COMUNICATO N. 1
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Per misure di carattere precauzionale sono
state mobilitate tra il 5 e l'11 corrente due Divisioni: la «Peloritana»
e la «Gavinana». Le operazioni di richiamo dei contingenti della classe
1911 si sono svolte nel massimo ordine. - 11 febbraio XIII.
COMUNICATO N. 2
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Si svolgono, con ordine perfetto, le
operazioni di imbarco degli effettivi e dei materiali della Divisione «Peloritana»
destinati all'Africa Orientale per rafforzare tempestivamente le difese
delle nostre due Colonie. E' escluso il richiamo di altre classi
anteriori a quella del 1911, salvo per aliquote di ufficiali e
specialisti che si rendessero necessarie e salvo il caso di
complicazioni europee che sembrano da escludersi nell'attuale periodo,
dopo le recenti intese dì Roma e di Londra, anche in previsione di
ulteriori più ampi sviluppi che ne potranno derivare e che rientrano
nelle direttive della politica italiana. Tuttavia di fronte ad ogni
eventualità è da ricordare che in conseguenza delle nuove leggi fasciste
le quali hanno esteso l'obbligo militare dai 18 ai 55, anni, l'Italia
può mobilitare 37 classi, con un totale di effettivi tra i sette e otto
milioni di uomini. La classe 1914 sarà chiamata alle armi all'epoca
normale, cioè al 1° aprile. Continuano a giungere quotidianamente al
Ministero della Guerra migliaia di domande per arruolamenti volontari di
cui è tenuto debito conto. Sono state costituite due nuove Divisioni,
che si chiameranno «Gavinana II» e «Peloritana II». Tutti i materiali
che partono sono reintegrati con simultanee ordinazioni all'industria
nazionale. - 26 febbraio XIII.
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Il Duce
accompagnato dal Sottosegretario di Stato
alla Guerra, Gen. Federico Baistrocchi,
passa in rivista le Camicie Nere della «28
Ottobre». Archivio Vito Zita © |
Fonte:
Cronache illustrate dell'azione italiana in
A.O., Tuminelli e C. Editori, Roma, 1936 |
COMUNICATO N. 3
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Su proposta del Capo del Governo, S.M. il
Re ha nominato Governatore della Somalia e Comandante delle truppe il
Generale di Corpo d'Armata Rodolfo Graziani. Il Generale Graziani è già
sbarcato a Mogadiscio insieme con i primi contingenti della «Peloritana»,
giunti col Vulcania e col Biancamano. Il Duce ha mandato
un telegramma di caldo elogio al Governatore cessante Maurizio Rava.
Mentre la «Gavinana» sta per concentrarsi a Napoli, in attesa
dell'imbarco per l'Africa Orientale, da Genova sono partiti per la
stessa destinazione, allo scopo di rafforzare le nostre difese aeree,
reparti organici dell'Armata Aerea con squadriglie di apparecchi ed un
totale di mille uomini circa, tutti volontari. Le industrie nazionali
aeronautiche hanno già avute le ordinazioni che sostituiscono il
materiale partito e in partenza. D'ordine del Duce, Ministro delle Forze
Armate, tutti i volontari saranno inquadrati esclusivamente nelle
formazioni della M.V.S.N. che saranno destinate in Africa Orientale.
Saranno arruolati gli uomini validi dalla classe 1880 inclusa a quella
del 1910 inclusa. A Comandante della Divisione «Gavinana II» è stato
nominato il Generale Lazzi, ed a Comandante della Divisione «Peloritana
II» il Generale Ivaldi. - 9 marzo XIII.
COMUNICATO N. 4
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Il Capo del Governo, Ministro delle Forze
Armate, ha ordinato, per misura di carattere precauzionale, il richiamo
per la precettazione di tutta la classe del 1911. - I8 marzo XIII.
COMUNICATO N. 5
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Con Decreti, in corso di firma, su
proposta del Capo del Governo, Ministro delle Forze Armate, S.M. il Re
ha nominato: il Generale Emilio De nono, Comandante di tutte le truppe
dell'Africa Orientale: il Generale Gabba Melchiade, Capo di S.M.; il
Generale Cona Ferdinando, Sottocapo di S.M.; il Generale Dall'Ora
Fidenzio, Intendente; il Generale Pirzio Biroli Alessandro, Comandante
del Corpo d'Armata indigeno. - 23 marzo XIII.
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Sbarco di
truppe a Massaua. Archivio Vito Zita © |
Fonte:
Cronache illustrate dell'azione italiana in
A.O., Tuminelli e C. Editori, Roma, 1936 |
COMUNICATO N. 6
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Le notevoli forniture di armi spedite ad
Addis Abeba da talune fabbriche europee nettamente identificate, i
provvedimenti di mobilitazione presi dal Governo etiopico, il discorso
recentemente pronunciato dal Negus, impongono l'adozione di altre misure
di ordine precauzionale per garantire la sicurezza delle nostre Colonie
dell'Africa Orientale. Il Duce, Ministro delle Forze Armate, ha ordinato
la mobilitazione della Divisione «Sabauda» (Cagliari) e la mobilitazione
delle prime due Divisioni Camicie Nere: la Divisione «XXIII Marzo» e la
Divisione e «XXVIII Ottobre». Queste due Divisioni sono comandate
rispettivamente dai Generali divisionali Bastico e Somma e dai Vice
Comandanti Generali brigadieri Galamini e Moscone. Sono stati mobilitati
inoltre i Battaglioni Camicie Nere di Palermo, Cuneo, Ravenna e Forlì.
Per portare altre unità metropolitane sul piede di guerra sono stati
chiamati alle armi i congedati della classe 1913 che avevano fatto sei
mesi soltanto di servizio militare. Con questo provvedimento la classe
del 1913 è al completo sotto le armi, così come quelle del 1911 e del
1914. In Eritrea l'Alto Commissario ha battuto il «Chitet» per la
II Divisione indigena. E' in corso la formazione di una nuova Divisione,
che si chiamerà «Sabauda II», al comando del Generale Porta, ed è in
corso anche la ricostituzione dei Battaglioni Camicie Nere. Tutte queste
operazioni si sono svolte con assoluta regolarità. - 7 maggio XIII.
COMUNICATO N. 7
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Una parziale mobilitazione delle forze
abissine e l'arrivo in Etiopia di altri materiali bellici impongono di
adottare nuove misure difensive per garantire da ogni attacco la
sicurezza delle nostre Colonie dell'Africa Orientale. Il Duce, Ministro
delle Forze Armate, ha quindi ordinato la mobilitazione della Divisione
«Gran Sasso» (Chieti) comandata dal Generale Terziani. Una nuova
Divisione che si chiamerà «Gran Sasso II» è già stata costituita al
comando del Generale Torrieri. E' stata ordinata la mobilitazione di una
terza Divisione Camicie Nere che si chiamerà «XXI Aprile» e che sarà
comandata dal Generale Appiotti e dal Vice Comandante Console Gen.
Mischi. E' stata ordinata la mobilitazione di una quarta Divisione
Camicie Nere che si chiamerà «III Gennaio» e che sarà comandata dal
Generale divisionario Traditi e dal Vice Comandante Generale Tessitore.
In questi ultimi tempi forti aliquote di ufficiali, sottufficiali,
comuni e specialisti della Regia Marina sono stati chiamati con le norme
della precettazione personale. E' stato sospeso il congedamento della
Leva marittima del 1913. A comandare il complesso delle nostre Forze
navali dislocate nel Mar Rosso è stato destinato il Contrammiraglio
Barone, che è già arrivato a Massaua. Tutte le operazioni di
mobilitazione si svolgono con assoluta regolarità senza il minimo
incidente. - 3I maggio XII.
COMUNICATO N. 8
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Il ritmo accelerato della preparazione
militare dell'Etiopia, impone di procedere ad ulteriori misure di
carattere militare. Il Duce, Ministro delle Forze Armate, ha ordinato la
mobilitazione della Divisioni «Sila» che sarà comandata dal Generale
Bertini e dal Vice Comandante Cerruti. E' stata simultaneamente
costituita una Divisione che si chiamerà «Sila II» agli ordini del
Generale De Michelis. E' stata ordinata, inoltre, la mobilitazione di
una Divisione CC.NN. che si chiamerà «I Febbraio» al comando del Gen.
Attilio Teruzzi e del Vice Comandante Marghinotti. E' in corso la
ricostituzione di tutte le formazioni Camicie Nere al posto di quelle
destinate all'A.O. E' stato ordinato il richiamo degli specialisti
dell'Arma del Genio e degli Automobilisti appartenenti alle classi 1909,
1910 e 1912. Il Ministero dell'Aeronautica ha ordinato il richiamo di
altre aliquote di piloti e di specialisti. Il Ministero della Marina ha
ordinato la costruzione immediata di 10 sommergibili, che saranno varati
contemporaneamente nei primi mesi dell'anno XIV. - I6 luglio XIII.
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Inoltro di
truppe verso il fronte. Archivio Vito Zita © |
Fonte:
Cronache illustrate dell'azione italiana in
A.O., Tuminelli e C. Editori, Roma, 1936 |
COMUNICATO N. 9
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
In conseguenza dei preparativi avanzati di
mobilitazione delle forze, etiopiche il Duce, Ministro delle Forze
Armate, ha ordinato la mobilitazione delle Divisioni «Assietta» di Asti
e «Cosseria» di Imperia, comandate rispettivamente dai Generali Riccardi
e Pintor. E' stata sostituita la «Cosseria II» e in sostituzione
dell'«Assietta» è stata costituita la «Trento» completamente
motorizzata. E' in formazione una sesta Divisione Camicie Nere formata
coi volontari italiani residenti all'estero e con i battaglioni organici
di mutilati, ex combattenti, ex volontari, ex arditi della Grande
Guerra. Questa Divisione si chiamerà «Tevere» e sarà comandata dal
Generale Boscardi. Gli studenti volontari saranno con un rapido corso
preparati per inquadrare i reparti. Tutte le operazioni si svolgono con
assoluta regolarità. - 6 agosto XIII
COMUNICATO N. 10.
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
L’ordine di mobilitazione generale in Etiopia sotto la pressione dello
spirito bellicoso ed aggressivo fomentato tra capi e gregari che hanno
da tempo reclamato a gran voce e ultimamente imposto la guerra contro
l’Italia rappresenta una diretta e immediata minaccia perle truppe
italiane nelle nostre due Colonie dell’Africa Orientale. La minaccia è aggravata dal fatto che la creazione di una zona neutra,
annunziata da Addis Abeba con speciosi motivi, costituisce soltanto una
mossa strategica destinata a predisporre meglio l’adunata e la
preparazione aggressiva delle truppe abissine. L’aggressione continuata e sanguinosa - documentata dal memoriale
italiano - alla quale è stata sottoposta l’Italia negli ultimi decenni
sta per entrare così in una fase di maggiori proporzioni e di più larga
portata, di cui sono palesi i gravi e immediati pericoli, ai quali
ragioni elementari di sicurezza impongono di reagire senza indugio. Il Comando superiore in Eritrea ha pertanto ricevuto ordini di agire
in conseguenza. Le truppe italiane stanno occupando talune posizioni avanzate, oltre
le nostre linee. - 3 ottobre XIII.
COMUNICATO N. 11.
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Ieri 3 ottobre,
alle ore 5, le Divisioni dell’Esercito, le Divisioni di Camicie Nere e
quelle indigene hanno, per respingere l’imminente minaccia etiopica,
oltrepassato il confine tra Barrachit e Meghec. Travolti elementi della
copertura avversaria, che non erano stati affatto ritiri - come si era
annunciato a Ginevra - le colonne italiane si sono spinte, attraverso
terreno aspro e difficile, lungo una fronte che dista in media 20
chilometri dal confine. L’opposizione delle forze
etiopiche non è stata impegnativa, mentre le popolazioni hanno atteso le
truppe italiane all’ingresso dei paesi agitando drappi bianchi. L’Intendenza ha provveduto a una
immediata distribuzioni di viveri a queste popolazioni che si trovano in
uno stato di estrema miseri. L’aviazione ha compiuto tre
ricognizioni tattiche che sono giunte oltre Macallé ed oltre il fiume Tacazzé. Altre squadriglie hanno
lanciato manfestini alla popolazione; due squadriglie da bombardamento, fatte
segno a violento fuoco di fucileria e artiglieria, hanno bombardato
forze armate etiopiche raccolte attorno ad Adua ed Adigrat. Durante la notte le truppe hanno
sostato sulle posizioni raggiunte. All’alba di stamane l’avanzata è
stata ripresa su tutta la fronte. Il generale De Bono telegrafa:
«Morale delle truppe elevatissimo». - 4 ottobre XIII.
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Il II Corpo
d'Armata Nazionale entra ad Adua. Archivio
Vito Zita © |
Fonte:
Cronache illustrate dell'azione italiana in
A.O., Tuminelli e C. Editori, Roma, 1936 |
COMUNICATO N. 12
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Nella giornata di ieri 4 ottobre le nostre
truppe con aumentato slancio ed entusiasmo hanno progredito verso i loro
obiettivi. Il primo, Corpo d'Armata Nazionale e il Corpo d'Armata
indigeno hanno raggiunto con le avanguardie rispettivamente Adigrat ed
Entisciò dove le popolazioni esponendo bandiere bianche si sono poste
sotto la protezione dell'Italia. Sulla destra il II Corpo d'Armata
Nazionale superate con il concorso dell'Aviazione resistenze di truppe
nemiche rafforzatesi a Darò Taclè, ha anche esso proseguito verso sud
attestandosi verso sera oltre tale ultima località. Nel bassopiano
orientale l'Aviazione ha disperso un forte nucleo di armati del Sultano
Terù in regione Aussa. E' stata bombardata da aerei Amba-Bircutam,
presidiata dagli armati di Ras Burù. Il generale De Bono comunica che
tutte le truppe hanno dato prova ottima di resistenza alle fatiche
derivanti da difficoltà terreno, lunghezza percorsi ed elevata
temperatura. Alle 5 di stamane è stata ripresa l'avanzata.
Fronte somalo. — Nel settore
occidentale le nostre truppe hanno occupato Dolo ed altre località
limitrofe. E' stato eseguito un bombardamento su Gorrahei con una
squadriglia di sei Caproni. - 5 ottobre XIII.
COMUNICATO N. 13
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Fronte
eritreo. - Ieri
5 ottobre la nostra bandiera che il
18 maggio 1896 fu ammainata dal forte di Adigrat è stata issata
nuovamente sulle rovine del forte stesso dalle salde truppe del 1° Corpo
d’Armata guidate dal Generale Santini. La popolazione ed il clero hanno
fatto atto di sottomissione. Il Corpo d’Armata indigeno, dopo
essersi con fulminea manovra impadronito della Araba-Haugher
travolgendone i difensori, si è stabilito nella conca di Entisciò. Il
Secondo
Corpo d’Armata nazionale che aveva il terreno più aspro da percorrere,
ha raggiunto i margini della conca di Adua. L’aviazione ha efficacemente
cooperato con le varie colonne. Il Generale De Bono comunica che «tutte le truppe indistintamente hanno dato prova di grande slancio,
disciplina e resistenza». Verso sera le truppe hanno sostato
sulle posizioni raggiunte. I reparti del Genio e migliaia di operai,
lavorando ininterrottamente giorno e notte, hanno già trasformato il
sentiero, che dal confine va a Adigrat, in una strada percorribile da
autocarri. Altri capi di località limitrofe si
sono presentati verso sera per fare atto di sottomissione. Stamane
all’alba è stata ripresa l’avanzata dei Secondo Corpo d’Armata Nazionale
su Adua.
Fronte
somalo. - Ieri
mattina; 5 ottobre, le truppe del
settore Nord orientale dopo breve combattimento hanno occupato Gherlogubi.
- 6 ottobre XIII.
COMUNICATO N. 14
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Fronte
eritreo
Stamane, 6 ottobre, all’alba, le truppe del
Secondo Corpo d’Armata Nazionale hanno ripreso l’avanzata ed alle ore
10,30 sono entrate in Adua i notabili, il clero e parte della
popolazione si sono presentati al Comando a fare atto di sottomissione. Un tentativo nemico da Debra Sinna
è stato respirato. Sulla nuova linea si è già stabilito il collegamento
fra i diversi Corpi d’Armata. - 7 ottobre XIII.
COMUNICATO N. 15
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Durante la giornata del 7 ottobre le
truppe hanno provveduto a sistemare le posizioni occupate oltre Adua e
ad organizzare le linee di comunicazione ed i servizi. Numerosi reparti
del Genio e masse imponenti di operai hanno continuato il lavoro nelle
retrovie in modo che le autocolonne possono già arrivare regolarmente
sulla linea del fronte. Un tentativo di attacco su Om-Ager é stato
respinto dagli ascari della banda di confine di Tessenei. Le popolazioni
delle zone occupate, all'ombra del tricolore italiano simbolo di
civiltà, hanno ripreso la loro vita normale. Nelle operazioni dei giorni
scorsi sono state catturate centinaia di prigionieri e molto materiale
bellico. Le perdite dei reparti nazionali, dato l'impiego (lei nostri
merci, sono minime. Per quanto non ancora accertate, le perdite degli
abissini sono gravi. Morale di tutte le truppe eccellente. - 8 ottobre
XIII.
COMUNICATO N. 16
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
La giornata di ieri 8 ottobre fu
tranquilla su tutto il fronte, salvo piccole azioni di pattuglie sulla
linea occupata dal Corpo d'Armata indigeno. L'aviazione spintasi a sud
di Macallè, ai guadi del Tacazzè, non ha rilevato che sieno in
formazione concentramenti nemici. Nell'azione svolta dal 23° Battaglione
Indigeni ad Araba Sebat, alla vigilia della presa di Adua, le perdite
degli abissini furono gravi anche tra i capi. Continua alacremente il
lavoro di sistemazione logistica delle retrovie. - 9 ottobre XIII.
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Reparti del
Genio costruiscono le strade sulle quali le
autocolonne giungeranno alla linea del
fronte. Archivio Vito Zita © |
Fonte:
Cronache illustrate dell'azione italiana in
A.O., Tuminelli e C. Editori, Roma, 1936 |
COMUNICATO N. 17
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Ieri 10 ottobre, mentre si
continuava a lavorare nelle retrovie per le sistemazioni logistiche di
ordine stradale e idrico, reparti del Corpo d’Armata Indigeno, fanteria
e cavalleria, hanno proseguito l’opera di rastrellamento oltre le
nostre linee, disperdendo vari nuclei di armati abissini. Verso il tramonto, il degiac Hailè
Sellassiè Gugsà, capo della vasta regione del Tigrè orientale, si è
presentato ai nostri avamposti e si è messo con i suoi armati -
assommanti a parecchie migliaia - agli ordini del generale Santini. Poco dopo anche il degiac Hassà
Araià è passato con i suoi armati dalla nostra parte. Questi avvenimenti hanno una
grande importanza perché dimostrano nettamente come alla periferia gli
abissini non siano proclivi a combattere contro gli italiani, dei quali
ricordano tuttora il governo di umanità e di giustizia praticato quarant’anni addietro in quelle stesse regioni. Le cifre delle perdite italiane
diramate da giornali stranieri sono menzognere. Gli accerchiamenti
compiuti su tutto il vasto fronte, dopo i quattro giorni di avanzata,
danno le seguenti cifre: 30 morti, dei quali 5 nazionali e 25 indigeni,
70 feriti, dei quali 50 indigeni; dispersi 33 indigeni. Le notizie
riflettenti i morti e i feriti sono state direttamente comunicate alle
rispettive famiglie.
Armi catturate: un cannone, una
mitragliatrice, 134 fucili, trenta casse di munizioni. Procede la riorganizzazione delle
zone occupate con le adesioni sempre più spontanee del clero e delle
popolazioni. Sul fronte somalo continuano le
diserzioni degli abissini. La notizia, di provenienza
straniera, di diserzioni dei nostri ascari è, come tutte le altre,
falsa. L’Aviazione ha compiuto
ricognizioni tattiche e strategiche oltre il fiume Tacazzè, senza
notare concentramenti di armati abissini. La notizia che un aeroplano
italiano sia caduto presso Axum è falsa. Nel prossimi giorni il Comando
Generale si trasferire nel territorio conquistato. Ottima la salute e superbo il
morale delle truppe. - 11 ottobre XIII.
COMUNICATO N. 18
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Alle ore 13 del giorno 11 il Degiac Hailé
Sellassiè Gugsà, dopo essersi presentato agli avamposti, si è recato a
Coatit dinanzi al generale De Bono. Egli vestiva con uniforme tipo
europeo kaki ed aveva al suo seguito alcuni suoi sottocapi. La sua
scorta personale era di 1.500 uomini armati di fucili prevalentemente
Manlicher, con venti mitragliatrici, quattro cannoni da montagna e due
cannoncini antiaerei Oerlikon. Tale scorta si é raccolta attorno ad
Adigrat. Il Degiac Hailé Sellassié Gugsà ha rinnovato al generale De
Bono i suoi sentimenti di devozione all'Italia e, mettendosi a nostra
completa disposizione, ha manifestato la speranza che il suo atto decida
altri capi ad imitarlo per dare a tutte le popolazioni del Tigrai -
pacificate all'ombra del tricolore italiano - tranquillità, benessere e
giustizia. Oggi domenica 13 il generale De Bono visiterà Adua dove
passerà in rassegna le truppe e inaugurerà il monumento ai caduti nel
1896. Nella giornata di ieri, continuando l'azione di rastrellamento, un
reparto di fanteria indigena fatto segno a fuoco di fucileria circondava
e disperdeva il nemico che lasciava sul terreno ventidue morti, tra i
quali un capo. Sul fronte somalo nulla da segnalare. - 13 ottobre XIII.
COMUNICATO N. 19
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Ieri 14 ottobre il generale De Dono ha
visitato Adua dove ha preso possesso della regione in nome di S.M. il
Re. Egli ha passato in rivista le truppe della Divisione Gavinana e
quelle indigene rivolgendo un discorsa ai capi ed al clero nonché agli
indigeni presenti in numero di 4.000 circa. Sempre nella giornata di
ieri, al mattino ed al pomeriggio, l'Aviazione ha compiuto ricognizioni
nella regione a sud di Macallè, disperdendo gruppi di armati in marcia
verso nord, bombardando un accampamento di circa 300 tende sulle pendici
nord di Aralia Alagi ed un deposito di munizioni a Bel-Mitrian, il quale
è saltato in aria. Nel bassopiano occidentale continuano a presentarsi
popolazioni indigene per sottomettersi. - I5 ottobre XIII.
COMUNICATO N. 20
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Stamane, 15 ottobre, alle ore 7.15, le
nostre truppe sono entrate nella città santa di Axum. - 16 ottobre XIII.
COMUNICATO N. 21
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Il Generale De Dono telegrafar da Adigrat
di avere passato in rivista le truppe nazionali e quelle del Degiac
Gugsà. Egli ha quindi annunciato di nominare Gugsà, in nome di S.M. il
Re d'Italia, Ras dei Tigrai. Tale annuncio è stato accolto con
manifestazioni di entusiasmo dai capi e da tutta la popolazione. La
sistemazione logistica nel territorio occupato procede con la più grande
intensità e gli autocarri possono normalmente transitare da Senafè ad
Adigrat. L'aviazione ha effettuato le consuete ricognizioni a sud cd
ovest del nostro schieramento e nei dintorni di Macallè, dove stanno
concentrandosi notevoli forze nemiche. Alcuni velivoli sono stati fatti
segno a intenso fuoco di fucileria che non ha causato danni. Sul resto
del fronte e sul fronte somalo nulla da segnalare. — I7 ottobre XIII.
COMUNICATO N. 22
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Il Generale De Dono telegrafa che, salvo
ricognizioni dell'aviazione, non vi è nulla ala segnalare sul fronte
eritreo e sul fronte somalo Continuano le sottomissioni dei capi,
popolazioni e comunità religiose. - 18 ottobre XIIl.
COMUNICATO N. 23.
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Il Generale De Bono comunica che nulla di speciale vi è da segnalare
sul fronte somalo ed eritreo. Il Generale De Bono ha emanato un
bando, che abolisce la schiavitù nelle zone occupate dagli italiani e
ordina la liberazione degli schiavi. - 19 ottobre XIII.
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L'ingresso
delle truppe italiane ad Axum. Archivio
Vito Zita © |
Fonte:
Cronache illustrate dell'azione italiana in
A.O., Tuminelli e C. Editori, Roma, 1936 |
COMUNICATO N. 24.
Il Maresciallo Badoglio telegrafa:
Nella giornata del 18 ottobre dieci
apparecchi dell'Aviazione della Somalia italiana hanno bombardato per
un'ora il presidio etiopico di Dagnerei, nella regione somala degli
Sciaveli sul fiume Uebi Scebeli, presidio che si preparava ad attaccare
le nostre linee. Dopo il bombardamento, durante il quale
cinque nostri apparecchi furono leggermente colpiti da pallottole di
fucile, i Dubat dei gruppo bande di Mustaihl, guidati dal maggiore dei
granatieri Fava, sono andati i all'attacco e, malgrado la tenace
resistenza, hanno sopraffatto il nemico e si sono impadroniti della
posizione fortificata. Oltre tale posizione, gli etiopici,
incalzati dai nostri, si sono dispersi, lasciando sul terreno cinquanta
morti, moltissimi feriti e parecchie decine di prigionieri. Nostre
perdite di Dubat: quattordici morti e quaranta feriti. Nella posizione fortificata sono stati
abbandonati dal nemico: due cannoni, due mitragliatrici, due autocarri,
centinaia di fucili e molte cassette di munizioni. All'azione hanno partecipato, insieme con
i nostri Dubat, gli armati del Sultano Olol-Dinle, capo della regione
degli Sciaveli, già dipendente dal Governo etiopico, e ora passato dalla
nostra parte. Egli ha chiesto di partecipare al combattimento per dare
prova della sua lealtà.