1915-1945
I primi trent'anni della “Sassari”. Breve
viaggio nella storia dell'Unità attraverso alcuni fregi
da berretto
di Davide Zamboni
La "Sassari"
è una delle Unità militari italiane più conosciute: il suo nome è famoso
soprattutto per le eroiche battaglie combattute sul fronte italiano della Grande
Guerra, dal Carso all’Altopiano di Asiago fino al Piave. Questo articolo non ha
la pretesa di essere l’ennesimo scritto autorevole sulla storia dei Diavoli
Rossi, ma vuole essere semplicemente un ulteriore tributo, attraverso parte dei
fregi utilizzati dalla Prima alla Seconda guerra mondiale, a questi
impareggiabili eroi mai dimenticati.
La Brigata “Sassari” fu costituita il 1° Marzo 1915 a
Tempio Pausania, e Sinnai in Sardegna, con i reggimenti
di Fanteria 151° “Sassari” e 152° “Sassari”, entrambi,
come la Brigata omonima, di nuova costituzione. Questi
reggimenti furono, inizialmente, costituiti con parte
dell’organico proveniente dalla Brigata “Reggio” (45° e
46° Reggimento di Fanteria “Reggio”), poi il
reclutamento fu effettuato in terra sarda.
Nel luglio 1915 la Brigata “Sassari” viene inviata sul
Carso dove, nelle postazioni note come Bosco Cappuccio,
Bosco Lancia, Bosco Triangolare conquistò la sua prima
citazione sul bollettino del Comando Supremo quando
espugnò le temibili trincee austriache note come le
trincee delle "Frasche" e dei "Razzi". Gli
austro-ungarici ribattezzarono, fin dal primo giorno in
cui li conobbero, “Diavoli Rossi” questi soldati ornati,
al bavero, di mostrine metà bianche e metà rosse in cui
spiccava quest’ultimo colore.

© Collezione privata Davide Zamboni – Ferrara
Gruppo di ufficiali nel 1916 della Brigata “Reggio”: in
piedi, il secondo a partire dalla sinistra, è un
ufficiale della Brigata “Sassari”, precisamente del 152°
Reggimento, con fregio mod. 909 da ufficiale ricamato in
filo di cotone grigioverde. L’uniforme indossata dagli
ufficiali è del modello medesimo al fregio, cioè la 909
per truppe a piedi. Questa foto è altamente
significativa perché testimonia l’attaccamento delle due
Brigate che saranno, anche dopo la fine della Grande
Guerra, sorelle per i motivi descritti sopra

© Collezione privata Davide Zamboni – Ferrara
Fregio mod. 909 in filo di lana nero ricamato su panno
grigio verde del 151° Reggimento di Fanteria “Sassari”.
Questo fregio era in dotazione principalmente, come da
regolamento, ai fanti di truppa, ma non veniva
disdegnato dagli ufficiali, soprattutto in prima linea
per esigenze di mimetismo e cameratismo.
Nel 1916 la Brigata venne spostata
sull’Altopiano di Asiago e nel giugno dello stesso anno
conquistò Monte Fior, Monte Castelgomberto e Casara
Zebio ottenendo, per l’eroica impresa, il conferimento,
ad entrambi i reggimenti, della Medaglia d’Oro al Valor
Militare.
Nel 1917, più precisamente tra ottobre e
novembre, quelli che la storia ricorda ancora oggi come
i tragici giorni di Caporetto, la “Sassari” combattè le
avanguardie austro-tedesche fino al Piave e il
Battaglione “Musinu” fu l’ultimo di tutte le nostre
Forze Armate a passare il fiume chiudendo il
ripiegamento italiano incalzato dal nemico in avanzata.
Nel gennaio 1918, sempre sull’Altipiano di
Asiago, la Brigata fu impegnata nella battaglia dei “Tre
Monti” conosciuti come Col de Rosso, Col d'Echele e
Monte Valbella. La cruenta battaglia, conclusasi a
favore del sassarini, valse alla Brigata la seconda
Medaglia d’Oro al Valor Militare ad entrambi i suo
reggimenti.
Finita la Prima guerra mondiale, nel 1919 la Brigata fu
spostata a Torino fino al 1920 anno in cui fu anche a
Roma per un brevissimo periodo. Dal 1920 al 1940 la
“Sassari” fu di stanza a Trieste.
Le vicende organiche di tutto il Regio
Esercito Italiano vedono partecipe delle diverse riforme
anche la Brigata “Sassari” che nel 1926 (fino al 1934)
diviene la XII Brigata di Fanteria e poi XII Divisione
Militare Territoriale di Trieste quando venne abolito,
in tutto il R.E. il livello di Brigata per avere quello
di divisione quale grande unità territoriale. Nel 1934
diviene la XII Divisione di Fanteria “Timavo” che
inquadra, oltre ai due Reggimenti di Fanteria cardine,
ovviamente il 151° e 152°, anche il 34° Reggimento
Artiglieria.

© Collezione privata Davide Zamboni – Ferrara
Fante del 152° Reggimento di Fanteria “Sassari” in
uniforme mod. 34. Si noti il fregio in metallo che porta
sul berretto rigido. Questa uniforme, introdotta nel
1934 con la nota “Riforma Baistrocchi”, era anche
corredata di bustina per i servizi armati. Il fregio,
per la truppa, era in filo nero ricamato su panno
grigioverde, modello utilizzato anche durante tutta la
seconda guerra mondiale.

© Collezione privata Davide Zamboni – Ferrara
Fregio per bustina da truppa mod. 34-40 ricamato in filo
nero su panno grigioverde del 151° Reggimento Fanteria
“Sassari”. Questo fregio ha accompagnato i Diavoli Rossi
prima e per tutta la seconda guerra mondiale fino al 10
settembre 1943. I numeri nel tondino sono in lega di
metallo dorata. Non sempre i fanti avevano in dotazione
bustine complete di fregio con numero di reggimento, il
più delle volte veniva caricato un fregio privo
dell’indicazione numerica dell’unità di appartenenza.
All’inizio della Seconda Guerra mondiale,
nel 1939 venne costituita la Divisione "Sassari"
comprendente i due reggimenti originari (151° e 152°
Fanteria “Sassari”) e il già citato 34° Reggimento
Artiglieria. La Divisione venne impegnata, unitamente
alla grande Unità in cui era inquadrata, ovvero la 2a
Armata, in territorio jugoslavo a partire dal 6 aprile
1941. Il 20 aprile dello stesso anno la 2a
Armata, dopo aspri combattimenti con l’esercito
jugoslavo, raggiunse Tenin (Knin), città dove per quasi
due anni ebbe sede il Comando della Divisione "Sassari".
Fino al 1943 la Divisione fu impegnata a mantenere i
territori conquistati e a fronteggiare la guerriglia
locale. Nel marzo 1943 la Divisione "Sassari" rientrò in
Italia e fu stanziata, unitamente alla Divisione
“Granatieri di Sardegna”, Divisione “Ariete” e a un
contingente della Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.)
in difesa di Roma. Dall'8 al 10 settembre 1943, insieme
alle su citate Unità prese parte ai combattimenti contro
i tedeschi e il 10 settembre 1943 la Divisione "Sassari"
fu disciolta. Le bandiere del 151° e del 152° furono
portate in salvo e nascoste a monte Mario.
Le
vicende della “Sassari”, come per altri reparti delle
Forze Armate regie, non si conclusero con lo
scioglimento dell’unità del 10 settembre del 1943, ma
continuarono nella Repubblica Sociale Italiana con la
costituzione del Battaglione Volontari di Sardegna
“Giovanni Maria Angioy”. Non si hanno notizie di reparti
originari della “Sassari” ricostituiti nell’Esercito del
Sud. Il Battaglione Volontari di Sardegna si costituì a
Cremona nell’ottobre 1943 per opera del Ten.Col.
Bartolomeo Fronteddu e di Francesco Maria Barracu,
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio della
R.S.I.. Entrambi vollero riunire i reduci della
Divisione “Sassari” ed militari sardi in un’unità
specializzata che mantenesse vivi gli ideali di
abnegazione e spirito di sacrificio propri di quella che
nella Prima guerra mondiale fu una della Unità più
encomiabili del Regio Esercito Italiano. Per questo
motivo all’unità venne concesso di indossare le mostrine
Pla Unità più encomiabili del Regio Esercito Italiano.o
di sacrificio propri di quella che nella Prima guerra
mondiale fu una d bianco-rosse della gloriosa
Brigata “Sassari” caricate dello scudo sardo con i
quattro mori. Nel dicembre 1943 il Battaglione volontari
di Sardegna fu inviato a Pola, in Dalmazia, dove prestò
servizio fino al 3 maggio 1945.

© Collezione privata Davide Zamboni – Ferrara
Prima versione del fregio da truppa del Btg. Volontari
di Sardegna della RSI ricamato in filo bianco su panno
grigioverde. Successivamente venne introdotto un
secondo modello, simile al primo, ma al posto dei gladi
vi erano i tipici coltelli sardi: le pattade. Questi
coltelli accompagnarono tutti i fanti della “Sassari”
nelle trincee della Grande Guerra e per questo vennero
scelti come simbolo durante la RSI.
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Bibliografia
“STORIA DELLA BRIGATA SASSARI”, Giuseppina
Fois, Edizioni Gallizzi, 1981
“LA GUERRA DIMENTICATA DELLA BRIGATA
SASSARI – LA CAMPAGNA DI JUGOSLAVIA 1941-1943”,
Francesco Fatutta e Paolo Vacca, Editrice Democratica
Sarda, 2001
“R.S.I. UNIFORMI, DISTINTIVI,
EQUIPAGGIAMENTO E ARMI 1943-1945”, Guido Rosignoli,
Ermanno Alberelli Editore, 1989
“ARMI ED EQUIPAGGIAMENTI DELL’ESERCITO ITALIANO NELLA
GRANDE GUERRA 1915-1918”, Nevio Mantoan, Gino Rossato
Editore, 1996
Foto:
©
COLLEZIONE PRIVATA DAVIDE ZAMBONI - FERRARA

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