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Mitragliatrice Fiat Mod. 35

Arma collettiva di accompagnamento a tiro teso

 

 

L'arma deriva dalla mitragliatrice Fiat mod. 14 con le seguenti modifiche:

- Il calibro è stato portato a 8 mm;

- Il sistema di raffreddamento ad acqua è stato sostituito con quello ad aria;

- Il sistema di alimentazione viene effettuato a nastro metallico invece di caricatori a cassetta. 

L'impiego dell'arma ha caratteristiche simili a quello della mitragliatrice mod. 14. Il maggior calibro, però, ha consentito di migliorare notevolmente le qualità balistiche dell'arma e di adottare pertanto un munizionamento speciale che non si era potuto realizzare con la mitragliatrice mod. 14. L'arma è pertanto capace di sviluppare un potente volume di fuoco.

 

Caratteristiche

Utilizza la forza di rinculo. Canna e otturatore compiono una corsa retrograda disuguale. Caricamento a nastro metallico, normalmente di 50 elementi.

Raffreddamento ad aria. Rigatura della canna: elicoidale destrorsa. Calibro 8. Alzo a ritto con cursore. Ritmo di tiro: 600 colpi al minuto primo; celerità di tiro: 3-400 colpi al minuto. Gittata massima: metri 5.200 al livello del mare; 590 metri a 2.000 metri di quota. Velocità iniziale: m/s. 750, peso dell'arma, kg. 17,200; del treppiede, kg. 23,00.

 

Funzionamento della mitragliatrice Fiat 35.

La mitragliatrice può funzionare a tiro rapido e a tiro lento: il tiro rapido può essere a raffiche (normale) e continuo; quello lento a colpo con cadenze varie.


Funzionamento a tiro rapido

Caricamento. - Si introduce il nastro nell'apertura di sinistra del becchetto e lo si spinge verso l'interno fino a che non si senta lo scatto prodotto dalle branche della forcella che agganciano il primo elemento del nastro. Si tira indietro l'otturatore, il quale, agendo con la sua cestola contro la sta della leva di alimentazione, fa ruotare questa all'indietro: detta leva, a sua volta, strisciando sul rullo della contro leva, fa compiere a questa analogo movimento. Si determina così la trazione della molla di alimentazione che fa ruotare lo spostatore verso destra, il quale provoca un. movimento di traslazione verso destra del carrello di alimentazione. Unitamente al carrello si sposta anche il nastro e la prima cartuccia viene presentata in corrispondenza della finestra longitudinale situata nella parte superiore del becchetto.
Si abbandona l'otturatore che, spinto dalla molla del percussore, va avanti e sfila una cartuccia dal nastro e l'introduce in camera.
Quando l'arma è in chiusura, cartuccia in camera, la molla di alimentazione è tornata in posizione normale; il carrello di alimentazione, spinto dalla molla di richiamo, si sposta verso sinistra, mentre la forcella si abbassa e scivola sotto, il nastro andando ad allogarsi contro il lato sinistro dell'elemento di nastro successivo.
Il dente del blocco di chiusura, richiamato avanti dal tirante, si incastra tra la relativa finestra della culatta e l'incavo inferiore dell'otturatore, assicurando così la perfetta chiusura all'atto dello sparo.
Il percussore rimane armato, perché trattenuto dalla leva di scatto di destra, il cui braccio posteriore è tenuto sollevato dalla sua molla a lamina (o piolino).

Sparo. - Si porta l'indice di tiro alla tacca corrispondente (rapido) e si agisce quindi sulla leva di sparo, la quale, per mezzo del bottone e dell'asta di scatto, fa agire il grilletto; questo, abbassando il braccio posteriore della leva di scatto di destra lascia libero il percussore che provoca l'accensione della carica.

Funzionamento automatico. - Appena avvenuta la percussione, mentre la pressione dei gas fa rinculare otturatore, culatta, mobile e canna, il nottolino di. sicurezza torna ad interporsi tra la testa dell'otturatore e quella del percussore.
L'otturatore continua la sua corsa retrograda, completando il ribaltamento del blocco, sino a che viene anch'esso-arrestato dalla compressione della molla del percussore oppure dall'urto contro l'ammortizzatore. Nel suo rinculo l'otturatore estrae, per mezzo dell'estrattore, il bossolo e questo, urtando contro l'espulsore, viene proiettato fuori dell'arma in alto. Inoltre l'otturatore, agendo con la sua cestola contro la cresta della leva di alimentazione, fa ruotare questa all'indietro; detta leva, a sua volta, strisciando sul rullo della controleva, fa compiere a questa analogo movimento.. Si determina così la trazione della molla di alimentazione che tende a far ruotare lo spostatore.
Al termine del rinculo, la molla del percussore, che è stata compressa tra la testa del percussore e la chiavetta, si ridistende e rimanda in avanti il percussore il quale spinge avanti l'otturatore.
Appena l'otturatore arriva col suo incavo in corrispondenza del dente del blocco, questo vi si incastra; ritornerà, così a stabilirsi tra culatta e otturatore il sistema rigido, e la culatta, con la canna, sarà riportata in avanti.
Quando la chiusura sarà completa, il nottolino, spinto dalla testa del percussore, spinge il martelletto che, disponendosi nell'apposito foro del castello, permette al nottolino di spostarsi per lasciare libera la testa del percussore.
Il braccio posteriore della leva di scatto di sinistra durante tutti i movimenti è rimasto sempre sollevato, per cui solo quando l'arma sarà in chiusura esso si abbasserà per l'azione della codetta del blocco contro il braccio anteriore della leva e lascerà libero il percussore di andare avanti.
Per effetto della disposizione dell'indice di tiro nella tacca corrispondente al tiro continuo, il dente di scatto della leva di destra viene tenuto costantemente abbassato. L'arma, perciò, ripeterà i suoi movimenti senza alcun arresto.


Funzionamento a tiro lento
Volendo eseguire il tiro lento, basta, dopo che si sarà eseguito il caricamento, disporre il braccio dell'indice di tiro nella posizione orizzontale a sinistra (lento).
Premendo allora sulla leva di sparo, il dente del grilletto abbassa la leva di scatto di destra e partirà un colpo solo perché detta leva, disimpegnandosi subito dal grilletto, oppone il suo dente dì scatto alla successiva avanzata del percussore. Ne deriva che necessita, ad ogni colpo, abbandonare la leva di sparo, affinchè il dente del grilletto, comprimendo il dentino elastico della leva di scatto di destra, ritorni in posizione normale, pronto ad agire nuovamente sulla leva di scatto di destra, appena sarà ripetuta la pressione sulla leva di sparo.


Scomposizione e ricomposizione.
Scomposizione. - 1° Far ruotare indietro la testata posteriore (estrarre verso sinistra il chiavistello), quindi togliere: 2° la canna; 3° la cartella; 4° la chiavetta; 5° la molla di alimentazione; 6° la controleva di alimentazione; 7° il tirante del blocco; 8° il perno ed il blocco di chiusura; 9° l'otturatore e il percussore; 10° l'asticolo con la molla di richiamo del carrello; 11° la cartella di destra del congegno di alimentazione (disimpegnare prima la leva di rimando della leva di disinnesto del nastro); 12° il becchetto; 13° lo spostatore; 14° il telaio con carrello di alimentazione e cartella di sinistra; 15° la culatta mobile; 16° la leva di alimentazione; 17° le leve di scatto; 18° il grilletto; 19° l'asta di scatto e la sua molla; 20° il congegno graduatore di cadenza (eventualmente).
Ricomposizione. - Si rimettono a posto le singole parti in ordine inverso a quello tenuto per la scomposizione.


Manutenzione.

Le regole da osservare sono le seguenti:

Prima del tiro: 1° scomporre l'arma e pulire le parti; 2° verificare lo stato d'uso delle parti (la molla dell'estrattore abbia la voluta elasticità); 3° lubrificare abbondantemente con olio di oliva le singole parti, quindi, ricomposta l'arma, lubrificare ancora l'otturatore, l'estrattore, la molla del percussore e quella di richiamo del carrello di alimentazione; 4° asciugare, pulire e scegliere le cartucce, lubrificandole abbondantemente prima di introdurle nei nastri; 5° ispezionare e pulire i nastri; 6° assicurarsi della buona stabilità del treppiede; 7° assicurarsi che il perno dello spostatore sia girato a destra e che l'asticolo con molla di richiamo del carrello sia nella giusta posizione.
Durante il tiro: 1° eseguire i movimenti con decisione (lo sportello sia sempre semiaperto); 2° al minimo inconveniente cessare il fuoco e regolarsi com'è detto in appresso per gli inconvenienti; 3° ogni 200 colpi comunque sparati, cambiare la canna; 4° se le condizioni del momento lo permettono eseguire una rapida pulitura dell'arma dopo ogni 1000 colpi; 5° tenere abbassate e ben strette le impugnature.
Dopo il tiro: 1° ispezionare subito l'arma ed eseguire la pulitura ordinaria; 2° se il tiro deve essere sospeso per molti giorni, togliere le cartucce dai nastri.


Inconvenienti.

I più comuni sono:

1°) Scatto a vuoto: verificandosi uno scatto a vuoto, occorre tirare immediatamente indietro, e per tutta la sua corsa, l'otturatore, tenendo contemporaneamente abbassata la leva di rimando al fine di impedire l'avanzamento del nastro. Agganciare quindi l'otturatore e, successivamente:
- qualora la cartuccia venga estratta (caso normale), toglierla dall'apertura di caricamento, spingere (o trarre) verso destra il nastro in modo che la una nuova cartuccia si presenti davanti alla testa dell'otturatore, abbandonare quindi l'otturatore e riprendere il tiro;
- qualora invece la cartuccia non venga estratta (caso eccezionale) abbandonare subito l'otturatore e riprendere il tiro In questo caso, verificandosi ancora lo scatto a vuoto, se l'arma ha sparato una serie di colpi maggiore di 150 a tiro continuo o a brevi raffiche rapidamente susseguentisi, conviene attendere almeno un minuto primo, prima di riaprire l'otturatore. Se l'inconveniente si ripete spesso, verificare percussore e molla, sostituendo, se del caso, l'intero percussore.

2°) Mancato caricamento: verificato che la camera è sgombra, riprendere il tiro. Se l'inconveniente si ripete sostituire, nel caso, il nastro o eliminare gli elementi deformati.

3°) Incompleta chiusura: verificandosi un'incompleta chiusura, procedere come per lo scatto a vuoto tenendo però presente che, in questo caso, la cartuccia non verrà normalmente estratta. Se l'inconveniente si ripete, verificare la molla del tirante del blocco e sostituire il tirante (molla rotta) o avvitare il bottone (molla indebolita). Osservare infine se la molla del percussore è rotta (cambiare in tal caso il percussore).

4°) Deficiente rinculo: si manifesta colla mancata espulsione del bossolo o colla deformazione della cartuccia seguente. Tolta la cartuccia, lubrificare l'otturatore. Se l'inconveniente si ripete spesso, regolare la posizione del perno del blocco o cambiare la canna.

5°) Mancata espulsione: verificato se l'espulsore è in buone condizioni, pulire e lubrificare la camera. Se l'inconveniente si ripete, dipende da deficiente rinculo.

6°) Ricaduta del bossolo nell'apertura di espulsione: togliere il bossolo con l'estrattore a mano e verificare che lo sportello sia rimesso in posizione di semiaperto.

7°) Mancata estrazione e mancato rinculo: estratto il bossolo sparato, pulire e lubrificare la camera e le cartucce e quindi verificare la elasticità della molla dell'estrattore. Se l'inconveniente si ripete, sostituire la canna.
8°) Inchiodamento dell'otturatore e scoppio fuori camera: inviare l'arma al capo armaiolo.

9°) Rottura del bossolo nel senso normale al suo asse: cambiare la canna.

10)° Instabilità nella posizione abbassata del dente dell'asticolo del congegno di arresto dell'otturatore aperto: accade ogni qualvolta la leva di manovra del congegno rimane in falsa posizione e cioè quando la si lascia a metà corsa. L'inconveniente si evita osservando le seguenti prescrizioni:
a) la leva di manovra del congegno di cui trattasi deve essere maneggiata con decisione: spingendola completamente innanzi, per arrestare l'otturatore in posizione di «aperto»; traendola completamente indietro per tutta la corsa, per consentire all'otturatore di andare in chiusura;
b) nel compiere l'operazione di chiusura dell'otturatore che sia stato trattenuto dal congegno, si deve prima trarre indietro l'otturatore stesso di tanto quanto è necessario per disimpegnarlo dal dente dell'asticolo e, successivamente, agire alla leva di manovra nel modo succitato. Ciò perché, qualora si azionasse la leva di manovra a guisa di grilletto senza aver tratto prima indietro l'otturatore, disimpegnandosi questo dal dente dell'asticolo prima che la leva abbia compiuto completamente tutta la sua corsa indietro, l'operatore potrebbe essere facilmente indotto a desistere anzitempo dall'agire sulla leva stessa, lasciando quindi questa in falsa posizione e cioè con il dente non completamente abbassato;
c) tenere pulito e convenientemente lubrificato il congegno;
d) verifìcarne spesso il funzionamento ricorrendo all'opera dell'armaiuolo qualora sorga il dubbio che non funzioni regolarmente.


Materiali, accessori, ricambi

Per il trasporto e per l'impiego dei materiali vari e delle munizioni, si adoperano: cassette, armature a spallacci, armature da basto.
Cassette. - Sono munite di maniglie per il trasporto a mano e vengono assicurate sulle apposite armature per il trasporto a spalla o a salma. Ne esistono di 4 tipi: per caricatori, per accessori e ricambi, per lubrificanti e attrezzi, per macchina caricanastro.
Armature a spallacci. - Sono costituite da un telaio di lamiera, munito di cuscinetti, di spallacci, di corregge. Vi sono: armature porta arma, porta treppiede, porta cassette.
Armature da basto. - Vi sono: armature cuffia porta arma; armature cuffia porta treppiede; armature centrali; armature per cassette munizioni..
Materiali per il tiro contro aerei. - Per eseguire il tiro contro aerei, l'arma viene incavallata sul treppiede per tiri terrestri munito di alcune parti aggiuntive e cioè: gamba aggiuntiva, affustino, calciolo (appoggio di spalla), congegno di puntamento costituito da un reticolo mirino e da una mira.

La mitragliatrice si dispone per il tiro contro aerei nel seguente modo:

- si blocca il settore dentato del treppiede nella posizione più bassa, si fissa la gamba aggiuntiva sulla piattaforma girevole, si rovescia il treppiede in modo che risulti con la gamba posteriore in alto e, sull'estremità di questa si fissa l'affustino;

- sull'affustino si incavalca l'arma e si uniscono a questa il reticolo (fissandolo al manicotto presso il mirino) e la mira (fissandolo al ritto d'alzo);

- si mette infine, a sito il calciolo.
E tuttora in servizio il supporto a colonna per tiri contro aerei costituito dalle seguenti parti principali:
mensola reggi arma; telaio; perno a forcella; manicotto; tiranti.
Il supporto si applica alla piattaforma girevole del treppiede convenientemente disposto per il tiro terrestre. I tre tiranti ne uniscono rigidamente il manicotto alle gambe treppiede.

 

 

 

NOTE

1) Nelle armi sulle quali non è stato montato ancora il congegno-graduatore di cadenza, il congegno di arresto dell'otturatore aperto attraversa il castello ed è costituito da: un asticolo con dente, una molla, una leva di manovra.
 

Fonte:

F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.

Stato Maggiore del Regio Esercito, "Nozioni di armi, tiro e materiali vari per i Corsi Allievi Ufficiali di complemento", Edizioni de «Le Forze Armate», Roma, 1942.



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