mi sono trovato veramente bene. A colore ben asciutto ho passato tutto
il pezzo con una bella mano di Tot Giallo, la normalissima cera per pavimenti,
nella prima foto si vede il pezzo ancora umido, ed ho ottenuto un bel pezzo
lucido. Non mi sono ammattito tutto insieme, lo so che i carri armati amano
ruzzolarsi nel fango quindi considerato l'effetto scala sono opachi, ma il Tot
Giallo serve eccome! Innanzi tutto fa sparire il film delle decal ed è un ottimo
sigillante del colore di fondo. Permette quindi di fare lavaggi senza eccessivi
patemi d'animo. Sopra al Tot per simulare più l'effetto della polvere che non
quello del fango ho fatto dei lavaggi successivi di vari toni di sabbia e
marrone della Tamya, diluiti con normale acqua di rubinetto in rapporto di due
parti di colore per otto di acqua. L'acqua asciuga in fretta e si possono dare
passate successive e dosare molto bene l'effetto. Per far sparire l'effetto
lucido, ho dato una mano finale stavolta a spruzzo di opaco trasparente della
LifeColor.
Per la basetta mi sono affidato al mio solito
sasso piatto e a del terriccio raccolto in giardino. Consiglio vivamente onde
evitare sorprese che una volta incollato il terriccio alla base di fare un bella
"inzuppata" di alcol denaturato per sterilizzare il tutto.
Al solito, l'elenco dei ringraziamenti.
Vito Zita e Claudio Cioffi per le ottime immagini che mi hanno fornito,
Silvano Mussone ormai
mio fornitore ufficiale di lamina di rame, veramente buona, Maurizio Bartoli
senza il quale non avrei mai potuto avere un dialogo diretto con Nicola Pignato
e tutto il forum di
Mezzi Militari.
Copyright © Giulio Gobbi, 2002
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