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Lista dei mezzi e del materiale

utilizzati dal Regio Esercito

 

 

 

Foto carro armato M15/42 gentilmente concessa da Crielmodel ©

 

 

 

Origini e sviluppo

Il carro armato medio M15/42 è l'ultima evoluzione dei carri medi che ebbero come primo rappresentante l’M11/39.
Tutti i rappresentanti di questa serie di mezzi furono sempre afflitti da una cronica inadeguatezza rispetto a quelli che erano sia i desiderata del ministero della guerra che le effettive necessità sul campo.

Le principali carenze riguardavano la scarsa potenza di fuoco, la protezione offerta all'equipaggio (la corazza tendeva a 'sfaldarsi' quando il carro veniva colpito), la meccanica assai fragile, il basso rapporto peso potenza, la ridotta autonomia, la scarsa velocità rispetto alla mole del mezzo e la tendenza ad sprofondare in terreni sabbiosi o soffici imputabile ai cingoli troppo stretti.
Gli unici mezzi alleati cui poteva tener testa, però sotto il solo profilo della corazzatura e della potenza di fuoco erano gli M3 "Stuart" di produzione americana, che d'altra parte li surclassavano in manovrabilità e velocità.
Per cercare di porre rimedio a queste carenze durante la durata del conflitto furono adottati programmi di sviluppo che sembravano essere principalmente rivolti ad incrementarne prestazioni ed affidabilità. L'M13/40 incrementò la potenza da 105 a 125 HP ed aggiunse qualche millimetro alla corazzatura oltre che alla ricollocazione dell'armamento principale dalla casamatta alla torretta girevole (con conseguente installazione delle mitragliatrici in casamatta). L'M14/41 montava un motore diesel da 145 HP che ne portava la velocità su strada a 33 km orari ed era equipaggiato con filtri appositamente studiati per operare in ambiente desertico. L'M15/41 differiva dai predecessori per l'accesso al vano di combattimento situato sul lato destro della casamatta anzichè su quello sinistro, per il vano motore allungato per alloggiare un nuovo propulsore a benzina da 192 HP, per la corazzatura leggermente potenziata, per l'armamento principale che passava da un pezzo da 47/32 ad un 47/40 dotato di maggior velocità iniziale e per la torretta con sistema di brandeggio elettro-meccanico.
Paradossalmente anche se la produzione sia stata limitata a circa 200 esemplari il 15/42 è quello sopravvissuto al conflitto in maggiore quantità.
Varianti
L'unica variante di produzione dell’M15/42 fu quella del carro centro radio, mentre sugli esemplari di tarda produzione comparvero i tubi lanciafumogeni , una cassetta esterna che conteneva la riserva di candelotti e cinque supporti esterni per alloggiare fustini di carburante supplementari.
Impiego operativo
La vita operativa degli M15/42 fu estremamente breve e si concentrò nel periodo il 1942 ed il 1943. Assegnati alla Cavalleria ed ai Carristi vista la ridotta quota di produzione non andarono mai a costituire reparti omogenei a livello reggimento, ma equipaggiarono unità a livello squadrone (o compagnia) in reparti a fisionomia corazzata. Nel dettaglio,
l'M15/42 servì ad equipaggiare una compagnia del XVIII° e del XIX° battaglione carri e in più 3 gruppi blindati misti del 10° Reggimento Cavalleria Corazzata Lancieri di Vittorio Emanuele II (ognuno su 2 squadroni di semoventi da 75/18 e uno squadrone di M15/42), aggregato alla divisione corazzata Ariete II. Le X° Gruppo (corazzato) Vittorio Emanuele II, creato il 1° agosto 1943 e destinato a completare il 10° Rgt, aveva in dotazione 12 M15/42. Il Plotone Carri Centro Radio, anche lui aggregato alla divisione corazzata Ariete II, aveva in carico 5 M15/42.
Sulla carta l'LM15/42 era dotato di un armamento a tiro rapido con alta velocità iniziale in grado di insidiare bersagli di pari categoria, anche se nella realtà non ne esistevano ed era penalizzato anche da problemi di scingolamento dovuti alla accresciuta potenza del propulsore senza che trasmissione e rotolamento venissero adeguatamente potenziati.

Nella realtà dei fatti si dimostrò assolutamente inadeguato a fronteggiare i mezzi tedeschi che gli si contrapposero durante la difesa di Roma o quelli alleati che si trovarono a fronteggiare combattendo nelle fila della R.S.I o della Wehrmacht.
Alcuni catturati M15/42 furono impiegati da reparti tedeschi, da reparti corazzati del ricostituito Esercito Italiano e della Polizia fino ai primi anni '50, anche se con alcune modifiche apportate alla ruota motrice per arginare il problema dello scingolamento.

 

 

 



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